Documenti
della
Congregazione per la Dottrina della Fede

~ Si propongono all'attenzione del lettore gli estratti di alcuni provvedimenti ecclesiastici assunti dalla «Congregazione per la dottrina della Fede». Per l'esame dei documenti integrali si rimanda al sito:
                                                       ~ http://www.ratzinger.it/documenti.htm ~
La Congregazione per la dottrina della fede, in origine chiamata "Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione", fu fondata da Paolo III con la Costituzione Licet ab initio del 21 luglio 1542, per difendere la Chiesa dalle eresie. È la più antica delle nove Congregazioni della Curia Romana. Il Papa S. Pio X, con la Costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, cambiò il nome del Dicastero in quello di "Sacra Congregazione del Sant'Uffizio". Finalmente, alla vigilia della conclusione del Concilio Vaticano II, con il Motu proprio Integrae servandae del 7 dicembre 1965, il Papa Paolo VI ridefinì le competenze e la struttura del Dicastero e ne mutò il nome in quello attuale. La Congregazione è attualmente costituita da 20 Membri - Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, provenienti da 14 diverse nazioni. E' presieduta attualmente dal Cardinale tedesco Joseph Ratzinger. Il Segretario è l'Arcivescovo italiano Tarcisio Bertone, S.D.B., e il Sottosegretario il Padre Joseph Augustine Di Noia, O.P. [
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Vassula Ryden

[...] La signora Ryden, partecipando abitualmente ai sacramenti della Chiesa cattolica, pur essendo greco-ortodossa, suscita in diversi ambienti della Chiesa cattolica non poca meraviglia, sembra porsi al disopra di ogni giurisdizione ecclesiastica e di ogni regola canonica e crea di fatto un disordine ecumenico che irrita non poche autorità, ministri e fedeli della sua propria Chiesa, mettendosi fuori della disciplina ecclesiastica della medesima. [...] Atteso che, nonostante alcuni aspetti positivi, l'effetto delle attività svolte da Vassula Ryden è negativo, questa Congregazione sollecita l'intervento dei Vescovi affinché informino adeguatamente i loro fedeli, e non venga concesso alcuno spazio nell'ambito delle proprie diocesi alla diffusione delle sue idee. Invita infine tutti i fedeli a non considerare come soprannaturali gli scritti e gli interventi della signora Vassula Ryden ed a conservare la purezza della fede che il Signore ha affidato alla Chiesa.

Dalla Città del Vaticano, 6 ottobre 1995.
+ Joseph card. RATZINGER, Prefetto
+ Tarcisio BERTONE, SDB arciv. em. di Vercelli, Segretario

DIVORZIATI - RISPOSATI

[...] Di fronte alle nuove proposte pastorali sopra menzionate questa Congregazione ritiene pertanto doveroso richiamare la dottrina e la disciplina della Chiesa in materia. Fedele alla parola di Gesù Cristo, la Chiesa afferma di non poter riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il precedente matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione.

CONVIVENZA MORE UXORIO

[...] Il fedele che convive abitualmente "more uxorio" con una persona che non è la legittima moglie o il legittimo marito, non può accedere alla Comunione eucaristica. Qualora egli lo giudicasse possibile, i pastori e i confessori, date la gravità della materia e le esigenze del bene spirituale della persona e del bene comune della Chiesa, hanno il grave dovere di ammonirlo che tale giudizio di coscienza è in aperto contrasto con la dottrina della Chiesa. Devono anche ricordare questa dottrina nell'insegnamento a tutti i fedeli loro affidati.

Joseph Card. Ratzinger - Prefetto
+ Alberto Bovone - Arcivescovo tit. di Cesarea di Numidia - Segretario

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza concessa al Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 14 Settembre 1994, nella festa dell'Esaltazione della Santa Croce


EMANUEL MILINGO

La Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo matura riflessione, per mandato del Sommo Pontefice, in ossequio al compito suo proprio di tutelare la fede e la morale nella vita della Chiesa, si trova nella necessità di procedere, secondo la mente del can. 1347 § 1 del CIC, al fine di mettere al riparo i fedeli dal grave danno provocato dal recente comportamento dell'Ecc.mo Mons. Emmanuel Milingo, Arcivescovo emerito di Lusaka.
La stessa Congregazione per la Dottrina della Fede:
1. nel prendere atto dei pubblici e gravi comportamenti e pronunciamenti, con i quali il suddetto Prelato ha attentato alla presunta "unione matrimoniale" con la signora coreana Maria Sung; ha aderito alla setta del Rev. Sun Myung Moon dal nome Family Federation for World Peace and Unification ed è venuto meno alla comunione con il Successore di Pietro e il Collegio dei Vescovi;
2. constatata l'impossibilità di comunicare con l'Arcivescovo Milingo, al fine di invitarlo a riflettere sulle gravi conseguenze del suo comportamento e delle sue azioni, ed a riparare lo scandalo e a ravvedersi;
3. intima all'Arcivescovo Milingo, a noma del succitato canone 1347 § 1 del CIC, la seguente pubblica ammonizione canonica:
a) di separarsi dalla Signora Maria Sung;
b) di rompere ogni legame con la setta Family Federation for World Peace and Unification;
c) di dichiarare pubblicamente la sua fedeltà alla dottrina e alla prassi ecclesiastica del Celibato e di manifestare la sua obbedienza al Sommo Pontefice con un gesto chiaro ed inequivocabile.
Nel caso che a detta ammonizione non segua, entro il 20 agosto p.v., un formale atto dell'Ecc.mo Milingo di esecuzione di quanto sopra richiestogli, si procederà all'irrogazione della scomunica riservata alla Sede Apostolica.
La Chiesa, pur dovendo procedere per il bene dei fedeli ad un atto tanto doloroso, non cessa, tuttavia, di elevare al Signore, Buon Pastore, preghiere per l'auspicato ritorno del Presule all'abbraccio del Padre comune.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 16 luglio 2001

