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Mercoledì, 12 Maggio 2004

 
PORDENONE
Sono contrario agli Affidi dei Minori
PORDENONE

Non criminalizzo

i soldati

americani

Non ho l'intenzione di giustificare quanto è stato fatto dai soldati americani in fatto di torture a prigionieri iracheni.

Questa premessa è necessaria perchè intendo spiegare come si è arrivati a questa ignominia da parte degli Usa.

Nonostante che tutto vada bene in America, chi vuole studiare e farsi un avvenire, è difficile che abbia altra via che fare l'operaio o il militare. Noi che viviamo vicino ad Aviano, lo possiamo capire meglio di altri.

Non mi sembra infatti che i soldati Usa siano minimamente paragonabili ai gladiatori romani o alle Ss tedesche. Sono persone normali, abituate a vivere con molte comodità, specie se vivono nell'industrie o nell'esercito.

Prendete questa gente, che di guerriero in genere ha ben poco e obbligatela a fare la guerra in Vietnam o in Iraq.

Il minimo che possano fare è quello di cercare di salvare la pelle col minor rischio possibile. Non è sempre facile.

Se poi qualcuno gli dice (o gli fa capire) che se gli capita qualche iracheno tra le mani, è bene non fare troppi complimenti, le conseguenze sono le foto che ci fanno vedere in questi giorni.

Gli Usa farebbero bene a evitare confronti armati con chiunque, iracheni compresi, perchè, nonostante tutta la supremazia in campo tecnologico, sono più questi e anche i vietnamiti che conoscono fame, miseria, sofferenze, torture e che perciò sanno, se occorre, magari fare i kamikaze, non davvero i soldati Usa, che farebbero bene a godersi la vita nel loro meraviglioso Paese, piuttosto che andare a rompere le scatole ad altri con la scusa della guerra preventiva.

Oggi, ancora oggi, le guerre si vincono con uomini incazzati dall'odio e dalla sofferenza, altro che con la tecnologia o con la supremazia del benessere.

Aldo Gelsomini

Pordenone

Sono contrario

agli affidi

dei minori

Vorrei affrontare nuovamente il problema degli affidi dei minori in Italia. Innanzi tutto occorre tenere bene in evidenza che l'affido di un minore, sempre eseguito dietro provvedimento del Tribunale per i minorenni, ad esclusione dei casi comprovati di violenze e trascuratezze in famiglia, costituisce per i piccoli coinvolti e per i loro familiari, l'inizio della distruzione del nucleo stesso.

Distruzione che, di fatto, si concretizza nell'allontanamento coatto del minore da quelli che sono stati i suoi legami familiari, dalle sue normali abitudini e che si concludono con la definitiva interruzione dei rapporti tra genitori e figli, con tutte le conseguenze psicologiche che ne derivano e che vanno ad incidere profondamente nella vita e nel comportamento futuro dei soggetti coinvolti.

È vero che la Legge prevede che i genitori di origine possano frequentare i loro figli affidati a "istituti", con orari stabiliti dal Tribunale per i minorenni, ed è anche vero che la Legge prevede un programma al fine di riunire i genitori e i figli, una volta superate le difficoltà che hanno determinato l'intervento del Tribunale per i Minorenni e degli assistenti sociali, ma di fatto, purtroppo, questo non si verifica e i bambini rimangono negli "Istituti" di accoglienza anche per svariati anni, durante i quali vengono interrotti anche i brevi incontri con i loro genitori di origine fino a che il Tribunale per i minorenni non ne decreta lo stato di affidabilità ad altre famiglie.

Innumerevoli sono le casistiche reali che comprovano quanto sopra dichiarato, delle quali se ne può prendere ampia visione nel sito del Gruppo "Genitori e Figli" - Senza Scopo di Lucro, all'indirizzo internet: http://members.xoom.virgilio.it/geni_e_figli/Index.htm

Queste situazioni di distacco purtroppo si verificano anche nei casi in cui i genitori d'origine lottano con tutte le loro forze al fine di far valere il loro inalienabile diritto di rivedere i propri Figli, come ampiamente documentato nel sito internet suddetto.

Come spesso accade nella nostra realtà tutta italiana, ad ingiustizia si sovrappone altra ingiustizia e disparità di trattamento tra gli affidi ad "istituti" d'accoglienza ed affidi a famiglie.

Allo stato attuale in Italia un bambino affidato a un istituto di Accoglienza costa al Comune di residenza anche 3.100 euro al mese, mentre, realtà clamorosa, lo stesso bambino affidato a una famiglia, nei casi di affido familiare, costa allo stesso Comune circa un decimo della cifra anzidetta, ovvero ben 300-350 euro al mese.

Nel caso di affidi famigliari è infatti facoltà del Comune stesso di determinare il compenso mensile previsto per ogni bambino affidato ad una famiglia, e che normalmente si aggira intorno ai 300-350 euro mensili.

Com'è possibile che un piccino abbia costi di mantenimento così diversi? Voglio terminare questa mia esposizione con tre semplici domande da porre al lettore:

perché in Italia non vengono rispettate e applicate dai Tribunali per i minorenni, le Leggi sui diritti dei minorenni, affidati ad Istituti di accoglienza, che prevedono incontri con i propri genitori d'origine, al fine di poter mantenere i rapporti genitori e figli e che per questo motivo innumerevoli sono state le condanne da parte della Corte di Strasburgo ai tribunali italiani?

Perché in Italia un bambino affidato ad un "Istituto" d'accoglienza - onlus - costa dieci volte di più ai contribuenti italiani di quello che invece viene previsto di dare, per lo stesso bambino, ad una eventuale famiglia affidataria?

Perché in Italia il Tribunale per i minorenni non dà la possibilità del contraddittorio durante le cause di affidamento, e soprattutto non favorisce il ricongiungimento familiare dei piccoli tolti ai genitori d'origine, anche quando non sussistono più i disagi che ne hanno determinato l'affidamento a terzi, e soprattutto quando i genitori d'origine lottano con tutte le loro forze per rivedere i loro figli? Le eventuali risposte possono essere inviate all'indirizzo e-mail genitori_e_figli@hotmail.com, con la preghiera di voler visitare il sito del Gruppo "Genitori e figli" all'indirizzo suddetto, al fine di rendersi meglio conto del problema dell'Affido dei Bambini in Italia.

Fausto Paesani

Pordenone


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