Avvenire 29 Luglio 2000 - Citato Gregorio di Nissa

Rassegna stampa

Patristica. Raccolte in un volume tutte le orazioni del padre orientale del IV secolo

Gregorio di Nazianzo, il poeta "teologo"
più amato dai bizantini

Afflitto da una pessima salute, divenne vescovo di Costantinopoli

Ci ha lasciato 17.000 versi

Gian Maria Vian

Gregorio di Nazianzo, uno dei Padri della Chiesa più famosi, per i bizantini era noto semplicemente come Gregorio "il teologo", con un appellativo riservato soltanto al quarto evangelista. Nato in Cappadocia (nell'attuale Turchia) verso il 330, fu intimo degli altri due grandi cappadoci, i fratelli Basilio e Gregorio di Nissa, e con loro forma parte di una triade rivelatasi di decisiva importanza nell'elaborazione culturale e dottrinale del cristianesimo. Per la vita del Nazianzeno fu fondamentale l'eccellente formazione culturale, a Cesarea di Cappadocia, a Cesarea di Palestina (dov'era la più grande biblioteca cristiana), ad Alessandria e ad Atene. Compiuti gli studi, nel 358 si fece battezzare e nel 361 fu ordinato presbitero dal padre, Gregorio il Vecchio, che era vescovo di

 

Nazianzo e che forzò la sua incertezza tra il desiderio d'una vita monastica e l'amore delle lettere profane: "Molto m'affaticai (...) ma anche queste le presentai prone al suolo innanzi a Cristo, sottoposte al Verbo del grande Dio, che copre ogni mutevole e multiforme discorso della mente mortale". Poi nel 372 Basilio, bisognoso di uomini fidati per la sua politica ecclesiastica, costrinse l'amico ad accettare l'episcopato di un piccolo centro, Sasima, che però non raggiunse mai. E qui cominciarono i guai di Gregorio, afflitto tra l'altro da una pessima salute e da difficili vicende familiari: morto il padre nel 374, resse per un poco la sede di Nazianzo ma ben presto se ne ritirò alla ricerca d'una vita ritirata, finché la morte anche di Basilio lo spinse in prima linea. Fu così che il raffinato letterato al corrente d'ogni dibattito teologico divenne per un brevissimo convulso periodo, tra il 379 e il 381, vescovo della "nuova Roma", la grande Costantinopoli, avversata dall'altra grande sede orientale, Alessandria. Travolto da complesse vicende politiche Gregorio tornò per un paio d'anni a Nazianzo, per poi ritirarsi definitivamente e morire nel 390. Le vicende tormentate della vita di Gregorio non oscurano però il suo lascito letterario e teologico: 44 orazioni, oltre duecento lettere, circa 17mila versi di splendide poesie (una scelta è presso Città Nuova), che per l'espressione impareggiabile e il contenuto teologicamente sicuro lo consacrarono tra i bizantini come l'autore preferito, che fu letto, trascritto e commentato con passione, come confessò nell'XI secolo Michele Psello: "Passo il tempo tra i fiori di primavera del suo stile e vengo trasportato via dai miei sensi. Rendendomi conto di essere stato trasportato via allora amo e ammiro il mio rapitore".

 

Esempio perfetto d'armonia tra cultura profana e amore di Dio, "il teologo" affermò con chiarezza il valore della prima, "che è disprezzata dalla maggior parte dei cristiani come cosa insidiosa e fallace e che molto ci allontana da Dio. Ebbene, costoro hanno torto. (...) anche queste discipline ci servono per il culto di Dio, perché noi apprendiamo il meglio da ciò che è peggio e facciamo di quello che costituisce la loro debolezza la forza della nostra dottrina cristiana" (Orazione 43, 11). Rende quindi davvero giustizia alle convinzioni di Gregorio l'editore Bompiani, che ha appena scelto di pubblicare nella collana "Il pensiero occidentale" (diretta da Giovanni Reale con l'aiuto di Roberto Radice), dopo Platone e le Enneadi di Plotino, la traduzione italiana delle sue orazioni (con il testo greco delle "Sources Chrétiennes" a fronte), introduzioni e note d'un gruppo di specialisti (Claudio Moreschini, Carmelo Crimi, Chiara Sani e Maria Vincelli). La completezza del volume, la sua presentazione più che buona e di prezzo accessibile, l'originale greco che incuriosisce anche i non specialisti, ma soprattutto l'incanto del "teologo" concorrono ad augurare all'impresa un esito felice.

Gregorio di Nazianzo
Tutte le orazioni
Bompiani
Pagine 1526. Lire 65.00

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