KHAMSIN
Caldo e sabbioso
il vento del deserto
soffiava greve
sulla mia cittą
una-due volte l'anno;
torrida coltre gialla
che tutto inaridiva
e il fiato ti mozzava.
Mi piaceva il "Khamsin"
a dispetto dell'afa,
strana sensazione
di fanciulla, allora ...
e l'incombente arsura
allegro refrigerio trovava
all'offerta canora e tintinnante
dell'ambulante
che "Arghisus" e "Kharroab
-inver ghiacciate bibite-
in scintillante anfora, portava.
Inghirlandati
apparivan puntuali
i minareti;
simboli al tramonto,
lucciole alla sera,
e gli arabeschi suoni
del muezzino
invitavan col canto
alla preghiera
i fedeli del culto
di Maometto.
Profili di cammelli,
di beduini,
oasi fresche e verdi,
io, nomade negli anni
ancor ritrovo,
e le versate lacrime del tempo
svaniscono nel vento dei ricordi.
E rivedo le onde di quel mare,
ancor pił chiaro
ancora pił turchino,
al cessato capriccio
del deserto,
lambir la sponda
dell'egizio lido!
Li, sulla spiaggia,
oltre l'orizzonte,
lo sguardo mio sognante
si posava ...
"patria-speranza
nell'azzurra ora"!
Mirella Lombardo