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Nascondino
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Nascondino
di F.Milella

I bambini hanno sempre giocato all'aperto ai giochi più fantasiosi, spesso inventati; di questi ne esistono di speciali, giochi che conosciamo tutti, giochi che non muoiono mai. Il più famoso, presumo, si possa considerare il nascondino (detto anche nascondarello o nascondarella, o inguattarella).

Numero di giocatori: da un 3 in su;
Età: bambini di tutte le età;
Materiale occorrente: uno spazio di gioco che offra la possibilità di nascondersi.

Giocatori di nascondino

Regole del gioco
Per prima cosa occorre raggruppare un numero sufficiente di giocatori, dopodichè si decide chi "sta sotto", (o anche chi deve "puzzare" o "mpuzzare") cioè colui che deve contare; questa difficile decisione solitamente viene presa tramite "conta". Per la scelta di chi deve stare sotto ogni tradizione locale ha il suo metodo: canticchiando simpatiche filastrocche oppure affidando la sorte al fato con un lancio di monete o un pari o dispari.
Una volta scelto il giocatore, detto "cacciatore" o "lupo", si dovrà stabilire la "piomba" (o "tana" o "toppa" o "sacro") ovvero ciò che chi si nasconde dovrà toccare per vincere, che normalmente è un muro o un albero e su cui il prescelto si appoggerà ad occhi chiusi ed inizierà a contare ad alta voce.
Il "contare" serve per concedere ai giocatori il tempo necessario per nascondersi. Per sapere quanto contare esiste una semplice regola universalmente applicata: si somma 10 per ogni giocatore, più altri 10 per la piomba.
Quando il "cacciatore" termina la conta grida "VIA" oppure grida l'ultimo numero della conta (ad esempio se fossero 4 bambini-preda griderebbe "50") e comincia così a cercare i compagni di gioco che nel frattempo si sono opportunamente nascosti.
Lo scopo del cacciatore è quello di individuare tutti i compagni. appena ne avvista uno, deve correre verso la piomba, toccarla e gridare "piomba" (oppure "visto") seguito dal nome del giocatore scoperto. Nel contempo chi è stato scovato deve, per vincere, anch'egli correre verso la stessa meta e gridare semplicemente "piomba" (oppure "libero") prima del cacciatore.
Il primo giocatore che viene scoperto e non riesce per primo ad arrivare alla piomba, sarà il cacciatore al turno successivo, a meno che l'ultimo dei suoi compagni, scoperto, non tocchi la piomba gridando a squarciagola "libero tutti". In questo caso il giocatore che stava sotto dovrà ripetere il turno.

Varianti
La variante ehi, tu! aggiunge una semplice regola che rende il gioco molto più rapido e dinamico; infatti, quando un giocatore viene visto e non raggiunge per primo la piomba, dovrà aiutare il cacciatore a trovare gli altri.
Una variante è il rimpiattino che differisce dal precedente per il fatto che il giocatore che sta sotto deve toccare l'avversario scoperto, che invece di correre verso la piomba dovra semplicemente scappare.
La variante del pescatore è un pò particolare, infatti un solo giocatore dovrà nascondersi nel ruolo di "pescatore", gli altri, in qualità di "pesci", dovranno cercarlo. Quando un pesce trova il pescatore viene "pescato" e dovrà nascondersi anche lui. Il gioco finisce quando rimane un solo pesce, che passerà a fare il pescatore nel turno successivo.
Le varianti non sono solo limitate al nostro paese; possiamo infatti trovarne altre nel resto del mondo.
Nella vicina Albania si decide la piomba sputandoci sopra; in Romania i bambini, per rendere il gioco più difficile, giocano al buio anzichè alla luce del sole, si gioca in 10 e si conta fino a 20; in Africa invece, viene lanciato un oggetto che dovrà essere preso e portato nel luogo scelto per la tana da chi sta sotto che poi comincia a cercare. I giocatori nascosti, per vincere, dovranno recarsi vicino all'oggetto senza essere visti da chi li sta cercando.
È da tenere presente che ogni regione ha il proprio dialetto e i propri termini oltre a piccole varianti, difficile stabilire con certezza quali siano in effetti quelli corretti, in bassa Toscana, ad esempio, anzichè dire piomba o tana si dice "tingolo", "toppa" nel caso del rimpiattino, gli altri termini sopracitati fanno appunto riferimento ai dialetti più comuni.

Psicologia
I giochi infantili hanno, ed è bene tenerlo sempre a mente, un ruolo importante nello sviluppo di un bambino, specialmente a livello sociale, è qui che impara le regole di comportamento e di autoregolazione del proprio carattere nel confronto con i propri compagni.
Il gioco oggetto di questo articolo ha una caratteristica particolare, ma comune a tutti gli altri giochi in cui un solo giocatore per volta "sta sotto". Chi ricopre questo ruolo ha in effetti il controllo della partita; è su di lui che ruotano lo sviluppo del gioco ed il movimento degli altri compagni. È anche vero però, che è quello più spiacevole; a nessum bambino piace contare, sia perchè si è soli ed isolati mentre gli altri giocano in cooperativa e interagiscono tra loro, sia perchè chi si nasconde ha più piacere nell'ostentare spavalderia andando incontro al cacciatore per sfidarlo o per farsi gioco di lui perchè incapace di prenderlo, anzichè nascondersi passivamente o scappare. È proprio da queste situazioni che si determina il carattere di un bambino; da queste provocazioni possono anche scaturire spiacevoli sentimenti, quali umiliazione ed emarginazione da parte del giocatore che non riesce a scovare i compagni sentendosi deriso o magari perchè è il più lento a correre in quanto meno fisicamente dotato, per questo motivo, in alcuni stati americani è addirittura vietato nelle scuole.
Non siamo pessimisti però, in questo gioco si manifesta anche un sano antagonismo tra i concorrenti, utile all'accettazione delle regole del gioco e dei comportamenti individuali dei vari giocatori e questo costituisce un arricchimento della personalità dei bambini.
Il nascondino, non essendo un gioco violento e di contrasto fisico, è un gioco di società in cui si manifestano principalmente i lati positivi della rapporto ludico tra ragazzi.

Mito
"Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.
Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia, come sempre un po' folle propose:
"Giochiamo a nascondino!"
L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese:
"A nascondino? Di che si tratta?"
"È un gioco, - spiegò la pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1.000.000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco."
L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia alla quale non interessava mai niente... Però non tutti vollero partecipare.
La verità preferì non nascondersi. Perché, se poi alla fine tutti la scoprono?
La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arrischiarsi.
"Uno, due, tre..." - comincio a contare la pazzia.
La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla cima dell'albero più alto.
La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Cosi la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sè.
La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è vero, si nascose dietro l'arcobaleno).
La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio...non mi ricordo...dove?
Quando la pazzia arrivò a contare 999.999 l'amore non aveva ancora trovato un posto ove nascondersi poiché li trovava tutti occupati, finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" - contò la pazzia. E comincio a cercare.
La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo. Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.
Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza.
Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
Alla fine trovò un pò tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.
Solo l'amore non le appariva da nessuna parte.
La pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami. Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore...! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.
Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna."

Autore: Anonimo.

Magari non è esattamente questa l'origine del gioco, ma lasciamoci trasportare dalla fantasia...

 
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VOTO: 8
 
 
 
 
 
   

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