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Il tamburo dello sciamano
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Gli Aino
Mappa Esplorativa
Librati nell' aria
Editoriale
di Gregorio Bardini
L'articolo Ë tratto dal libro "Musica e Sciamanesimo In
Eurasia" (Barbarossa, Milano, 1996). Per informazioni si puÚ scrivere a Gregorio
Bardini, Via Roma, 2 - 46036 Revere (MN).
Il tamburo Ë il re degli strumenti musicali: il legno col quale sarý costruito
dovrý essere puro oppure di tronco d'albero colpito da fulmine. Il fulmine,
associato simbolicamente al fuoco, Ë come il fuoco simbolo di forza pura, creativa.
Come ogni altro strumento musicale, il tamburo rappresenta il centro del mondo, Ë
l'omphalos (in greco "ombelico") e l'altare sul quale viene sacrificata la
sostanza sonora degli dei. Secondo Marius Schneider colui che sacrifica Ë colpevole e
quindi espierý tale atto sacrificando le proprie forze ed individualitý, grazie al
servigio reso agli dei, suonando lo strumento. Il tamburo sciamanico Ë considerato in
diverse maniere: slitta, renna, cavallo, oca con cui potrý volare, Orsa Maggiore, carro
terrestre ruotante intorno all'albero della vita, ossia l'Axis Mundi, ed anche barca o
nave. Il tamburo circolare dello sciamano Ë anche un arco da tiro, il quale poichÈ
realizza il sacrificio sonoro, Ë il mondo intero. Il sacrificio Ë il mondo.
Presso gli Shor dell'Altai, tale strumento reca un certo numero di disegni: il
proprietario del tamburo shor spiegava a L.P. Potapov come la parte superiore
dell'immagine del mondo dipinta sulla pergamena del tamburo raffiguri il cielo e la parte
inferiore corrisponde al mondo sotterraneo. Fra questi due regni sono situati gli otto
tamburi che segnano il campo d'azione dello sciamano. Degli otto strumenti tre tamburi,
situati sul lato destro portano i tre spiriti veloci. Al di sopra di essi otto falchi
volano verso il sole. Sul lato sinistro nove cervi e nove renne salgono dal tamburo dello
sciamano fino alla luna. Accanto ai tre tamburi di sinistra si ergono gli alberi della
vita e della morte, fiancheggiati dallo spirito protettore dello sciamano. Sui due tamburi
centrali Ë accovacciata la rana incaricata di portare la libagione (l'offerta del
tamburo) al dio Aerlik. Al di sotto degli otto tamburi si trovano i sette spiriti che
arrivano fino al colle della montagna mitica, i serpenti a sette e a nove piedi, le
lucertole, due animali favolosi e la rana che porta la bevanda sacrificale al dio del
mondo sotterraneo. Una corda trasversale situata all'interno del tamburo (dietro la pelle
dipinta), Ë chiamata la "corda di ferro" dalla quale parte la freccia sonora.
Sette pezzi di metallo simboleggiano l'Orsa Maggiore. Il bordo della parte celeste Ë
munito di sei corni che servono allo sciamano per difendersi dagli spiriti malvagi. Dai
sei fori del manico del tamburo entra la "tigre a sei occhi", pronta a
soccorrere lo sciamano durante il suo volo verso i cieli. Tra i Teleuti dell'Altai
meridionale ogni tamburo dipende da uno spirito signore individuale, Ak Mar Tajlyk e da
suo padre, signore di tutti i tamburi, Kytchkyl-Qan. Sotto la pelle dei tamburi teleuti
troviamo delle protuberanze cave, chiamate "gobbe" dell'animale-tamburo che
servono come casse di risonanza; vi sono sei fori lungo l'impugnatura denominati
"occhi del bars". La traversa metallica, detta "arco", Ë ornata con
pezzi di ferro chiamati "frecce" i cui rumori servono per scacciare gli spiriti
malvagi. Sotto gli spiriti benigni che mostrano allo sciamano teleuta i luoghi dove
crescono il cedro e la betulla col quale si costruirý la cornice ed il manico, ed il
luogo dove pascolano i cavalli, per farsi la pelle del tamburo. Tutti, costruito lo
strumento, dopo la sua sperimentazione, conversano con esso come fosse un essere vivente;
solo lo sciamano non lo puÚ suonare. Costituiranno il dipinto due parti di grandezza
diversa, ossia il mondo superiore (grande) e quello inferiore, diviso da una striscia che
corrisponde alla terra. La parte superiore porta raffigurazioni di astri; di un riquadro
che simboleggia lo scritto sacro con cui Ulgan conferisce i poteri allo sciamano; di
uccelli di Ulgan, tra cui il pi˜ importante vola, nel corso della seduta, davanti allo
sciamano; di una rete per catturare le anime; i cavalli (bura) che servono da cavalcatura
ad Ulgan stesso, agli spiriti della terra e allo sciamano; delle "tre ricche
betulle" sulle quali si appollaiano gli uccelli sacri e la loro madre e che
sembrerebbero come stadi intermedi (tapty) per accedere al cielo; il figlio di Ulgan,
spirito protettore dello sciamano sempre rappresentato con una spada, che accompagna
quest'ultimo e resta vicino alla porta degli spiriti, dai quali si reca il Qam. La linea
della circonferenza rappresenta la volta celeste e le strade che conducono agli abitanti
del cielo. Sul registro inferiore sono rappresentati il cavallo di Adamo (nostro padre) o
Erlik, il sovrano del mondo inferiore. All'interno di un riquadro sono raffigurati il
guardiano della porta del cielo, signore delle porte di tutte le abitazioni, al quale lo
sciamano deve chiedere permesso ed aiuto per qualsiasi viaggio; il pesce Kar Balyk, figlio
di talai-Qan, il Khan del mare, compagno indispensabile, con il quale lo sciamano si cinge
per recarsi presso gli spiriti; la rana Pagha, portatrice di offerte; il serpente
"cornice della terra", al quale lo sciamano affida l'anima recuperata affinchÈ
la protegga dagli spiriti "cattivi".
Ogni vero sciamano sa in anticipo quanti tamburi potrý costruire nella sua vita ed in
quanto tempo. I nuovi modelli saranno presentati agli spiriti Tailyk-qan e Kytchkyl-qan
che li consacreranno. Secondo Eveline Lot-Falck Ë nell'Altai che il tamburo arriva al
massimo delle decorazioni e al simbolismo pi˜ sviluppato. Presso i Ciukci riscontriamo
una peculiaritý: ogni famiglia possiede un tamburo, sciamanizza a piacere, quando si
presenta l'occasione e la necessitý. Infatti l'ukyum, che esegue riti per scongiurare la
tempesta non Ë uno sciamano di professione.
I tamburi lapponi si possono classificare in quattro tipi, a seconda del telaio:
"Questo telaio puÚ essere formato da un unico pezzo di legno, sottile ed incurvato
fino a rinchiudersi; oppure da un anello naturale di legno, in veritý piuttosto raro;
oppure da due pezzi incurvati; infine, un tipo di tamburo a coppa, ricavato da un unico
pezzo di legno, Ë forse il pi˜ conosciuto nelle regioni svedesi e norvegesi. Il primo
tipo si trova solo nelle regioni pi˜ meridionali della Lapponia svedese; quello ottenuto
da un anello naturale quasi nelle medesime zone, mentre la cornice a due pezzi incurvati
veniva costruita nei territori orientali della Finlandia e del lago Enare verso la
penisola di Kola". In Finlandia il tamburo era chiamato kannus, quello a cilindro
kobdes, altrove, per i tipi ad anello naturale, veniva usata la parola gievre,
"anello". Il tamburo a coppa possedeva due intagli per poterlo impugnare, mentre
gli altri avevano una piccola maniglia. Sulle pelli dei tamburi ottenuti da renne giovani
v'erano dipinti rune simili a quelle dei Germani. Lo sciamano lappone percuoteva il
tamburo con un bastoncino a due rebbi divaricati di corno di renna, chiamato vetyer che,
secondo Bosi, avevano una notevole rassomiglianza con i "bastoni di comando"
trovati in giacimenti preistorici risalenti al Paleolitico (ArËne Candide, nei bassi
Pirenei, in Dordogna, nell'AriËge). Sulla pelle del tamburo si metteva in movimento un
pezzetto di legno o anellino chiamato arpa: lo sciamano cessava di rullare e traeva
auspici dalla figura dipinta sulla quale si fermava il pezzetto. Le figure dipinte
raffiguravano solitamente dei, scene di caccia o di pesca, la divinitý solare Peive, il
dio del tuono e dei venti Biegg-olmai.
