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Figli e genitori «con-divisi»


"La legge sull’affido condiviso è stata approvata piuttosto in silenzio, “distratti” come eravamo da quella “leggina” che è la modifica della Costituzione; ed è in silenzio che la sconquassata macchina giudiziaria sta affrontando il complicato scenario creato..."
mercoledì 15 marzo 2006, di T.M. - 1153 letture

«Spett.le ..., con la presente vi informiamo che a Roma nei giorni 17-18-19 marzo 2006 è indetta una manifestazione organizzata dal Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati - Comitato Senza Scopo di Lucro... » No, non è quello che potrebbe sembrare; bambine e bambini sequestrati (rapiti, fatti sparire) non c’entrano. A scrivere è un’associazione che raccoglie genitori (leggi: padri) separati o divorziati cui figli sono stati affidati all’altro genitore (leggi: alla madre). Tra questi ci saranno - più o meno numerosi - anche padri ai quali il comportamento scorretto della “ex” impedisce un “normale” rapporto con i figli. Posto che nei casi di rapimenti (e “rapimenti”) da parte di uno dei genitori la magistratura ha specifiche norme per intervenire, quel “figli sequestrati” nel nome di un’associazione resta sinistramente evocativo; è per se stesso insinuazione, prefigura giudici che avrebbero non affidato dei minorenni, secondo legge e coscienza, ma avrebbero concorso nel loro sequestro. Mandanti, esecutori, complici... un’associazione a delinquere, insomma. Ma della magistratura si dice questo e altro...

La manifestazione è indetta - in fortuita coincidenza con la Festa del papà? - «per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’assoluta necessità dell’applicazione sistematica della nuova Legge sull’Affido Condiviso dei figli in tutti i casi di separazione dei genitori, esclusi naturalmente quelli in cui vi sia stata violenza conclamata sui minori coinvolti.»

Domanda: se la violenza è stata perpetrata solo nei confronti dell’altro genitore (statistiche alla mano: nei confronti della madre)? Mah...

«Tale manifestazione è stata definita "Tre giorni per la giustizia" proprio per sottolineare che l’Affido Condiviso dei figli è la scelta più giusta nelle separazioni dei genitori e che la riforma del Diritto di Famiglia è ormai improrogabile, anche attraverso l’istituzione, nei Tribunali Ordinari, di una sezione altamente specializzata nelle vicende riguardanti tutta la sfera della Famiglia e dei Minori, abolendo finalmente quelle Istituzioni, come il Tribunale per i Minorenni, ormai obsolete. ... Invitiamo tutti i genitori, i nonni ed i familiari coinvolti nei casi di separazione ed affido minori, ma anche i singoli cittadini ai quali interessa veramente il bene delle Famiglie Italiane, a partecipare alla manifestazione al fine di poter rendere il loro contributo per la riuscita del nostro intento.»

Posto che a pesare di più è sempre la nostra croce (per dire che tutte le manifestazioni di “buoni intenti” devono avere dignità sulla pubblica piazza reale e virtuale), potrebbe comunque capitare che ai Fori Imperiali, nei giorni indicati, ci saranno più turisti che manifestanti. A discolpa degli assenti può essere ricordato che molti saranno piuttosto distratti - il 18 marzo, per esempio - da quella sorta di “manifestazione di disturbo” che è la Giornata per la pace de «L’Italia che ripudia la guerra», e altri magari si perderanno dietro a quisquiglie come una campagna elettorale per un’Italia bisognosa di mani che rafforzino il nodo che la àncora alla sua Costituzione... Insomma, siamo “distratti” da molte cose, ci perdonino i genitori onlus dei figli sequestrati dai giudici, ma, a ben vedere, «stiamo lavorando (anche) per voi».

È vero, però, che la legge sull’affido condiviso è stata approvata piuttosto in silenzio, “distratti” come eravamo da quella “leggina” che è la modifica della Costituzione; ed è in silenzio che la sconquassata macchina giudiziaria sta affrontando il complicato scenario creato, dovendosi affidare, eventualmente, a figure professionali nell’ambito di servizi sociali al limite del collasso. (Hanno oggi i Comuni i mezzi economici per istituire - per fare un esempio - quell’essenziale servizio che è/sarebbe il centro di mediazione famigliare? Lo Stato si “autotutela”: «Dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.»)

