Pericoli
e disagi
a Grado
Cinque rappresentanti di due comitati (rispettivamente "Turisti per Grado" e "Comiteladini del Friuli-Venezia Giulia") hanno consegnato nelle mani del sindaco di Grado una informativa sottoscritta da centinaia di turisti e villeggianti che invocano maggior sicurezza relativamente alla passeggiata a mare "Nazario Sauro", dove parecchie persone sono cadute (con frequenti interventi della Croce Verde) sia per l'eccessiva altezza delle gradinate che per la mancanza di ringhiere e appigli e per l'assenza di qualsivoglia segnalazione il pericolo dovuto alla scivolosità dei massi, laddove vengono lambiti dalle onde.
I comitati invocano soluzioni tecniche celeri e idonee a rendere più sicura l'intera zona. Inoltre segnalano l'insufficienza dei servizi igienici presenti lungo la spiaggia "Costa azzurra" e invitano l'amministrazione a seguire l'esempio del Comune di Trieste che, lungo la riviera di Barcola, garantisce servizi, docce, acqua potabile, spogliatoi e parcheggi, il tutto gratuitamente! Il sindaco, nel ricevere la documentazione, ha manifestato disappunto sul fatto che l'incontro era stato preventivamente reso noto ai mezzi di informazione (tv e stampa). Ciò non fa ben sperare in una fattiva collaborazione che invece, secondo i firmatari, dovrebbe essere un atto dovuto da parte del primo cittadino che, tra gli altri compiti, ha l'incarico di salvaguardare la salute, la sicurezza e l'igiene pubblica. Comunque, quale che sia l'esito, il problema è aperto e una soluzione è richiesta a gran voce da chi ama Grado e il suo futuro.
Giovanni Spizzo
Franca Mattiussi Tomasetti Turisti per Grado - Comiteladini Friuli-Venezia Giulia
Ingiustificato
il vittimismo
nazionale
Un dozzina di giorni or sono il Gazzettino dava notizia di una disavventura capitata a un nostro concittadino che, avendo commesso una infrazione stradale in Slovenia, si è visto pretendere il pagamento della multa, pensate un po', in talleri! Essendone privo, ha dovuto andare in banca a prenderli, e solo dopo aver pagato ha potuto riprendere il viaggio con la propria auto. Che differenza dai cittadini sloveni che, se prendono una multa in Italia, la possono pagare... nella loro valuta. O mi sbaglio? Già, dimenticavo che esiste anche una gerarchia tra i popoli e le rispettive monete.
L'edizione locale del 15 agosto ritorna di nuovo sull'argomento, dando grande risalto alla disavventura di un altro nostro concittadino che, avendo collezionato un paio di infrazioni, questa volta in Austria, e non avendo abbastanza soldi, ha dovuto andare a casa in taxi e prenderli, e dopo aver pagato ha potuto riprendere il possesso della propria auto che era stata sequestrata.
Ma che cosa c'è di strano? Anche l'Italia ha una normativa simile. Infatti l'art. 207 comma 3 del Codice della strada stabilisce che l'infrazione commessa con un veicolo immatricolato all'estero deve essere pagata subito. Diversamente, viene sequestrata la patente o, in subordine, l'automobile, e sarà restituita solo dopo aver pagato.
Queste disposizioni esistono più o meno in tutta Europa e sono finalizzate a evitare l'innesco di complicate procedure giudiziarie internazionali per ottenere il pagamento dei pochi soldi di una contravvenzione. C'è però una piccola differenza con i nostri vicini: il nostro ordinamento ha voluto conservare per gli italiani, o meglio per i veicoli immatricolati in Italia, il privilegio di poter pagare la multa entro sessanta giorni a mezzo bollettino postale, come ben sappiamo.
La cosa non è piaciuta alla Corte di giustizia europea che, con sentenza in data 19 marzo2002 (causa C-224700), ha condannato l'Italia perché di fatto effettua una discriminazione basata sulla cittadinanza. I nostri vicini non sono incappati nella Corte Europea perché assoggettano anche i propri concittadini allo stesso trattamento, cioè devono pagare tutti subito. Se anche da noi si facesse altrettanto, si eviterebbe la condanna della Corte, e i nostri connazionali multati all'estero smetterebbero di strillare in quanto considererebbero normali queste procedure che già normali sono, ma loro non lo sanno. E anche le redazioni dei giornali non darebbero più spazio a queste sciocchezze, che non fanno altro che alimentare l'ingiustificato vittimismo nazionale.
Giorgio de Pelca
Udine
I disturbi
notturni
a Lignano
Chi scrive è il Coordinamento del consorzio commercianti di Lignano Sabbiadoro. Il 10 agosto abbiamo letto il vostro articolo sugli esposti per i disturbi notturni causati dalla musica nei bar e dagli schiamazzi dei giovani. Secondo noi è troppo facile far ricadere tutta la colpa sui bar e sui giovani (ma questo è solo il nostro parere ). La cosa veramente strana è che le discoteche, soprattutto quelle in centro, rimangano chiuse per diversi giorni della settiman,a nel periodo in cui a Lignano l'affluenza è massima, causando un riversarsi dei giovani per le strade e nei bar, così da provocare quel frastuono che a molti villeggianti purtroppo da fastidio. Questa situazione di locali chiusi è un problema che si ripete da alcuni anni, ma a sentir parlare i gestori non si riesce a risolverlo. Noi ci chiediamo come mai altre attività con le stesse problematiche riescono a tenere aperto tutti i giorni anche quando non c'è gente, e questi signori non ce la fanno, nascondendosi dietro la solita scusa delle spese di gestione troppo alte. Forse non è il modo giusto di gestire queste attività?
Per concludere, forse con un po' di impegno da parte di tutti riusciremo ad avere stagioni meno brutte di queste e con un turista più felice, locali pieni divertimento ovunque e gente meno stressata.
Tommy Gasparini
Coordinamento consorzio commercianti Lignano Sabbiadoro