Gli strumenti di tipo nordico erano divisi in cinque parti, corrispondenti ai piani
dell'universo. Oltre agli dei summenzionati veniva dipinta sui tamburi la trinitý
Radien-Attie, Radien-Akka e Radien-Kiedde, quindi Uks-akka, protettrice della porta,
Juksakka, la donna dell'arco e protettrice dei ragazzi, Rota, la morte a cavallo (che
subÏ una successiva influenza germanica essendo poi assimilata ad Ondino); inoltre
Madder-Akka, che sul tamburo viene subordinata al sole Peive in quanto a posizione. Tutto
il mondo lappone Ë stato raffigurato sui tamburi: renne, alci, lupi, pesci, uccelli,
orsi, castori, case, capanne, recinti, luoghi di culto. Le figure dei tamburi lapponi sono
dipinte in rosso, molto schematizzate, anche se non perdono il loro movimento.
Gli strumenti venivano usati anche per comunicare a distanza, cosÏ come avviene in altra
parte del mondo. I tamburi degli sciamani sono delle vere e proprie mappe celesti. Marcel
Jankovics, regista ungherese, scoprÏ che il tamburo Ë una mappa astronomica sulla quale
viene disegnato il cielo diversamente, a seconda della latitudine del popolo che lo
adopera. Questa tesi trovÚ riscontro nell'opera "Il mulino di Amleto". Sui
tamburi degli Hiong-nu v'erano rappresentati 7 o 9 pianeti, corrispondenti ai piani del
Cielo e, simmetricamente, a quelli dell'interno.
Questo popolo conosceva realmente tale numero di astri, come ci conferma l'archeologia:
infatti sono stati trovati disegni rupestri d'una somiglianza notevole a quelli dei
tamburi hiong-nu, raffiguranti mappe siderali. A proposito degli strumenti mongoli il Roux
scrive: "Tamburi sciamanici moderni riportano immagini degli astri e chi li usa li
considera come lumicini indispensabili sulla sua strada. Forse le iscrizioni invocano
degli esseri di luce al momento in cui il morto entra nel regno delle tenebre. Presso i
Teleuti non mancano i casi in cui lo sciamano "sciamanizzava" col solo mazzuolo
(orbu) e senza tamburo. Il mazzuolo era fatto di tabilyi (SpirËa altaica) con un
rivestimento di peli delle zampe di capra selvatica. Durante le invocazioni sciamaniche il
mazzuolo era chiamato "mazzuolo di pietra" (tas orbu), dato che sotto la pelle
veniva aggiunto un piccolo sasso; inoltre vi si attaccavano tre pezzi di stoffa in onore
del "Signore del mazzuolo" (Orbu az). Oltre a questi nastri (tu) la gente presso
la quale lo sciamano compiva la seduta, ne aggiungeva altri. I Teleuti chiamavano il
tamburo "cammello sacro". Le "gobbe" erano i risuonatori, ossia delle
protuberanze cave disposte intorno alla cassa. L'impugnatura di questi tamburi era
collocata nella parte meridiana della barra verticale: essa presentava dei fori detti
occhi "tigre screziata". Per coprire l'intelaiatura del tamburo s'usava la pelle
di puledro. Gli sciamani d'area uzbeko-tagika usavano il doyra, un tamburo circolare privo
di mazzuolo. Il tamburo del Baqsi kazako, di piccole dimensioni, era denominato dabil. Gli
sciamani tuvini dell'Alas possedevano un altro tipo di tamburo oltre a quello ordinario:
il sogar, ossia "lo screziato" o qata sogar "il nero screziato". Esso
serviva per inviare una malattia mortale ad uno sciamano rivale o contro il ritorno di
defunti malvagi che, insoddisfatti, intendevano vendicarsi sui vivi. Lo sciamano tuvino
(soyot) si differenzia da quelli altaici per il fatto che utilizza un bastone (dajaq) al
posto del mazzuolo. Il dajaq viene "ricevuto" in autunno, mentre il tamburo in
inverno, a metý febbraio o in primavera, a metý maggio. Il legno scelto per la
costruzione del cilindro e per i risuonatori (2 cm d'estensione) Ë quello di cedro,
mentre la pelle Ë d'alce (ad esso vengono legati ferri pendenti e nastri bianchi). I
tamburi degli sciamani todzhan erano circolari od ovali, con un diametro dai 60 agli 80
cm. Nel museo di Tuva Ë conservato un tamburo di 64x67 cm, con un cerchio ampio 21 cm.
All'interno dello strumento vi sono sbarre metalliche a forma d'arco sospese con tre tubi
conici d'ottone. Il mazzuolo (orbu) Ë costruito con corna di cervo coperto da pelle presa
da una gamba d'orso. Il tamburo viene identificato con l'animale la cui pelle viene
utilizzata per la costruzione dello stesso; viene chiamato col nome dell'animale e,
durante le sedute d'animazione del tamburo, lo sciamano gli si rivolge come se fosse un
cervo o un cavallo. Ad esempio, gli sciamani teleuti chiamano i loro strumenti
"cavallo pomellato". Lo sciamano nganasan utilizza un tamburo (hendir o fendir)
di forma ovale, ottenuto da legno di larice. La pelle proviene dal cervo selvatico e
l'impugnatura Ë in rame, a forma di croce; ad essa sono legati oggetti informi in
ossidiana che pendono al di fuori del tamburo. I mazzuoli sono ricoperti di pelle di gamba
di cervo selvatico; su questi viene incisa la faccia di Djamadi, un demone sciamanico.
Tamburo e mazzuolo vengono costruiti insieme. Presso i Baraba, Turchi siberiani, si
riscontrano due tipi di tamburi sciamanici. Uno di questi rappresenta una figura umana,
fatto non molto noto tra i Turchi della Siberia.
La Prokofjeva classifica i tamburi come tipi "siberiani meridionali", le cui
caratteristiche sono le seguenti: 1)forma circolare; 2) grande taglia (fino a 1 cm di
diametro); 3) intelaiatura estesa (fino a 20 cm); 4) assenza di aperture risonanti
nell'intelaiatura; 5) manico di legno longitudinale; 6) una o pi˜ sbarre trasversali in
ferro (in relazione al manico); 7) disegni complessi. La studiosa distingue le varianti
sajan jenisei, shor e altaica. La forma dei manici del tamburo poteva essere di tre speci:
1) una presa longitudinale di legno di forma piatta e decorata; 2) longitudinale di legno
non decorata; 3) con una o due immagini antropomorfiche alla fine del manico. Il materiale
dei manici Ë legno di betulla, usata anche per la costruzione degli altari innalzati agli
spiriti pi˜ importanti. Il manico del mazzuolo baraba si presenta come un cilindro che
s'ispessisce verso la fine, mentre la testa prende una forma un po' pi˜ lunga ed
appiattita che oltrepassa il manico. Ritroviamo mazzuoli simili presso altri popoli turchi
dell'Altai: i Teleuti ne hanno uno dello stesso tipo. Vi sono state divergenze tra diversi
studi, quali ad esempio tra il noto osservatore Strahlenberg e Messerschmidt, circa
l'interpretazione del manico del tamburo: esso viene considerato antropomorfico o, di
contro, come un idolo posto nel tamburo. Tutti i siberiani appendono pendenti in metallo,
indispensabili elementi del tamburo, legati all'intelaiatura a croce, curvati a forma di
forchette da entrambe le parti. Tali pendenti, che rappresentano artigli di qualche
animale, sono situati sul alto sinistro della sbarra orizzontale, mentre sul lato destro
si trovano dei brandelli di pellame animale. Il tamburo dello sciamano teleuta veniva
distrutto alla sua morte: sopra la tomba un uomo percuoteva ininterrottamente lo strumento
del defunto col mazzuolo fino a che la membrana non si rompeva con la forza del battito.
Sullo strumento venivano disegnate 17 figure corrispondenti ai punti di giunzione. I
Baraba costruivano anche dei piccoli tamburi di legno somiglianti a quello sciamanico;
differivano dal tamburo "idol in a drum" per il fatto che non v'era in essi
nessuna rappresentazione antropomorfica dello spirito. Questi piccoli tamburi erano
costruiti in legno con una copertura di pelle di uccelli ed una presa nel mezzo; a
ciascuno d'essi erano legati due pendenti in ferro. Il tipico tamburo con presa
antropomorfica dei Baraba si ritrova pure presso gli Altaici del Sud come i Kizhi e i
Teleuti. Tale specie di strumento Ë stato diffuso da questi due popoli ai loro vicini:
dai Teleuti ai Tuvini dell'ovest e dai Kizhi agli Altaici del Nord. Il tamburo col manico
allungato era impiegato tra i Turchi siberiani del Sud. Potapov attesta che tamburi con
questo manico venivano usati dai Tuba e Celkani anche se erano esclusivi solo presso gli
Shor, Teleuti e Kakassi (Kacini, Sagai, Beltiri).
