Corriere Romagna
martedì 1 novembre 2005 Edizione di: RIMINI

I padri separati scendono in piazza

RIMINI - Separati dalle mogli, ma di fatto anche dai propri figli che a Rimini, per esempio, vengono affidati alle madri nel 97 per cento dei casi. Una condizione scomoda che per alcuni di loro è diventata una vera e propria croce. Aldo Forte, in rappresentanza di quattro associazioni regionali di padri separati, ha preso la sua letteralmente in spalla e l'ha issata nel piazzale del tribunale di Rimini. Messi alla porta e ridotti al ruolo di bancomat, lui e tanti altri padri domani manifesteranno, a partire dalle 9.30, la loro rabbia per le sensazioni di esclusione e marginalità che provano quasi ogni giorno sulla loro pelle. I papà divisi, ma determinati a non perdere il loro ruolo si ritroveranno per chiedere un trattamento più bilanciato e per sfogare il loro disappunto. Lo slogan: "Perché quanto accaduto ai nostri figli e nipoti non accada ai tuoi". "Invitiamo tutti i cittadini a manifestare - spiega Forte - non solo gli uomini che si trovano nella nostra condizione, ma anche le donne, le madri: noi chiediamo solo di assumere maggiori e più solidali responsabilità familiari, al riparo però di semplici ricatti economici. Non siamo contro nessuno, ma solo dalla parte dei nostri figli. La piazza non è stata scelta a caso dai dati Istat si scopre che il Tribunale di Rimini ha la percentuale più alta di affidi esclusivi alla madre". Le associazioni (alla manifestazione aderisconoi gruppi Papà separati di Roma, Napoli e Trieste, Genitori separati di Perugia, il Comitato genitori di figli sequestrati, il movimento Father for justice e Caro papà di Caserta) insistono soprattutto su un punto: riconoscere ai figli il diritto di continuare ad avere due genitori, non uno di serie A e uno di serie B. "Ci viene tolto il diritto di continuare a fare i genitori perché uno resta e l'altro va; ma chi resta, la madre, ha mille modi per rendere difficile la vita dell'altro, per boicottarci, per metterci contro i bambini, per farci scomparire dalle loro vite". La parola d'ordine è "affidamento congiunto". "Non siamo qui a spingere progetti di legge che esistono e vanno in questa direzione. In Italia non esiste legge che imponga ai giudici l'affido esclusivo e impedisca loro di prevenire i danni psicologici ai figli attraverso l'affidamento a entrambi i genitori". Quello dei padri separati "è un problema sociale da non sottovalutare per le conseguenze sui giovani, abbiamo bisogno di sostegno da parte di tutti perché la nostra non è una battaglia di parte. Chiediamo solo di non essere costretti a una sorta di esilio forzato, come è capitato a me: non ho potuto vedere per sette anni uno dei miei figli. Lui non sapeva neppure che nel frattempo lottavo per stare al suo fianco. Poi un giorno l'ha scoperto. E adesso vive con me".

and.ros.



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