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Copia di: martedì
6 gennaio 2004
Liberta di Parola
Il problema degli affidi

Dal vecchio al nuovo anno Autostrade Centro Padane: rincari contenuti nell'1,90% Gentile direttore, mi riferisco all'articolo pubblicato da “Libertà” domenica 4 gennaio che richiamava una nota del sig. Dario Ballotta segretario della Fit - Cisl Lombardia, a proposito di “rincari delle tariffe di Centro Padane, ...di tosatura sistematica degli utenti, ...di costosissimo quanto inutile investimento della nuova autostrada Cremona - Mantova”, una sequenza di informazioni approssimative e forvianti, stupisce perché provenienti da un Sindacato competente ed attento alle problematiche autostradali. In primo luogo la tariffa di Centro Padane è aumentata per l'anno 2004 dell'1,90%. Adeguamento basato su un contratto stipulato nel 1999 con l'ANAS e approvato con Decreto dei ministri delle Infrastrutture e del Tesoro, ratificato dalla Corte dei Conti e notificato il 20 aprile 2000 nel contratto di proroga della concessione autostradale. Tale contratto, oltre a prevedere 25 nuove opere da realizzare entro il 2011 per un importo superiore a 350 milioni di Euro, stabilisce gli obblighi del concessionario e, agli artt, 6, 7, 8, 9, 10 e 11, le caratteristiche della tariffa e le procedure per l'adeguamento annuale della medesima. In tale documento si prevede che entro il mese di giugno vengano realizzate delle verifiche sullo stato dell'infrastruttura e sulla sicurezza (indicatore di qualità), questi elementi oggetto di misure quantitative e qualitative, vengono verificati dall'ANAS ed unitamente ad altri dati danno luogo ad una comunicazione entro il 30 settembre di ciascun anno, da parte del concessionario, all'ANAS stessa, la quale verifica la correttezza dei valori inseriti nella formula revisionale, e qualora non vi siano osservazioni, queste variazioni vengono automaticamente praticate dalla mezzanotte dell'anno successivo. Orbene, nel caso di Centro Padane, in funzione anche degli arrotondamenti che per direttiva nazionale sono ai 10 centesimi, hanno comportato la variazione di 28 delle 75 tariffe vigenti, quindi 46 non sono cambiate. Forse i contratti per qualcuno non hanno valore, stupisce che lo dica un rappresentante sindacale. Sul come Centro Padane investa i propri introiti, anche a Piacenza, è ben visibile, ma vale la pena di ricordarlo: nuova interconnessione di Fiorenzuola tra la A1 e la A21, 8 milioni di Euro di investimento, nuovo casello di Caorso, 4 milioni di euro di investimento, l'opera sarà inaugurata e aperta al traffico a Pasqua, nuova barriera centrale, asfalto semidrenante, segnaletica alta visibilità, monitoraggio degli asfalti e del clima su tutta la tratta; solo per citare quanto già fatto in questi tre anni. Ma evidentemente al sig. Ballotta interessava screditare e per dare maggior enfasi citare la iniziativa promossa dalla Regione Lombardia della Cremona - Mantova come evento di inscipienza della Società e dei suoi Azionisti. Nel merito ci si limita a ricordare come la concessione per la progettazione definitiva e la realizzazione della nuova autostrada regionale deve ancora essere messa a gara europea. A questa gara, se vi saranno le condizioni, è probabile partecipi un soggetto che comprende anche la Autostrade Centro Padane S.p.a. Si conferma che la Centro Padane provvederà a reinvestire nell'anno sul territorio dei suoi azionisti, e quindi anche a Piacenza, i circa 600 mila euro provenienti dall'adeguamento della tariffa dell'anno 2004, così come renderà ancora più efficaci i collegamenti del centro intermodale di Le Mose e delle aree industriali di Caorso e Fiorenzuola con il resto del territorio nazionale e sovra nazionale. Francesco Acerbi Direttore generale Autostrade Centro Padane S.p.A. Attesa Quando arriverà la lettera di Berlusconi? Egregio direttore, abbiamo atteso per settimane la "lettera agli italiani" credendo di trovarla almeno sotto al piatto di Natale, ma il Cavaliere non ci ha inviato neanche il foglio in bianco. A volte i ripensamenti possono giovare. La sua immagine è entrata comunque nelle nostre case con la lunga tirata televisiva che ha sforato i tempi previsti durante la conferenza-stampa di fine anno. Dispensare ottimismo a colpi di sorriso sembra ormai il suo impegno più importante ma voler far credere che stiamo tutti nuotando in un tranquillo mare di cobalto, significa farci passare per degli ingenui babbioni. Due dei principali attributi di un parlamentare sono la fedeltà alle promesse e la cristallina esposizione dei fatti doti che sono garanzia di credibilità e di fiducia. Vien da sé ripensare ai tempi in cui l'una e l'altra, volevano, per un eletto dal popolo, più di tanta moneta sonante. Una rapida spolverata alla Storia ci consentirebbe di rivalutare i leggendari anni del Lanza, del Ricasoli e del