La respirazione affannosa

Ultimo aggiornamento Domenica 26 MArzo 2012

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La respirazione affannosa è un evento normale negli allenamenti di un podista, anche nei corridori molto efficienti ed allenati, che sembrano non avvertire la fatica dello sforzo che stanno sostenendo. Se si assiste da vicino ad una loro competizione, come per esempio una corsa su strada, si coglie abbastanza bene il rumore della respirazione affannosa.
Mi sono trovato spesso a pensare, durante gli allenamenti, a come dovrebbe essere l’intensità della respirazione di un allenamento facile, visto che si dice che per sostenere uno sforzo aerobico si deve poter dialogare mentre si corre. Questo è ciò che ho riscontrato regolarmente nelle mie uscite, ma correndo a questo livello di respirazione il ritmo di corsa era - ed è ancora adesso - sempre un po’ troppo basso rispetto a quello che mi sento di poter sostenere. Se avessi seguito le indicazioni che mi fornivano le gambe quando correvo sciolto e fluido, avrei corso più velocemente, e quindi con un impegno respiratorio più elevato rispetto ai dettami raccomandati. In pratica, ad una respirazione definita agevole corrispondeva, e corrisponde anche adesso, un ritmo di corsa troppo lento, e quindi poco stimolante dal punto di vista cardiaco; mentre, se voglio sollecitare adeguatamente il lavoro del cuore, sento di correre con una respirazione non proprio facile.
Quando aumento il ritmo oltre alla corsa lenta, andatura che in ogni caso non mi permette di respirare agevolmente, comincio ad avere un aumento dell’atto e della frequenza respiratoria. Si tratta di un evento da considerare fisiologico perché i muscoli richiedono più ossigeno per sostenere uno sforzo maggiore. In alcune sedute vado anche fortemente in affanno, specialmente quando corro vicino alla velocità della soglia anaerobica; ciò è inevitabile, proprio perché a questo livello d’impegno l’ossigeno che immetto con la respirazione (a bocca aperta anche senza forzatura né quando inspiro né quando espiro) è insufficiente per lo sforzo che sto sostenendo.
In allenamento, specie perché corro da solo e riesco facilmente a concentrarmi su quanto sto facendo, porto molto spesso la mia attenzione alla respirazione; mi reputo piuttosto sensibile a riconoscere l’andatura di corsa alla quale sto correndo, ma mi piace anche verificare l’andatura di corsa che sto sostenendo in relazione alla frequenza dei passi per ogni atto respiratorio.
Quando corro in scioltezza e senza impegno, faccio 4 passi per ogni respiro; quando invece corro al ritmo corrispondente al fondo medio tengo una cadenza di circa 3 passi per ogni respiro, e quando arrivo ai 2 passi per ogni respiro significa che sto correndo ad un impegno che stimola la mia potenza aerobica. Superando tale velocità la respirazione è veramente affannosa, ed il rapporto è praticamente 1 a 1. Insomma, correre con una respirazione facile a me non succede mai, e noto che non avviene neppure ai corridori amatori: quando pedalo di fianco ai molti podisti che partecipano ai miei stages, la loro respirazione è sostenuta anche quando stanno correndo ad un’andatura agevole.
E’ da considerare invece con particolare attenzione quando una seduta di corsa lenta svolta in pianura causa una respirazione troppo affannosa. Tale circostanza può indicare l’incapacità dell’organismo a prelevare l’ossigeno dal sangue e a trasportarlo ai muscoli. Questo aspetto può evidenziare uno stato di anemia: i muscoli, ricevendo poco ossigeno (vuoi per una mancanza di ferro nell’emoglobina, vuoi per una carenza di globuli rossi), lavorano in uno stato definito di ipossia (poco ossigeno).