Potanin G.N. ha classificato tre tipi di tamburi siberiani a seconda della forma del
manico: 1) tipo "sayan altai", dal nome della regione, a forma di croce la cui
verticale Ë fatta in legno e l'orizzontale in ferro (a volte vi si trovano facce umane
all'estremitý della verticale); 2) chiamato "tunguso", il manico ha forma di
croce, fatto di legno o ferro allacciato al cerchio; 3) "samojedo", con il
manico avente la verga verticale dell'intelaiatura cruciforme uguale al diametro. Nioradze
divide i tamburi dei popoli siberiani in due grandi categorie: avale (popoli siberiani
dell'est come gli Jakuti, Jukaghiri, Tungusi e le trib˜ dell'Amur, ossia Nanai, Oroci e
Negidal) e circolare (genti dell'Ovest, Keti e Altaici). Gli sciamani usavano solo un tipo
di tamburo col manico in legno a forma di verga verticale, il cui diametro misurava 72 cm.
Circa la presenza di spirito nel tamburo Potapov scrive: "according to the shaman,
upon his incantation the spirits fly in to the drum through these apertures on one side,
and leave on the other when the ceremony is over.....; The upper part of the drum is
called calycyy, and is by a cross-stripe".
Presso i Kakassi, alcuni disegni servono anche per l'orientazione come ci testimonia lo
studioso sunnominato: "It was crossed by a perpendicular white line, which the shaman
called kirls (bow string) and which was supposed to serve him as orientation when he was
going on unknown roads of flying on his drum to the spirits". I mazzuoli erano fatti
in osso e venivano ereditati dagli antenati kakassi. I Turchi dell'Altai utilizzavano due
vocaboli per chiamare il tamburo: tumur o tur e calu (i primo Ë mongolo, il secondo
turco). Il mazzuolo sciamanico Ë denominato orba, orbu, orby in tutta la regione altaica.
Lo sciamano tofa possiede un tamburo pi˜ o meno rotondo e di differenti taglie: quello
dell'uomo Ë largo, di diametro tra gli 80-95 cm, quello della donna Ë pi˜ piccolo, di
diametro circa 60-70 cm. L'intelaiatura era fatta d'abete, di cedro o di pini resinosi di
foresta. Le due barre che si incrociano erano in cedro o pini o rami di betulla. I
risuonatori, lunghi 13 cm, sottili 2-5 cm in larghezza ed alti 4 cm, presentavano tre
manopole delineanti la parte esterna della struttura del tamburo dei Tofa. Si potevano
trovare 9, 12 o 21 risuonatori, fatti in diversi legni, come il cedro, il larice, l'abete,
l'abete rosso, il pino di foresta, la betulla, il pioppo bianco, il salice; uova di pesce
e i manti di tori neri o grigi erano distesi sopra la forma. Lo sciamano Kokuev costruiva
il suo tamburo nella maniera seguente:"He did not touch the fleshy side of the skin,
which had to remain as it was, because otherwise the drum later would not sound good and
the skin might become injured from energetic beating. (After the hair had been removed, a
circle large enough for the frame of the drum was cut out of the skin and was sewn on to
the framework which in the mean time had been completed").
Dopo la realizzazione dello strumento, esso veniva posto sopra il fuoco a seccare,
dopodichÈ veniva dipinto. La parte sotto della testa era convessa, mentre quella sopra
era ornamentata con anelli di metallo. Spesso una verga di metallo era attaccata lungo
l'asse longitudinale insieme a tre anelli. Alla fine del manico era allacciato un cappio
di pelle. Il tamburo con il suo mazzuolo, parte del costume dello sciamano, mostrava una
grande varietý in accordo al clan e alla categoria (sciamano bianco o nero) ed alla
importanza (grande, medio o piccolo). Inoltre vi erano differenze individuali.
"Lo squisito cadavere di Zio Bill"
No necrologia. No commemorazione. No cadavere di scrittore da imbalsamare. Piuttosto
esplosione. Spazio interiore che Ë definitivamente diventato spazio cosmico. Esplorazione
di nuove aree psichiche. Stupefacente finale. Contatto con l'invasore.....la fine delle
parole, la fine di ciÚ che con le parole puÚ essere fatto. Virus mimetico benevolmente
inglobato nella societý mediatica. Risolutiva strategica beffa: Memorial Hospital,
Lawrence Kansas, 2 agosto 1997. Sesto caldo mese dell'anno astronomico...... Quando ormai
anche la Polizia Nova era in ferie, mentre Nova Mob era intenta a disinformare, quando
restavano le ultime stille di fluido spinale da succhiare dai Mugwumps, quando i sessi
infiammati dei Ragazzi Selvaggi rilucevano al sole intorpiditi da troppa Afa. Non ho
canzoni per Mr. William Seward Burroughs, non ho cercato altolocati interventi, il
linguaggio ha giý contagiato abbastanza.....by-passo il compito. Lascio invece a lui
l'ennesima aleatoria manipolazione delle parole. Via Manzotti 61 casalingo cut-up. Il mio
personale santino.
NIENTE E' VERO. TUTTO E' PERMESSO.
Killer di Stato. Proiettile nella notte
Globale giallo inesistente
la testa, cannibale per disperazione, perde bombe
la lingua scarica il grande Saturno
la bufera spogliata di giocattoli avvelenati
Societý, male affonda, gioca, duello aereo e sangue
cadaveri per diffamazione e decomposizione
...e strangolata, pasto della colpa
trapianti di paura
poteri
uccidere nudo viola scrittore
magico AIDS a ferita
2 Agosto ore 6:50
... si alza dal letto leggero e tirato, forse quasi allegro, finalmente ben riposato. Si
dirige alla stufa e mette su l'acqua per il suo thË del mattino. Mentre aspetta che
l'acqua bolle si avvicina alla sua scrivania e comincia a scarabocchiare parole su un suo
notes marrone. Il thË È pronto, porta la sua tazza alla scrivania e mentre guarda il suo
notes sorseggia beatamente godendosi il calore del thË bollente lungo la sua gola. Si
volta sul letto il suo corpo dorme un sonno profondo; che il suo corpo voglia riprendersi
lÏ e ora, tutto il sonno che lui fino a oggi aveva sacrificato al vivere e a sÈ stesso,
gli disegna sul volto il suo solito ghigno beffardo, poggia la tazza sul tavolo accanto
alla teiera e se ne va...senza passare per la porta....
arrivederci MR. BURROUGHS...
P.s.: scusate lo sfogo, non sapevo con chi cercare di dividere il dolore.
Belvz / (LT)
di Marco Boni
Le immondizie di una settimana mi fissano ostinate nel loro sacchetto
nero impermeabile. Per i meno fortunati l'involucro È l'occasione di soffocare
e sparire dalla faccia della terra, come Ë accaduto pochi anni fa a un filosofo
marxista. Era giý molto anziano, non ha inteso pazientare ancora poco. da parte
mia sono assillato dal problema opposto, non ce la faccio a decidermi, a scendere
le scale con i resti urbani di un'esistenza piuttosto monotona e per nulla decifrabile.
Tanto ci si aggrappa sempre a qualcosa, a se stessi o a un'altra persona. Di
fatto l'immondizia giorno dopo giorno si accumula, il sacchetto obeso non ne
vuol sapere di accogliere fraternamente altre vaschette di plastica, foglie
marce di insalata, cataloghi di maglieria intima. Anche il lavandino riproduce
lento il quieto disordine domestico, ospitando i piatti sporchi di una settimana
e lo scolapasta attaccato a pi˜ riprese da un paio di mosche imbecilli. Perimetro
vitale, riempito solo dal lieve e magnetico ronzio del contatore vecchio cent'anni.
