11-01-05, pag. 8, Lettere
 
 
 

L’anno della famiglia



E’ finito il 2004, definito anno internazionale della famiglia. Con questa definizione, che di per sé riempie la bocca di molti e mette a tacere la coscienza di altri, si è inteso rinnovare l’impegno delle istituzioni pubbliche italiane a difendere i diritti della famiglia e dei suoi componenti. I bambini rappresentano una componente sostanziale della famiglia e nel contempo la parte più debole della società perchè, seppure abbiano una sensibilità innata nel riconoscere chi vuole loro bene e chi no, molto raramente vengono interpellati dalle istituzioni.  Le loro parole restano troppe volte inascoltate proprio da quelle strutture pubbliche che si dichiarano impegnate a portare avanti i diritti dei minori e che, a seguito di questo impegno, ricevono anche notevoli somme di denaro pubblico per supportare i servizi resi ai cittadini ed ai minori.  Di questi casi ne abbiamo a bizzeffe, uno dei più clamorosi è quello che proprio in questi giorni si sta consumando a Perugia, definita la città dei ragazzi per la presenza di uno svariato numero di studenti di ogni ordine, grado e nazionalità. Proprio in questa città, simbolo della gioventù italiana e straniera, una bambina di otto anni con genitori separati ha espresso la volontà di voler stare con il padre, a fronte di un’ordinanza del Tribunale di affido monogenitoriale alla madre.  Nonostante questa libera e chiara espressione della propria volontà di minore, coinvolto in un ennesimo caso di separazione dei genitori, la stessa viene completamente ignorata dalle istituzioni che, invece, dovrebbero rispettarla principalmente dichiarandosi di agire nell’esclusivo interesse dei minori. Gli assistenti sociali, incaricati dal Tribunale, cercano di prelevare coattivamente la bambina, anche attraverso l’utilizzo delle forze dell’ordine, pur di dare seguito ad un’ordinanza del Tribunale e senza neppure ascoltare la minore, quando questo dovrebbe essere il loro specifico compito, non rispettando minimamente il suo diritto di scegliersi il genitore affidatario ritenuto più idoneo. Tutto ciò mentre noi continuiamo a sentire la famosa frase “nel supremo interesse del minore”, pronunciata da queste istituzioni pubbliche.  Molti lettori potrebbero pensare che questo sia un caso isolato, un esempio lontano dalla realtà e dalla quotidianità, ma non è così. Di queste situazioni, nelle quali la voce dei minori non viene ascoltata, ve ne sono innumerevoli e dove, a volte, la loro volontà viene distorta non si sa bene a quale scopo, ma di sicuro non per il supremo interesse del minore.  Infine, vorrei terminare con due preghiere ed un augurio. Una preghiera è rivolta alle istituzioni pubbliche italiane, ai politici di ogni schieramento ed alla Chiesa cattolica, preposti a garanzia dei diritti della famiglia e dei minori, affinchè il nuovo anno 2005 rappresenti l’inizio di una nuova fase in cui il minore venga posto al centro dell’attenzione e venga data allo stesso la possibilità di esprimersi liberamente e, nel caso di separazione dei genitori, venga soprattutto rispettato il suo diritto ad avere un rapporto paritario con entrambi, anche attraverso l’applicazione sistematica dell’affidamento congiunto.  Un’altra preghiera si rivolge ai giudici dei Tribunali italiani affinchè, attraverso la loro facoltà di peritum peritorum , vaglino sempre con molta attenzione le relazioni degli operatori dei servizi sociali, che potrebbero veramente essere determinanti per i minori.  L’augurio di un felice e prospero anno 2005 è rivolto a tutti coloro che, come cittadini italiani, operatori delle istituzioni pubbliche, svolgono i loro compiti con coscienza, dedizione e vero spirito di miglioramento, al fine di garantire il rispetto dei diritti umani, della famiglia e principalmente dei minori, i quali rappresentano il futuro della società.
Fausto Paesani Presidente comitato Ge.fi.s. (figli di genitori separati)