SITUAZIONE
SOCIO-ECONOMICA DELLAREA DI INTERVENTO |
1. Stato della procedura |
Le Province di
Chieti, Campobasso e Isernia hanno posto a base del proprio programma amministrativo i
problemi delloccupazione e dello sviluppo del territorio; per lazione e le
scelte finora assunte le Province rappresentano il punto di riferimento degli operatori
economici e delle forze sociali. In tema di sviluppo locale, a seguito del convegno indetto dalla Regione Abruzzo agli inizi del 1996, con la
partecipazione del Prof. Giuseppe De Rita, in cui si ribadiva il ruolo propulsore e di
promozione delle Province, sono state avviate le attività informative sui patti
territoriali. Il Consiglio provinciale di Chieti,
nella seduta 30 luglio 1996, ha indicato tre aree di riferimento:
- Chietino-Ortonese (Val Pescara)
- Vastese (Trigno-Sinello)
- Sangro-Aventino
La individuazione
delle aree è il risultato di indicazioni economiche, culturali e funzionali e
non amministrative.
Successivamente su tutto il territorio
sono stati organizzati una serie di incontri e consultazioni tra le autorità pubbliche,
le forze sociali ed economiche e le istituzioni culturali che hanno evidenziato
bisogni, opportunità e volontà.
La riunione di Roccavivara (Madonna
del Canneto) del 26 ottobre 1996 ha rappresentato un momento di discussione allargata e
partecipata sullipotesi di predisposizione e attivazione del Patto Territoriale
Trigno-Sinello. La fase di avviamento della procedura risale al 25/9/1996 con la
presentazione della richiesta formale di procedura di accompagnamento al CNEL. Alla prima
fase di avviamento è seguita quella di prima concertazione locale con incontri tra i
rappresentanti di tutte le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali, le
associazioni imprenditoriali, gli enti di promozione e di ricerca al fine di indicare i
contenuti e le strategie generali del Patto Territoriale.
La prima ipotesi di ambito
territoriale è scaturita dalla esigenza inderogabile che larea debba avere la
capacità di fare sistema e avere consolidati rapporti socio-economici, culturali e
funzionali. La individuazione dellarea è derivata, quindi, da indicazioni
economiche, culturali e funzionali e non amministrative.
Il risultato di tale attività ha
portato alla predisposizione e sottoscrizione del Protocollo dintesa in data
15 settembre 1998.
Lindividuazione degli obiettivi,
delle strategie e delle azioni nel rispetto delle esigenze degli operatori, sia pubblici
che privati, pone in essere un nuovo sistema di programmazione partecipata dal
basso verso lalto (bottom-up) che può rappresentare una vera rivoluzione ed
al tempo stesso una grande responsabilità per gli operatori locali che diventano
"attori" del proprio sviluppo.
Per raggiungere tale obiettivo, si è
reso necessario un approfondimento dei problemi e unanalisi critica della situazione
mirante ad individuare i fattori di successo e gli eventuali vincoli (punti di forza e
debolezza) che limitano lo sviluppo che coinvolga attivamente gli operatori, le forze
sociali, le istituzioni e gli Enti locali. La metodologia ha visto lattivazione di
una serie di procedure:
- Protocollo d'intesa;
- Concertazione;
- Sensibilizzazione del territorio;
- Raccolta progetti di investimento;
- Definizione dei piani integrati
dintervento e prima selezione dei progetti;
- Predisposizione e approvazione dello schema di Patto territoriale.
Tale metodologia ha
garantito:
- il coinvolgimento di tutti i potenziali interessati;
- una corretta e utile ricaduta dei benefici;
- lattivazione di sistemi innovativi di sviluppo integrato;
- efficienza e tempi rapidi di
decisione e realizzazione.
In circa 12 mesi di intenso lavoro
si è conclusa la procedura. |
1.1 L'ambito territoriale di
riferimento |
Lambito
territoriale scaturisce dalla esigenza inderogabile che larea debba avere la
capacità di fare sistema e avere consolidati rapporti socio-economici, culturali e
funzionali.
Tenendo conto anche degli indirizzi di
pianificazione territoriale a livello regionale e provinciale, il territorio oggetto di
azioni di sviluppo locale, interessa 52 Comuni del comprensorio Trigno-Sinello.
Larea di riferimento, che da un
punto di vista amministrativo si estende nelle Province di Chieti (30 Comuni), Campobasso
(10 Comuni) e Isernia (12 Comuni), è costituita dai territori dei bacini Costa, Medio e
Alto Trigno-Sinello. Il comprensorio ricomprende anche le seguenti Comunità montane:
- Medio Vastese
- Alto Vastese
- Monte Mauro
- Trigno Medio Biferno
- Alto Molise.
Tale area si
estende dalla costa, a ridosso del confine tra Abruzzo e Molise, verso linterno,
lungo le vallate del Trigno e del Sinello, fino alla provincia di Isernia in prossimità
del confine con il basso Lazio.
