Affido condiviso:
una questione di civiltà
Nuovo intervento
dell'associazione genitori di figli sequestrati, padri che si
battono per la possibilità dell'affido condiviso dei figli in
caso di divorzio. Rispondono alla netta contrarietà a questa
soluzione che viene dalle associazioni legate invece alle ragioni
delle donne
di Fausto
Paesani *
Dopo aver letto
alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi su alcune riviste
italiane, riguardanti possibili dubbi sull'esigenza
dell'approvazione e dell'applicazione della nuova proposta di
Legge, più nota come P.d.L. 66, sull'Affido Condiviso dei figli
nelle cause di separazione giudiziale e non, vorrei avere la
possibilità di esporre la mia posizione, sia personale che come
referente del Ge.Fi.S. - Genitori di figli sequestrati - Comitato
senza scopo di lucro, il quale da anni si batte per il rispetto
dei diritti di entrambi i genitori nei casi di separazione e
affido dei minori, la cui attività è visionabile all'indirizzo
internet: http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli.
Innanzi tutto
occorre precisare che, allo stato attuale, l'affidamento dei figli
è concesso ad un solo genitore (in genere alla madre) nel 90 dei
casi di separazione, nonostante le innumerevoli, e sempre
crescenti, richieste dei padri ad avere almeno l'affidamento
congiunto.
E' vero che, allo
stato attuale, l'affidamento congiunto è previsto dalla legislazione
italiana, ma di fatto esso non è quasi mai applicato, nonostante
venga sempre più richiesto dai padri nelle cause di separazione.
Già questo fatto
di per se stesso rappresenta una presa di posizione ingiusta nei
confronti di uno dei due genitori, ma peggio ancora nei confronti
dei figli, coinvolti loro malgrado nella separazione. Infatti non bisogna mai
dimenticare che i figli sono di entrambi i genitori ed essi
vogliono bene ad entrambi, senza distinguere chi paga regolarmente
l'assegno di mantenimento o chi perde la casa.
La differenza nei
loro confronti la fanno quei genitori che, attraverso le loro
affermazioni, sminuiscono il genitore non affidatario soltanto
perché non paga regolarmente l'assegno di mantenimento o perché
è andato a vivere dalla loro nonna, dato che non ha nemmeno i
soldi per permettersi un'altra casa in affitto, o perché convive
con un'altra donna che gli vuole magari più bene di quella che lo
ha cacciato di casa.
Queste sono le
affermazioni che convincono i figli a non voler più avere a che
fare con i padri, e di questi casi ne abbiamo una notevole
varietà, tutti documentati e dei quali potrete prenderne visione
nel suddetto nostro sito internet.
Per ciò che
riguarda la psicologia, che ultimamente sembra essere tanto in
voga e che in effetti sta rovistando, a volte anche troppo
pesantemente, nei rapporti familiari, è univoca nel precisare che
i rapporti tra i figli ed entrambi i genitori devono essere
paritari, soprattutto per il fatto che i figli, indipendentemente
dal loro sesso, hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali,
dato che è dalla presenza costante di entrambe che formeranno il
loro carattere.
E' scientificamente
provato infatti che, seppure in tenera età, i figli apprendono da
entrambe le figure genitoriali e si forgiano il loro carattere
anche con la vicinanza del padre, il quale rappresenta per loro la
sicurezza, così come la vicinanza della madre.
Allora perché non
si deve applicare l'affido condiviso? Quanti sono oggi i padri che curano i
propri figli facendogli il bagnetto, cambiandogli il pannolino,
vestendoli, dando loro da mangiare e curando il loro ombelico
appena nati o seguendoli durante i compiti scolastici e gli
impegni sportivi?
Sono moltissimi. Allora perché, se le donne
hanno raggiunto la parità dei diritti nell'ambiente lavorativo,
politico, religioso e sociale, i padri non possono avere un pari
trattamento nei casi di separazione ed affido dei minori?
Tanto più che la
realtà della condizione femminile in Italia, come nel resto del
mondo occidentale, è divenuta quella della
donna/lavoratrice/madre, ovvero uguale a quella
dell'uomo/lavoratore/padre.