Tutto concorre a farmi sentire un fallito, perÚ questo complotto non ha buon
fine. Tirate le somme sono solo un po' vuoto, non per questo meno determinato
a fottermene del mondo intero. CosÏ mangio l'ultima crosta di formaggio svizzero
e mi lavo i denti, senza fretta. La serata potrebbe trascinarsi placida, ma
dopo appena quattro sigarette suona il campanello. E chi cazzo puÚ essere? Da
tempo nessuno si scomoda per venire a trovarmi. Ai venditori porta a porta dico
di avere l'Aids. Mi guardano in faccia e ci credono. Alcuni amici si sono stancati
di prestarmi denaro. Altri non sopportano di trascorrere il pomeriggio a guardare
Telepace; eppure i cartoni di Telepace sono molto belli, non male pure i vecchi
film di guerra, dove di solito un manipolo di eroi difende un avamposto alla
sommitý di un'inutile collina. Moriranno tutti.
Sbircio nello spioncino e vedo una bella ragazza, castana, pi˜ o meno della mia stessa
etý. Merda! Il colletto della camicia È macchiato di sugo e sono in ciabatte. Apro
ugualmente, giý abbastanza eccitato. La mia stessa etý su per gi˜...ma quanti anni ho
io? Quanto pesano i miei venticinque anni? Proprio non saprei...Alla ragazza si affianca
subito un uomo sulla trentina: la mia ingenuitý non ha limiti.
-non manca molto-
-Prego?- La fine del mondo Ë prossima, questione di giorni, forse ore- La solita setta
fanatica. Il mese scorso ho ricevuto un volantino bianco-arancio, vaticinava il ritorno di
Ges˜ Cristo su una navicella volante, direttamente dallo spazio profondo. Il delirante
messaggio era a tratti ingegnoso e per qualche minuto me la sono spassata; quattro righe
erano scritte addirittura in cinese o in giapponese. Adesso devo rimanere calmo, inutile
incazzarsi, in fin dei conti non ho niente da fare. La ragazza Ë impacciata, lui si
mostra sicuro.
-Entrate-
Si siedono a tavola indecisi. Evidentemente sono alle prime armi, mandati allo sbaraglio
dal guru di turno.
-e siete certi?-
-Di cosa?-
-che schiatteremo tutti fra pochi giorni-
-Si, non avremo scampo-
-Non sarý poi cosÏ male-
Mi metto a ridere e noto che anche loro lentamente si rilassano.
-Cercate un lavoro serio, oppure divertitevi, non sprecate energie-
Nessuna risposta.
Metto la teiera sul fuoco e mi siedo accanto a lei. A loro le tazzine, io mi riservo i
soliti poncini freddi all'amarena, prelevati dal frigo.
-Arriveranno-
-Chissý...-
-Angeli splendenti raccoglieranno le nostre anime spezzate-
Daniele e Teresa, dopo quattro poncini spifferano i loro nomi. Accendo su Radiopopolare
che ci inonda di musica rai, la scorta di poncini basta per tutti. Pare tutto Ok. Non sono
esageratamente fanatici, mi sbagliavo. D'altronde una visione mistica dell'esistenza non
mi Ë totalmente estranea.
-Dovrý pur esistere un punto d'incontro-
-Ci salveremo-
Daniele Ë convinto, io dubito. Quando inizio a ballare la musica araba mi osservano e
sorridono; Ë sufficiente offrire un paio di canne e siamo tutti in pista. Canne poncini
musica sigarette alcol.....Ci addormentiamo sul pavimento, ho un gran mal di testa. Sogno
la triste piazza vicina al mio condominio; si illumina improvvisamente e riceve un piccolo
oggetto incandescente, mentre altri ne schizzano verso la cittý. Scende dall'abitacolo
una persona distinta, che io so essere S. Paolo, affiancato da una miriade di minuscoli
alieni.
-E' stato inutile, ma non preoccuparti, Ë tutto finito-
S. Paolo non Ë cattivo, mi prende per mano e ci innalziamo vorticosamente sul disco
volante. Mi sveglio stravolto verso le sette del mattino. Daniele e Teresa sono immobili
davanti al televisore acceso. Sono iniziati i bombardamenti su Baghdad.
-Presto arriveranno anche qui-
di Patrizia Di Meo
RICEVUTO.
SEGNALE.
RIPETITORE.
"Credo che suoni, parole e colore quando si uniscono e si riescono a fondere
si completano, arrivano dove ciascuna di queste forme espressive non potrebbe
giungere senza l'ausilio dell'altra". "Quando ascolto una musica che
sento vicina il mio corpo si trasforma in una specie di meccanismo tutto sensitivo
ricettivo sento e vedo l'energia del brano. Mi appaiono tutti gli impulsi che
si uniscono in forme, che si definiscono precisamente con il ripetere dell'ascolto".
Patrizia Di Meo
La rete s'infittisce, il rizoma agisce sotterraneamente.
E' scoperta verificare i collegamenti che si creano lanciando messaggi. E' salutare
accorgersi che la musica puÚ ancora smuovere meccanismi, puÚ abbracciare discipline
sorelle. Secondario Ë il fatto che ad innescare questo processo sia stata la tua musica o
quella di altri. Ognuno deve accettare l'influenza di qualcuno o qualcos'altro.
Fabrizio Tavernelli
Punti di Riferimento e di Partenza
"Quando la forma non Ë espressione esterna di un contenuto interno, non si
serve pi˜ lo spirito libero (il raggio bianco) ma la barriera pietrificata (la mano
nera). I veli materiali che avvolgono lo spirito sono spesso talmente fitti che pochi sono
gli uomini e le donne in grado di scorgerlo in trasparenza. Ci sono epoche intere che
negano lo spirito perchÈ gli occhi della gente non riescono a vederlo. Nel XIX secolo e
anche oggi tutti rimangono accecati. Una mano nera si posa sui loro occhi. E' la mano
dell'odio. Chi odia cerca in tutti i modi di defrenare il raggio bianco, l'evoluzione,
l'elevazione. E questo Ë la negativitý, il principio distruttore, Ë il male; la mano
nera che uccide". Poi Ë nato Freud che ha fornito mezzi assolutamente nuovi e
importanti che di certo aiutano ad esprimersi, ma resta la mano nera dalla quale non
rimane altro che imparare a difendersi il pi˜ possibile a distanza.
L'artista psycorunner Ë colui che mi piace definire come un essere capace di produrre
"l'effetto balena" con consapevolezza. Lui Ë come un grande mammifero pesce, la
balena che nuota e scivola, puÚ essere l'incubatrice e far maturare nel suo ventre
l'esterno, poi come in un parto viene alla luce la sua opera, che racconta la sua storia,
nel suo tempo. L'artista surrealista del 2000 ha cura della forma spontanea e simbolica,
del colore interiore delle cose, del movimento del segno in senso simbolico, filtrati da
lui stesso (come individuo con il proprio bagaglio) sempre esprimendo la propria
"storia". Crea passaggi situazionali che parlano della realtý usando il
linguaggio metaforico. Conia nuovi connotati alle cose, agli stati d'animo, attribuendo
loro il suo personale valore simbolico. Produce cosÏ in musica, in un quadro, in in film,
in un video, in un libro......quello che si avvicina alla vera forma emotiva del contenuto
che vuole esprimere. Freud con la psicanalisi spiega il significato di un sogno attraverso
regole precise dove oggetti e situazioni rappresentano di pi˜ di quello che c'È nella
loro materiale forma; questo perchÈ l'io Ë influenzato e condizionato dal proprio
vissuto. CosÏ nel 2000 si puÚ sentire il bisogno di esprimere il proprio senso di
libertý attraverso un quadro che diventa "spazio psichico" del tutto simbolico
rappresentando su di esso il "Gled Assorbiodori".
In una fase successiva a quella sinora descritta l'artista non Ë pi˜ pienamente e
volutamente cosciente, si stacca il cordone che lo ha legato alla sua opera, questa prende
vita autonoma tramite gli altri. Ora spetta a qualcun'altro andare oltre, dentro l'opera
per creare un contatto con l'autore. L'artista Ë presente dentro quel "Quadro
Psichico", perchÈ quello spazio era dentro se stesso. Quando questo contatto avviene
si viaggia a distanza andando lontano, restando fermi. Quando questo contatto c'Ë si
viaggia con musica che traduce il calore in colore e forma (il quadro ha il senso di un
messaggio lanciato nello spazio).
"DE: LA FORMA ASTRATTA
Il pensiero e la sensibilitý provocano vibrazioni che quando sono forti possono
staccarsi dal soggetto che le emana ed assumere vita autonoma che non assomiglia a nessuna
forma conosciuta, una forma astratta che puÚ essere rappresentata su un quadro.
Bisognerebbe educarsi ad andare oltre lo sguardo".
