50 anni di scautismo a Gattinara

40 anni in verdenero

30 anni con l'AGESCI

 
   

 

bozza di testo per l'opuscolo che sara' distribuito in occasione delle celebrazioni del maggio 2004

Introduzione storica
Era l'anno 1907, sull'isoletta di Brownsea battuta dal vento della Manica, un alto ufficiale di S. M. Britannica, tale Robert Baden-Powell, dava inizio con un gruppetto di ragazzi, al movimento scout.
In brevissimo tempo l'esperimento si sarebbe diffuso in tutto il mondo, ben oltre le frontiere dell'Impero Britannico. Una Pedagogia pratica, che mirava a sviluppare nel ragazzo le doti del "buon cittadino" e successivamente di "cittadino del mondo", superando le barriere di razza, religione o sistemi sociali.

Pure in Italia fin dal 1910 ebbero origine diversi tentativi paralleli: le Gioiose Liguri di Mario Mazza, i Ragazzi Esploratori Italiani, l'Associazione Ragazzi Pionieri Italiani, il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani, in cui nel 1912 piu' o meno confluirono tutti.


Nel 1916 il conte Mario di Carpegna fondava l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana, staccandosi del CNGEI, che in quel momento seguiva una involuzione di tipo laicista e militarista. Dopo la guerra l'ASCI si sviluppo' in tutte le citta' italiane, trovando seri ostacoli nel sorgente squadrismo fascista che sovente ne devastava le sedi e giunse ad assassinare Don Minzoni, assistente scout di Argenta.
La situazione precipito' con il Concordato nel 1927, quando il Vaticano dovette accettare lo scioglimento dell'ASCI per salvare l'Azione Cattolica.
Ma lo scautismo sopravvisse clandestinamente (Aquile Randagie e altri gruppi clandestini) fino al 1944-45 quando furono ricostituite l'ASCI e il CNGEI, mentre l'Associazione Guide Italiane veniva fondata a Roma. Fu di allora, nella situazione confusa dell'Italia occupata, un maldestro tentativo di Gedda di incorporare gli scout nella Azione Cattolica. Grazie alla mediazione dei prof. Salvatori, l'ASCI fu salva. Lo sviluppo dello scautismo in Italia fu graduale fino agli anni '70 quando, appena dopo il grande movimento generato dal'68, si senti l'esigenza di una fusione ASCI + AGI = AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). Era l'anno 1974: la base di lavoro metodologico per la nuova Associazione divenne la coeducazione tra ragazzi e ragazze, concetto innovativo per tutta una pedagogia ereditata dal passato.
Oggi l'AGESCI, forte di circa 160.000 iscritti (anno 1989), rappresenta una delle associazioni piu' qualificate e presenti sul territorio.
Nel 1986, con la Route Nazionale dei Piani di Pezza, ha avuto un riconoscimento di fatto da tutti i settori della vita politica, culturale, sociale e religiosa italiana. Lo stesso Papa Giovanni Paolo Il e' salito lassu' con noi a darci il suo riconoscimento di associazione di laici presenti nella vita della Chiesa. Lui da noi, e non noi da lui a Castelgandolfo o in Piazza San Pietro. Nella concettualita' sottilmente diplomatica e' certamente una questione assai significativa.

In questi ultimi anni l'Agesci ha saputo essere presente all'attenzione dell'opinione pubblica diversificando la propria visibilita' in diversi ambiti della societa' civile: dalla proposta educativa che le e' propria, fino alla presenza qualificante nei numerosi interventi di protezione civile, oppure con la costante presenza negli eventi delle problematiche della Pace. Ricordiamo per inciso che un capo della associazione, Giancarlo Lombardi, e' diventato Ministro della Pubblica Istruzione con il governo Dini. L'anno scorso l'Agesci ha realizzato l'ultimo grande evento della propria storia: il campo Nazionale Guide/Esploratori. Piu' di quindicimila ragazzi e ragazze concentrati in quattro localita' della penisola contemporaneamente: Piemonte, Umbria, Campania e Sardegna. Praticamente quattro citta' create in mezzo ai boschi dove non c'era nulla, e dove e' tornata ad esserci solo erba o radure pulite, quando tutti sono tornati a casa. Anche i nostri ragazzi di Gattinara hanno partecipato a questa grande avventura, a Monteleone di Spoleto, Umbria, e ai Piani di Verteglia, in Irpinia.

