Santo Niente

La Vita e' Facile

La Vita e' Facile

Written by Umberto Palazzo except 4. Palazzo - Ceci/Palazzo 6.10.11. Palazzo - Marcelli/Petrelli/Palazzo)
Produced : marco L. Lega

Sonica Consorzio Produttori Indipendenti Mercury

(P) & (C) 1995 Gianni Maroccolo/Sonica .

 

  1. Cuore di Puttana (hadrcore)
  2. la Vita e' Facile
  3. Tu Non Mi Dai Nulla
  4. Elvira
  5. Il Pappone
  6. L'Aborigeno
  7. Andarsene Via
  8. Finalmente Sterile
  9. Cuore di Puttana (softcore)
10. Immondizia del Giappone
11. Storia Breve
12. Fata Morfina




Cuore di Puttana (hardcore)
(Umberto Palazzo)

Cuore di puttana è un gomito infernale,
È un senso unico e nessuno sa quale.
Cuore di puttana è una vela aperta al vento,
è un rapace che ghermisce un serpentello,
è un treno che si tuffa in una galleria:
cuoredi puttana si è fermata ed è fuggita via.
Cuore di puttana è una consolazione,
è sesso fatto con líimmaginazione.
Cuore di puttana è una somma persa al gioco,
è un cin-cin con un bicchiere vuoto
è rabbia che diventa isterica allegria,
cuore di puttana si è fermata ed è fuggita via.
Fra uomini stranieri, fra gente sradicata cuore di puttana
Ricorda che ti ho amata.
Fra uomini stranieri, fra gente sradicata cuore di puttana.


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La Vita e' Facile
(Umberto Palazzo)

Un abbraccio convulso e poi la fuga.
La verità ha più sapore se è mangiata cruda.
Forse il correre dei giorni ha un suo motivo.
Forse sono diventato solo più cattivo.
Un abbraccio convulso e poi la fuga.
La verità ha più sapore se è mangiata cruda.
Tutti i fiori sono morti nel giardino
Sto in mutande e conto i passi del vicino.
La vita è semplice, se non ci sei tu
La vita è facile, ora che non ci sei più.
Un abbraccio convulso e poi la fuga.
La verità ha più sapore se è mangiata cruda.
I miei nervi non sopportano più niente.
Vi chiedo scusa: avrei voluto essere divertente.
La vita è semplice, se non ci sei tu
La vita è facile, ora che non ci sei più.


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Tu Non Mi Dai Nulla
(Umberto Palazzo)

Tu mi chiami ogni tanto da molto lontano è per pochissimo tempo.
Tu mi chiami ogni tanto per dire come ti senti e per lo più ti lamenti.
Tu dici che non sai più amare, che stai sempre male.
Hai paura di invecchiare.
Tu dici che non hai più slanci e che non senti il sapore dello schifo che mangi.
Tu hai un amore di cartone e non sai se puoi fidarti della tua amica migliore.
Tu non riesci a dormire e chi ti piace non lo vuoi dire. Forse ti ha fatto soffrire?
Tu mi chiami ogni tanto e io non perdo tempo a dire come mi sento.
Tu non mi dai nulla. Tu non mi dai nulla.


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Elvira
(Umberto Palazzo)

Elvira guarda! La grande oscurità che ti fa urlare, che ti fa mordere, dorme nella mia testa.

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Il Pappone
(Umberto Palazzo)

Il pappone ha uníautomobile sgargiante lunga come un aeroplano.
Il pappone è obliquo: onnipresente sugli affari tenebrosi: di statura media e muscolo nervoso: di capelli neri e folti.
Il pappone come padre ebbe uno sputo
E non lo ha perdonato mai.
Tutte le sue donne sono pazze,
tu non rappresenti affatto uníeccezione ed è pazzo pure lui.
Nel ricordo, nel rimpianto la madre come un sacco da pugni.
Non guardarlo mai negli occhi. È una carogna, troveresti solo il buio.
Il coltello nella tasca dei calzoni è il suo unico talismano.
Comunque lui non crede alla fortuna,
líamore non ci pensa mai.
Tutte le sue donne sono pazze, tu non rappresenti affatto uníeccezione ed è pazzo pure lui.