Farini, integerrimi uomini di governo quando il nostro Paese stava per entrare nel novero degli Stati unitari d'Europa. In una tornata della Camera dei Deputati, l'on. Bettino Ricasoli consigliò i suoi colleghi di mantenersi onesti poiché tutto sarebbe andato per il meglio. E' di Carlo Luigi... la nobile risposta ai delegati delle province modenesi i quali avevano deliberato di volergli assegnare in dono una vasta tenuta agricola: "Non mi tolgano la gloria di morir povero". Una dichiarazione in tal senso, oggi solleverebbe ilarità e beffe. All'inizio del 3° millennio le cose sono cambiate e le persona anche, ma i problemi e i guai non ci mancano. Occorrerebbe il senno, la prudenza e l'acume politico dei De Gasperi, degli Einaudi e dei Nenni, onorevoli a tutto tondo ma ciò è solo un desiderio che rimane tale. Nei 30 mesi dell'attuale legislatura non si sono avverati gli eventi così incautemente profetizzati; i lavoratori scendono ancora nelle piazze, la Magistratura ha preso il cappello, la Sanità e la Scuola soffrono, la Ricerca fugge, gli scandali societari si estendono, i giornali criticano e i pensionati hanno già posto mano ai loro risparmi. Qualcosa cambierà? Non si tolga agli italiani la speranza che è il pane degli scontenti. Un particolare augurio a coloro che lavorano il giornale. Romolo Bonomini Fiorenzuola Scioperi Non solo i tranvieri hanno stipendi bassissimi Gentile direttore, mi permetto di rubare un piccolo spazio alla sua bella rubrica, perché dopo aver letto il numero del 3 gennaio devo proprio spendere due parole. Mi riferisco alla lettera firmata dalla sig.a Mara Depini di Castelsangiovanni, relativamente alla questione scioperi-ferrotranvieri, ed a lei vorrei rivolgermi. Io concordo pienamente con la signora sulla seconda parte della sua lettera, sul fatto che i nostri politici (o politicanti come dir si voglia) non ci impiegano più di un giorno ad aumentare i loro stipendi ed a liquidarne immediatamente i super arretrati. Nello stesso tempo vorrei farle presente che, se lo sciopero è dei ferrotranvieri, si passa subito la questione all'ordine del giorno per trovare la soluzione (la mancanza dei trasporti pubblici mette in ginocchio un intero paese); ma se domani mattina entrassero in sciopero le commesse ed i commessi dei supermercati (hanno stipendi mensili anche inferiori agli 800-900 euro e lavorano otto ore al giorno e più, sempre in piedi e svolgendo mansioni spesso faticose)? Oppure tante categorie di operai di ditte private (lei sa, per esempio, qual è lo stipendio di un'operaia tessile? Raggiunge a fatica i 900 euro, e lavora 8 ore al giorno china su una macchina da cucire)? Io non so se lo sciopero di altre categorie avrebbe lo stesso risultato... Ma al di là dello sciopero, resta il fatto che gran parte dei dipendenti di aziende private hanno stipendi da fame e, come ha scritto lei, per vivere ci vogliono ogni giorno molti più soldi di quelli che si guadagnano! Vorrei concludere con una provocazione per tutti: in futuro (e molto prossimo) gli operai saranno costretti a rivedere le loro spese, privilegiando gli acquisti di beni primari, dei quali non si può fare a meno, ed a scapito di altri prodotti secondari, il cui mercato sarà destinato, a quel punto, solo ai politici o a chi ha la fortuna di avere stipendi superiori ai 900 euro! Paola C. Piacenza Neve sull' aeroporto Il commento di uno che a Malpensa c'era Gentile direttore, vorrei approffittare della sua cortesia per ritornare per un momento alla recente polemica in merito al blocco della Malpensa per neve. Il giorno in cui è successo il fatto (28 dicembre) io ero sul posto e ho patito i relativi disagi (sono riuscito a partire solo il giorno dopo), sono quindi una parte in causa. Ho letto sulla maggior parte dei quotidiani italiani che i gestori della Malpensa non hanno imparato la lezione impartita dal cattivo tempo tre anni fa, che gli aeroporti all'estero funzionano con qualunque tempo, che, come al solito, in Italia siamo incapaci di una organizzazione seria ed efficiente, ecc. ecc.. Vorrei far osservare che implementare un'organizzazione che consenta di mantenere efficiente un aeroporto con ogni tempo costa, e costa molto, sia in costi di investimento, che possono essere una tantum, sia in costi operativi che ci sono sempre, anche se non nevica. E' dunque saggio sobbarcarsi questi costi per far fronte a un avvenimento che l'esperienza ha dimostrato può capitare ogni tre anni? Credo che le priorità siano altre ; tanto per fare un esempio: migliorare i collegamenti stradali e ferroviari della Malpensa con il Sud di Milano, collegamenti che vengono utilizzati ogni giorno e non ogni tre anni! Si è detto che in Nord Europa gli aeroporti funzionano con ogni tempo; lo credo bene: lassù la neve è una certezza, non una possibilità. Si può affermare che si tratta di una questione di prestigio per l'Italia. Vero. Questo