La legge 8 febbraio 2006, n. 54 (Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli) apporta modifiche all’articolo 155 del Codice civile e a vari articoli del Codice di procedura civile. Non ha il potere di apportare modifiche alla nostra mentalità, alle esistenti difficoltà del vivere e, temo, non renderà più serena la quotidianità troppo spesso intrisa di veleni di ex coniugi e dei rispettivi figli.

La legge stabilisce (o meglio: ribadisce) principi più che condivisibili: «Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.» Festeggiata come conquista da parte dei genitori non affidatari, i genitori cui spetta la giornaliera “battaglia” della convivenza dovrebbero applaudirla leggendo che (finalmente) nello stabilire le misure economiche del concorso al mantenimento dei figli, il giudice dovrà valutare anche «la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore».

Ci saranno giudici, tanti, che utilizzeranno con intelligenza e sensibilità la discrezionalità insita anche nella nuova legge. Diciamo che “faranno giustizia”, applicando la legge. Se avranno il tempo per approfondire situazioni (per forza di cose) intricate, se avranno i mezzi per avvalersi di collaborazioni, se..., se... Se il funzionamento della macchina giudiziaria sarà affrontato aggredendo alla radice i fattori “immobilizzanti”. E intanto?

Beh, una soluzione ci sarebbe. Dovrebbero separarsi e divorziare soltanto donne e uomini che si amano e vanno perfettamente d’accordo. Gli altri rischiano di non avere davanti una vita ma un iter giudiziario. Se prima, con il “vecchio” art. 155, per le faccende di “ordinaria amministrazione” i figli avevano un punto fermo nella persona del genitore affidatario, ora ne avranno due “malfermi” e separati proprio perché non più in relazioni armoniose. Ciascuno dei quali con la possibilità di rivolgersi ad un giudice per veder affermato il proprio punto di vista. Intanto chi deciderà se iscrivere la figlia al corso di karatè o il figlio al desiderato corso di cucina? Il giudice, posto che ci riesca prima della fine del corso medesimo.

Una buona notizia c’è: possono (devono) ricorrere i genitori per la soluzione di qualsivoglia controversia e possono chiedere la revisione degli affidamenti unilaterali (ovvero di buona parte delle sentenze attualmente in vigore!), ma «se la domanda risulta manifestamente infondata, il giudice può considerare il comportamento del genitore istante ai fini della determinazione dei provvedimenti da adottare nell’interesse dei figli». Io l’ho tradotto così, in termini spicci: occhio a raccontare balle (troppe o troppo grosse) utilizzando i figli per spirito di vendetta contro gli «ex». Auguri ai giudici; ne hanno bisogno giacché devono districare matasse poco divertenti. In attesa che nasca la legge per l’abolizione della cattiveria umana.

Rispondere all'articolo - Ci sono 1 contributi al forum.
Figli e genitori «con-divisi»
29 giugno 2006

Tutto giusto, o non giusto, la vita dei detti figli cambia comunque vada.in peggio e questa purtroppo e storia la guerra fra genitori e’ un ottimo fertilizzante per l’egoismo dei piccoli man mano che crescono ferendo irreparabilmente la societa’ che percorre la strada della giungla e non della rettitudine e della ragione,valori ormai in questi casi non esistenti.Sarebbe il caso sicuramente non accettato da tutti che i governi mettessero freno a decisione di separarsi quando ci sono bimbi e di sorvegliare il loro stato di crescita e se il caso di togliere da questa gente marcia il frutto che diviene marcio se non allo stesso modo forse peggio dall’esempio datogli ( prevenire per meglio curare) salutare alle prossime generazione facendo modo che si insegnino valori oggi inesistenti. Ci sarebbero meno capricci da parte dei grandi, meno ubriaconi,meno violenza e piu’ considerazione a creare figli; visto che piu’ delle volte sono problemi di ogni natura che si passano ai figli.Le distruzioni familiari non fanno bene a popoli civili,o forse fanno comodo anche ai governi?in forma paliativa di destabilizzazione? Un caro saluto invito a rimanere a tutti i costi uniti. Ciro Esposito
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