Con "il coraggio di esserci"  oggi, anno 2004, l'AGESCI celebra i 30 anni di fondazione.

Il coraggio di esserci

 

Spesso si pensa che il coraggio sia la virtu' degli eroi, delle persone che, non si sa per quale mistero, hanno "un qualcosa in piu'". Noi crediamo che non sia cosi'.

B.-P. quando diceva che "uno scout e' passabile in salotto e indispensabile in un naufragio" sottolineava che uno scout non si lascia trascinare dagli eventi, ma li sa padroneggiare perché e' competente, perché sa trovare in sé risorse insospettate e forse insospettabili, frutto di un allenamento costante e severo nell'affrontare le situazioni.

L'ottavo articolo della Legge "Lo scout e la guida sorridono e cantano anche nelle difficolta'" ci ricorda che nei confronti delle situazioni che la vita ci pone innanzi, deve essere tenuto un atteggiamento positivo, l'atteggiamento di persone che sanno affrontare i problemi piccoli o grandi che siano, con serieta' e solidita', ma anche con serenita', perché hanno effettuato un percorso di formazione che li ha resi padroni delle proprie capacita'.
Lo scout e' insomma una persona coraggiosa!
Se cio' e' vero, come puo' non esserlo l'AGESCI?

In questi trent'anni, l'Associazione ha dimostrato (permetteteci di parafrasare) il coraggio dei fatti: la presenza in situazioni difficili, l'attenzione a problemi "scomodi", una proposta educativa alternativa rispetto alle mode dominanti, le prese di posizione contro corrente ma sempre dalla parte dei "deboli", la coerenza nella proposta metodologica!

Tutto cio' non sempre e' stato realizzato da tutta l'Associazione perché le realta' in cui operiamo sono le piu' varie, ma sempre tutto e' stato fatto con un senso di appartenenza all'

Associazione che e' prezioso, che e' una delle nostre grandi risorse e che definisce il nostro essere INSIEME, ricchezza gia' individuata il 4 maggio dei 1974 quando - appena votata a grande maggioranza l'unificazione di AGI e ASCI - il Consiglio Generale, ad una sola voce, intono' il canto che ' pur non essendo mai stato formalizzato come tale, viene quasi considerato l'inno ufficiale dell'AGESCI e il cui titolo e' appunto "Insieme".

Possiamo allora semplicemente ma con forza dire di ESSERCI nella Chiesa e nel territorio, come una forza viva e vera, perché prodotta dal sentirci uniti e solidali, fratelli e sorelle.

Certamente quando si compiono trent'anni, c'e' la necessita' di fare il punto di dove si e', per affrontare il futuro da "adulti", per trovare - o ritrovare - capacita' e risorse nascoste per affrontare anche i prossimi trent'anni.
      Buon volo, buona caccia, buona strada!

 

 Nellina Rapisarda

  Piero Gavinelli

Capo Guida  

Capo Scout

                                                                                                


 

Gattinara: la "nostra" storia

Quest'anno, 2004, il Gruppo scout di Gattinara celebra il 40° anniversario. Pero' giustamente alcuni amici ci hanno fatto notare che lo scautismo a Gattinara esisteva fin dagli anni '50, per cui dovremmo celebrare il 50°.

Ok, mettiamola cosi': 40 anni di scautismo in verdenero per ricordare la fondazione dell'attuale Gruppo nel 1964, e, piu' genericamente 50 anni di scautismo a Gattinara. Abbiamo appurato che la data esatta della fondazione di un primo gruppo scout a Gattinara, allora con fazzolettone scozzese-grigio, e' il 1951.

anni '50: fazzoletto scozzese

Infatti gia' lo abbiamo detto in altra parte: lo scautismo nacque a Gattinara nei primi anni '50 grazie a Don Carlo Pelizzaro, che tra l'altro era anche lo zio di Don Franco.  In margine alla Festa dell'Uva, abbiamo visto questa foto nella mostra presso Vita Piu'. E' una foto storica, scattata al campo di Reparto tenuto a Finale Ligure nel 1954. Un altro mitico campo fu tenuto al Pian dei Resinelli sopra Lecco, raggiunto da Gattinara in bicicletta. Altra mitica impresa la pedalata da Gattinara al Lago di Tenno, sopra il Garda. Dalla cronaca del Gruppo di Grignasco abbiamo ricavato questo flash:

