SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA DELL’AREA DI INTERVENTO

1. Stato della procedura

Le Province di Chieti, Campobasso e Isernia hanno posto a base del proprio programma amministrativo i problemi dell’occupazione e dello sviluppo del territorio; per l’azione e le scelte finora assunte le Province rappresentano il punto di riferimento degli operatori economici e delle forze sociali. In tema di sviluppo locale, a seguito del convegno indetto dalla Regione Abruzzo agli inizi del 1996, con la partecipazione del Prof. Giuseppe De Rita, in cui si ribadiva il ruolo propulsore e di promozione delle Province, sono state avviate le attività informative sui patti territoriali. Il Consiglio provinciale di Chieti, nella seduta 30 luglio 1996, ha indicato tre aree di riferimento:

  1. Chietino-Ortonese (Val Pescara)
  2. Vastese (Trigno-Sinello)
  3. Sangro-Aventino

La individuazione delle aree è il risultato di indicazioni economiche, culturali e funzionali e non amministrative.
Successivamente su tutto il territorio sono stati organizzati una serie di incontri e consultazioni tra le autorità pubbliche, le forze sociali ed economiche e le istituzioni culturali che hanno evidenziato bisogni, opportunità e volontà.
La riunione di Roccavivara (Madonna del Canneto) del 26 ottobre 1996 ha rappresentato un momento di discussione allargata e partecipata sull’ipotesi di predisposizione e attivazione del Patto Territoriale Trigno-Sinello. La fase di avviamento della procedura risale al 25/9/1996 con la presentazione della richiesta formale di procedura di accompagnamento al CNEL. Alla prima fase di avviamento è seguita quella di prima concertazione locale con incontri tra i rappresentanti di tutte le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali, le associazioni imprenditoriali, gli enti di promozione e di ricerca al fine di indicare i contenuti e le strategie generali del Patto Territoriale.
La prima ipotesi di ambito territoriale è scaturita dalla esigenza inderogabile che l’area debba avere la capacità di fare sistema e avere consolidati rapporti socio-economici, culturali e funzionali. La individuazione dell’area è derivata, quindi, da indicazioni economiche, culturali e funzionali e non amministrative.
Il risultato di tale attività ha portato alla predisposizione e sottoscrizione del Protocollo d’intesa in data 15 settembre 1998.
L’individuazione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni nel rispetto delle esigenze degli operatori, sia pubblici che privati, pone in essere un nuovo sistema di programmazione partecipata dal basso verso l’alto (bottom-up) che può rappresentare una vera rivoluzione ed al tempo stesso una grande responsabilità per gli operatori locali che diventano "attori" del proprio sviluppo.
Per raggiungere tale obiettivo, si è reso necessario un approfondimento dei problemi e un’analisi critica della situazione mirante ad individuare i fattori di successo e gli eventuali vincoli (punti di forza e debolezza) che limitano lo sviluppo che coinvolga attivamente gli operatori, le forze sociali, le istituzioni e gli Enti locali. La metodologia ha visto l’attivazione di una serie di procedure:

  1. Protocollo d'intesa;
  2. Concertazione;
  3. Sensibilizzazione del territorio;
  4. Raccolta progetti di investimento;
  5. Definizione dei piani integrati d’intervento e prima selezione dei progetti;
  6. Predisposizione e approvazione dello schema di Patto territoriale.

Tale metodologia ha garantito:

  • il coinvolgimento di tutti i potenziali interessati;
  • una corretta e utile ricaduta dei benefici;
  • l’attivazione di sistemi innovativi di sviluppo integrato;
  • efficienza e tempi rapidi di decisione e realizzazione.

In circa 12 mesi di intenso lavoro si è conclusa la procedura.

1.1 L'ambito territoriale di riferimento

L’ambito territoriale scaturisce dalla esigenza inderogabile che l’area debba avere la capacità di fare sistema e avere consolidati rapporti socio-economici, culturali e funzionali.
Tenendo conto anche degli indirizzi di pianificazione territoriale a livello regionale e provinciale, il territorio oggetto di azioni di sviluppo locale, interessa 52 Comuni del comprensorio Trigno-Sinello.
L’area di riferimento, che da un punto di vista amministrativo si estende nelle Province di Chieti (30 Comuni), Campobasso (10 Comuni) e Isernia (12 Comuni), è costituita dai territori dei bacini Costa, Medio e Alto Trigno-Sinello. Il comprensorio ricomprende anche le seguenti Comunità montane:

  • Medio Vastese
  • Alto Vastese
  • Monte Mauro
  • Trigno Medio Biferno
  • Alto Molise.

Tale area si estende dalla costa, a ridosso del confine tra Abruzzo e Molise, verso l’interno, lungo le vallate del Trigno e del Sinello, fino alla provincia di Isernia in prossimità del confine con il basso Lazio.
La superficie territoriale interessata dal Piano d’azione è pari a 1.680,27 Kmq.

