Come amplifico il suono
del mio contrabbasso
di Felice Campora

Sono note le difficoltà di molti contrabbassisti riguardo alla soddisfacente cattura del suono del loro strumento. Il suono deve essere abbastanza vicino a quello che il contrabbasso produce naturalmente, di una potenza tale da non costringere il musicista a girare troppo la manopola del volume per ottenere la giusta potenza per sé e per gli altri; ma i microfoni non devono essere neanche troppo sensibili poiché catturerebbero frequenze indesiderate così comuni in certi angoli dello strumento, frequenze che causano problemi di feedback che fanno persino dimenticare al contrabbassista il motivo per cui si trova in un determinato posto con quell'oggetto grosso tra le mani: Sono qui per suonare o per controllare il suono che esce dalle casse?

jazz



  Uso due pickup passivi Underwood classici, due tavolette quadrate di un centimetro per lato, alte meno di mezzo millimetro; sono di tipo piezoceramica e trasformano le onde sonore in segnali elettrici, che attraverso un filo vanno all’amplificatore. Poggio i due piezo sul piano armonico sotto la cordiera, tenuti fermi da un piede di legno in pressione tra la cordiera e il piano (vedi foto a fine testo). Ho ricavato il piede da un vecchio ponte per contrabbasso; ho dovuto segarlo con un’angolatura di circa 40 gradi per ottenere una perfetta aderenza alla cordiera, nella sua fase discendente verso l'allacciatura con l'anello.

  La pressione del piede sui piezo deve essere moderata: se è forte i piezo catturano frequenze esagerate, se è debole il suono sarà povero; è quindi importante che il piede sia regolabile e in ciò la non rigidezza della cordiera è un insperato aiuto. Con la pratica si raggiunge una pressione ottimale, leggera ma non troppo, ferma ma non rigida. Per ottenerla, però, non bisogna far scivolare i piezo (di metallo) sul pianale (verniciato): due superfici molto lisce!

  Per evitare che il piede scivoli e cada avvolgo i due piezo in una striscia di plastica morbida che ho ricavato da un attrezzo da cucina: un piccolo panno col quale la massaia avvolge il coperchio di un barattolo di vetro e lo svita in modo che la presa non scivoli; è un materiale plastico antiscivolo, appunto. Allo stesso modo, ho incollato un altro pezzetto alla testa del piede :-) in modo da fermarlo meglio sotto la parte inferiore della cordiera. Il sistema regge ed è abbastanza flessibile da potersi micromodificare per pressione ed esatto posizionamento.

  Ho provato il sistema con il mio Gallien & Krueger MBS 150 watt; con le equalizzazioni flat il suono è molto simile a quello che il contrabbasso produce naturalmente; dal G&K esce un suono pastoso, l’attacco è pronto; se poi tolgo un po’ di medi e esalto appena i bassi si ottiene un suono morbidissimo. Durante le prove non ho avuto alcun problema di feedback (la stanza è di circa tre metri per cinque), neanche con lo strumento a brevissima distanza dall’ampli! Dal G&K ho portato il suono a una scheda audio M-Audio Firewire 1814 e poi a un MacBook; i risultati di registrazione sono stati ottimi per il mio livello di amatore con due fortunati cd autoprodotti. Ho suonato a lungo e non ho dovuto in alcun modo preoccuparmi della tenuta statica del sistema.

  Non ho mai visto né dal vivo né in internet un tale sistema di posizionamento dei piezo su un contrabbasso, cioè sul piano armonico all'altezza della cordiera; è molto facile che io sia il primo ad usarlo! L’ho ideato perché dopo aver sostituito la catena del contrabbasso (un 2/4 laminato costruito a Napoli negli anni Cinquanta del Novecento) lo strumento ha tirato fuori sonorità maggiori e più variegate; e ciò ha reso il suono catturato dai piezo (che usavo posizionare alle ali del ponte) insopportabilmente esagerato sui medi, legnoso e di potenza poco controllabile –  ho così cominciato a fare esperimenti fino a raggiungere la situazione ottimale qui descritta. Tutto ciò è accaduto tra settembre del 2009 e gennaio del 2010.

Spero che altri contrabbassisti o liutai provino il sistema e me ne facciano conoscere impressioni e risultati; sono a disposizione di chi vuole maggiori informazioni. Diffondo queste idee in modalità copyleft: chi usa il sistema o ne scrive è tenuto a menzionare il nome dell’autore, cioè io: Felice Campora, che vive in Italia, esattamente ad Amantea, in Calabria, l'antica Enotria.
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On the Top-Under the Tailpiece
Piezo-Amplifying System
for Doublebass

by Felice Campora


When I play my doublebass in a pub or on the stage I need to catch its sound and amplify it in order to be well heard by the other musicians and the audience. I use two square tablet-microphones half an inch per side and one quarter of an inch tall called piezos; the word piezo comes from Greek piezein, meaning press, squeeze; in fact the two tablets are made of certain crystals that, pressed, convert sound waves into electric signals that reach the amplifier through a cable; mine are two passive Underwood pickups, classic Seventies style.



I’ve never seen on the internet or live a system like the one I’m going to deal with here; very probably I’m the first to use it, it would be an extraordinary event for me. I put my two piezos on the top of my doublebass, exactly under the tailpiece; they stay firm on the surface of the top because between the top and the tailpiece I insert a foot that gently presses them. The foot is one of the two feet of an old, unused bridge, sawed with an angle of 40 grades about because in that point the tailpiece slants towards the lowest part of the top to be roped to the wooden ring. I discovered this position and the system to hold the piezos in January 2010.



Piezos (metal) and top (varnished) are slippery surfaces so it’s absolutely necessary to fold the piezos and provide the head of the foot :-) with an antislipping material. I found this material in my kitchen; it’s a thin flexible plastic sheet that housewives use to screw out the slippery lid of little glass containers – they put the soft plastic film in the palm of their hand, grip the lid and screw it out easily. The fact that doublebass tailpieces are not rigid is real luck beacuse the whole system becomes slightly movable; you only need to microadjust the position and the pression of the foot to obtain the right volume and tone.



I hope other doublebass players or luthiers will use it and let me know their results; if you need more information you may write me. I spread this system in copyleft modality: if you use it or write about it, please mention my name: Felice Campora, who lives in Italy, exactly at Amantea, in Calabria, a region once called Enotria, Greek for Land of Wine.