Joseph Card. RATZINGER - Prefetto
Tarcisio BERTONE, SDB - Arcivescovo emerito di Vercelli - Segretario
 

ANTONIO ROSMINI

Il Magistero della Chiesa, che ha il dovere di promuovere e custodire la dottrina della fede e preservarla dalle ricorrenti insidie provenienti da talune correnti di pensiero e da determinate prassi, a più riprese si è interessato nel secolo XIX ai risultati del lavoro intellettuale del Rev.do Sacerdote Antonio Rosmini Serbati (1797-1855), ponendo all’Indice due sue opere nel 1849, dimettendo poi dall’esame, con Decreto dottrinale della Sacra Congregazione dell’Indice, l’opera omnia nel 1854, e, successivamente, condannando nel 1887 quaranta proposizioni, tratte da opere prevalentemente postume e da altre opere edite in vita, col Decreto dottrinale, denominato Post obitum, della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio (Denz. 3201-3241).
2. Una lettura approssimativa e superficiale di questi diversi interventi potrebbe far pensare ad una intrinseca e oggettiva contraddizione da parte del Magistero nell’interpretare i contenuti del pensiero rosminiano e nel valutarli di fronte al popolo di Dio. Tuttavia una lettura attenta non soltanto dei testi, bensì anche del contesto e della situazione in cui sono stati promulgati, aiuta a cogliere, pur nel necessario sviluppo, una considerazione insieme vigile e coerente, mirata sempre e comunque alla custodia della fede cattolica e determinata a non consentire sue interpretazioni fuorvianti o riduttive. [...]  La Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di un approfondito esame dei due Decreti dottrinali, promulgati nel secolo XIX, e tenendo presenti i risultati emergenti dalla storiografia e dalla ricerca scientifica e teoretica degli ultimi decenni, è pervenuta alla seguente conclusione:
Si possono attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna delle “Quaranta Proposizioni” tratte dalle opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in realtà all’autentica posizione di Rosmini, ma a possibili conclusioni della lettura delle sue opere. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse.
Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un’ottica idealista, ontologista e con un significato contrario alla fede e alla dottrina cattolica.
[...] Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza dell’8 giugno 2001, concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha approvato questa Nota sul valore dei Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sacerdote Antonio Rosmini Serbati, decisa nella Sessione Ordinaria, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 1° luglio 2001.

+ JOSEPH Card. RATZINGER  - Prefetto
+ TARCISIO BERTONE, S.D.B.  - Arcivescovo emerito di Vercelli - Segretario

DECRETO DI SCOMUNICA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE PER L’ATTENTATA ORDINAZIONE SACERDOTALE DI ALCUNE DONNE CATTOLICHE, 05.08.2002

PREMESSA AL DECRETO DI SCOMUNICA

Allo scopo di dissipare qualsiasi dubbio circa lo stato canonico del vescovo Romulo Antonio Braschi, che ha attentato di conferire l’ordinazione sacerdotale a donne cattoliche, la Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene opportuno confermare che questi inquanto scismatico era già incorso nella scomunica riservata alla Sede Apostolica.

DECRETO DI SCOMUNICA

In riferimento al monito di questa Congregazione dello scorso 10 luglio, pubblicato il giorno successivo, e considerato che entro la data fissata del 22 luglio 2002 le donne Christine Mayr-Lumetzberger, Adelinde Theresia Roitinger, Gisela Forster, Iris Müller, Ida Raming, Pia Brunner and Angela White non hanno manifestato alcun segno di ravvedimento o di pentimento per il gravissimo delitto da loro compiuto, questo Dicastero, in ottemperanza a tale monito, dichiara che le suddette donne sono incorse nella scomunica riservata alla Sede Apostolica con tutti gli effetti stabiliti nel can. 1331 CIC.
Nell’adempiere tale doveroso intervento, la Congregazione confida che esse, sorrette dalla grazia dello Spirito Santo, possano ritrovare il cammino della conversione per il ritorno all’unità della fede e alla comunione con la Chiesa che hanno infranto con il loro gesto.

Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 5 agosto 2002

Joseph Card. RATZINGER, Prefetto -
Tarcisio BERTONE, S.D.B. - Arcivescovo emerito di Vercelli, Segretario

MORMONI
«La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell'Ultimo Giorno»

Dubbio: Se è valido il Battesimo conferito presso la comunità chiamata «La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell'Ultimo Giorno», generalmente conosciuta come «Mormoni».
Risposta: No.
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato questa Risposta, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 5 giugno 2001.