 

Area Patto

% su Abruzzo e Molise

Abruzzo e Molise

Popolazione

137.673

8,6

1.605.934

Superficie (Kmq)

1.680,27

11,0

15235,36

Comuni

52

11,8

441

Densità (ab./Km)

82

42,7

192

Fonte: ISTAT, 1997 e ns. elaborazioni
1.2 Le caratteristiche demografiche

L’evoluzione si caratterizza per un preoccupante decremento della popolazione nelle aree interne e si conferma una tendenza all’urbanesimo e in generale allo spostamento verso le zone a maggiore crescita economica. Tale fenomeno ha maggiormente penalizzato i comuni sotto i 1.500 abitanti incidendo negativamente su natalità e invecchiamento.
La densità media dell’area è pari circa 82 ab/Kmq.

Popolazione

Sup. terr.

Densità

n.

Comune

n.

Kmq

ab/Kmq

1

Carpineto Sinello

815

29,48

28

2

Carunchio

869

32,39

27

3

Casalanguida

1.197

13,59

88

4

Casalbordino

6.481

45,90

141

5

Castelguidone

547

14,87

37

6

Castiglione M.Marino

2.592

47,70

54

7

Celenza Sul Trigno

1.247

22,60

55

8

Cupello

4.170

48,02

87

9

Dogliola

448

11,64

38

10

Fraine

527

16,10

33

11

Fresagrandinaria

1.341

24,79

54

12

Furci

1.411

26,20

54

13

Gissi

3.313

36,03

92

14

Guilmi

658

12,98

51

15

Lentella

771

12,53

62

16

Liscia

887

8,02

111

17

Montazzoli

1.232

39,22

31

18

Monteodorisio

2.259

25,37

89

19

Palmoli

1.291

32,76

39

20

Pollutri

2.470

26,11

95

21

Roccaspinalveti

1.913

32,92

58

22

San Buono

1.336

25,03

53

23

San Giovanni Lipioni

421

8,67

49

24

San Salvo

15.146

19,61

772

25

Scerni

3.848

41,06

94

26

Schiavi d'Abruzzo

1.966

45,28

43

27

Torrebruna

1.386

23,59

59

28

Tufillo

641

21,50

30

29

Vasto

32.810

70,69

464

30

Villalfonsina

1.126

9,06

124

1

Montenero di Bisaccia

7.137

93,01

77

2

Mafalda

1.607

32,62

49

3

San Felice del Molise

882

24,24

36

4

Montefalcone del Sannio

2.075

32,22

64

5

Montemitro

554

16,05

35

6

Roccavivara

1.048

20,86

50

7

Castelmauro

2.829

43,49

65

8

Trivento

5.281

73,31

72

9

Salcito

775

28,13

28

10

Petacciato

3.236

34,97

93

1

Belmonte

1.048

20,22

52

2

Agnone

6.207

96,30

64

3

Capracotta

1.314

42,38

31

4

Vastogirardi

864

60,72

14

5

Castelverrino

177

6,15

29

6

Poggio Sannita

1.217

20,61

59

7

Pietrabbondante

1.108

27,33

41

8

Civitanova del Sannio

1.015

55,92

18

9

Bagnoli del Trigno

1.131

36,65

31

10

Chiauci

337

15,72

21

11

Pescolanciano

1.094

33,98

32

12

Carovilli

1.618

41,68

39

TOTALE

137.673

1.680,27

82

1.2.1 La situazione occupazionale

In Abruzzo l’occupazione è passata da 445.000 unità nel 1997 a 434.000 unità nel 1998, mentre nel Molise si è passato da 105.000 a 103.000 unità con un decremento, per entrambe le regioni, dell’1%.Circa il 38-40% della popolazione residente risulta incluso tra la popolazione attiva; tale valore è simile alla situazione delle regioni di riferimento. Anche i tassi di occupazione e disoccupazione sono in linea con quelli regionali. La tendenza che si delinea è così riassumibile:

  • i tassi di occupazione e di attività diminuiscono leggermente rimanendo inferiore rispetto alla media nazionale e sensibilmente inferiore al centro-nord ;
  • continua il ridimensionamento dell’occupazione agricola anche se rimane superiore rispetto alla media nazionale e sensibilmente superiore al centro-nord;
  • l’occupazione industriale, ancora inferiore alla media nazionale e del centro nord, diminuisce in provincia di Chieti mentre è stabile nella provincia di Campobasso mentre cresce in provincia di Isernia;
  • diminuisce l’occupazione nel terziario.

