Il costo delle “Vittime” degli affidi.

    
Spett.le redazione, con la presente vorrei approfondire ulteriormente l’argomento degli affidi dei minori, proprio in occasione del fallimento della Riforma del Ministro Castelli causato da "Franchi Tiratori" interni alla stessa maggioranza.

Occorre innanzi tutto precisare che il Tribunale per i Minorenni si attiva dietro segnalazione da parte di qualcuno, sia nell’ambito scolastico che nell’ambito della normale vita quotidiana, sulle presunte difficoltà in cui si trova un minore.

Occorre inoltre precisare che nella stragrande maggioranza dei casi lo stesso Tribunale per i Minorenni incarica i Servizi Sociali, competenti per territorio, allo svolgimento di quelle che sono le prime indagini conoscitive dell’ambiente dove vive il minore segnalato, al fine di deciderne poi l’eventuale stato di Affidamento a terzi.

Volendo in questo frangente "sorvolare" sull’argomento (l'operato degli Assistenti Sociali interessati) che, eventualmente potremmo affrontare in un articolo espressamente a loro dedicato, soffermiamoci invece sul costo che il Comune di residenza del Minore, oggetto della segnalazione, deve affrontare in un caso di Affido ad Istituti, o Associazioni, nella maggioranza dei casi ONLUS.

Il Comune di residenza del minore, oggetto dell’affido alle suddette istituzioni, dice di spendere giornalmente anche € 100,00, e facendo un rapido, quanto semplice calcolo, otteniamo che al mese un minore collocato in una struttura di accoglienza costa anche € 3.000,00, o poco meno nei casi più fortunati.


Ora torniamo un passo indietro, e precisamente ai casi in cui i Bambini vengono sottratti, dal Tribunale per i Minorenni, alla famiglia di origine - perché magari quest’ultima versa in condizioni disagiate (per mancanza di un posto di lavoro fisso dei genitori o all’interno della stessa si sono verificate liti causate dallo stato di indigenza e di bisogno).

Ben tutti sappiamo che ultimamente il costo della vita è enormemente aumentato e che, in casi di nuclei familiari con figli e genitori disoccupati, oggi purtroppo sempre più frequenti, lo stato di bisogno sfocia, a volte, in dissapori e liti familiari che possono essere segnalate da qualcuno ai Servizi Sociali o direttamente al Tribunale per i Minorenni, il quale interviene con provvedimenti più o meno restrittivi, ma in ogni caso interviene ed interessa i Servizi Sociali competenti per territorio.

È proprio in questi casi che lo strumento dell'Affido, a "protezione della salute psico-fisica del minore", è completamente inadeguato allo scopo.

Infatti se noi facciamo una semplice considerazione sulla cifra che costa un Bambino collocato in un Istituto di Accoglienza, rispetto a quello che potrebbe invece costare un contributo economico, da parte del Comune di residenza del bambino, alla famiglia d’origine, immediatamente ci si renderebbe conto del notevole risparmio economico che il Comune stesso avrebbe, ma soprattutto si eviterebbe lo stravolgimento della vita del minore oggetto dell’affido a terzi, e la disgregazione del nucleo familiare.

Dopo aver saputo questo, occorre riflettere sugli importi che il Comune di residenza del bambino affidato, versa immancabilmente ogni mese agli Istituti, o Associazioni, affidatari, ONLUS e non, ovvero se tali importi non siano alquanto sproporzionati, rispetto al costo di un Bambino all’interno della sua famiglia d’origine.

Come è possibile che un solo Bambino affidato ad un Istituto possa costare al mese la cifra di circa
€ 3.000,00, se nel caso di un nucleo familiare medio con tutti e due i genitori che lavorano, le entrate mensili medie da lavoro dipendente sono in totale di circa € 2.000,00, e ci devono campare in almeno tre persone ?

Seguendo questo ragionamento, quante famiglie Italiane sono in pericolo per eventuali segnalazioni al Tribunale per i Minorenni ?

Allora perché, nei casi in cui i bambini vengono sottratti al proprio nucleo familiare dal Tribunale per i Minorenni, dietro segnalazione, per problematiche legate principalmente ad indigenza economica, non vengono elargiti dai Comuni di residenza, dei contributi massimi, per esempio, di € 1.000,00 mensili, utili al dignitoso sostentamento del nucleo familiare indigente? (previo accertamento che la famiglia lo meriti, ovviamente).

Costerebbe meno al Comune di residenza, e quindi alla società di contribuenti Italiani, dare un contributo alla famiglia d’origine, piuttosto che darlo agli Istituti.

Soprattutto sarebbe meglio tenere unito il nucleo familiare d’origine, evitandone la straziante disgregazione, ed inoltre si agirebbe veramente per il bene del Bambino in questione, perché gli si garantirebbe una sana crescita all’interno del proprio nucleo familiare (non a caso la Convenzione Onu sui Diritti del fanciullo raccomanda, in ogni caso, il mantenimento di significativi rapporti fra i minori, "temporaneamente" affidati, e la famiglia d'origine).


Con la metà di quello che costa mensilmente un bimbo in affido ad Istituti, o Associazioni ONLUS, ci potrebbe fare una vita più che decente tutto il nucleo familiare d’origine e si darebbe la possibilità ai genitori naturali, di cercarsi un altro lavoro atto a garantire l’unione ed una vita dignitosa a tutto nucleo familiare (o comunque di respirare un poco per rimediare con maggior tranquillità alle temporanee difficoltà - che hanno causato o provocato l'intervento delle istituzioni preposte).

Questo è un "mistero", forse non tanto "misterioso", se si pensa al Business che gira dietro agli Affidi ad Istituti e che l’opinione pubblica deve meditare, al fine di "Giudicare" l’operato e l’utilità del Tribunale per i Minorenni, in collaborazione con alcuni Assistenti Sociali, in certi casi di Affido dei Minori ad Istituti di Accoglienza, troppo spesso ONLUS.

Distinti Saluti.

Fausto Paesani