Dal vecchio
al nuovo anno Autostrade Centro Padane: rincari contenuti nell'1,90%
Gentile direttore, mi riferisco all'articolo pubblicato da “Libertà”
domenica 4 gennaio che richiamava una nota del sig. Dario Ballotta
segretario della Fit - Cisl Lombardia, a proposito di “rincari
delle tariffe di Centro Padane, ...di tosatura sistematica degli
utenti, ...di costosissimo quanto inutile investimento della
nuova autostrada Cremona - Mantova”, una sequenza di informazioni
approssimative e forvianti, stupisce perché provenienti da un
Sindacato competente ed attento alle problematiche autostradali.
In primo luogo la tariffa di Centro Padane è aumentata per l'anno
2004 dell'1,90%. Adeguamento basato su un contratto stipulato
nel 1999 con l'ANAS e approvato con Decreto dei ministri delle
Infrastrutture e del Tesoro, ratificato dalla Corte dei Conti
e notificato il 20 aprile 2000 nel contratto di proroga della
concessione autostradale. Tale contratto, oltre a prevedere
25 nuove opere da realizzare entro il 2011 per un importo superiore
a 350 milioni di Euro, stabilisce gli obblighi del concessionario
e, agli artt, 6, 7, 8, 9, 10 e 11, le caratteristiche della
tariffa e le procedure per l'adeguamento annuale della medesima.
In tale documento si prevede che entro il mese di giugno vengano
realizzate delle verifiche sullo stato dell'infrastruttura e
sulla sicurezza (indicatore di qualità), questi elementi oggetto
di misure quantitative e qualitative, vengono verificati dall'ANAS
ed unitamente ad altri dati danno luogo ad una comunicazione
entro il 30 settembre di ciascun anno, da parte del concessionario,
all'ANAS stessa, la quale verifica la correttezza dei valori
inseriti nella formula revisionale, e qualora non vi siano osservazioni,
queste variazioni vengono automaticamente praticate dalla mezzanotte
dell'anno successivo. Orbene, nel caso di Centro Padane, in
funzione anche degli arrotondamenti che per direttiva nazionale
sono ai 10 centesimi, hanno comportato la variazione di 28 delle
75 tariffe vigenti, quindi 46 non sono cambiate. Forse i contratti
per qualcuno non hanno valore, stupisce che lo dica un rappresentante
sindacale. Sul come Centro Padane investa i propri introiti,
anche a Piacenza, è ben visibile, ma vale la pena di ricordarlo:
nuova interconnessione di Fiorenzuola tra la A1 e la A21, 8
milioni di Euro di investimento, nuovo casello di Caorso, 4
milioni di euro di investimento, l'opera sarà inaugurata e aperta
al traffico a Pasqua, nuova barriera centrale, asfalto semidrenante,
segnaletica alta visibilità, monitoraggio degli asfalti e del
clima su tutta la tratta; solo per citare quanto già fatto in
questi tre anni. Ma evidentemente al sig. Ballotta interessava
screditare e per dare maggior enfasi citare la iniziativa promossa
dalla Regione Lombardia della Cremona - Mantova come evento
di inscipienza della Società e dei suoi Azionisti. Nel merito
ci si limita a ricordare come la concessione per la progettazione
definitiva e la realizzazione della nuova autostrada regionale
deve ancora essere messa a gara europea. A questa gara, se vi
saranno le condizioni, è probabile partecipi un soggetto che
comprende anche la Autostrade Centro Padane S.p.a. Si conferma
che la Centro Padane provvederà a reinvestire nell'anno sul
territorio dei suoi azionisti, e quindi anche a Piacenza, i
circa 600 mila euro provenienti dall'adeguamento della tariffa
dell'anno 2004, così come renderà ancora più efficaci i collegamenti
del centro intermodale di Le Mose e delle aree industriali di
Caorso e Fiorenzuola con il resto del territorio nazionale e
sovra nazionale. Francesco Acerbi Direttore generale Autostrade
Centro Padane S.p.A. Attesa Quando arriverà la lettera di Berlusconi?