Rimane, in generale, una situazione di disparità rispetto al centro-nord in termini di tasso di attività e di occupazione che determina un ritardo consistente in termini di sviluppo. L’identificazione dei fattori di rischio per l’occupazione può risultare evidente dalla lettura combinata di tre indicatori:

  1. La composizione per settore merceologico dell’impresa locale.
  2. L’andamento congiunturale dei principali settori.
  3. I punti di debolezza delle PMI nell’area del Patto.

I tre parametri di riferimento consentono così di comprendere quali settori registrino andamenti negativi, ma soprattutto quali fattori strutturali alle piccole imprese, anche operanti in settori merceologici diversi, costituiscono elementi di rischio per la stabilità dell’occupazione. Poiché allo stato attuale non si registrano fenomeni acuti di criticità l’identificazione di tali fattori orienta l’azione del Patto per organizzare adeguate strategie di consolidamento e qualificazione.

SETTORE ANDAMENTO NOTE
Abbigliamento Incerto
  • in calo la domanda interna
Alimentare In aumento
  • in crescita le esportazioni
Carta, cartotecnica Stazionario
  • esportazioni molto limitate
Gomma e plastica In aumento
  • buona produzione per l’estero
Materiali da costruzione Incerto
  • situazione stazionaria
Metalmeccanica, elettronica In aumento
  • positive le esportazioni
Turismo Leggero aumento
  • buona propensione per le aree interne

Alla luce di quanto sopra si evidenzia:

  • i settori critici per l’occupazione sono quello dell’abbigliamento e quello dei materiali da costruzione,
  • permangono situazioni di ritardo nell’innovazione tecnologica e nei sistemi di gestione delle PMI, compresi gli aspetti finanziari, che possono determinare perdita di competitività,
  • il livello di qualificazione degli addetti e delle persone in cerca di occupazione necessita di un generale adeguamento alle nuove esigenze.
1.3 L'economia locale

Il PIL pro-capite, riferito ai dati EUROSTAT (EUR=15), è pari a 91 per Chieti, 83 per Campobasso e 72 per Isernia fatto 100 il PIL medio della U.E.. Elaborazioni Tagliacarne evidenziano la tendenza all’aumento del PIL per Campobasso e Isernia e stabilità per Chieti. I valori vanno da 87 a 70 fatto 100 quelli dell’Italia. Anche per il PIL permane comunque una situazione di ritardo rispetto all’Italia e al Centro-Nord.

1.3.1 Industria e Artigianato

Il sistema produttivo locale si caratterizza per la presenza di poche Grandi Imprese, di numerose PMI (peraltro spesso concentrate in aree ben definite) e di una "polverizzazione" di imprese artigiane.
Particolare rilevanza riveste il centro Fotovoltaico ELIO 1 per la produzione di energia alternativa e la valorizzazione delle potenzialità dell’energia eolica.
Il distretto industriale plurisettoriale Vastese ha un elevato grado di specializzazione nel settore del vetro (PILKINTON), nel settore delle costruzioni delle apparecchiature elettriche (MAGNETI-MARELLI) e abbigliamento. Questo distretto, posto a sud, è in posizione favorevole per far circuitare esperienze di industrializzazione verso sud del corridoio Adriatico e lungo la vallata del Trigno che unisce l’Abruzzo e il Molise.

1.3.1.1 Il settore industriale

La distribuzione evidenzia la presenza di poli industriali in coincidenza delle principali ASI esistenti (San Salvo, Vasto, Valsinello-Gissi), ma denota altresì aree interne territorialmente delimitate a significativa vocazione industriale quasi esclusivamente o esclusivamente endogena (Trivento, Roccaspinalveti, Agnone, ecc.).

  • Il sistema industriale locale si caratterizza per la sua elevata concentrazione sulla fascia costiera e della collina litoranea, con la presenza solo in queste zone, e specificamente solo nelle aree industriali di San Salvo, Vasto e Gissi, di imprese definibili come grandi e medio grandi; qui basti ricordare che nel territorio di questi tre comuni sono localizzati i 3/4 degli addetti industriali dell’intera area patto;

  • il tessuto delle piccole e piccolissime imprese, pur sostanzialmente presente su tutto il territorio in esame, tende anch’esso a concentrarsi sulla fascia litoranea, sulla quale esercita un fortissimo ruolo polarizzante l’area di Vasto–San Salvo; la fascia collinare immediatamente a ridosso di questi centri dispone spesso di realtà industriali di una certa rilevanza (per esempio Fresagrandinaria o Mafalda) di natura però generalmente esogena; gli altri centri della costa o della collina litoranea possono generalmente contare su un tessuto di PMI comunque numeroso e vitale (Montenero di Bisaccia, Cupello, Casalbordino, Monteodorisio, etc.), benchè di ridotte dimensioni; mentre verso l’interno i casi di vitalità diventano sempre più sporadici (Roccaspinalveti, Montefalcone del Sannio, Castiglione Messer Marino) e gli unici due centri ad esercitare una funzione industriale significativa sono Agnone e Trivento, con la presenza di un buon numero di PMI industriali attive, benchè di piccole dimensioni.