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L'Aborigeno
(Umberto Palazzo - Marcelli/Petrelli/Palazzo)

Come certe specie di animali líaborigeno viene fuori solo nei giorni di sole.
Passa correndo sulla riva, controluce nel tramonto.
Oppure ci raggiunge in quella che consideriamo la nostra porzione della spiaggia.
Che sia luglio o dicembre indossa solo il costume da bagno ed è tutto muscoli, abbronzatura e capelli neri.
Ha superato i quaranta da un numero non quantificabile di anni e nelle giornate díinverno se ne sta silenzioso e sorridente a guardare come alziamo invano i baveri delle giacche a vento per proteggerci dal freddo.
Díestate lo vediamo di meno: sparisce un poí, nel caos.
Ogni tanto prende a botte qualcuno perché va in fissa con una donna e perché ha le palle blu dallíastinenza.
Ma a volte dà quasi líimpressione di essere in uno stato díestasi come uno che è sceso a patti col destino.
Soltanto da poco ho capito che se abitasse in una grande città delle pianure o delle colline líaborigeno sarebbe un barbone: una particella grigia di sporcizia urbana.
Un niente.
Un nulla.
Però líaborigeno è un uomo fortunato e in una certa naniera anche saggio: ha consacrato la sua follia al mare invece che allíimmondizia e il mare lo ha salvato.


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Andarsene Via
(Umberto Palazzo)

Hai sempre detto - è una brutta situazione
hai sempre detto ñ qui cíè troppa confusione.
Hai sempre detto che vuoi qualcosa di migliore.
Hai sempre sostenuto una sola soluzione:
andarsene via.


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Finalmente Sterile
(Umberto Palazzo)

Non scherzo mai.
Non rido mai.
Non penso mai.
Non scelgo mai.
Non prooduco e non consumo.
Sono un immaturo e un insicuro.
Finalmente sterile.
Non gioco mai.
Non perdo mai.
Non provo mai.
Non vinco mai.
Non lavoro e non miglioro.
Sono immobile e un poí confuso.
Finalmente sterile.

 

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Storia Breve
(Umberto Palazzo - Marcelli/Petrelli/Palazzo)

Quello è il momento che alessa teme di più.
Quando le luci bianche si accendono e un brusio sommesso prende il posto della musica.
Allora i baristi con il loro sguardo ostile ti invitano a sloggiare in fretta e devi cercare il cappotto, guardare alcune facce insoddisfatte e dire:
- si ho due posti in macchina.
A quel punto alessia è ubriaca e non vuole pensare a quale merda sia la sua vita, alla bambina che dorme dalla nonna e ad una persona che non è stata gentile.
In corpo ha una gran voglia di correre, alessia raggiunge la macchina, dice sì a due sfigate che le chiedono un passaggio, trova a stento la chiave ed esce sgommando dal parcheggio.
Il primo specchietto che salta fa un rumore buffo e síimpenna in un arco spettacolare, poi davanti allíuscita della discoteca il volante le sfugge dalle mai.
Líultima cosa che alessia vede prima che il parabrezza esploda in un reticolo di riflessi intermittenti è líespressione stupefatta di un volto sconosciuto.
Alessia spinge il piede sullíacceleratore e nel frattempo pensa che anche i pipistrelli ascoltano le loro stesse urla e sono ciechi.
Quando si accorge che cíè qualcosa incastrata sotto la macchina alessia si ferma, appoggia la testa sul volate e inizia a tremare.
Poi scende, si inginocchia e vomita sullíasfalto.
In corpo ha una gran voglia di correre.


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Fata Morfina
(Umberto Palazzo)

Fata morfina, ne ho voglia e ho bisogno di te.
Dammi leggerezza nel cuoreÖ leggerezzaÖ


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