"Fu proprio in questo periodo che lo spirito di servizio spinse Antonio Beatrice a collaborare con il gruppo Scout Gattinara 1, in difficolta' per mancanza di Capi. Nel 1955 partecipo' ad un loro Campo estivo svolto in bicicletta dalla Valsesia fino al lago di Tenno, sopra al lago di Garda. Si ricorda che, nell'attraversare Milano in bicicletta, tutti i "ghisa" che regolavano gli incroci, appena vedevano quella cinquantina di ragazzi in gruppo, sovraccarichi con zaini e tende, tutti sudati, si affrettavano a bloccare il traffico e a dare loro via libera. Attraversarono Milano in un batter d'occhio!" Immaginate oggi, anno 2004!!!

Di quegli anni e di quel Reparto ho qualche ricordo: io ero a Santhia', e nel 1956 quei ragazzi erano venuti al Congresso Eucaristico di Santhia'. Sempre in quell'anno avevamo tenuto il San Giorgio Provinciale alla Colonia Bertotto, e io avevo piantato la tenda (intendiamoci: due teli mimetici marines tesi tra due bastoni) appena li' a sinistra dall'entrata! Poi nel '57 a Vercelli, non ricordo piu' per quale occasione, una processione forse, aspettavamo gli scout di Gattinara, che non sarebbero mai arrivati: infatti quel Gruppo si era sciolto...

Ritornammo in massa a Gattinara per Congresso Eucaristico Diocesano: (anno 1959?) c'erano anche le guide di Borgosesia, sorvegliate a vista dalla loro capo...  infatti era la prima volta che vedevamo le guide, che erano ancora un'altra Associazione. Noi eravamo ASCI e loro AGI.

 

 

anni '60: in verdenero

Qualche anno dopo, allora io ero responsabile provinciale dell'ASCI, fu proprio il Vicario mons. Francese a chiedermi di ricostituire il gruppo scout a Gattinara, dove c'era un gruppo di ragazzi che avevano partecipato alle attivita' con il gruppo di Borgosesia ( dove c'era gia' il mitico Giovanni Turcotti!). Anno 1964, mese di giugno, Santuario di Rado: riprendeva la marcia il gruppo scout di Gattinara, con il fazzoletto verdenero, simbolo dell'aquila che risorge.
Capo di un Reparto di due squadriglie era Gianfro Bonola, mentre il Clan dei Rovers era con Giorgio Cerri, assistente don Giovanni Carenzo, parroco di Roasio. Il Reparto teneva un primo campetto ai Manisc, e quindi una puntata a Camandona con il Reparto di Santhia'. E subito attivita' intense con il Clan: il Campo Nazionale Rover al Parco d'Abruzzo. L'anno successivo campo estivo a Fobello con il Reparto di Santhia' (e relativo assalto notturno al campo da parte di un gruppo di fascisti, ma noi eravamo tanti e forti ... ). Il Clan ebbe la prima esperienza di un Natale Rover in quel di Curino, tra gli abitanti (emarginati nel senso che allora Curino era davvero isolata tra le colline) della parrocchia di don Eusebio Regge, nostro assistente di Clan. Ricordo in quella occasione la presenza di un giovane con doti di servizio e umanita' veramente apprezzabili: Pierluigi Delbosco, chiamato Pier. Il 17 luglio del '66 lo avremmo accompagnato, con la bara sulle spalle, al cimitero, dove la lapide sintetizza mirabilmente il suo "essere scout". Nel frattempo in Reparto aveva tenuto il campo estivo a Rima San Giuseppe, sempre con il reparto di Santhia'.

Novembre del '66, la grande alluvione: noi avevamo Vallemosso, fango nelle case e nelle fabbriche: il clan c'era a spalare. A dicembre salimmo a Gosaldo di Belluno, ormai il fango era ghiacciato, anziché la pala usavamo il piccone!