però è un altro discorso che può non tener conto di fattori economici con i quali invece un'impresa, anche pubblica, deve fare i conti. Vogliamo salvaguardare il prestigio? Bene, allora paghiamo con la consapevolezza che non stiamo pagando un servizio, ma il prestigio. Alberto Scaglioni Piacenza Riduzione dei fondi comunali Ingiustizie nei contributi per pagare l'affitto Gentile direttore, le scrivo per denunciare una situazione comune immagino a più persone, in stato di disagio come la mia. L'argomento riguarda la concessione dei contributi di affitto che l'Ufficio Abitazioni del Comune di Piacenza sta provvedendo ad erogare ai tanti cittadini “Facoltosi” con regolare lavoro meglio se prodotto da entrambi i coniugi. Già, perché, come ho letto sull'articolo di “Libertà” del 6 novembre scorso, il Comune di Piacenza ha subito una notevole riduzione dei fondi, ma non e' stato posto in assoluto primo piano il fatto che una illogica quanto paradossale norma regionale stabilisce che il contributo e sottolineo contributo venga concesso a chi produce un reddito diciamo medio, ricevendo addirittura fino a mille euro, mentre chi come me al 2002 non aveva reddito (mio malgrado da 18 anni non trovo lavoro fisso) non ha diritto a nessun riconoscimento. Questo è inaccettabile, assolutamente ingiusto eliminare dalla concessione proprio le fasce economicamente più deboli per favorire chi invece già possiede un regolare reddito e, tutto sommato, riesce comunque ad adempiere il proprio dovere di inquilino. Preciso che sono separata, con due figli minori, percepisco un minimo assegno di mantenimento e mi trovo a pagare un affitto privato decisamente troppo oneroso per un disoccupato,anche se ,con lavori saltuari, riesco comunque ad evitare lo sfratto,almeno per ora.Forse devo aspettare di finire in strada per avere riscontro? Ma per completare il tutto faccio pur presente che non posso nemmeno partecipare all'assegnazione di una casa di edilizia pubblica sempre per lo stesso principio. Ora dando per scontato che non vivo sotto il ponte con due figli, gradirei ricevere al più presto un indirizzo al quale rivolgermi, visto che in merito l'Ufficio Abitazioni nella persona dell'Assessore o del Dirigente si sono rifiutati di ricevermi dandomi personalmente adeguate spiegazioni in merito, il ricorso è stato inviato per conoscenza anche al Sindaco… ma anche da qui silenzio assoluto. Mi sembrava giusto rendere pubblico quello che è il disinteresse totale delle istituzioni per le fasce più deboli a loro il mio “ringraziamento” speciale! P. T. Piacenza
Il problema degli affidi dei minori sollevato da Fausto Paesani è da anni all'ordine del giorno ed è alla ricerca di soluzioni che mettano al centro di ogni scelta i diritti dei bambini ma che tengano anche conto dei diritti dei genitori. Un problema molto delicato, che tocca i sentimenti più intimi dei bambini contesi e dei genitori, a volte esclusi dall'affidamento. Più volte ne abbiamo parlato, un anno fa si è aperto proprio su queste colonne un dibattito con molti interventi. Le proposte del signor Paesani sicuramente riapriranno questo dibattito in attesa che una nuova legge meglio regolamenti l'intera questione. Spero anch'io che i figli dei separati possano godere dei rapporti sia con la mamma che con il papà e che possano crescere in un ambiente sereno. E' l'augurio per il 2004 per i genitori separati e per tutti i bambini in attesa di affido. G
aetano Rizzuto


Gentile direttore, voglio inviare i miei migliori auguri di un felicissimo e prospero anno nuovo, a lei, a tutti i giornalisti di “Libertà”, ai lettori, a tutti i piacentini. Che il nuovo anno 2004 porti a tutti nuova felicità, sicurezza e tranquillità. Che questo augurio si estenda a tutti i bambini che sono all'interno degli istituti di affido, che la loro odissea, e quella dei rispettivi genitori, possa terminare presto con la riunione del nucleo familiare. Un augurio a tutti i genitori separati, soprattutto a coloro che sono separati dai propri figli, che il 2004 possa illuminare la mente dei politici che ci governano e dei giudici nei Tribunali, al fine di far approvare e applicare l'affidamento congiunto, come lo standard nelle separazioni giudiziali e consensuali. Un augurio a tutti voi, operatori della carta stampata, che il nuovo anno vi porti pace e serenità, con la speranza che possiate dedicare più spazio nelle vostre Testate giornalistiche al problema degli affidi dei minori, al fine di poter evitare a questi piccoli tutti i traumi che ora sono costretti a subire, insieme ai loro genitori e famigliari. Ricordiamoci sempre che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani, e che quello che facciamo oggi a loro, lo ritroveremo moltiplicato per le loro sofferenze, in un domani molto prossimo. Fausto Paesani Piacenza


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