Egregio direttore, abbiamo atteso per settimane la "lettera
agli italiani" credendo di trovarla almeno sotto al piatto di
Natale, ma il Cavaliere non ci ha inviato neanche il foglio
in bianco. A volte i ripensamenti possono giovare. La sua immagine
è entrata comunque nelle nostre case con la lunga tirata televisiva
che ha sforato i tempi previsti durante la conferenza-stampa
di fine anno. Dispensare ottimismo a colpi di sorriso sembra
ormai il suo impegno più importante ma voler far credere che
stiamo tutti nuotando in un tranquillo mare di cobalto, significa
farci passare per degli ingenui babbioni. Due dei principali
attributi di un parlamentare sono la fedeltà alle promesse e
la cristallina esposizione dei fatti doti che sono garanzia
di credibilità e di fiducia. Vien da sé ripensare ai tempi in
cui l'una e l'altra, volevano, per un eletto dal popolo, più
di tanta moneta sonante. Una rapida spolverata alla Storia ci
consentirebbe di rivalutare i leggendari anni del Lanza, del
Ricasoli e del Farini, integerrimi uomini di governo quando
il nostro Paese stava per entrare nel novero degli Stati unitari
d'Europa. In una tornata della Camera dei Deputati, l'on. Bettino
Ricasoli consigliò i suoi colleghi di mantenersi onesti poiché
tutto sarebbe andato per il meglio. E' di Carlo Luigi... la
nobile risposta ai delegati delle province modenesi i quali
avevano deliberato di volergli assegnare in dono una vasta tenuta
agricola: "Non mi tolgano la gloria di morir povero". Una dichiarazione
in tal senso, oggi solleverebbe ilarità e beffe. All'inizio
del 3° millennio le cose sono cambiate e le persona anche, ma
i problemi e i guai non ci mancano. Occorrerebbe il senno, la
prudenza e l'acume politico dei De Gasperi, degli Einaudi e
dei Nenni, onorevoli a tutto tondo ma ciò è solo un desiderio
che rimane tale. Nei 30 mesi dell'attuale legislatura non si
sono avverati gli eventi così incautemente profetizzati; i lavoratori
scendono ancora nelle piazze, la Magistratura ha preso il cappello,
la Sanità e la Scuola soffrono, la Ricerca fugge, gli scandali
societari si estendono, i giornali criticano e i pensionati
hanno già posto mano ai loro risparmi. Qualcosa cambierà? Non
si tolga agli italiani la speranza che è il pane degli scontenti.
Un particolare augurio a coloro che lavorano il giornale. Romolo
Bonomini Fiorenzuola Scioperi Non solo i tranvieri hanno stipendi
bassissimi Gentile direttore, mi permetto di rubare un piccolo
spazio alla sua bella rubrica, perché dopo aver letto il numero
del 3 gennaio devo proprio spendere due parole. Mi riferisco
alla lettera firmata dalla sig.a Mara Depini di Castelsangiovanni,
relativamente alla questione scioperi-ferrotranvieri, ed a lei
vorrei rivolgermi. Io concordo pienamente con la signora sulla
seconda parte della sua lettera, sul fatto che i nostri politici
(o politicanti come dir si voglia) non ci impiegano più di un
giorno ad aumentare i loro stipendi ed a liquidarne immediatamente
i super arretrati. Nello stesso tempo vorrei farle presente
che, se lo sciopero è dei ferrotranvieri, si passa subito la
questione all'ordine del giorno per trovare la soluzione (la
mancanza dei trasporti pubblici mette in ginocchio un intero
paese); ma se domani mattina entrassero in sciopero le commesse
ed i commessi dei supermercati (hanno stipendi mensili anche
inferiori agli 800-900 euro e lavorano otto ore al giorno e
più, sempre in piedi e svolgendo mansioni spesso faticose)?