Le uniche due Grandi Imprese presenti sul territorio del Patto, la Magneti Marelli e la Pilkington-SIV, di natura esogena e forti di oltre 4.000 dipendenti diretti, operano entrambe prevalentemente nel settore della componentistica auto. Per quanto riguarda le altre, la situazione evidenzia una prevalenza delle attività legate ai settori della meccanica e del vetro. Accanto a ciò, si può rilevare una significativa presenza di attività nei settori del tessile-abbigliamento, del legno, delle costruzioni. Un dato da porre all’attenzione è, sicuramente, lo scarso peso relativo dell’indotto delle due grandi imprese, Magneti Marelli ed in particolare Pilkington-SIV, il quale potrebbe alimentare l’ipotesi di sviluppi importanti nell’area della subfornitura.

1.3.1.2 Il settore dell'artigianato

Per quanto riguarda il tessuto per così dire microimprenditoriale dell’area Patto, possono essere fatte le seguenti considerazioni:

  • esso è sostanzialmente diffuso su tutto il territorio nelle sue forme endogene tradizionali e meno legate all’innovazione ed alla diversificazione produttiva, rivolto a settori poco concorrenziali e tesi al soddisfacimento della domanda locale (artigianato tradizionale e di servizio); questa constatazione emerge ed è confermata dal confronto degli indici di artigianalità e di capacità attrattiva con altri come quelli relativi agli addetti per unità locale, gli indicatori di struttura economica e gli indicatori di posizione relativa.

  • la piccola e piccolissima impresa, anch’essa prevalentemente endogena, che al contrario è legata all’innovazione e vive in contesti competitivi più ampi, è significativamente concentrata, pur con evidenti differenze, in aree territorialmente ben definite (Comuni di Vasto, San Salvo, Gissi, Montenero di Bisaccia, Casalbordino, Trivento, Agnone, Montefalcone del Sannio, Fresagrandinaria, Pollutri, Cupello, Monteodorisio, Petacciato, Mafalda, Castiglione Messer Marino e Roccaspinalveti). Tale conclusione è avvalorata dall’analisi dei medesimi indicatori di cui sopra, i quali ci offrono una misura importante del grado di sviluppo del sistema della microimpresa e della sua capacità di propagazione endogena.

1.3.1.3 Il settore terziaro

Si accentua la tripartizione del territorio già verificata con riferimento al settore industriale evidenziando ancora meglio la distanza che corre tra i livelli di sviluppo della fascia costiera e quelli dell'interno. Si segnala come l’area nel suo complesso, anche nelle zone a buono sviluppo di terziario avanzato, sia altamente carente di servizi avanzati di sostegno allo sviluppo economico (dal trasferimento tecnologico alla certificazione di qualità, dai controlli ambientali al sostegno all’internazionalizzazione e via discorrendo).

1.3.1.4 Il Terzo Settore

All’interno del terzo settore sono state ricomprese le attività definite dal CERVED quali di istruzione, sanità ed altri servizi sociali, altri servizi pubblici sociali e personali, servizi domestici presso famiglie e convitti.
Il terzo settore è un segmento dell’economia in rapido sviluppo in tutto il mondo capitalistico evoluto, per ragioni diverse e complesse sulle quali qui non è il caso di diffondersi, ma che possono essere sintetizzate nel concetto di "crisi del welfare state". E’ al tempo stesso un settore le cui dimensioni specifiche sono difficili da catturare con gli strumenti correnti dell’analisi economica; si può comunque dire, con un buon grado di approssimazione al vero, che esso si manifesta nelle sue forme più solide là dove è presente una domanda di servizi alla persona ed alla comunità di rango elevato e quantitativamente tale da non poter essere soddisfatta dalle forme esistenti di intervento pubblico diretto.

1.3.2 Il Turismo e l'Ambiente

L’area si caratterizza per la presenza di:

  • risorse ambientali e paesaggistiche importanti (Riserva di Punta Aderci; Corridoio verde adriatico, Bosco di S.Venanzio, Parco Nazionale della Costa Teatina, sistema fluviale Trigno, Sinello, Treste, la montagna di Schiavi, Castiglione e Capracotta con il "Giardino della flora appenninica");

  • patrimonio artistico e archeologico di pregio. Interessante risulta la combinazione dell’Archeologia Italica Sannita con quella Romana e Medioevale.