La superficie
territoriale interessata dal Piano dazione è pari a 1.680,27 Kmq.
|
Area Patto |
% su Abruzzo e Molise |
Abruzzo e Molise |
Popolazione |
137.673 |
8,6 |
1.605.934 |
Superficie (Kmq) |
1.680,27 |
11,0 |
15235,36 |
Comuni |
52 |
11,8 |
441 |
Densità (ab./Km) |
82 |
42,7 |
192 |
Fonte: ISTAT, 1997 e
ns. elaborazioni |
|
1.2 Le caratteristiche
demografiche |
Levoluzione
si caratterizza per un preoccupante decremento della popolazione nelle aree interne e si
conferma una tendenza allurbanesimo e in generale allo spostamento verso le zone a
maggiore crescita economica. Tale fenomeno ha maggiormente penalizzato i comuni sotto i
1.500 abitanti incidendo negativamente su natalità e invecchiamento.
La densità media dellarea è pari circa
82 ab/Kmq.
|
|
Popolazione |
Sup.
terr. |
Densità |
n. |
Comune |
n. |
Kmq |
ab/Kmq |
1 |
Carpineto
Sinello |
815 |
29,48 |
28 |
2 |
Carunchio |
869 |
32,39 |
27 |
3 |
Casalanguida |
1.197 |
13,59 |
88 |
4 |
Casalbordino |
6.481 |
45,90 |
141 |
5 |
Castelguidone |
547 |
14,87 |
37 |
6 |
Castiglione
M.Marino |
2.592 |
47,70 |
54 |
7 |
Celenza
Sul Trigno |
1.247 |
22,60 |
55 |
8 |
Cupello |
4.170 |
48,02 |
87 |
9 |
Dogliola |
448 |
11,64 |
38 |
10 |
Fraine |
527 |
16,10 |
33 |
11 |
Fresagrandinaria |
1.341 |
24,79 |
54 |
12 |
Furci |
1.411 |
26,20 |
54 |
13 |
Gissi |
3.313 |
36,03 |
92 |
14 |
Guilmi |
658 |
12,98 |
51 |
15 |
Lentella |
771 |
12,53 |
62 |
16 |
Liscia |
887 |
8,02 |
111 |
17 |
Montazzoli |
1.232 |
39,22 |
31 |
18 |
Monteodorisio |
2.259 |
25,37 |
89 |
19 |
Palmoli |
1.291 |
32,76 |
39 |
20 |
Pollutri |
2.470 |
26,11 |
95 |
21 |
Roccaspinalveti |
1.913 |
32,92 |
58 |
22 |
San
Buono |
1.336 |
25,03 |
53 |
23 |
San
Giovanni Lipioni |
421 |
8,67 |
49 |
24 |
San
Salvo |
15.146 |
19,61 |
772 |
25 |
Scerni |
3.848 |
41,06 |
94 |
26 |
Schiavi
d'Abruzzo |
1.966 |
45,28 |
43 |
27 |
Torrebruna |
1.386 |
23,59 |
59 |
28 |
Tufillo |
641 |
21,50 |
30 |
29 |
Vasto |
32.810 |
70,69 |
464 |
30 |
Villalfonsina |
1.126 |
9,06 |
124 |
1 |
Montenero
di Bisaccia |
7.137 |
93,01 |
77 |
2 |
Mafalda |
1.607 |
32,62 |
49 |
3 |
San
Felice del Molise |
882 |
24,24 |
36 |
4 |
Montefalcone
del Sannio |
2.075 |
32,22 |
64 |
5 |
Montemitro |
554 |
16,05 |
35 |
6 |
Roccavivara |
1.048 |
20,86 |
50 |
7 |
Castelmauro |
2.829 |
43,49 |
65 |
8 |
Trivento |
5.281 |
73,31 |
72 |
9 |
Salcito |
775 |
28,13 |
28 |
10 |
Petacciato |
3.236 |
34,97 |
93 |
1 |
Belmonte |
1.048 |
20,22 |
52 |
2 |
Agnone |
6.207 |
96,30 |
64 |
3 |
Capracotta |
1.314 |
42,38 |
31 |
4 |
Vastogirardi |
864 |
60,72 |
14 |
5 |
Castelverrino |
177 |
6,15 |
29 |
6 |
Poggio
Sannita |
1.217 |
20,61 |
59 |
7 |
Pietrabbondante |
1.108 |
27,33 |
41 |
8 |
Civitanova
del Sannio |
1.015 |
55,92 |
18 |
9 |
Bagnoli
del Trigno |
1.131 |
36,65 |
31 |
10 |
Chiauci |
337 |
15,72 |
21 |
11 |
Pescolanciano |
1.094 |
33,98 |
32 |
12 |
Carovilli |
1.618 |
41,68 |
39 |
|
TOTALE |
137.673 |
1.680,27 |
82 |
|
1.2.1 La situazione
occupazionale |
In Abruzzo loccupazione è
passata da 445.000 unità nel 1997 a 434.000 unità nel 1998, mentre nel Molise si è
passato da 105.000 a 103.000 unità con un decremento, per entrambe le regioni,
dell1%.Circa il 38-40% della popolazione residente risulta incluso tra la
popolazione attiva; tale valore è simile alla situazione delle regioni di riferimento.