LA BAMBINA LA SFERA E I COLORI DELL'ARCOBALENO
Dove siete? Dove vivete? Ci siete ancora? Dopo i tempi passati ad aspettare di incontrarvi
decido di venire allo scoperto.
SURREALISTI, IMMAGINARI, VISIONARI DEL 2000 IO SONO QUI
GRAZIE ERNST, KANDINSKY, CHIUSA INIZIO
Bibliografia: tutti gli scritti W. Kandinsky-Afa
IL PERCORSO ESPRESSIVO
Spesso parto dalla musica.
In un brano ogni suono corrisponde ad un colore, e ogni melodia ad una forma. Ogni pezzo
cosÏ composto assume una sembianza visiva. Una forma. In "Donna Cantante": la
sua voce da me ascoltata e filtrata, assume forma. Le vibrazioni emozionali prodotte dalle
sue corde vocali, dalla sua timbrica sono energia da me rappresentata come un'aurea
attorno alle sembianze di un microfono che diventa "HOMO" o viceversa. Il
contorno definito con il bruciato Ë il calore, la forma cocente del concetto contenuto.In
"AFA": disegno lo svenire lento di una massa colore che, anche se rotonda, Ë in
lento piegamento. Una forma personaggio Ë la traduzione visiva del loro brano. Il fondale
Ë la rappresentazione delle loro personalitý nel mio immaginario. In "Orbital
Music": il tempo (musicale) Ë luce e colore in movimento ed Ë un buon augurio se si
trasforma in tempo orario.
PENSIERI: ARIA DELLA TESTA -SETTE PENSIERI-
UNO
ANALISI PSICHICA DA PSYCORUNNER
La vicinanza intima di un concetto assume concretezza, diventa un racconto vissuto di
nuovo, parole di quelle che lasciano il segno che squarciano l'azzurro il blu il bianco.
Irrompono, rivelandosi talvolta violente, tanto violente quanto vere, la concretizzazione
del narrato; la sua comprensione Ë dopo l'uragano, rassicurante e piacevole.
DUE
LA BAMBINA LA SFERA ED I COLORI DELL'ARCOBALENO
La liberazione totale della mente da vincoli e limiti educativi-culturali non Ë
pensabile, ma la presa di conoscenza intima di essi rappresenta un traguardo auspicabile.
TRE
VITA = MOVIMENTO E VOCABRIBRAZIONI
Il movimento provoca vibrazioni. Ciascun movimento produce suoni, il rumore Ë la vita,
che mi attacca mi insegna e mi lacera.
QUATTRO
MUSICA
La cerco perchÈ accompagni il filo della mia mente del mio corpo.
CINQUE
FUOCHI SPENTI
Espellere le tensioni interiori, delle situazioni, delle argomentazioni che dal
quotidiano, dal passato, dall'infanzia rimbombano e corrodono.
Esternandole, condividendole con la carta e la matita, con i colori che ne sono stati
partecipi si spengono i fuochi e si vedono le cicatrici, segni del trauma trascorso.
SEI
ADDII
Dal vulcano della tua testa lave roventi scivolano sino a terra lasciano solchi violenti
verdi viola blu il blu pi˜ scuro pi˜ buio pi˜ forte ti colorano il viso senza mai
diventare nero.....tinge i miei piedi che si bruciano. Se senti che di questo non
t'importa, non voglio che l'energia che hai mi tocchi pi˜ mai pi˜.
SETTE
COSI' PARLO
Le metafore sono immagini le pi˜ vere le pi˜ precise, quelle che meglio spiegano
l'animo.
PENSIERI: SPORT E SPETTACOLO -QUATTRO PENSIERI-
UNO
LA BICI
Corre questa bici va veloce... la solita tensione fugace di questi tempi Ë tensione che
perdura.
CORRE VA VELOCE QUESTA BICI....va veloce, in un attimo con il pensiero, vorrei essere giý
lÏ. Vorrei sentire quella carezza, vola tensione. La carezza che sentivo da giovane, che
sentivo con l'estate che sentivo con il caldo, che mi riscaldava subito. Tensione che
perdura ora, lungo Ë il tempo per la sua dissoluzione. Veloce va questa bici, in un
attimo con il pensiero, vorrei essere giý lÏ.
DUE
RIFLESSIONI DI UN'ATLETA CHE DEVE CAMBIARE SPECIALITA';
CHE PASSA DAI 100 METRI AI 1800 METRI
Nelle ruote c'È il cammino da percorrere nei raggi c'È la forza la catena Ë il maggior
rischio, mantiene la tensione, e non te ne puoi liberare Ë lei che fa girare tutto Ë il
compromesso pi˜ lungo Ë il tratto pi˜ Ë faticoso arrivare il cammino da percorrere Ë
tra questa e la prossima storia.
TRE
FOTOGRAFIA
Tempo sono contenta di non essere tra i granuli di terra, immobile. Ora sento, mi sento mi
muovo. Le mani sono le mie. Ondeggio, occhi chiusi: guardo l'azzurro della mia finestra.
E' la mia. Ho combattuto per lei soffrendo mi sono guadagnata questo momento, le parole,
la musica.
Sento che sono io.
Sento sono io.
Sono io.
Azzurro clic!!
Azzurro flash!!
QUATTRO
NEL SOFTBALL UNA GIOCATRICE
La quotidianitý, poichÈ tale, appare banale. Eppure racchiude noi stessi, le sensazioni
e le motivazioni in ogni nostro gesto. Basta rilassarsi, l'istinto le vibrazioni affiorano
nel loro ambiente...un campo da softball una giungla buia e soleggiata con pericoli e
grandi piane dove vedere bene all'orizzonte...diventano le vere protagoniste le vere
motivazioni per tanto sforzo e fatica sofferti negli allenamenti: l'armonia tra corpo e
mente tra istinto e logica.
PROGRESSIONI
MANIFESTO
IL COLORE E' METAFORA
SI PUO' ANALIZZARE IL COLORE
IL COLORE E' SANGUE E' CUORE POLMONI ARIA ACQUA
IT'S ANALYSIS ART
SCELGO QUESTA ARTE PER COMUNICARE E NE SONO COSCIENTE
GUARDATE, MUOVERE LE METAFORE COME MARIONETTE E' QUESTA LA MIA FORZA VERA
NON E' IMPORTANTE IL BELLO IL BRUTTO TRATTO, IL FATTO CHE SIA ACCATTIVANTE O MENO
E' IL CONTENUTO CHE PREVALE
E COMUNICO
INCUBATRICE MADRE DEL MIO VISSUTO DEL MIO TEMPO E' SOLO METAFORA
COLORE UNA POSSIBILITA' DI CALORE
C'E' IL RACCONTO DEI MIEI GIORNI DI CIO' CHE SONO E DEL 2000 IN CUI VIVO
.....QUANDO LA FORMA
CAPTAIN BEEFHEART
"Trout Mask Replica" 1969
O meglio psichiatrico. Testa di pesce su corpo d'uomo. Capita di dire "il
disco pi˜ fuori della storia del rock". Come se fosse un rilanciare a chi
la spara pi˜ grossa, una sfida per raggiungere prestigio nel proprio gruppo
tribale. "Trout Mask Replica" si avvicina terribilmente a quella grossolana
sparata. Veritý nuda, cruda follia sonora. Cade la geometria, cade l'aritmetica,
la metrica. Ridicola appare l'isocronia. Trionfa la panica liberazione da schemi
e misurazioni. Capitan Cuore di Bue e la sua Magica Banda, doppio vinile di
patologie cerebrali in cui l'arte viene sperimentata come antidoto e farmaco
alla pazzia. Studio di registrazione come presidio psichiatrico in cui si organizzano
ateliers per la pittura, la scultura, la musica. Attivitý libere ed intuitive
che deviano il malato da fissazioni paranoiche e ci salvano con lo sfogo della
creativitý. La creativitý Ë la salvezza. Affiora l'immaginario, il resto dell'iceberg,
la parte pi˜ consistente, bella o brutta che sia. Questa Ë una sessione di terapia
artistica, di Psichiartria o Arterapia, il lavoro del paziente per analizzare
lo stato mentale, strumenti musicali come elementi diagnostici. Arte e anarchia,
arte incolta, primitiva, psicopatologica, materializzazione delle teorie surrealiste
di Breton. Assalto alle accademie, l'Art-Brut di Jean Dubuffet per disimparare
gli insegnamenti, per una espressione anti-accademica. Manifesto Dada e presa
di coscienza della repressione, abolizione della logica, necessaria distruzione,
spazzare e ripulire: collages, pastiches, ready-mades. Decontestualizzare. Tutto
Ë culturale? Tutto in un disco? Tutto in pochi giorni di registrazioni alterate
in cui il Capitano si cimenta ai fiati mai suonati prima, come un Ornette Coleman
incolto, il free e l'improvvisazione entrano dalla cantina, il blues si ammala
gravemente. E la Magica Band? Mio Dio, avete visto la banda? Zoot Horn Rollo,
Antennae Jimmy Semens, The Mascara Snake, Rockette Morton. Coordina e Disordina
Captain Beefheart, vero nome Don Van Vliet, oggi artista figurativo. POST-FAZIONE:
dove trovare pezzetti di Cuore di Bue: Nick Cave e Birthday Party, Pop Group,
Gang Of Four, John Zorn, Anarco-punk, Ron Johnson Records, Zero Intolerance,
Sonic Youth, Butthole Surfers, Canterbury, Rock in opposition, No New York,
Pere Ubu, Zappa, John Lee Hooker, Nipponoise, Tom Waits, Screamin' Jay Hawkins,
Albert Ayler, Art Ensemble Of Chicago, Industrial, James Blood Ulmer, Fugs,
Robert Johnson, Tricky, That Petrol Emotion, Henry Kaiser, Mr. Bungle, Eugene
Chadbourne............