Sul piano turistico e ambientale, l’area interessata al Patto Territoriale rappresenta una sintesi significativa, sia per quanto riguarda l’integrazione territoriale (mare/monti, urbano/rurale) che per l’articolazione dei contenuti di offerta (ambientale, balneare, invernale, lacuale, culturale, religioso, enogastronomico, rurale ed agrituristico, artigianale, fieristico e commerciale, congressuale).

Tali elementi (integrazione territoriale e contenuti di offerta) vengono a configurare un potenziale sistema turistico integrato che va ulteriormente organizzato in modo strutturale e funzionale. Il territorio si caratterizza, comunque, per una moltitudine di microprodotti d’area classificabili su tre livelli di valore :

Già molto importanti Importanti Potenzialmente importanti
  Rurale ed agrituristico Turismo religioso
Balneare Culturale ed archeologico Ambientale ed ecoturistico
  Invernale (Stazione sciistica di Capracotta) Enogastronomico
    Convegnistico

Dall'analisi dei dati sul turismo della zona emergono, in sintonia con l'andamento regionale, forti caratteri di stagionalità che assumono poi rilevanza quantitativa nei comuni della costa, i quali possiedono una buona capacità attrattiva (primo fra tutti Vasto), mentre è ancora quantitativamente poco rilevante quello collinare e montano in tutte le sue forme; inoltre sia gli arrivi che le presenze denotano una forte componente nazionale (circa il 90%).

1.3.3. L'agricoltura

I comparti principalmente interessati sono quelli della cerealicoltura, della zootecnia, dell’olivicoltura, della viticoltura e dell’orto-frutticoltura. Nell’ambito di tali comparti esistono esempi di filiere consolidate con notevoli potenzialità di sviluppo. In particolare è opportuno evidenziare la presenza di:

  • un ambiente nelle aree interne particolarmente vocato alle produzioni zootecniche di qualità, (Caciocavallo dell’Alto Molise e pecorino di Capracotta);

  • una concentrazione significativa, nella zona costiera e collinare, di oliveti, vigneti e orto-frutta e prodotti del bosco (tartufo) con relative aziende di trasformazione che rappresentano una componente importante del PIL agricolo.

Rimangono i problemi strutturali legati alla frammentazione delle unità produttive e di competitività nelle aree interne. La zona si caratterizza, inoltre, per la presenza di:

  • un sistema irriguo in fase di potenziamento con la presenza della diga di Chiauci sul fiume Trigno, ormai quasi ultimata;

  • un Consorzio per la sperimentazione e l’innovazione nelle tecniche irrigue (COTIR) e l’istituto agrario di Scerni e il centro agro-meteorologico.

1.3.4 Il sistema creditizio

Negli ultimi anni, il processo di ammodernamento in atto del sistema creditizio nazionale ha consentito di disporre anche in Abruzzo e in Molise di erogazione di servizi e presenza di strutture operative entrambe in linea con lo "standing" di primarie Istituzioni finanziarie già insediate nelle aree più progredite del Paese. Tuttavia, permangono nel sistema creditizio abruzzese, alcune caratteristiche strutturali e comportamentali difformi rispetto a quelle rilevabili dal sistema creditizio delle regioni centro settentrionali quali:
Ridotto contributo alla produzione di ricchezza
Maggiore rischiosità degli affidamenti
Più elevato costo del credito
Minore produttività

Uno dei principali effetti della maggiore rischiosità degli affidamenti è rappresentato dal valore dei tassi medi di interesse che sono quindi direttamente proporzionali al rapporto sofferenze/impieghi.
I problemi legati alla struttura finanziaria delle PMI operanti nel territorio del Trigno-Sinello sono dovuti essenzialmente a due fattori ben definiti:

  • ridotto capitale di rischio;
  • problematiche connesse all’accesso al credito.

In concreto, tali carenze determinano delle scelte imprenditoriali che creano "debolezza" nella struttura finanziaria:

  • ricorso eccessivo al credito a breve ed appesantimento degli oneri finanziari;

  • tendenza a finanziare le immobilizzazioni materiali con i mezzi di pagamento tipici del passivo corrente;

  • tendenza ad evitare la partecipazione di altri soggetti al capitale di rischio;

  • costo del denaro.

1.4 Infrastrutture
1.4.1 Viabilità stradale

Può essere considerata coincidente con quella prevista dai piani sovrazonali, zonali e locali.

