il corpo dell’inglese

(Einaudi, Stile Libero Noir, 2004)

Gheghe, un passato marginale ma sanguinoso nella fase finale della lotta armata, esce dal carcere dopo più di vent'anni.
Sembrerebbe non avere più nessuno al mondo, e invece qualcuno lo ha aspettato, là fuori, per tutto quel tempo.
Sembrerebbe non avere più niente, e invece ha un segreto, custodito gelosamente.  Sembrerebbe anche che il mondo fosse cambiato completamente, e invece no. Il giorno del suo "fine pena" è un giorno di prima estate: da quel momento si innesca un vortice di ricatti, paure, sospetti e tensioni che finisce per risucchiare molti altri personaggi apparentemente lontani anni luce da quegli anni e da quelle lotte. Come Leo, che ha appena trovato il primo lavoro "a tempo indeterminato" della sua vita. O Mary Jane, che fa la spola fra la Spagna, Londra e l'Italia, forse non solo sulle tracce dei poeti romantici inglesi nel nostro Paese. O anche come Mattia, che ufficialmente fa il supplente, ma che da anni vive da solo in una casa grande come il suo dolore.



le recensioni


Come in certi film in cui il montaggio, dominato dagli slittamenti temporali, si diverte a scompaginare le nostre abituali categorie percettive, (Pulp Fiction, Amores Perros), l'alternanza degli sguardi illumina i singoli squarci del mosaico, e solo la convergenza finale recupera nella sua interezza l'ordito del patchwork. Ne deriva una struttura esaltante, da palati raffinati.

(Giancarlo de Cataldo, La Repubblica)


La robusta compattezza antropologica di questo romanzo a tre voci rappresenta il tentativo concreto di incanalare il genere su un tracciato realistico esistenziale in cui il corso dei destini sfiora la Storia passando per il pattume quotidiano della cronaca.

(Sergio Pent, La Stampa)


Non si tratta di una vera spy story, né del classico thriller. Il tentativo, riuscito, è quello di imboccare una nuova strada del noir all'italiana, dove sulla trama - terrorismo, servizi segreti, narcortrafficanti vari – prevale una cronaca minuziosa del paesaggio e dei personaggi.

(Stefano Bellini, TG2 Libri)


Vittime e carnefici del loro tempo, i protagonisti di questo romanzo vivono in una specie di apnea, dove tutto o nulla sembrano conchiglie in balia di un mare che loro non potranno mai navigare. (...) Bello, bello davvero questo romanzo.

(Simone Innocenti, Il Giornale) 


Splendido romanzo corale dagli intrecci ad orologeria, dai personaggi disegnati a tutto tondo, dagli sfondi cesellati. Un primo tempo tutto politico. Un secondo modaiolo. Un gran finale dove vite e ambienti sorprendentemente si annodano. Fra raffiche di colpi di scena.

(Gian Marco Walch, Il Giorno)


Eccellente nei dialoghi,martellanti e capaci di raccontare personaggi e situazioni senza orpelli eppure con forte sensibilità... Un po' affastellato e a tratti farraginoso il plot del romanzo.

(Rossella Martina, La Nazione /QN)


Un intreccio fra realtà e finzione, che invita a esplorare i misteri del nostro Paese.

(Lavinia Rittatore, Donna Moderna)


Gli Who non sono la sola buona musica. Trascurato il cibo. Segnalo il corpo di Chris Evert a pagina 272.

(Valerio Calzolaio, Il Salvagente)


<>Il romanzo di Simi si presenta fin dall'inizio promettente e intrigante, essendo un thriller di notevole impegno letterario e ideologico. (...)  Il libro è benissimo scritto e certamente non annoia, anzi i colpi di scena fioccano da tutte le parti. Eppure si avverte una sordità di fondo, una mancanza di perspicuità e di trasparenza (...) Ma forse il disagio del lettore nasce da un motivo semplice. Simi, che è narratore molto dotato, ha avuto il torto di zavorrare all'eccesso il plot del romanzo. Non sarà che i giallisti italiani sono troppi e costretti a farsi una concorrenza spietata?

                                                                                                                                                                                                        (Leandro Piantini, L'Indice)


pareri dei lettori dalla rete


... da una collana a cura di Lucarelli poteva nascere solo un bel libro. Bellissimo sia dal punto di vista dell'intreccio che dal punto di vista della scrittura che da quello della storia. completo. veramente estivo. 9                                                                                                                                                                                                  (blog www.iobloggo.com di Mr. Foix)

... mi ha sorpreso in particolar modo l'italianissimo noir: "Il corpo dell'inglese" di Giampaolo Simi. Un giovane scrittore di Viareggio, scenario di ambientazione dello stesso romanzo, davvero sorprendente.

(postato da da c.max su www.rellina.splinder.com)


Simi muove mirabilmente le pedine di questo suo puzzle tragico, che ha i contorni di un thriller metropolitano, dove, però la soluzione e la verità sono così cangianti e intricate da mutare quasi di pagina in pagina, fino al punto di raccordo finale.  

                                                                                                                                                                                       (Massimo Gabbrielli su http://bibliolandia.it )


(a proposito di "Il passato è una terra straniera" di Gianrico Carofiglio): Quest' anno ne ho letti altri due su questo livello: uno è "1977" di David Peace, l' altro è "Il corpo dell' inglese" di Giampaolo Simi. Tutti e tre straordinari.

(postato da francesco su www.internetbookshop.com)


Il libro è costruito come una sorta di gioco a incastri, dove eventi, oggetti e personaggi ritornano più volte in tutte e tre le storie e si chiariscono l'un l'altro, fino a formare di fronte agli occhi del lettore un'unica tragedia. Simi in questo dimostra un controllo perfetto della materia, costruendo piano piano un tessuto narrativo convincente. (...) una storia che coinvolge, raccontata per di più in uno stile evocativo, a tratti quasi lirico, capace di passare con naturalezza e disinvoltura dall'ironia di un dialogo alla disperazione più totale.

(Lorenzo Trenti su www.thrillermagazine.it)



Va subito detto: Simi costruisce un romanzo noir godibile e di facile lettura, un romanzo in cui da una pagina all’altra il lettore si appende alle sue parole e alla sua capacità affabulatoria. In quattrocento pagine riesce a dipanare la sua storia facendo parlare vari protagonisti, mutando io narrante e mantenendo sempre la narrazione al tempo presente.

(postato da Gielle, sul blog  http://kacciukkino.ilcannocchiale.it/ 28 agosto 2005)