Fabrizio Tavernelli
DAVID SHEA
"The Poem De Nuestra Signora"
(More Music)
Una produzione italiana per questo manipolatore di campionatori, una produzione
che vede la luce in Friuli, terra di confine, quindi aperta a mescolanze umane,
e dunque di tradizioni. Un disco la cui unica strumentazione moderna Ë il sampler,
per il resto si suonano strumenti a fiato di provenienza istriana (la sopela),
parenti della cornamusa (le launeddas sarde e i mih, sempre istriani), passando
per viole e violini fino al salterio ed all'organetto diatonico. Naturalmente
anche la tradizione culturale Ë ben presente e alcuni brani sono dedicati ai
"benandanti", sorta di stregoni protettori del raccolto presenti nel
Friuli del tardo Cinquecento (occhio alla pagina "Librati Nell'Aria",
in uno dei prossimi numeri......) e Shea Ë altamente rispettoso delle peculiaritý
locali. Uno dei motivi di fascino di questo disco sta nel fatto che l'ordine
dei brani sembra casuale, un pezzo di sole "cornamuse slave" Ë seguito
da un frammento per violino e scacciapensieri, il successivo Ë il "Valzer
di Napoleone", un tradizionale per organetto diatonico. Il libretto, assai
ricco, Ë bilingue, prevede un sacco di chiarimenti riguardo agli strumenti,
alle loro origini, ai luoghi. Il mio brano preferito Ë Fiorassiu ballu: drum'n'launeddas,
per la precisione del tipo "punt'e organu". Quante volte, nella vostra
vita, avete detto: "Villaggio Globale"? Stavolta Ë vero.
Guido Lusetti
di Davide Bregola
La situazione being digital comporta una coscienza diversa da
quella imperante, perchÈ la socializzazione dei saperi Ë un bene da amministrare
oculatamente e con un buon senso radicalmente riveduto che acquista un significato
alla luce dell'intelligenza collettiva verificatasi con le nuove tecnologie
e le forme di comunicazione pi˜ sviluppate. Se da una parte le congreghe favorevoli
all'espansione delle conoscenze e delle informazioni software sono pienamente
convinte che lo sviluppo della societý sarý proporzionale alla conoscenza e
all'espansione democratica, dall'altra le lobbies che vendono informazioni fanno
di tutto per mantenere i loro prodotti a pagamento e provvisti di copyright,
ma questo determina una crescita evolutiva dell'uomo in senso verticale, lasciando
fasce di popolazione completamente all'oscuro di ciÚ che sta avvenendo in ambito
digitale. In pratica, la rivoluzione digitale e la liquiditý dei dati cosÏ facendo
cambiano comportamenti, abitudini mentali, modalitý di consumo e di produzione
solo di chi ha inizialmente i mezzi per seguire l'evoluzione dell'uomo.
I risultati di tutto ciÚ sono ovvi, ossia, si crea un divario tra la popolazione che
diventa insormontabile in tempi ristretti. In questa realtý perÚ ci sono persone che
hanno a che fare con le moderne attrezzature e che considerano come unica soluzione al
divario conoscitivo il NO-COPYRIGHT, perchÈ È democratico e perchÈ frappone delle
barriere, cerca di evitare problemi sociali futuri che È facile supporre. La loro
prospettiva antiproibizionista e garantista Ë sottoscrivibile perchÈ garantisce ancora
una volta stabilitý, sviluppo indotto dalla socializzazione dei saperi, democrazia,
insomma ristabiliscono dal "sottobosco informatico" un equilibrio che organismi
quali ASSOFT (Associazione italiana per la tutela del software), BSA e SPA ossia gruppi
influenti tra le lobbies relative al software costituitisi a seguito di iniziative tra
produttori di software quali: Aldus, Microsoft, Autodesk, Apple vorrebbero sconvolgere. I
corsari o Hackers considerano il prodotto informatico un bene comune, una proprietý
multipla, una possibilitý di pubblico dominio, ecco allora che copiano software con vari
metodi, dal classico passaggio dischetto-dischetto, alla masterizzazione dei cd rom, fino
ad arrivare alla copia di dati che le case produttrici di software si spediscono da un
capo all'altro del mondo per via satellitare o a frequenze particolari.
Fin qui il discorso non farebbe una piega: ci sono multinazionali che producono
informazioni, e Hackers che tentano con ogni mezzo necessario di stabilire uno sviluppo
organico e orizzontale dei saperi, invece giý da ora si stanno verificando increspature
tra nuclei organizzati per il no-copyright, ossia, proprio dove maggiore dovrebbe essere
l'aiuto, la determinazione per un intento comune, la fratellanza, l'unione di scopi, si
verifica invece la rottura.
In altre parole si sta verificando una particolare forma di hackeraggio detta hacker-lux.
Gruppi di persone stanno copiando i software a pagamento, questi hacker lux sono partiti
con gli intenti comuni alla filosofia corsara, e man mano il progetto andava avanti, hanno
mutato le loro intenzioni, i fini, a favore di guadagni monetari, andando contro l'accordo
tacito tra tutti gli hackers mondiali e preferendo la via facile del gioco sporco fatto
dalle multinazionali informatiche. Questi hacker-lux sono doppiamente colpevoli della
crescita verticale dell'informazione, perchÈ hanno tradito l'organizzazione originale e
nello stesso tempo rafforzano i produttori di programmi che si sentono pi˜ al sicuro. Non
Ë una novitý la notizia che le aziende produttrici di software usano questo tipo di
strategia: facciamo in modo che i nostri programmi vengano copiati e rivenduti a prezzi
stracciati cosÏ l'utente si impossessa del nostro programma, l'impara, si specializza su
di esso, poi noi ne facciamo una versione pi˜ aggiornata con sistemi di protezione tale
da obbligare l'utente ad acquistare la nuova versione perchÈ l'altra Ë obsoleta, e gli
hacker-lux non riescono pi˜ ad immettere sul mercato le copie a poco prezzo. E' questa la
loro strategia, e da anni in molti stanno facendo il loro gioco inconsapevolmente.
L'Autodesk, proprietaria del programma Cad per il disegno Ë stata la fautrice di questa
strategia. Per anni ha permesso l'immissione negli hard disk di programmi copiati e
venduti a prezzi bassi, poi ha immesso sul mercato programmi innovativi che usano la
stessa filosofia di funzionamento dei precedenti, ma che sono diventati insostituibili,
perchÈ il mercato ha richiesto tipi di capacitý che solo i nuovi programmi potevano
garantire. Non facciamoci ingannare, stiamo uniti, non cadiamo nella logica del soldo
facile. Ne va della democrazia nell'era della comunicazione. Il ribellismo hacker lux sta
guadagnando contro se stesso.