Viabilità sovrazonale
La rete risulta essere formata da:

  • Autostrada A 14;
  • S.S. 16 Adriatica, lungo la costa, in buono stato di manutenzione, anche se in alcuni punti necessita di interventi atti ad allo snellimento della circolazione;

  • Fondovalle del Verrino, in buono stato di manutenzione, attualmente di collegamento con la Fondovalle Trigno. Essa con il completamento del secondo lotto garantirà il collegamento alla S.S. 86 e quindi al tratto S.S.86–Fondovalle Sangro, Fondovalle Trigno e Fondovalle Biferno;

  • S.S. 86 (Variante) da completare a cura dell’ANAS nel tratto Agnone–Belmonte del Sannio;

  • S.S. 650 (Fondovalle Trigno) a scorrimento veloce che garantisce il collegamento fra il corridoio adriatico e quello tirrenico raccordando l’autostrada A14 Bologna-Bari con l’A1 Roma–Napoli;

  • Fondovalle Treste in via di completamento che garantirà il collegamento tra la Fondovalle Trigno e la Fondovalle Sangro.

Si tratta di infrastrutture collocate in un territorio in gran parte montuoso nel quale, per rendere più agevole la circolazione, sono stati realizzati importanti interventi di ingegneria stradale. Naturalmente i costi di manutenzione di tali infrastrutture sono più elevati della media nazionale.

Viabilità zonale
Attualmente comprende anche tratti stradali di maggior rilievo che, non ancora completati o a causa della forte urbanizzazione dei centri della costa, sono di fatto declassati a funzioni inferiori a quelle per cui sono stati progettati.
Oltre a questi assi esistono loro diramazioni che acquistano significato di collegamento di intere zone interne con i poli produttivi di Val di Sangro e Val Sinello e con i maggiori centri urbani.

Viabilità locale
Nella viabilità locale si possono considerare sia le infrastrutture di collegamento tra gli assi principali e i centri urbani limitrofi (innervamento dell’intero territorio e sostengono alla sua reale capacità di sviluppo) che le infrastrutture interne alle zone produttive, principali e secondarie.
Per quanto attiene alla viabilità locale i problemi scaturiscono dall’insoddisfacente stato di conservazione della rete che in più parti mostra di risentire degli eventi franosi causati dal dissesto idrogeologico dell’area.

1.4.2 Rete ferroviaria

Il trasporto su rotaia è quello indicato con maggior insistenza in tutti gli studi fin qui effettuati per il suo basso impatto ambientale e per la sua convenienza economica nel trasporto delle merci e dei passeggeri sulle lunghe e medie distanze. La sua effettiva valenza è subordinata all’esistenza di punti di scambio intermodali che la rendano integrabile con il trasporto su strada e marittimo.
Sul territorio il maggior collegamento ferroviario insiste sull’area Vasto–San Salvo e permette il collegamento Nord–Sud sul versante adriatico.
Il potenziamento delle ferrovie dovrà avvenire sia in direzione Nord–Sud, ove è necessario il completamento del raddoppio della rete, sia in direzione Est-Ovest. Interessante potrebbe essere il completamento dell’asse viario Gaeta–Vasto, con la sola costruzione di 40 Km di ferrovia tra Pescolanciano e S.Salvo; si potrebbe realizzare in tal modo un collegamento ferroviario di grande utilità per il comparto produttivo e per il turismo.
Per quanto riguarda l’intermodalità è già in atto la realizzazione di un nodo sul territorio di San Salvo che permetterà di integrare le varie tecniche di trasporto attraverso nodi definiti con riflessi positivi sia in termini di qualità del servizio offerto all’utenza e sia in termini di contenimento dei costi di produzione del servizio.

1.4.3 Collegamenti marittimi

Il porto di Vasto assolve al ruolo di collegamento turistico e commerciale via mare.

1.4.4 Infrastrutture primarie di servizio

All’interno delle singole zone produttive lo stato delle infrastrutture, da intendersi ora come complesso infrastrutturale primario e non solo come trasporti, è quasi sempre strettamente connesso con lo stato di utilizzazione della zona stessa.

1.4.4.1 Infrastrutture a servizio delle PMI

Per quanto riguarda le infrastrutture a servizio delle attività produttive, abbiamo ritenuto opportuno suddividere l’analisi in due distinte fasi: la prima riguardante le grandi aree industrializzate, la seconda concernente le aree artigianali minori.
Aree industriali.Si distinguono quattro agglomerati industriali maggiori la cui superficie complessiva destinata ad attività di servizio alla produzione è di ha 115.63
Aree artigianali. Per quanto concerne le aree artigianali è il caso di sottolineare la scarsa presenza di imprese nonostante la ampia disponibilità di lotti messi a disposizione dalle Amministrazioni comunali come dimostra l’indagine da noi condotta.

1.4.4.2 Infrastrutture ambientali

Sono abbastanza diffusi gli impianti di depurazione delle acque, ma da completare per il monitoraggio telematico.
E’ in fase di realizzazione un’imponente diga sul Fiume Trigno, adiacente alla S.S. 650 presso Chiauci, che dovrebbe garantire il rifornimento idrico a fini irrigui a tutta la vallata del Trigno. Problemi di carattere burocratico e di impatto ambientale hanno ritardato notevolmente la realizzazione dell’opera tuttora in costruzione.
Da segnalare, nel campo della produzione di energia, l’esistenza di una centrale fotovoltaica (Elio 1) nel territorio di Cupello.
Dal punto di vista dei rifiuti solidi urbani vi sono pochissime strutture a norma per lo smaltimento ed il riciclaggio dei rifiuti.