Oppure tante categorie di operai di ditte private (lei sa, per
esempio, qual è lo stipendio di un'operaia tessile? Raggiunge
a fatica i 900 euro, e lavora 8 ore al giorno china su una macchina
da cucire)? Io non so se lo sciopero di altre categorie avrebbe
lo stesso risultato... Ma al di là dello sciopero, resta il
fatto che gran parte dei dipendenti di aziende private hanno
stipendi da fame e, come ha scritto lei, per vivere ci vogliono
ogni giorno molti più soldi di quelli che si guadagnano! Vorrei
concludere con una provocazione per tutti: in futuro (e molto
prossimo) gli operai saranno costretti a rivedere le loro spese,
privilegiando gli acquisti di beni primari, dei quali non si
può fare a meno, ed a scapito di altri prodotti secondari, il
cui mercato sarà destinato, a quel punto, solo ai politici o
a chi ha la fortuna di avere stipendi superiori ai 900 euro!
Paola C. Piacenza Neve sull' aeroporto Il commento di uno che
a Malpensa c'era Gentile direttore, vorrei approffittare della
sua cortesia per ritornare per un momento alla recente polemica
in merito al blocco della Malpensa per neve. Il giorno in cui
è successo il fatto (28 dicembre) io ero sul posto e ho patito
i relativi disagi (sono riuscito a partire solo il giorno dopo),
sono quindi una parte in causa. Ho letto sulla maggior parte
dei quotidiani italiani che i gestori della Malpensa non hanno
imparato la lezione impartita dal cattivo tempo tre anni fa,
che gli aeroporti all'estero funzionano con qualunque tempo,
che, come al solito, in Italia siamo incapaci di una organizzazione
seria ed efficiente, ecc. ecc.. Vorrei far osservare che implementare
un'organizzazione che consenta di mantenere efficiente un aeroporto
con ogni tempo costa, e costa molto, sia in costi di investimento,
che possono essere una tantum, sia in costi operativi che ci
sono sempre, anche se non nevica. E' dunque saggio sobbarcarsi
questi costi per far fronte a un avvenimento che l'esperienza
ha dimostrato può capitare ogni tre anni? Credo che le priorità
siano altre ; tanto per fare un esempio: migliorare i collegamenti
stradali e ferroviari della Malpensa con il Sud di Milano, collegamenti
che vengono utilizzati ogni giorno e non ogni tre anni! Si è
detto che in Nord Europa gli aeroporti funzionano con ogni tempo;
lo credo bene: lassù la neve è una certezza, non una possibilità.
Si può affermare che si tratta di una questione di prestigio
per l'Italia. Vero. Questo però è un altro discorso che può
non tener conto di fattori economici con i quali invece un'impresa,
anche pubblica, deve fare i conti. Vogliamo salvaguardare il
prestigio? Bene, allora paghiamo con la consapevolezza che non
stiamo pagando un servizio, ma il prestigio. Alberto Scaglioni
Piacenza Riduzione dei fondi comunali Ingiustizie nei contributi
per pagare l'affitto Gentile direttore, le scrivo per denunciare
una situazione comune immagino a più persone, in stato di disagio
come la mia. L'argomento riguarda la concessione dei contributi
di affitto che l'Ufficio Abitazioni del Comune di Piacenza sta
provvedendo ad erogare ai tanti cittadini “Facoltosi” con regolare
lavoro meglio se prodotto da entrambi i coniugi. Già, perché,
come ho letto sull'articolo di “Libertà” del 6 novembre scorso,
il Comune di Piacenza ha subito una notevole riduzione dei fondi,
ma non e' stato posto in assoluto primo piano il fatto che una
illogica quanto paradossale norma regionale stabilisce che il
contributo e sottolineo contributo venga concesso a chi produce
un reddito diciamo medio, ricevendo addirittura fino a mille
euro, mentre chi come me al 2002 non aveva reddito (mio malgrado
da 18 anni non trovo lavoro fisso) non ha diritto a nessun riconoscimento.