Bibliografia:
"Being Digital" Nicholas P. Negroponte Ed. Sperling & Kupfer
"La Strada Che Porta A Domani" Bill Gates Ed. Mondadori
"No Copyright" a cura di Raf Valvola Ed. Shake
"Decoder" #9 AA.VV. Ed. Shake
di Riccardo Bertani
Gli Aino, vocabolo che nella propria lingua significa "uomini",
o meglio "veri uomini", sono un piccolo popolo dalla pelle chiara,
abitante le isole che si estendono nell'area settentrionale del Giappone, esattamente
Hokkajdo, Sachalin e l'arcipelago delle Kurili. Discordi sono i pareri espressi
dagli studiosi circa l'origine di questo singolare popolo, che alcuni vogliono
strettamente imparentati, specie a livello linguistico, con le odierne popolazioni
paleoasiatiche della Siberia orientale, mentre altri invece, sostengono la tesi,
che essi siano i superstiti di quelle popolazioni con caratteri europoidi, molto
diffuse nel periodo neolitico in Asia orientale. L'uso smodato di bevande alcoliche,
la diffusione delle malattie veneree e soprattutto della tisi, hanno fatto sÏ
che gli Aino, da grande popolo che erano, siano oggi ridotti a circa 16000 individui,
la maggior parte (circa 14000) dimorante nell'isola giapponese di Hokkajdo,
1500 vivono nella zona meridionale di Sachalin, mentre nelle isole Kurili, se
ne trovano alcune centinaia. Reduci da grande lotte combattute sin dai tempi
remoti contro i Giapponesi, ormai gli Aino, sono quasi completamente soggiogati
ed assorbiti da quest'ultimi, sia dal lato culturale che antropologico: sempre
pi˜ numerosi sono i matrimoni misti tra aino e giapponesi. Non avendo una propria
lingua scritta - 1) solo di recente gli aino hanno adottato una scrittura simile
al tipo KATAKANA giapponese -, di conseguenza , il ricco patrimonio della narrativa
orale aino Ë rimasto ancora poco conosciuto. Si tratta di tutta una serie di
canti, volti soprattutto ad esaltare i grandi "spiriti" che dominavano
il loro antico credo sciamanico. A questo filone appartiene anche l'invocazione
sciamanica a favore di un defunto, che qui proponiamo in traduzione1.
Oh, mio caro,
lacrimuccia mia,
ascolta bene ciÚ
che sto per dirti!
Ora che non sei pi˜
tra i vivi, prenderai
un aspetto divino,
come divina sarý l'anima tua.
Adesso sei oltre la
tua dimensione umana.
Verrý la vecchia Kamuihuzi2,
la divina padrona del fuoco,
e tu lasciati prendere per mano,
perch'essa ti condurrý
nel beato paese dove
vivono felici i nostri antenati.
Seguila fiducioso
perch'essa ti porterý,
dritto lý, dove soggiornano,
in estasi divina,
i nostri cari perduti.
1) Tra l'altro la lingua degli Aino non Ë stata ancora ben classificata, infatti profonde
rimangono le differenze, specie a livello lessicale, con le parlate paleoasiatiche delle
popolazioni limitrofe. Essa si divide in tre dialetti: quello parlato nella regione
nord-orientali di Hokkajdo, ormai in via di estinzione, quello parlato nella vallata del
fiume Isikari, molto vicina alla parlata Sachalin, e per ultimo il dialetto parlato nelle
province di hidaha e Ibury nell'isola di Hokkajdo, il quale si discosta alquanto dai
primi.
2) KAMUIHUZI, ossia "la vecchia divina", era molto venerata dagli Aino come
benefico Spirito del Fuoco. Si trattava di un epiteto dato ad APE-KAMUY, cioË al vero
spirito del Fuoco.
Bibliografia
Batchelor R.J. "The ainu and their folklore" London 1901
Nevskij N.A. "Ajnskij folklor" Mosca 1972
"Ainugo - Nihongo Jiten" Kagjusha 1994
OKIKIRMUI,
la divinitý suprema degli Aino di Hokkajdo
La nostra scarsa conoscenza che ancora abbiamo a riguardo degli Aino, ci ha impedito anche
di capirne a fondo la loro vita culturale e spirituale. Infatti sinora tali conoscenze si
limitavano al culto di KAMUY (La cara Creatura Divina), cioË l'orso, o a brevi
annotazioni che riportavano comparazioni con altre espressioni rituali di popoli abitanti
l'immensa area siberiana, con i quali in passato gli aino hanno avuto diverso contatti.
Eppure la vita degli Aino era a volte caratterizzata da proprie divinitý, le cui immagini
non trovano riscontro sia nel shintoismo giapponese, che nello sciamanismo praticato dalle
popolazioni paleoasiatiche siberiane. Prendiamo quale esempio OKIKIRMUY1, lo
spirito Signore, considerato e venerato dagli Aino abitanti l'isola di Hokkajdo, quale
creatore degli uomini e della vita sulla terra. Infatti, tale dio, risultava figlio di
ZIKISANI, la dea madre identificava nell'Olmo, o pi˜ esattamente nell'ULMUS JAPONICA,
l'albero dalla cui corteccia gli Aino ricavano la fibra da tessere la stoffa per i loro
vestiti2, nonchÈ un resistente legno per costruirsi armi ed arnesi da lavoro.
Ed Ë forse per esaltare l'utilitý di questa pianta, che le immagini di OKIKIRMUY,
venivano scolpite nel rosso legno d'olmo. Pi˜ controversa appare invece la figura del
padre di OKIKIRMUY, dato che a proposito esistono diverse versioni. Ci sono infatti
leggende che identificano tale padre, nel figlio minore del dio Cielo, mentre per gli
altri sarebbe stato il dio Sole, ed altri ancora invece lo identificano nello Spirito del
Tuono. Va citata infine una versione, secondo la quale ONIKIRMUY, sarebbe figlio di
PAKORKAMI, uno spirito maligno, che in veste di piccolo uccello, vola sulla terra
spargendo malattie e pestilenze.
1) In alcune localitý tale dio viene chiamato anche OKIKURUMI, mentre presso gli Aino di
Sachalin, questi Ë conosciuto con il nome di TAJCHANDU.
2) Infatti, l'ATTUS, il tipico costume degli Aino di Hokkajdo viene confezionato con tale
tipica tela.
AA.VV. - Brainscanner - Mythical Effects
AA.VV. - Eleusis - SISSC
AA.VV. - La Cittý Senza Luoghi - Costa & Nolan
AA.VV. - Power - Mythical Effects
John Allegro - Il Fungo Sacro E la croce - Cesco Ciapanna Ed.
Gregorio bardini - Musica E Sciamanesimo In Area Euroasiatica - Barbarossa
Jean Baudrillard -L'Altro Visto Da SÈ - Costa & Nolan
Franco Bifo Berardi - Mutazione e Cyberpunk - Costa & Nolan
Massimo Canevacci - Sincretismi-Una Esplorazione Sulle Ibridazioni Culturali - Costa &
Nolan
Ian Chambers - Paesaggi Migratori - Costa & Nolan
Piero Coppo - Etnopsichiatria - Il Saggiatore
Gui Debord - La Societý Dello Spettacolo - Baldini E Castoldi
Robert S. De Ropp - Le Droghe Della Mente - Cesco Ciapanna Ed.
Mircea Eliade - Lo Sciamanismo E Le tecniche Dell'Estasi - Mediterranee
Peter T. Furst - Allucinogeni E Cultura - Cesco Ciapanna Ed.
Felix Guattari - Caosmosi - Costa & Nolan
Henri Pierre Jeudy - Panico E Catastrofe - Costa & Nolan
Dean Latimer, Jeff Goldberg - Fiori Nel Sangue - Cesco Ciapanna Ed.
Teresa MacrÏ - Il Corpo Postorganico - Costa & Nolan
Gloria Mattioni - La Trib˜ Dei Mangiatori Di Sogni - Sensibili Alle Foglie
Mario Perniola - Enigmi. Il Momento Egizio Nella Societý E Nell'Arte - Costa & Nolan
R.E. Shultes, A. Hoffman - Botanica E Chimica Degli Allucinogeni - Cesco Ciapanna Ed.
Bruce Sterling - Fuoco sacro - Fanucci
Paul Virillo - L'Orizzonte Negativo-Saggio Di Dromoscopia - Costa & Nolan
di Guido Lusetti
AA.VV.
"Musica, Rito E Aspetti Terapeutici Nella Cultura Mediterranea"
Erga, Genova 1997
Se cominciassi a scrivere "Questi sono gli atti di un convegno......"
girereste pagina subito, ma lo sono davvero, e non si tratta di vaniloqui accademici.