Anche i tassi di occupazione e disoccupazione sono in linea con quelli regionali. La
tendenza che si delinea è così riassumibile:
- i tassi di occupazione e di attività diminuiscono leggermente rimanendo inferiore
rispetto alla media nazionale e sensibilmente inferiore al centro-nord ;
- continua il ridimensionamento delloccupazione agricola anche se rimane superiore
rispetto alla media nazionale e sensibilmente superiore al centro-nord;
- loccupazione industriale, ancora inferiore alla media nazionale e del centro nord,
diminuisce in provincia di Chieti mentre è stabile nella provincia di Campobasso mentre
cresce in provincia di Isernia;
- diminuisce loccupazione nel terziario.
Rimane, in
generale, una situazione di disparità rispetto al centro-nord in termini di tasso di
attività e di occupazione che determina un ritardo consistente in termini di sviluppo.
Lidentificazione dei fattori di rischio per loccupazione può risultare
evidente dalla lettura combinata di tre indicatori:
- La composizione
per settore merceologico dellimpresa locale.
- Landamento
congiunturale dei principali settori.
- I punti di
debolezza delle PMI nellarea del Patto.
I tre parametri di
riferimento consentono così di comprendere quali settori registrino andamenti negativi,
ma soprattutto quali fattori strutturali alle piccole imprese, anche operanti in settori
merceologici diversi, costituiscono elementi di rischio per la stabilità
delloccupazione. Poiché allo stato attuale non si registrano fenomeni acuti di
criticità lidentificazione di tali fattori orienta lazione del Patto per
organizzare adeguate strategie di consolidamento e qualificazione.
SETTORE |
ANDAMENTO |
NOTE |
Abbigliamento |
Incerto |
- in calo la domanda interna
|
Alimentare |
In aumento |
- in crescita le esportazioni
|
Carta, cartotecnica |
Stazionario |
- esportazioni molto limitate
|
Gomma e plastica |
In aumento |
- buona produzione per lestero
|
Materiali da costruzione |
Incerto |
|
Metalmeccanica, elettronica |
In aumento |
|
Turismo |
Leggero aumento |
- buona propensione per le aree
interne
|
|
Alla
luce di quanto sopra si evidenzia:
- i settori critici per loccupazione sono quello dellabbigliamento e quello
dei materiali da costruzione,
- permangono situazioni di ritardo nellinnovazione tecnologica e nei sistemi di
gestione delle PMI, compresi gli aspetti finanziari, che possono determinare perdita di
competitività,
- il livello di qualificazione degli addetti e delle persone in cerca di occupazione
necessita di un generale adeguamento alle nuove esigenze.
|
1.3 L'economia locale |
Il PIL pro-capite, riferito ai
dati EUROSTAT (EUR=15), è pari a 91 per Chieti, 83 per Campobasso e 72 per Isernia fatto
100 il PIL medio della U.E.. Elaborazioni Tagliacarne evidenziano la tendenza allaumento del PIL
per Campobasso e Isernia e stabilità per Chieti. I valori vanno da 87 a 70 fatto 100
quelli dellItalia. Anche per il PIL permane comunque una situazione di ritardo
rispetto allItalia e al Centro-Nord. |
1.3.1 Industria e Artigianato |
Il sistema
produttivo locale si caratterizza per la presenza di poche Grandi Imprese, di numerose PMI
(peraltro spesso concentrate in aree ben definite) e di una "polverizzazione" di
imprese artigiane.
Particolare
rilevanza riveste il centro Fotovoltaico ELIO 1 per la produzione di energia alternativa e
la valorizzazione delle potenzialità dellenergia eolica.
Il distretto
industriale plurisettoriale Vastese ha un elevato grado di specializzazione nel settore
del vetro (PILKINTON), nel settore delle costruzioni delle apparecchiature elettriche
(MAGNETI-MARELLI) e abbigliamento. Questo distretto, posto a sud, è in posizione
favorevole per far circuitare esperienze di industrializzazione verso sud del corridoio
Adriatico e lungo la vallata del Trigno che unisce lAbruzzo e il Molise. |
1.3.1.1 Il settore industriale |
La
distribuzione evidenzia la presenza di poli industriali in coincidenza delle principali
ASI esistenti (San Salvo, Vasto, Valsinello-Gissi), ma denota altresì aree interne
territorialmente delimitate a significativa vocazione industriale quasi esclusivamente o
esclusivamente endogena (Trivento, Roccaspinalveti, Agnone, ecc.).