Gli anni dal '67 al '70 portarono dei cambiamenti: chi al lavoro, chi all'universita', mi ritrovai praticamente solo a tirare avanti l'esperienza "Ranger", che era sorta nel '67 con il Campo di Camasco. Una esperienza molto valida con ragazzi veramente in gamba: attivita' eccezionali, raids, campi invernali, stage e specialita' a non finire. L'Assistente allora era Don Pietro Bigliocca, cappellano dell'ospedale. Al San Giorgio regionale di Novara ci presentammo con un cannone in kit, funzionante (a sparare palle di stracci!): anni dopo lo rividi nella sede centrale a Roma a mo' di souvenir!

All'inizio degli anni 70 la pattuglia Raiders mi subentro' nella gestione del Reparto. Allora ebbe inizio un glorioso periodo che sarebbe pervenuto fino alla soglia degli anni '80 con Salvatore Cocuzza prima e Cesare Rossi poi, affiancati da Daniela Lavezzi e Carla Godio, quando nel Reparto entrarono le Guide. Infatti verso il '72 si costitui' il primo nucleo femminile nel Clan con Gabriella Prola. Insieme alla pattuglia Raiders si formo' un Clan molto attivo con gente preparata, proveniente dalle esperienze piu' diverse, ricordo discussioni vivacissime. Le esperienze piu' significative di quegli anni furono sicuramente un primo campo mobile in Svizzera (1972) visitando le sedi dei lavoratori italiani immigrati. L'Austria (1973) fu meta per visitare i lager di Mauthausen ed Ebensee, con sosta a Vienna. Nel 1974 Tamié (mannaggia ai bastoncini di pesce di Faverge: 12 ko su 13 che eravamo!), Parigi, con soggiorno all"hotel" peniche, dentro l'acqua della Senna, e una puntata veloce in Svizzera. Nel '75 Il campo Nazionale Rover/Scolte tra Bardonecchia e la Mandria, Nel '76 l'esperienza del campo di lavoro dopo il terremoto del Friuli. Forse proprio la' nacque lo spirito della Comunita' Capi degli anni futuri.  Assistente era don Pino Cavallone, con il quale avevamo elaborato una buona catechesi sulle problematiche postconciliari.

Il 1974 fu un anno miliare per la nostra associazione nazionale: sull'onda dei grandi movimenti del '68 anche lo scautismo si era interrogato sul proprio ruolo e presenza educativa nella societa' che si stava evolvendo velocemente: proprio allora nacquel'AGESCI, con la fusione tra l'ASCI, associazione maschile e l'AGI, associazione femminile.

Nel frattempo da noi, con una esperienza di doposcuola, era sorto il Branco dei Lupetti/Coccinelle, con il trio Maurizia Felisi, Carla Sodano e Rosella Ratto. Erano anche gli anni di noviziato rover/scolte condotto da Massimo Bonola, Patrizia Agazzone, e Massimo Pizzera, con una buona attivita' di montagna.

Gli anni '70 si chiusero con il passaggio del Reparto ad una direzione esclusivamente femminile: Rosella Ratto e Patrizia Agazzone. Il Branco sempre con Maurizia Felisi e Carla Sodano. Il sottoscritto ancora in Clan fino all'85, aiutato da Cesare Rossi e Massimo Fioravanti. Tutto sommato questo fu il periodo piu' stabile e professionalizzato nella gestione del Gruppo. Nell'86 partecipammo alla Route dei Piani di Pezza con un Clan tutto nuovo da cui aveva origine la Comunita' Capi degli anni successivi.

Qualche avvicendamento: in Reparto subentravano Franco Patriarca, Sandro Sodano e Bruno Gallantina. In Clan, nell'85, dopo Cesare Rossi e Carla Sodano, Rosella Ratto. In Branco diventava Akela Massimo Fioravanti, da sempre detto Flo'.

Nell'estate dell'89 il Reparto partecipava agli Alisei alle Dolomiti del Brenta, una sorta di campo nazionale per il nord Italia.

Nel 1989, a Villa Paolotti, celebrammo il 25° della fondazione del Gruppo, con gran partecipazione di pubblico e delle autorita' locali a visitare la mostra fotografica e quella filatelica dell'AISF, con tanto di annullo speciale delle Poste Italiane (dove non arrivano i Bussolino!) .

