Potenza lipidica |
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Nel corso di una maratona, l’energia che deriva dal glicogeno muscolare e da quello epatico può coprire circa i due terzi della totalità della spesa energetica necessaria per completare la maratona. E’ questa la ragione per cui i muscoli devono obbligatoriamente consumare una certa quantità di acidi grassi. E’ stato osservato che in due atleti aventi lo stesso VO2Max, la diversità di prestazione nella maratona era per lo più determinata dalla capacità più o meno elevata di consumare durante l’impegno agonistico un‘alta percentuale di acidi grassi. Si è in particolare riscontrato che l’atleta che presentava uno scarso consumo di grassi si trovava nella necessità di affrontare la gara ad un ritmo meno elevato rispetto all’atleta dotato di una elevata potenza lipidica. Nel caso quest’ultimo avesse tentato di tenere il passo dell’altro maratoneta sarebbe stato costretto a consumare un quantitativo eccessivamente elevato di glicogeno che lo avrebbe portato inesorabilmente a dover affrontare una crisi ipoglicidica. La capacità dell’atleta di consumare durante le gare di endurance una percentuale piuttosto elevata di lipidi viene comunemente denominata potenza lipidica. La potenza lipidica si può migliorare soprattutto attraverso l’allenamento, è stato osservato che il massimo consumo di grassi per minuto si determina ad un ritmo che è del 10 –12% più lento rispetto alla velocità di soglia e corrisponde all’incirca al ritmo del fondo medio e del ritmo maratona per un amatore di medio ed alto livello. Un atleta amatore di medio livello, capace di correre ad una velocità di soglia del 15 km/h, lavorerà proficuamente sull’incremento della potenza lipidica correndo 16–25 chilometri al ritmo di 4’,20 –4’,25 al chilometro. Di seguito viene riportata una tabella dove, in base alla soglia anaerobica od anche al ritmo che si riesce a tenere in una gara di 15 km, vengono indicati i ritmi a cui effettuare i lavori che influenzano la potenza lipidica: Soglia anerobica andatura 17 km/h 4’ 16
km/h
4’15” 15
km/h
4’,30” 14
km/h
4’,50” 13
km/h
5’,15” Tutto ciò è in antitesi con alcune vecchie teorie in voga negli anni 60 e 70 secondo le quali un miglioramento della capacità dell' organismo di consumare gli acidi grassi durante la corsa di resistenza venivano allenate attraverso il ricorso massiccio a lavori che prevedevano il fondo lungo lento. Risulta che anche atleti di grande valore svolgevano lunghe sedute d’allenamento (anche di cinquanta, sessanta chilometri), ad andature di 40 –50 secondi più lente rispetto al loro ritmo maratona. Test di laboratorio hanno accertato che le andature del lunghissimo incrementano in misura di gran lunga inferiore la potenza lipidica rispetto a quanto sia in grado di realizzare una seduta di fondo medio o di ritmo maratona.
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