Il sistema industriale locale si caratterizza per la sua elevata concentrazione sulla fascia costiera e della collina
litoranea, con la presenza solo in queste zone, e specificamente solo nelle aree
industriali di San Salvo, Vasto e Gissi, di imprese definibili come grandi e medio grandi;
qui basti ricordare che nel territorio di questi tre comuni sono localizzati i 3/4 degli
addetti industriali dellintera area patto;
il tessuto delle piccole e
piccolissime imprese, pur sostanzialmente presente su tutto il territorio in esame, tende
anchesso a concentrarsi sulla fascia litoranea, sulla quale esercita un fortissimo
ruolo polarizzante larea di VastoSan Salvo; la fascia collinare immediatamente
a ridosso di questi centri dispone spesso di realtà industriali di una certa rilevanza
(per esempio Fresagrandinaria o Mafalda) di natura però generalmente esogena; gli altri
centri della costa o della collina litoranea possono generalmente contare su un tessuto di
PMI comunque numeroso e vitale (Montenero di Bisaccia, Cupello, Casalbordino,
Monteodorisio, etc.), benchè di ridotte dimensioni; mentre verso linterno i casi di
vitalità diventano sempre più sporadici (Roccaspinalveti, Montefalcone del Sannio,
Castiglione Messer Marino) e gli unici due centri ad esercitare una funzione industriale
significativa sono Agnone e Trivento, con la presenza di un buon numero di PMI industriali
attive, benchè di piccole dimensioni.
Le uniche due
Grandi Imprese presenti sul territorio del Patto, la Magneti Marelli e la Pilkington-SIV,
di natura esogena e forti di oltre 4.000 dipendenti diretti, operano entrambe
prevalentemente nel settore della componentistica auto. Per quanto riguarda le altre, la
situazione evidenzia una prevalenza delle attività legate ai settori della meccanica e
del vetro. Accanto a ciò, si può rilevare una significativa presenza di attività nei
settori del tessile-abbigliamento, del legno, delle costruzioni. Un dato da porre
allattenzione è, sicuramente, lo scarso peso relativo dellindotto delle due
grandi imprese, Magneti Marelli ed in particolare Pilkington-SIV, il quale potrebbe
alimentare lipotesi di sviluppi importanti nellarea della subfornitura. |
1.3.1.2 Il settore
dell'artigianato |
Per quanto
riguarda il tessuto per così dire microimprenditoriale dellarea Patto, possono
essere fatte le seguenti considerazioni:
esso è sostanzialmente diffuso su
tutto il territorio nelle sue forme endogene tradizionali e meno legate
allinnovazione ed alla diversificazione produttiva, rivolto a settori poco
concorrenziali e tesi al soddisfacimento della domanda locale (artigianato tradizionale e
di servizio); questa constatazione emerge ed è confermata dal confronto degli indici di
artigianalità e di capacità attrattiva con altri come quelli relativi agli addetti per
unità locale, gli indicatori di struttura economica e gli indicatori di posizione
relativa.
la piccola e piccolissima impresa,
anchessa prevalentemente endogena, che al contrario è legata allinnovazione e
vive in contesti competitivi più ampi, è significativamente concentrata, pur con
evidenti differenze, in aree territorialmente ben definite (Comuni di Vasto, San Salvo,
Gissi, Montenero di Bisaccia, Casalbordino, Trivento, Agnone, Montefalcone del Sannio,
Fresagrandinaria, Pollutri, Cupello, Monteodorisio, Petacciato, Mafalda, Castiglione
Messer Marino e Roccaspinalveti). Tale conclusione è avvalorata dallanalisi dei
medesimi indicatori di cui sopra, i quali ci offrono una misura importante del grado di
sviluppo del sistema della microimpresa e della sua capacità di propagazione endogena.
|
1.3.1.3 Il settore terziaro |
Si accentua la
tripartizione del territorio già verificata con riferimento al settore industriale
evidenziando ancora meglio la distanza che corre tra i livelli di sviluppo della fascia
costiera e quelli dell'interno. Si segnala come larea nel suo complesso, anche nelle
zone a buono sviluppo di terziario avanzato, sia altamente carente di servizi avanzati di
sostegno allo sviluppo economico (dal trasferimento tecnologico alla certificazione di
qualità, dai controlli ambientali al sostegno allinternazionalizzazione e via
discorrendo). |
1.3.1.4 Il Terzo Settore |
Allinterno
del terzo settore sono state ricomprese le attività definite dal CERVED quali di
istruzione, sanità ed altri servizi sociali, altri servizi pubblici sociali e personali,
servizi domestici presso famiglie e convitti.
Il terzo settore è
un segmento delleconomia in rapido sviluppo in tutto il mondo capitalistico evoluto,
per ragioni diverse e complesse sulle quali qui non è il caso di diffondersi, ma che
possono essere sintetizzate nel concetto di "crisi del welfare state".
E al tempo stesso un settore le cui dimensioni specifiche sono difficili da
catturare con gli strumenti correnti dellanalisi economica; si può comunque dire,
con un buon grado di approssimazione al vero, che esso si manifesta nelle sue forme più
solide là dove è presente una domanda di servizi alla persona ed alla comunità di rango
elevato e quantitativamente tale da non poter essere soddisfatta dalle forme esistenti di
intervento pubblico diretto. |
1.3.2 Il Turismo e
l'Ambiente |
Larea
si caratterizza per la presenza di:
risorse ambientali e paesaggistiche
importanti (Riserva di Punta Aderci; Corridoio verde adriatico, Bosco di S.Venanzio, Parco
Nazionale della Costa Teatina, sistema fluviale Trigno, Sinello, Treste, la montagna di
Schiavi, Castiglione e Capracotta con il "Giardino della flora appenninica");
patrimonio artistico e archeologico
di pregio. Interessante risulta la combinazione dellArcheologia Italica Sannita con
quella Romana e Medioevale.