Non trattandosi di monografia gli argomenti sono vari, dai riti dionisiaci al
tarantolismo di cui si Ë parlato in altre occasioni, dai rituali Gnawa del sud
del Marocco (ci sarý modo di tornare su questo argomento) all'estasi sufi, per
arrivare alla transe tecnologica odierna, passando, anche, dalle pratiche dell'argirismo
sardo. Facilmente bollabile per tarantolismo, questa pratica musicoterapica
ha in sË notevoli peculiaritý che la rendono assai diversa nella sostanza.Senza
andare troppo in profonditý, tra le differenze fondamentali c'Ë l'identitý del
soggetto che viene morsicato, nel Salento vediamo che le "vittime"
sono giovani donne che sostengono di esser state punte (e nel maggior numero
dei casi si tratta di autosuggestione), qui invece troviamo che sono i pastori
ad essere realmente morsicati, i pastori che per mesi si trovano a vivere lontano
da casa, al pascolo, in zone difficilmente abitate e quindi "selvatiche".
La vittima del morso, secondo la cultura tradizionale, diventa una figura sospesa,
altro da sË, infatti Ë costretto a travestirsi da donna (!!!) prima di cominciare
le danze rituali. Ma, soprattutto, Ë fondamentale il concetto che si ha del
ragno morsicatore, in esso vuole la tradizione, si trova una "anima in
pena", l'anima di un defunto che non ha ancora trovato pace. Si tratta
quindi di una reincarnazione, fatto forse unico nella cultura europea (mi sbaglierÚ
sicuramente....), pi˜ precisamente si tratta dell'anima di un defunto che non
appartiene allo stesso paese del morsicato, ma di una localitý circostante,
a sottolineare l'estraneitý della situazione.......
"Testi Dello Sciamanesimo Siberiano E Centrasiatico"
TEA, Milano 1990
In questa edizione economica possiamo trovare un'impressionante mole di testi
che si perdono nei secoli, canti e preghiere che spaziano dalle zone di confine
turche fino alla pi˜ remota Siberia. Senza entrare in dettagli, ciÚ che accomuna
queste popolazioni di latitudini cosÏ distanti Ë il comune sentire, l'identificazione
continua con gli spiriti incarnati e rappresentati dagli animali-simbolo. Animali
che diventano anche medium presso gli spiriti, non Ë difficile immaginare l'aquila
come messaggero presso gli dei, nÈ le preghiere rivolte all'orso, simbolo di
forza e coraggio, considerato come un antenato ed al quale veniva tributata
persino la sepoltura. I cacciatori lo apostrofano come "nonno" e "zio".
Naturalmente numerose parti del suo corpo diventano potentissimi amuleti e l'animale
stesso viene chiamato a testimone-garante di giuramenti. La lettura non Ë certo
scorrevolissima, ma centinaia di note ed approfondimenti facilitano la consultazione
di queste seicento pagine, eppure "magica", si entra in contatto con,
ad esempio, le cerimonie per la fabbricazione del tamburo dello sciamano o le
preghiere per il buon svolgimento di un lungo viaggio, oppure apprendere che
vedere le stelle cadenti non Ë certo fonte di desideri.....
INVOCAZIONE ALL'ORSO
Signore zio,
non ho calpestato il tuo largo cammino,
nÈ io nÈ i miei antenati abbiamo errato
lungo il tuo cammino.
Modera la tua ira!
Sono privo di padre e di madre,
sono tanto sfortunato, sono cosÏ misero!
Se tu volessi ritirati nel profondo della foresta,
come una crepa nel legno,
se tu volessi allontanarti solo per la larghezza di un piede,
allora ti ammorbidiresti come il fegato di un gado,
diverresti simile alla soffice piuma di uno zibellino.
(invocazione del cacciatore della Jacuzia; il gado Ë un pesce simile al nasello).
J. Chevalier - A. Gheerbrant
"Dizionario Dei Simboli"
Rizzoli - Milano
Mi permettete la parola "classico"? Questo Ë uno dei casi in cui il
termine non Ë certo sprecato. Un cofanetto di due volumi pi˜ volte ristampato
e presente nelle bibliografie di decine di libri, un'opera fondamentale per
fraternizzare con le credenze, per poter paragonare i diversi significati attribuiti
al medesimo oggetto, allo stesso fenomeno atmosferico. Ogni voce del dizionario
prevede diversi paragrafi, ognuno dei quali considera, in realtý, un piccolo
universo di psicologie, di conoscenze e, al tempo stesso, misteri. Ad esempio
ai mille significati del cavallo della morte, fino a quelli che, nelle steppe
siberiane, sono compagni di vita, ed anche molto di pi˜, delle popolazioni nomadi.
Non mancano certo le voci dedicate a figure simboliche, alla numerologia, al
significato dei colori, a pratiche come la circoncisione, con le sue differenti
funzioni/significati/scopi (ci sarý modo di parlarne pi˜ diffusamente in un'altra
occasione). Una lettura che si puÚ centellinare o che puÚ diventare maniacale,
volendo inseguire i rimandi incrociati, le citazioni, i raffronti, ad esempio,
nelle quattordici pagine consacrate alla figura dell'albero, volete un esempio?
L'albero di Jesse, citato da Isaia, Ë simbolo della stirpe che culminerý con
la Vergine (tra l'altro dovreste ricordarvi il titolo di un famoso disco che
porta questo nome), o nella sola dedicata alle formiche, dove, tra l'altro,
si cita l'antica usanza marocchina di farne ingoiare, naturalmente vive, ai
malati di letargia. Sia l'aspetto che i singoli organi interni del corpo umano
nascondono miti e riti che val la pena conoscere, nell'antico Egitto, ora tanto
di moda grazie ad alcuni romanzi ed a testi di divulgazione "storico-scientifico-new
age-esoterica", le immagini ufficiali di alcune regine che mostravano particolare
sapienza, prevedevano la barba. Miti, simboli, riti, siamo sicuri che siano
cosÏ distanti dal nostro quotidiano?
INDICE
AFA nel Kalahari
Ottobre / Novembre 1997
Afa Ë un gruppo che ha nella musica la propria chiave d'accesso
per accedere a stati altri, sensazioni e sommovimenti. Per Afa la musica Ë il
veicolo che scatena il viaggio, il vagabondaggio mentale. "Nomade Psichico",
vale la pena ribadirlo, Ë un invito all'uso del pi˜ potente mezzo che abbiamo
a disposizione: il cervello. Grazie al nostro cervello possiamo superare luoghi
prestabiliti, confini, barriere, dogmi, alla ricerca di un tutto universale.
Non crediamo nella schematica divisione del mondo in nord e sud, primo e terzo
mondo, barbari e civilizzati, eletti e dimenticati, abbiamo sempre viaggiato
con la fantasia, provenendo da una provincia d'occidente, conosciamo le possibilitý
di spostamento immateriale delle reti telematiche, ma sentiamo ora l'urgente
ed assoluto bisogno di un totale coinvolgimento sensoriale, di uno spostamento
fisico. Ecco il perchÈ di un viaggio/studio tra i Boscimani del Kalamari, popolazione
in via d'estinzione che da 3.000 anni sopravvive in condizioni estreme. Cerchiamo
qualcosa che ci arrivi a toccare dentro, un'esperienza che stravolga il nostro
privilegiato punto di vista occidentale, abbiamo bisogno di percepire gli ancestrali
messaggi che la cosiddetta civiltý non ci permette di ricevere da tempo. Vogliamo
confrontare i moderni rituali metropolitani con antiche pratiche tribali, ci
affascina l'incontro tra nuove tecnologie ed arcaico, vorremmo prendere coscienza
della possibilitý di comunicazione telepatica, vorremmo fuggire dai deserti
commerciali e sentire il silenzio e l'odore dei deserti naturali, vorremmo avvicinarci
all'immutabile veritý di questo popolo con rispetto, con coscienziosa preparazione.
Cerchiamo esperienza non vacanza. Questo viaggio deve essere per noi un punto
di partenza per una nuova espressione artistica, la contaminazione di linguaggi
e culture sono ancora il futuro dell'umanitý. Ci piacerebbe donare ed essere
a nostra volta omaggiati. Da qui nascerý un disco e chissý cos'altro, da questo
percorso deve nascere un nuovo individuo dentro di noi. E' la nostra personale
iniziazione. Altro non saprei aggiungere, ne vorrei dire, perchÈ Ë qualcosa
che sentiamo irrazionalmente, un bisogno che si alimenta e si irrobustisce,
Ë una ricerca di zone erogene della terra, di aria satura di voci ed immagini,
zone dove uomini ed animali hanno trovato riposo ed energia durante il loro
tragitto.
Tutto il resto alla prossima puntata!
Fabrizio Tavernelli - AFA