1.4.4.3 Infrastrutture truristiche

Non sono molto diffuse le aree pic-nic a verde attrezzato quali punti di sosta per un turismo ecocompatibile.
E’ da segnalare, nel territorio di Capracotta, il moderno impianto di risalita a servizio dello sci, in buono stato di conservazione, e suscettibile di ulteriore prolungamento.
Sono assenti sulla costa punti di approdo per il turismo marino e sport nautici.

1.5 Fattori sociali di rilievo

Patrimonio culturale
Gestione delle aree archeologiche. Esistono numerose aree di interesse archeologico nella zona del Patto territoriale che necessitano di forme di gestione, custodia, valorizzazione per assicurarne la fruibilità in termini culturali e turistici. In alcuni casi si tratta di organizzare visite guidate, momenti didattici per le scolaresche e gli utenti in genere, laboratori di restauro. E' altresì possibile ideare e organizzare itinerari culturali e turistici che raggiungano una pluralità di emergenze archeologiche.

I servizi della vita quotidiana
Servizi alle persone. E' indispensabile accelerare il processo, finora solo avviato dalle Aziende sanitarie locali, di deospedalizzazione organizzando efficaci e qualificati servizi di assistenza domiciliare in grado di integrare le prestazioni sanitarie e quelle sociali. Mentre già si riscontra una diffusa sensibilità degli enti locali per l'assistenza domiciliare agli anziani, condizionata soltanto dalla insufficiente disponibilità di risorse, si registra un notevole ritardo nell'organizzare la rete dei servizi sanitari domiciliari. Le Aziende Sanitarie Locali hanno avviato una prima riflessione e alcune esperienze pilota ma risulta ancora solo dichiarato il processo di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali, con un efficace raccordo tra i soggetti competenti (ASL e Comuni). Più marcato il ritardo nell'organizzazione dell'assistenza domiciliare ai malati di aids e ai portatori di handicap. In quest'ultimo ambito sono da segnalare recenti progetti proposti ai sensi del D.L.vo n. 280/97 relativo ai lavori di pubblica utilità.
Decisivo fattore di successo nell'intervento nei servizi alla persona viene considerato il coordinamento programmatico ed operativo tra i diversi soggetti istituzionali. Questi ultimi devono realizzare un network con gli operatori del settore ed in particolare con le imprese sociali. Sul piano programmatico e istituzionale si segnala la necessità di coordinare le scelte e le modalità operative indicate dal piano sanitario e dal piano sociale. Vale la pena segnalare l'assoluta carenza, nell'area del Patto territoriale, di alcune strutture sociosanitarie di indubbia utilità:

  • centro di riabilitazione per malati mentali;

  • centro residenziale per minori che hanno subìto violenze fisiche e psichiche (malati di aids, figli di tossicodipendenti, di carcerati, ecc.);

  • residenza sanitaria assistita, in particolare per anziani non autosufficienti gravi.

I servizi ambientali
Salvaguardia e protezione delle zone naturali. Nel comprensorio del Patto insistono aree con un patrimonio naturale rilevante che impone una conoscenza dettagliata del territorio e del suo uso, un check up analitico e costantemente aggiornato. Il criterio di compatibilità ambientale delle attività produttive e la valutazione di impatto ambientale per le opere infrastrutturali, devono essere assunti come importanti acquisizioni culturali delle comunità locali e come elementi di necessaria coerenza nella strategia economica complessiva delle comunità locali. Il territorio ha quindi bisogno di manutenzione in ogni sua parte ma particolare attenzione va posta al controllo dell'inquinamento, alla gestione del ciclo integrale delle acque, alla regimentazione dei fiumi, all'assetto idrogeologico, all'eliminazione dei detrattori ambientali.