Sul piano
turistico e ambientale, larea interessata al Patto Territoriale rappresenta una sintesi
significativa, sia per quanto riguarda lintegrazione territoriale (mare/monti,
urbano/rurale) che per larticolazione dei contenuti di offerta (ambientale,
balneare, invernale, lacuale, culturale, religioso, enogastronomico, rurale ed
agrituristico, artigianale, fieristico e commerciale, congressuale).
Tali elementi
(integrazione territoriale e contenuti di offerta) vengono a configurare un potenziale
sistema turistico integrato che va ulteriormente organizzato in modo strutturale e
funzionale. Il territorio si caratterizza, comunque, per una moltitudine di microprodotti
darea classificabili su tre livelli di valore :
Già molto importanti |
Importanti |
Potenzialmente importanti |
|
Rurale ed agrituristico |
Turismo religioso |
Balneare |
Culturale ed
archeologico |
Ambientale ed
ecoturistico |
|
Invernale (Stazione sciistica di Capracotta) |
Enogastronomico |
|
|
Convegnistico |
Dall'analisi dei
dati sul turismo della zona emergono, in sintonia con l'andamento regionale, forti
caratteri di stagionalità che assumono poi rilevanza quantitativa nei comuni della costa,
i quali possiedono una buona capacità attrattiva (primo fra tutti Vasto), mentre è
ancora quantitativamente poco rilevante quello collinare e montano in tutte le sue forme;
inoltre sia gli arrivi che le presenze denotano una forte componente nazionale (circa il
90%). |
1.3.3. L'agricoltura |
I
comparti principalmente interessati sono quelli della cerealicoltura, della zootecnia,
dellolivicoltura, della viticoltura e dellorto-frutticoltura. Nellambito
di tali comparti esistono esempi di filiere consolidate con notevoli potenzialità di
sviluppo. In particolare è opportuno evidenziare la presenza di:
un ambiente nelle aree interne
particolarmente vocato alle produzioni zootecniche di qualità, (Caciocavallo
dellAlto Molise e pecorino di Capracotta);
una concentrazione significativa,
nella zona costiera e collinare, di oliveti, vigneti e orto-frutta e prodotti del bosco
(tartufo) con relative aziende di trasformazione che rappresentano una componente
importante del PIL agricolo.
Rimangono i
problemi strutturali legati alla frammentazione delle unità produttive e di
competitività nelle aree interne. La zona si caratterizza, inoltre, per la presenza di:
un sistema
irriguo in fase di potenziamento con la presenza della diga di Chiauci sul fiume Trigno,
ormai quasi ultimata;
un Consorzio per
la sperimentazione e linnovazione nelle tecniche irrigue (COTIR) e listituto
agrario di Scerni e il centro agro-meteorologico.
|
1.3.4 Il sistema
creditizio |
Negli
ultimi anni, il processo di ammodernamento in atto del sistema creditizio nazionale
ha consentito di disporre anche in Abruzzo e in Molise di erogazione di servizi e presenza
di strutture operative entrambe in linea con lo "standing" di primarie
Istituzioni finanziarie già insediate nelle aree più progredite del Paese. Tuttavia,
permangono nel sistema creditizio abruzzese, alcune caratteristiche strutturali e
comportamentali difformi rispetto a quelle rilevabili dal sistema creditizio delle regioni
centro settentrionali quali:
Ridotto contributo alla produzione di ricchezza
Maggiore rischiosità degli affidamenti
Più elevato costo del credito
Minore produttività
Uno dei principali effetti della maggiore rischiosità degli affidamenti è rappresentato
dal valore dei tassi medi di interesse che sono quindi direttamente proporzionali al
rapporto sofferenze/impieghi.
I problemi legati alla struttura finanziaria delle PMI operanti nel territorio del
Trigno-Sinello sono dovuti essenzialmente a due fattori ben definiti:
- ridotto capitale di rischio;
- problematiche connesse allaccesso al credito.
In concreto, tali
carenze determinano delle scelte imprenditoriali che creano "debolezza" nella
struttura finanziaria:
ricorso eccessivo
al credito a breve ed appesantimento degli oneri finanziari;
tendenza a
finanziare le immobilizzazioni materiali con i mezzi di pagamento tipici del passivo
corrente;
tendenza ad
evitare la partecipazione di altri soggetti al capitale di rischio;
costo del denaro.
|
1.4 Infrastrutture |
1.4.1 Viabilità
stradale |
Può
essere considerata coincidente con quella prevista dai piani sovrazonali, zonali e locali.
