Societa' e informazioni
La nostra societa' e' definita da Manuel Castells (nel libro "La nascita della societa' in rete") "societa' informazionale" . Egli distingue tra societa' dell' informazione dove si da importanza alla informazione come comunicazione del sapere che e' importante in ogni momento storico, e societa' <<informazionale>> dove questo termine indica una specifica forma di organizzazione sociale in cui lo sviluppo , l'elaborazione e la trasmissione delle informazioni diventano fonti basilari di produttivita' e soprattutto di potere.
Così e' informazionale la "nuova economia" perche' la produttivita' e la competitivita' dipendono in modo sostanziale dalla propria capacita' di generare, elaborare a applicare con efficienza informazione basata sulla conoscenza, una conoscenza che si attua anche,appunto, con la tessera che rilasciano i grandi centri commerciali. Loro vogliono sapere il piu' possibile sui potenziali acquirenti hanno occhi e orecchie sofisticati e invisibili, ma guai a entrere con un occhio estraneo nei loro sistemi.
Non molto tempo fa mi e' capitato di entrare in un grande centro commerciale e avevo con me la macchina fotografica, non avevo intenzione di fare foto, ma cio e' bastato a mettere in allarme il personale che ha voluto comunque spiegazioni ammonendomi che se avessi scattato senza autorizzazioni ci sarebbero state conseguenze spiacevoli.
Oggi le imprese producono e distribuiscono sulla base di informazioni e conoscenze incorporate nel processo di lavorazione grazie alla potenza sempre maggiore delle tecnologie dell'informazione.
Cio che e' cambiato sostiene ancora Castells "non e' il tipo di attivita' che che impegna l'umanita' , ma la sua abilita' tecnologica nell'impiegare come forza produttiva diretta la sua capacita' di elaborare simboli".
In una societa' in cui cio' che si muove e si condivide e si scambia sono le informazioni, flussi di informazioni, flussi di immagini, flussi di tecnologia, Castells propone l'idea di una nuova forma spaziale propria delle pratiche sociali che dominano le societa' in rete: "lo spazio dei flussi". Questo e' costituito da un sistema che supporta il flusso di informazioni: l'infrastruttura tecnologica, ma anche da luoghi fisici, punti nodali situatui in determinati punti del globo, sono nodi decisionali, di coordinamento lontani dai centri di produzione, gestite dal potere.
"l'élite sono cosmopolite il popolo e' locale".
In questo contesto in cui l'individualita' si perde, il tempo e la storia si annullano, anche l'architettura corre il rischio di essere astorica e aculturale, assorbita dallo spazio dei flussi anonimi.
Il pericolo e' che l'architettura diventi un mero contenitore delle informazioni invece di essere informazione essa stessa, capace di comunicare.
Anche il museo di Gehry a Bilbao, o la Sydney Opera House, per citare alcuni esempi, sono punti nodali di spazi di flusso: flussi di persone , di culture. Ma questi stessi nodi sono comunicatori anche piu' efficaci delle culture e dei flussi che essi contengono, tanto che e' sufficiente vedere dall'esterno queste architetture, o anche vederne la sola immagine perche' essa comunichi, evochi, induca a una indagine per comprendere la risposta alla crisi che l'ha generata.
Giuseppe Mosetti

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