   

l'inciso

La storia scorre veloce con il passare degli anni. I ricordi sono tantissimi, a volte con l'entusiasmo alle stelle, a volte con momenti di amarezza e di quasi scoraggiamento. Inevitabile non pensare a quel periodo di incomprensione aspra con chi reggeva la parrocchia dopo  mons. Francese. Il trovarsi i mobili della prima sede in mezzo al cortile, (o i successivi diktat a liberare anche l'altra sede che ci era stata concessa) non fu una situazione entusiasmante! Per cui all'inizio degli anni '90 lasciammo la parrocchia di giu' (ovviamente con un gran botto ripreso dalle cronache locali in modo molto esauriente!), e ci trasferimmo, il reparto a San Bernardo, grazie all'accoglienza della parrocchia di Don Gilio Ardissino, ed il Branco con il Clan a Villa Paolotti, dove l'amministrazione comunale ci aveva concesso due stanze.

Appunto, la storia scorre veloce, gli anni passano, e le vicende si susseguono. A Vercelli pochi anni dopo, a Mons. Mensa che ben conosceva la nostra situazione, succedeva il Vescovo Bertone, ex assistente scout al To 24, oggi Cardinale di Genova (ma l'avete visto in tv a tenere la radiocronaca di una partita di calcio?!!!),  che rivoltava la Diocesi: in parrocchia di San Pietro arrivava Don Giorgio Bertolone prima e Don Mauro Stragiotti dopo ( che Dio li abbia in Gloria!). Il Branco ritornava a casa con Don Giorgio e Don Mauro come Baloo! E oggi Don Franco Givone continua ad ospitarci contando ai Lupi qualche ricordo della "sua" lontana Africa. Invece Don Renzo Del Corno ci porta la Messa ai campi nei luoghi piu' incredibili: memorabile il viaggio attraverso mezza Svizzera franata per arrivare entro sera a Kandersteg, estate 2001!

ricominciamo da 25

I primi anni '90, a parte gli inconvenienti di cui sopra, il cammino del Gruppo proseguiva lineare. Ricordiamo due mostre a Villa Paolotti, la Mostra Etnografica: "La civilta' contadina agli inizi del secolo", manifestazione inserita nell'ambito dei festeggiamenti di " GATTINARA CITTa' " nel 1990; ed una successiva nel 1992 : "Immagine Gattinara" per i 750 anni di Gattinara.

Nel Gruppo qualche difficolta' ricorrente per il clan: alla GMG di Chestokowa del 1991 eravamo tre capi con due scolte. Esperienza entusiasmante: la prima volta, a Muro ancora ben solido, che la gioventu' dell'est e dell'ovest, eravamo due milioni, poteva incontrarsi in un clima di liberta' totale! Non eravamo ancora rientrati a casa che a Mosca andava in scena il golpe. Poi cadeva il Muro e scoppiava la Yugoslavia! Visitammo anche Auschwitz: una esperienza indimenticabile nella sua tetra scenografia e tragica memoria.

Nel '93 il Reparto realizzava il campo estivo a Kanderseg: una impresa notevole considerando anche solo il trasporto del materiale attraverso mezza Svizzera. Notevole l'entusiasmo dei ragazzi e l'interesse degli scautini tedeschi ed inglesi che venivano a vedere le nostre tende sopraelevate: loro sono abituati a sguazzare nel fango!

In comunita' capi in quel tempo, a seconda dei vari periodi, c'erano Massimo Fioravanti in Branco con la Elena Dorelli e la Paola Foglia, l'Angelo Agosti era ancora sindaco, ma c'era, in Reparto Franco Patriarca con Alberto Agosti e Francesca  Rivano, in Clan Rosella Ratto.

Alla fine degli anni '90, il clan riprendeva quota realizzando delle notevoli imprese estive: dal Parco delle Meraviglie in Francia, alle Dolomiti del Brenta, al Gran Sasso, il campo mobile in Foresta Nera, le esperienze con i profughi a Ravenna o al San Foca di Lecce, ancora una GMG a Parigi con campo mobile nella Valle della Loira. Le Vacanze di Branco a Riva Valdobbia, lussuoso hotel lupetti, Vacciago sul lago d'Orta e una puntata incredibile a Solto sul lago d'Iseo, seguita da una tranquilla Postua 1999, Akela Paola Foglia. Il Reparto spaziava da Cravagliana (ricordate Cravagliana?, nessuno ha mai capito esattamente cosa fosse successo a causare quella dissenten-dipendenza! boh!) a Traversella, da Crodo a Macugnaga, e un paio di volte tra Pila e Piode. Riprendeva pure la tradizione dei campi invernali: Riva Valdobbia senza problemi, Piane di Cervarolo, che gelo!, Fobello, Beaulard in Valsusa con il Vc 5.