Viabilità
sovrazonale
La rete risulta essere formata da:
- Autostrada A 14;
S.S. 16 Adriatica, lungo la
costa, in buono stato di manutenzione, anche se in alcuni punti necessita di interventi
atti ad allo snellimento della circolazione;
Fondovalle del Verrino, in
buono stato di manutenzione, attualmente di collegamento con la Fondovalle Trigno. Essa
con il completamento del secondo lotto garantirà il collegamento alla S.S. 86 e quindi al
tratto S.S.86Fondovalle Sangro, Fondovalle Trigno e Fondovalle Biferno;
S.S. 86 (Variante) da
completare a cura dellANAS nel tratto AgnoneBelmonte del Sannio;
S.S. 650 (Fondovalle Trigno)
a scorrimento veloce che garantisce il collegamento fra il corridoio adriatico e quello
tirrenico raccordando lautostrada A14 Bologna-Bari con lA1 RomaNapoli;
Fondovalle Treste in via di
completamento che garantirà il collegamento tra la Fondovalle Trigno e la Fondovalle
Sangro.
Si tratta di
infrastrutture collocate in un territorio in gran parte montuoso nel quale, per rendere
più agevole la circolazione, sono stati realizzati importanti interventi di ingegneria
stradale. Naturalmente i costi di manutenzione di tali infrastrutture sono più elevati
della media nazionale.
Viabilità
zonale
Attualmente comprende anche tratti stradali di maggior rilievo che, non ancora completati
o a causa della forte urbanizzazione dei centri della costa, sono di fatto declassati a
funzioni inferiori a quelle per cui sono stati progettati.
Oltre a questi assi esistono loro diramazioni che acquistano significato di collegamento
di intere zone interne con i poli produttivi di Val di Sangro e Val Sinello e con i
maggiori centri urbani.
Viabilità
locale
Nella viabilità locale si possono considerare sia le infrastrutture di collegamento tra
gli assi principali e i centri urbani limitrofi (innervamento dellintero territorio
e sostengono alla sua reale capacità di sviluppo) che le infrastrutture interne alle zone
produttive, principali e secondarie.
Per quanto attiene alla viabilità locale i problemi scaturiscono
dallinsoddisfacente stato di conservazione della rete che in più parti mostra di
risentire degli eventi franosi causati dal dissesto idrogeologico dellarea. |
1.4.2 Rete
ferroviaria |
Il
trasporto su rotaia è quello indicato con maggior insistenza in tutti gli studi fin qui
effettuati per il suo basso impatto ambientale e per la sua convenienza economica nel
trasporto delle merci e dei passeggeri sulle lunghe e medie distanze. La sua effettiva
valenza è subordinata allesistenza di punti di scambio intermodali che la rendano
integrabile con il trasporto su strada e marittimo.
Sul territorio il maggior collegamento ferroviario insiste sullarea VastoSan
Salvo e permette il collegamento NordSud sul versante adriatico.
Il potenziamento delle ferrovie dovrà avvenire sia in direzione NordSud, ove è
necessario il completamento del raddoppio della rete, sia in direzione Est-Ovest.
Interessante potrebbe essere il completamento dellasse viario GaetaVasto, con
la sola costruzione di 40 Km di ferrovia tra Pescolanciano e S.Salvo; si potrebbe
realizzare in tal modo un collegamento ferroviario di grande utilità per il comparto
produttivo e per il turismo.
Per quanto riguarda lintermodalità è già in atto la realizzazione di un nodo sul
territorio di San Salvo che permetterà di integrare le varie tecniche di trasporto
attraverso nodi definiti con riflessi positivi sia in termini di qualità del servizio
offerto allutenza e sia in termini di contenimento dei costi di produzione del
servizio. |
1.4.3 Collegamenti
marittimi |
Il
porto di Vasto assolve al ruolo di collegamento turistico e commerciale via mare. |
1.4.4
Infrastrutture primarie di servizio |
Allinterno
delle singole zone produttive lo stato delle infrastrutture, da intendersi ora come
complesso infrastrutturale primario e non solo come trasporti, è quasi sempre
strettamente connesso con lo stato di utilizzazione della zona stessa. |
1.4.4.1
Infrastrutture a servizio delle PMI |
Per
quanto riguarda le infrastrutture a servizio delle attività produttive, abbiamo ritenuto
opportuno suddividere lanalisi in due distinte fasi: la prima riguardante le grandi
aree industrializzate, la seconda concernente le aree artigianali minori.
Aree industriali.Si distinguono quattro agglomerati industriali maggiori
la cui superficie complessiva destinata ad attività di servizio alla produzione è di ha
115.63
Aree artigianali. Per quanto concerne le aree artigianali è il caso di
sottolineare la scarsa presenza di imprese nonostante la ampia disponibilità di lotti
messi a disposizione dalle Amministrazioni comunali come dimostra lindagine da noi
condotta. |
1.4.4.2
Infrastrutture ambientali |
Sono
abbastanza diffusi gli impianti di depurazione delle acque, ma da completare per il
monitoraggio telematico.