+ JOSEPH Card. RATZINGER - Prefetto
+ TARCISIO BERTONE, S.D.B. - Arcivescovo emerito di Vercelli - Segretario

PADRE ANTHONY DE MELLO, SJ

 Coerentemente con quanto esposto finora, si può comprendere come secondo la logica dell'Autore qualsiasi credo o professione di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l'accesso personale alla verità. La Chiesa, facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo, ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto l'autorità di insegnare nel nome di Cristo.
[...] Al fine pertanto di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni.
[...] Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Notificazione, decisa nella Sessione ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 24 giugno 1998, Solennità della Natività di San Giovanni Battista.

+ Joseph Card. Ratzinger, Prefetto
+ Tarcisio Bertone, Arcivescovo emerito di Vercelli, Segretario

Padre Tissa Balasuriya, OMI

[...] Nello sviluppo del suo intento, di fatto, egli giunge a formulare principi e spiegazioni teologiche contenenti una serie di gravi errori che, in diverso grado, sono difformi dalla verità del dogma e quindi incompatibili con la fede.
[...] L’Autore non riconosce il carattere soprannaturale, unico e irripetibile della rivelazione di Gesù Cristo equiparandone i presupposti a quelli di altre forme religiose (cfr pp. 31-63). In particolare egli ritiene che alcuni "presuppositions" collegati a miti, furono assunti acriticamente come dati storici rivelati e, interpretati ideologicamente da parte del potere clericale, assursero a insegnamento del Magistero (cfr pp. 41-49).
P. Balasuriya suppone, inoltre, una discontinuità nell’economia della rivelazione. Infatti, egli distingue "between the faith due in Christianity to what Jesus teaches and to what the Churches have subsequently developed as interpretations of his teaching".
Un punto fondamentale del pensiero di P. Balasuriya è la negazione del dogma del peccato originale, ritenuto da lui semplicemente una produzione del pensiero teologico occidentale (cfr pp. 66-78). Ciò contraddice la natura di questo dogma ed il suo intrinseco legame con la verità rivelata; l’Autore, in realtà, non ritiene che il significato delle formule dogmatiche rimanga sempre vero e immutabile, anche se può essere maggiormente chiarito e meglio compreso.
Sulla base delle affermazioni precedenti l’Autore giunge poi a negare in particolare i dogmi mariani. La maternità divina di Maria, la sua immacolata concezione e verginità, così come la sua corporale assunzione al cielo (6), non sono riconosciute come verità appartenenti alla Parola di Dio (cfr pp. 47. 106. 139. 152. 191). Volendo dare una visione di Maria che sia scevra da ogni "theological elaborations, which are derived from a particular interpretation of one sentence or other of the scriptures" (p. 150), egli, di fatto, priva di ogni carattere rivelato la dottrina dogmatica circa la persona di Maria Santissima, negando l’autorità della Tradizione come mediazione di verità rivelata.
Si deve infine rilevare che P. Balasuriya, negando e relativizzando alcune affermazioni del Magisterio straordinario e ordinario universale, rivela di non riconoscere l’esistenza di un’infallibilità del Romano Pontefice e del Collegio episcopale cum et sub Petro. Riducendo, inoltre, il primato del Successore di Pietro ad una questione di potere (cfr pp. 42. 84. 170), egli inficia il carattere peculiare di tale ministero.
Nel rendere pubblica la presente Notificazione la Congregazione si sente altresì obbligata a dichiarare che il P. Tissa Balasuriya ha deviato dall’integrità della verità della fede cattolica, e pertanto non può essere considerato teologo cattolico ed è inoltre incorso nella scomunica latae sententiae (can. 1364, par. 1).
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Notificazione, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 2 gennaio 1997, memoria dei Ss. dottori Basilio e Gregorio Nazianzeno.

JOSEPH CARD. RATZINGER, - Prefetto
TARCISIO BERTONE, - Arciv. emerito di Vercelli, Segretario

                                                                  
Ieri...

                 Avviso Sacro

      Fa peccato Mortale e non può
                  essere assolto

1. Chi è iscritto al Partito Comunista.
2. Chi ne fa propaganda in qualsiasi modo.
3. Chi vota per esso e per i suoi candidati.
4. Chi scrive, legge e diffonde la stampa comunista.
5. Chi rimane nelle organizzazioni comuniste: Camera del
    Lavoro, Federterra, Fronte della Gioventù, CGIL, UDI,
    API, ecc…

        È scomunicato e Apostata:

Chi, iscritto al Partito Comunista, ne accetta la dottrina atea e anticristiana; chi la difende e chi la diffonde. Queste sanzioni sono estese anche a quei partiti che fanno causa comune con il comunismo.
Decreto del Sant’Uffizio - 28 Giugno 1949

N.B. Chi in confessione tace tali colpe fa sacrilegio: può invece essere assolto chi sinceramente pentito rinuncia alle sue false posizioni.

     


                        Ikthys