Anni caratterizzati da un veloce turnover in Co.Ca, con un cambio frequente di formazione tra le tre staff del Gruppo e new entry che a malapena sopperivano ai vari prepensionamenti! O tempora, o mores! O gentes! ...

2000, l'ultimo Carnevale di Gattinara: il Gruppo vince il 1° premio alle Cavalcate con il "Transgenic". Anche il Branco vi aveva partecipato alla sfilata dei bambini con una scena in piazza molto applaudita.  A proposito di partecipazioni alle feste locali: in questi anni, alle Feste dell'Uva, il Gruppo con gli amici ha tenuto l'Ustari'a dal bas-ciáñ cuntrari con molto successo e parecchi introiti: memorabile quella realizzata a Villa Paolotti nel 2001, e ancor piu' quella in Corso Cavour nel 2002 con il gruppo di Santhia'.

2001, 2002, 2003 e oggi 2004. Anni velocissimi!. Ritorno a Kandersteg per il Reparto e il Clan: pioggia, pioggia e ancora pioggia! Successivamente il Clan pedala sulle strade d'Olanda: una impresa di tutto rispetto. E l'anno successivo, appena ieri, tutti al Campo Nazionale Guide/Eploratori: Il Reparto a Monteleone di Spoleto e il Clan in servizio ai Piani di Verteglia in Irpinia. Intanto il Branco Lupi in questi ultimi anni raggiungeva Fobello, San Giovanni d'Andorno, con ritorno a Postua.

La situazione di oggi nelle tre Unita' e' alquanto differenziata. Il Clan si e' stabilizzato sulla decina di elementi: iniziative diversificate con attivita' in montagna. Da ricordare la pluridecennale conduzione della casa di Verzimo, ottima possibilita' di uscite con pernottamento per gruppi non molto numerosi. Il Reparto, con l'immissione di dieci lupetti/e dal Branco e' stato rinnovato, e dopo parecchio tempo ritroviamo due squadriglie maschili e una femminile. L'esperienza di Monteleone dello scorso anno e' stata molto proficua. Il discorso e' diverso per il Branco Lupetti/e: due sestiglie sono un minimo storico. Forse potrebbe esserci una presenza maggiore, ma ormai bambini e genitori vengono sollecitati da altre iniziative piu' "in", ovviamente tutte concentrate al sabato pomeriggio. La comunita' Capi, guidata da Franco Patriarca, e' quella che vedete sulle pagine del nostro sito: purtroppo tende a ridursi, per cui la situazione ci puo' destare qualche vaga apprensione. Quindi fin da oggi ci occorre l'aiuto e l'appoggio di amici e genitori per portare avanti la nostra proposta educativa, perché abbiamo il timore che le nostre poche risorse non siano sufficienti, nel futuro prossimo, a realizzare concretamente il nostro impegno: e' la richiesta urgente che facciamo a quanti ci leggono o ci conoscono.

40 anni in verdenero: e' tutta una storia di avventura, di impegno e di solidarieta' che ha lasciato un segno a diverse generazioni di ragazze e ragazzi di Gattinara. Oggi vediamo gia' i loro figli nelle nostre Unita', simbolo di una continuita' preziosa. E nella societa' civile locale ritroviamo in prima fila dei nomi che ricordiamo benissimo ragazzini a cantare attorno al fuoco di bivacco, marciare fradici sotto la pioggia, o a costruirsi un tavolo con  nodi, corde e travi. Piccole cose di ieri che hanno educato gli uomini di oggi. Purtroppo qualcuno e' rimasto sulla strada in modo drammatico: questo ci deve essere stimolo a proseguire il nostro servizio con entusiasmo nel tempo; proprio quando si accentua sempre piu' la crisi del mondo giovanile, o almeno cosi' dicono...

Forse non e' completamente vero, perché noi conosciamo giovani che sanno vivere l'avventura della propria vita, generosi e fortemente motivati. Pronti ad assumere, con quello spirito di servizio, gratuito e competente che hanno acquisito con l'esperienza scout, un ruolo specifico nella societa' di domani: questo e' il fine dello scautismo. La nostra speranza di oggi e' il loro futuro.

Franco S.