E in fase di realizzazione unimponente diga sul Fiume Trigno, adiacente alla
S.S. 650 presso Chiauci, che dovrebbe garantire il rifornimento idrico a fini irrigui a
tutta la vallata del Trigno. Problemi di carattere burocratico e di impatto ambientale
hanno ritardato notevolmente la realizzazione dellopera tuttora in costruzione.
Da segnalare, nel campo della produzione di energia, lesistenza di una centrale
fotovoltaica (Elio 1) nel territorio di Cupello.
Dal punto di vista dei rifiuti solidi urbani vi sono pochissime strutture a norma per lo
smaltimento ed il riciclaggio dei rifiuti. |
1.4.4.3
Infrastrutture truristiche |
Non
sono molto diffuse le aree pic-nic a verde attrezzato quali punti di sosta per un turismo
ecocompatibile.
E da segnalare, nel territorio di Capracotta, il moderno impianto di risalita a
servizio dello sci, in buono stato di conservazione, e suscettibile di ulteriore
prolungamento.
Sono assenti sulla costa punti di approdo per il turismo marino e sport nautici. |
1.5 Fattori sociali
di rilievo |
Patrimonio
culturale
Gestione delle aree archeologiche. Esistono numerose aree di interesse archeologico
nella zona del Patto territoriale che necessitano di forme di gestione, custodia,
valorizzazione per assicurarne la fruibilità in termini culturali e turistici. In alcuni
casi si tratta di organizzare visite guidate, momenti didattici per le scolaresche e gli
utenti in genere, laboratori di restauro. E' altresì possibile ideare e organizzare
itinerari culturali e turistici che raggiungano una pluralità di emergenze archeologiche.
I servizi
della vita quotidiana
Servizi alle persone. E' indispensabile accelerare il processo, finora solo avviato
dalle Aziende sanitarie locali, di deospedalizzazione organizzando efficaci e qualificati
servizi di assistenza domiciliare in grado di integrare le prestazioni sanitarie e quelle
sociali. Mentre già si riscontra una diffusa sensibilità degli enti locali per
l'assistenza domiciliare agli anziani, condizionata soltanto dalla insufficiente
disponibilità di risorse, si registra un notevole ritardo nell'organizzare la rete dei
servizi sanitari domiciliari. Le Aziende Sanitarie Locali hanno avviato una prima
riflessione e alcune esperienze pilota ma risulta ancora solo dichiarato il processo di
integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali, con un efficace raccordo tra i
soggetti competenti (ASL e Comuni). Più marcato il ritardo nell'organizzazione
dell'assistenza domiciliare ai malati di aids e ai portatori di handicap. In quest'ultimo
ambito sono da segnalare recenti progetti proposti ai sensi del D.L.vo n. 280/97 relativo
ai lavori di pubblica utilità.
Decisivo fattore di successo nell'intervento nei servizi alla persona viene considerato il
coordinamento programmatico ed operativo tra i diversi soggetti istituzionali. Questi
ultimi devono realizzare un network con gli operatori del settore ed in particolare con le
imprese sociali. Sul piano programmatico e istituzionale si segnala la necessità di
coordinare le scelte e le modalità operative indicate dal piano sanitario e dal piano
sociale. Vale la pena segnalare l'assoluta carenza, nell'area del Patto territoriale, di
alcune strutture sociosanitarie di indubbia utilità:
centro di riabilitazione per malati
mentali;
centro residenziale per minori che
hanno subìto violenze fisiche e psichiche (malati di aids, figli di tossicodipendenti, di
carcerati, ecc.);
residenza sanitaria assistita, in
particolare per anziani non autosufficienti gravi.
I servizi
ambientali
Salvaguardia e protezione delle zone naturali. Nel comprensorio del Patto insistono
aree con un patrimonio naturale rilevante che impone una conoscenza dettagliata del
territorio e del suo uso, un check up analitico e costantemente aggiornato. Il criterio di
compatibilità ambientale delle attività produttive e la valutazione di impatto
ambientale per le opere infrastrutturali, devono essere assunti come importanti
acquisizioni culturali delle comunità locali e come elementi di necessaria coerenza nella
strategia economica complessiva delle comunità locali. Il territorio ha quindi bisogno di
manutenzione in ogni sua parte ma particolare attenzione va posta al controllo
dell'inquinamento, alla gestione del ciclo integrale delle acque, alla regimentazione dei
fiumi, all'assetto idrogeologico, all'eliminazione dei detrattori ambientali.
I servizi per migliorare la qualità della vita
Trasporti collettivi locali. In un'area caratterizzata per larga parte da zone
collinari e montane, con numerosi insediamenti di piccole e piccolissime dimensioni -
peraltro diffusi su un territorio assai vasto e connotato da un assetto viario inadeguato
- con alti indici di invecchiamento, con notevole pendolarismo verso la costa e i centri
urbani di maggiori dimensioni, il trasporto collettivo locale rappresenta indubbiamente un
fattore problematico. Il trasporto pubblico risulta insufficiente mentre l'offerta privata
è pressoché inesistente. L'organizzazione del trasporto scolastico rappresenta
un'emergenza per i comuni e le stesse Regioni incoraggiano le Comunità Montane ad
assumerne la gestione, nella consapevolezza che in ambito sovra-comunale è possibile
razionalizzare e migliorare il servizio, contenere i costi di esercizio e di manutenzione.