I servizi per migliorare la qualità della vita
Trasporti collettivi locali. In un'area caratterizzata per larga parte da zone collinari e montane, con numerosi insediamenti di piccole e piccolissime dimensioni - peraltro diffusi su un territorio assai vasto e connotato da un assetto viario inadeguato - con alti indici di invecchiamento, con notevole pendolarismo verso la costa e i centri urbani di maggiori dimensioni, il trasporto collettivo locale rappresenta indubbiamente un fattore problematico. Il trasporto pubblico risulta insufficiente mentre l'offerta privata è pressoché inesistente. L'organizzazione del trasporto scolastico rappresenta un'emergenza per i comuni e le stesse Regioni incoraggiano le Comunità Montane ad assumerne la gestione, nella consapevolezza che in ambito sovra-comunale è possibile razionalizzare e migliorare il servizio, contenere i costi di esercizio e di manutenzione. I servizi di trasporto per i portatori di handicap non sono stati attivati.
Miglioramento dell’efficienza. Azioni volte a migliorare la complessiva efficienza economica del territorio attraverso azioni di marketing d’area in grado di attrarre nuovi investitori in ragione delle condizioni di vantaggio costituite dalla qualità della vita e del territorio, dal livello di funzionalità della Pubblica Amministrazione, dalla consolidata capacità di concertazione degli attori sociali e degli enti territoriali. Particolare attenzione è da rivolgere alla necessità di realizzare una rete di supporto alle piccole e medie imprese esistenti, agli Enti Pubblici territoriali, ai promotori di nuove imprese ed ad altri attori locali (associazioni culturali, volontariato ecc.) con lo scopo di stimolarne ed affiancarne le iniziative di sviluppo facilitarne l’accesso alle informazioni, ai servizi avanzati ed a tecnologie evolute di comunicazione telematica, coinvolgerli nelle attività finalizzate allo sviluppo del territorio e sostenerne l’accesso alle opportunità presenti nell’area.

Punti di forza

Punti di debolezza

Sistema produttivo locale
BUONE caratteristiche del personale
BUONE relazioni industriali
 
SOTTOCAPITALIZZAZIONE
IMPRESE poco strutturate
FORMAZIONE del personale discreta
SERVIZI reali non molto diffusi
INNOVAZIONE di processo e di prodotto non molto diffusa

Turismo e Risorse Ambientali
AREA a potenzialità di turismo misto e/o di nuova generazione.
VARIETA' di motivazioni e scenari turistici diffusi su tutto il territorio.
TRADIZIONI storiche, culturali, artigianali e gastronomiche.
PRESENZA di strutture ricettive aperte nell'intero arco dell'anno e ad alta potenzialità di sviluppo.
ELEVATA caratterizzazione della costa, della montagna e dell'ambiente in stretta correlazione.
PATRIMONIO importante di interesse storico- archivistico, artistico, culturale, archeologico e religioso su tutto il territorio

 
MANCANZA di una identificazione di marca del territorio.
CARENZA di sinergia tra i vari bacini turistici e di pianificazione coordinata.
MANCANZA di correlazione tra promozione turistica e quella delle altre risorse territoriali (prodotti tipici, enogastronomia, produzioni artigianali locali) e tra turismo e servizi di prossimità (animazione, commercio, gestione dei siti ambientali, storici ed archeologici).
CARENZA di organizzazione nella ricettività extralberghiera, agrituristica e delle seconde case.
RIDOTTA visibilità e fruibilità turistica delle risorse territoriali.
RIDOTTA valorizzazione e azioni di recupero del patrimonio architettonico.
MANCANZA di servizi pubblici di assistenza al turismo (trasporti, assistenza, informazione, orientamento).
CARENZA di attività di manutenzione ambientale e di attività di controllo e monitoraggio dell’ambiente.

Agricoltura
PRESENZA di aree a forte vocazione produttiva.
PRESENZA di nuclei aziendali a conduzione professionalmente avanzata nei comparti della viticoltura e dell’orto-frutta.
PRESENZA di imprese di trasformazione nel settore del vino e dell’orto-frutta.
PRESENZA di produzioni tipiche locali dotate di un’immagine di pregio (olio extravergine d’oliva, vino, ortofrutta, formaggi ecc.).
IL potenziamento del sistema irriguo con la diga di Chiauci.
LA presenza di strutture per la ricerca e  l’innovazione, COTIR,     sistema agrometereologico e istituto agrario di Scerni.

 
PRODUZIONI cerealicole legate al sistema del sostegno comunitario e mancanza di integrazione fra produzione e trasformazione.
CONDIZIONI strutturali svantaggiate con conseguente aumento dei costi di produzione.
AZIENDE spesso impreparate a condurre politiche di mercato avanzate ed azioni di valorizzazione/ promozione dei singoli prodotti e della qualità agro-alimentare del territorio in sinergia con lo sviluppo turistico.

Infrastrutture e varie
LA presenza di una rete di collegamenti sia con la fascia adriatica che con quella tirrena e la presenza di un nodo intermodale di rilievo con l’asse Gaeta-Vasto, la transcollinare e la Fondovalle del Verrino, il corridoio Adriatico, il porto di Vasto.

 
UN costante calo demografico e spopolamento nei piccoli centri delle aree   collinari e pedemontane.
L’Accentuarsi del divario tra zone in crescita e zone in regresso con il pericolo di un irreversibile deterioramento del tessuto sociale.
LA mancanza     di alcuni collegamenti indispensabili.

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