Chi sono?
Difficile dirlo; dovrebbero dirlo coloro che mi
conoscono, perché io non mi vedo, o meglio, mi vedo solo quando sono davanti
ad uno specchio, ma in quei momenti, vedo solo l’immagine riflessa di me
stesso, quindi una illusione.
Potrei affermare di essere un’illusione? Se così fosse,
significherebbe che non esisto,ma allora come farei ad essere qui, ora, a
scrivere tutte queste cose? Mah!!!!
Dai pochi documenti in mio possesso, risulta nonostante
tutto, che sono nato circa 20895 giorni fa.
Mi dissero che in quel lontano giorno, Alessandria era
coperta da 50 cm. di neve ed io fui portato a casa con una carrozza trainata
da due cavalli bianchi (ma che bel quadretto impressionista!).
E fu così che crebbi, crebbi e crebbi (che strano verbo
il passato remoto di crescere, mi ha sempre fatto sorridere) ed
inesorabilmente il tempo trascorse anche per me.
Ora mi trovo qui, con i miei 20895 giorni compiuti
oggi, con qualche ruga, un poco canuto (vi rivelo un segreto; i miei capelli
sono nerissimi, ma tutte la mattine me li tingo di grigio per sembrare più
interessante) e guardandomi attorno mi chiedo:
“ma che cosa sto facendo con questa tastiera sotto le
dita?”
Cosa mi piace?
Amo le passeggiate nei boschi, le gite in bicicletta,
parlare con gli animali e con gli alberi, il vento fra i capelli, il profumo
dei ciclamini e delle viole, la musica, la lettura, ma quello che mi fa
sublimare è la Poesia.
Montale è tra i miei preferiti insieme a Pascoli e
Penna.
La mia formazione scolastica è tecnica (sono un pessimo
ragioniere divenuto tale soltanto grazie ad un tema su Leopardi che ho
svolto durante l’esame di maturità) quindi la mia “cultura” è molto
frammentata e lacunosa.
L’ultimo libro che ho letto è “Il pendolo di foucault”
(l’ho letto due volte, ma praticamente non ho capito quasi niente).
Mi considero un umile manovale del verso e mi diletto
da sempre nello scrivere pseudo poesie in lingua ed in dialetto
alessandrino.
Ogni tanto partecipo a qualche spettacolo di Poesia
dove recito i miei versi. (subdolo escamotage per raccogliere e portare a
casa la frutta e la verdura che mi lanciano al termine di ogni recita).
Altro di me non so cosa dire.
Vi saluto
Gianni Regalzi
Libero pensatore, un poco ribelle e un po’ sognatore