I servizi di trasporto per i portatori di handicap non sono stati attivati.
Miglioramento dellefficienza. Azioni volte a migliorare la complessiva
efficienza economica del territorio attraverso azioni di marketing darea in grado di
attrarre nuovi investitori in ragione delle condizioni di vantaggio costituite dalla
qualità della vita e del territorio, dal livello di funzionalità della Pubblica
Amministrazione, dalla consolidata capacità di concertazione degli attori sociali e degli
enti territoriali. Particolare attenzione è da rivolgere alla necessità di realizzare
una rete di supporto alle piccole e medie imprese esistenti, agli Enti Pubblici
territoriali, ai promotori di nuove imprese ed ad altri attori locali (associazioni
culturali, volontariato ecc.) con lo scopo di stimolarne ed affiancarne le iniziative di
sviluppo facilitarne laccesso alle informazioni, ai servizi avanzati ed a tecnologie
evolute di comunicazione telematica, coinvolgerli nelle attività finalizzate allo
sviluppo del territorio e sostenerne laccesso alle opportunità presenti
nellarea. |
Punti di forza |
Punti di debolezza |
Sistema produttivo locale
BUONE caratteristiche del personale
BUONE relazioni industriali |
SOTTOCAPITALIZZAZIONE
IMPRESE poco strutturate
FORMAZIONE del personale discreta
SERVIZI reali non molto diffusi
INNOVAZIONE di processo e di prodotto non molto diffusa |
Turismo e Risorse Ambientali
AREA a potenzialità di turismo misto e/o di nuova generazione.
VARIETA' di motivazioni e scenari turistici diffusi su tutto il territorio.
TRADIZIONI storiche, culturali, artigianali e gastronomiche.
PRESENZA di strutture ricettive aperte nell'intero arco dell'anno e ad alta potenzialità di sviluppo.
ELEVATA caratterizzazione della costa, della montagna e dell'ambiente in stretta correlazione.
PATRIMONIO importante di interesse storico- archivistico, artistico, culturale, archeologico e religioso su tutto il
territorio |
MANCANZA di una identificazione di marca
del territorio.
CARENZA di sinergia tra i vari bacini turistici e di pianificazione coordinata.
MANCANZA di correlazione tra promozione turistica e quella delle altre risorse
territoriali (prodotti tipici, enogastronomia, produzioni artigianali locali) e tra turismo e
servizi di prossimità (animazione, commercio, gestione dei siti ambientali, storici ed
archeologici).
CARENZA di organizzazione nella ricettività extralberghiera, agrituristica e
delle seconde case.
RIDOTTA visibilità e fruibilità turistica delle risorse territoriali.
RIDOTTA valorizzazione e azioni di recupero del patrimonio architettonico.
MANCANZA di servizi pubblici di assistenza al turismo (trasporti, assistenza, informazione,
orientamento).
CARENZA di attività di manutenzione ambientale e di attività di controllo e
monitoraggio dell’ambiente. |
Agricoltura
PRESENZA di aree a forte vocazione produttiva.
PRESENZA di nuclei aziendali a conduzione professionalmente avanzata nei comparti
della viticoltura e dell’orto-frutta.
PRESENZA di imprese di trasformazione nel settore del vino e dell’orto-frutta.
PRESENZA di produzioni tipiche locali dotate di un’immagine di pregio
(olio extravergine d’oliva, vino, ortofrutta, formaggi ecc.).
IL potenziamento del sistema irriguo con la diga di Chiauci.
LA presenza di strutture per la ricerca e l’innovazione, COTIR,
sistema agrometereologico e istituto agrario di
Scerni. |
PRODUZIONI cerealicole legate al
sistema del sostegno comunitario e mancanza di integrazione fra produzione e trasformazione.
CONDIZIONI strutturali svantaggiate con conseguente aumento dei costi di produzione.
AZIENDE spesso impreparate a condurre politiche di mercato avanzate ed azioni di
valorizzazione/ promozione dei singoli prodotti e della qualità agro-alimentare del
territorio in sinergia con lo sviluppo turistico. |
Infrastrutture e varie
LA presenza di una rete di collegamenti sia con la fascia adriatica che con quella tirrena e la presenza di un nodo intermodale di rilievo con l’asse Gaeta-Vasto, la transcollinare e la Fondovalle del Verrino,
il corridoio Adriatico, il porto di Vasto. |
UN costante calo demografico e
spopolamento nei piccoli centri delle aree collinari e pedemontane.
L’Accentuarsi del divario tra zone in crescita e zone in regresso con
il pericolo di un irreversibile deterioramento del tessuto sociale.
LA mancanza di alcuni collegamenti indispensabili. |
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