Allora dove sta la
differenza? Forse
la differenza si trova nel fatto che oggi si vuole far pagare alla
figura maschile i secoli di sottomissione da parte dell'altro
sesso? Allora dove sono finite le lotte femministe per la parità
dei diritti tra uomo e donna?
Proprio per
supportare ulteriormente quest'ultima considerazione vorremmo
portare a conoscenza dei lettori e delle lettrici che una
famosissima femminista americana Wendy Mc Elroy si è apertamente
schierata a favore dei movimenti per la pari genitorialità al
fianco degli innumerevoli movimenti maschili che stanno
denunciando il non rispetto dei diritti dell'uomo, come si può
agevolmente leggere nel nostro archivio dedicato alla Stampa
Internazionale.
Come è successo in
passato per le donne, le quali hanno, giustamente, manifestato un
loro disagio, nonostante tutti pensassero che andava tutto bene
per quei tempi, se ora ci sono dei padri che si lamentano
attraverso continue manifestazioni, articoli di giornale,
trasmissioni dedicate all'argomento "Disparità di
trattamento nelle cause di separazione ed affido minori",
qualche ingiustizia e disagio sociale ci sarà veramente.
Perché fare della
filosofia spicciola, minimizzare, chiudere gli occhi e le orecchie
ed aprirle soltanto quando si hanno fatti di sangue dove la madre
uccide i figli con i sistemi più barbari, come metterli in
lavatrice, strangolarli, affogarli, accoltellarli, buttarli dal
terrazzo ed altri ben archiviati nella nostra raccolta di articoli
di giornale dedicati all'argomento separazioni e liberamente
consultabile nel nostro sito internet.
E' anche
giusto affermare che gli uomini in alcuni casi uccidono
le donne a seguito delle separazioni ed affido dei minori,
ma lo fanno perché sono estenuati dalle lungaggini burocratiche
delle cause di separazione e soprattutto dal fatto che
tanto sono ben consapevoli che quando compariranno davanti
al Giudice, quest'ultimo nel 90 dei casi deciderà a
favore della madre e l'uomo/padre diverrà soltanto una
macchina da soldi con, nella realtà dei fatti, più nessun
diritto sull'educazione dei figli.
E diverrà per
giunta un "senza casa". Occorre infatti far notare che
tutti gli uomini/mostri che hanno messo in atto l'omicidio nei
confronti della ex coniuge, e più raramente nei confronti dei
figli, prima della separazione erano, probabilmente, dei
rispettabili cittadini/lavoratori/amici/padri attaccati ai figli
ed alla famiglia.
Ovviamente ad
esclusione di coloro che soffrivano già di conclamati problemi di
salute mentale e per questo erano in "osservazione" da
parte delle Istituzioni preposte. Non è inasprendo ulteriormente le pene
per i coinvolti che si eviteranno questi fatti di sangue, e
neppure aumentando la presenza di Istituzioni che si intromettono
all'interno dei nuclei familiari e delle scuole, che si otterranno
migliori risultati.
I problemi, in
questo caso, vanno affrontati alla base, ristabilendo cioè le
parità dei diritti tra i genitori, anche se non più coniugi, per
il bene dei loro figli e, di conseguenza, della futura società,
indipendentemente dalle ideologie politiche di coloro che sono
chiamati, per volontà del popolo sovrano, a legiferare.
L'affidamento condiviso
tende a ristabilire le funzioni genitoriali responsabilizzando
entrambi i genitori, e soprattutto ridando le figure genitoriali
ai figli onde evitare che, appena raggiunta l'età di 10-13 anni,
gli stessi cadano nella depressione e nella sfiducia verso il
prossimo, che l'affidamento monogenitoriale ha loro trasmesso.
Ricordiamoci sempre
che, al di là delle belle parole che spesso riempiono la bocca
degli "addetti ai lavori" che le pronunciano e delle
affermazioni che, secondo alcuni, dovrebbero essere prese per oro
colato soltanto perché chi le ha pronunciate, magari, ha una funzione
pubblica di notevole potere, c'è il futuro dei nostri figli.
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Ge.Fi.S. - Fenitori di figli sequestrati- Comitato Senza Scopo di
Lucro
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