Questo è inaccettabile, assolutamente ingiusto eliminare dalla
concessione proprio le fasce economicamente più deboli per favorire
chi invece già possiede un regolare reddito e, tutto sommato,
riesce comunque ad adempiere il proprio dovere di inquilino.
Preciso che sono separata, con due figli minori, percepisco
un minimo assegno di mantenimento e mi trovo a pagare un affitto
privato decisamente troppo oneroso per un disoccupato,anche
se ,con lavori saltuari, riesco comunque ad evitare lo sfratto,almeno
per ora.Forse devo aspettare di finire in strada per avere riscontro?
Ma per completare il tutto faccio pur presente che non posso
nemmeno partecipare all'assegnazione di una casa di edilizia
pubblica sempre per lo stesso principio. Ora dando per scontato
che non vivo sotto il ponte con due figli, gradirei ricevere
al più presto un indirizzo al quale rivolgermi, visto che in
merito l'Ufficio Abitazioni nella persona dell'Assessore o del
Dirigente si sono rifiutati di ricevermi dandomi personalmente
adeguate spiegazioni in merito, il ricorso è stato inviato per
conoscenza anche al Sindaco… ma anche da qui silenzio assoluto.
Mi sembrava giusto rendere pubblico quello che è il disinteresse
totale delle istituzioni per le fasce più deboli a loro il mio
“ringraziamento” speciale! P. T. Piacenza
Il problema degli affidi dei minori sollevato da Fausto
Paesani è da anni all'ordine del giorno ed è alla ricerca di
soluzioni che mettano al centro di ogni scelta i diritti dei
bambini ma che tengano anche conto dei diritti dei genitori.
Un problema molto delicato, che tocca i sentimenti più intimi
dei bambini contesi e dei genitori, a volte esclusi dall'affidamento.
Più volte ne abbiamo parlato, un anno fa si è aperto proprio
su queste colonne un dibattito con molti interventi. Le proposte
del signor Paesani sicuramente riapriranno questo dibattito
in attesa che una nuova legge meglio regolamenti l'intera questione.
Spero anch'io che i figli dei separati possano godere dei rapporti
sia con la mamma che con il papà e che possano crescere in un
ambiente sereno. E' l'augurio per il 2004 per i genitori separati
e per tutti i bambini in attesa di affido. Gaetano
Rizzuto
Gentile direttore, voglio inviare i miei migliori auguri di
un felicissimo e prospero anno nuovo, a lei, a tutti i giornalisti
di “Libertà”, ai lettori, a tutti i piacentini. Che il nuovo
anno 2004 porti a tutti nuova felicità, sicurezza e tranquillità.
Che questo augurio si estenda a tutti i bambini che sono all'interno
degli istituti di affido, che la loro odissea, e quella dei
rispettivi genitori, possa terminare presto con la riunione
del nucleo familiare. Un augurio a tutti i genitori separati,
soprattutto a coloro che sono separati dai propri figli, che
il 2004 possa illuminare la mente dei politici che ci governano
e dei giudici nei Tribunali, al fine di far approvare e applicare
l'affidamento congiunto, come lo standard nelle separazioni
giudiziali e consensuali. Un augurio a tutti voi, operatori
della carta stampata, che il nuovo anno vi porti pace e serenità,
con la speranza che possiate dedicare più spazio nelle vostre
Testate giornalistiche al problema degli affidi dei minori,
al fine di poter evitare a questi piccoli tutti i traumi che
ora sono costretti a subire, insieme ai loro genitori e famigliari.
Ricordiamoci sempre che i bambini di oggi saranno gli adulti
di domani, e che quello che facciamo oggi a loro, lo ritroveremo
moltiplicato per le loro sofferenze, in un domani molto prossimo.
Fausto Paesani Piacenza
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