IL FALSO TERZO SEGRETO DI FATIMA

(Padre Jean Cardonnel, domenicano, "Le Monde", 3 giugno 2000)


Chiedo conto alla Santa Vergine del falso terzo segreto di Fatima. Questa volta la misura e colma, o piuttosto la coppa deborda di un vino che ne ha veramente abbastanza di ammuffire-morire nelle vecchie brocche e fra i vecchi nappi della Curia romana.
E vero che l'adulazione, soprattutto papamaniaca, non ha fondo. Da anni sono l'osservatore triste, divertito, appas­sionato della trasformazione istituzionale del gregge dei fedeli del Verbo Gesù in animali religiosi dalle sembianze vagamente umane. Ora, ecco la conclusione scientifico-artistica alla quale sono pervenuto: la caratteristica dell'animale religioso a imitazione del volto umano è la confusione seco­lare tra adulazione e fedeltà.
Per anni ho voluto credere che la preparazione alla vita religiosa cosiddetta consacrata o sacerdotale o del laicato cristiano fosse per prima cosa la formazione di fedeli di Gesù, il verbo di Dio. Errore! E innanzitutto, grazie alla sorveglianza permanente della Lupa romana, la formazione di devoti del Papa, diciamo brutalmente di lecca-Santa Sede.
Sostitu
ire l'ultimo grido, l'Apocalisse del Grande Libro (la Bibbia): «Vieni Signore Gesù!» con il fatto di tenere col fiato sospeso milioni di curiosi presi per fedeli del Verbo Gesù con un trucco volgare, con la più grossolana suspense, con lo scoop più penoso, l'attesa del terzo segreto di Fatima, bisognava pensarci! Ebbene, è cosa fatta! «Urbi et orbi» alla città e all'universo.
Ma ecco che il contro-miracolo si è fortunatamente prodotto. Se dei polacchi vengono a festeggiare il loro idolo nazionale, bardato di pietà mariana su un fondo di idolatria pontificia, gli italiani non l'hanno bevuta. Scoppiano persino in una risata peninsulare da Chiesa cattolica, cioè universale del Verbo Gesù, a non prendere per una restaurazione degli Stati pontifici, fossero anche protetti dagli zuavi dello stesso nome.
Santissimo Padre, o piuttosto Servitore dei servitori di Dio, il suo terzo segreto di Fatima non è nemmeno il segreto di Pulcinella. E un falso, tanto falso quanto la famosa donazione di Costantino con cui si è voluto legittimare il più grottesco controsenso anti-Verbo Gesù: l'impero cristiano.
Un grande teologo italiano - non si dimentichi mai il suo nome: Enzo Bianchi - si è subito reso conto della superstizione e della frode. Nel giornale «La Repubblica», mette irrefutabilmente il dito nella piaga: «Un Dio che pensa di rivela
re nel 1917 che i cristiani saranno perseguitati e che non parla della shoah e dei sei milioni di ebrei non è un Dio credibile».
Sì, bisogna scoprire la piaga: la tara del terzo segreto di Fatima, la prova che è un falso, che non viene da Dio, ma come non vederla, accecante com'e? Il terzo segreto di Fatima squalifica Dio, scredita Dio. Ci presenta un Dio non credibile. Il Dio del razzismo cristiano cattolico, che si interessa solo dei suoi, della sua razza cattolica nel completo oblio del suo popolo apolide. Il terzo segreto di Fatima va contro il secondo comandamento di Dio: Ascolta, Israele, non pronunciare il nome di Dio invano. Non asservire il nome del tuo Dio alla Vanità.
Ora voglio precisare ciò che mi è altrettanto insopportabile. Il terzo segreto di Fatima scredita, squalifica colei che amo con tenerezza filiale. Le devo il fatto di essere uscito dalla tomba dove volevano, dove vogliono chiudermi vivo i tristi scribi del cattolicesimo ufficiale, gli animali religiosi dai vaghi riflessi di cristiani delle origini e non di destinazione. Ho nominato la Santa giovane ragazza madre di Dio. Colei che ha concepito l'inconcepibile.
E superiore alle mie forze sopportare ancora a lungo le sinistre scempiaggini mariane addebitate sul conto della donna inaudita che dà corpo, che dà carne all'impossibile Realtà-Dio, per dirla troppo in breve. E un vero complotto di pie sdolcinature quello che viene organizzato per sciogliere in una ripugnante confettura sacra mariana la sfida vivente al puttanaio di ogni mercato mondializzato in cui noi siamo impantanati. E questa sfida vivente alla putrefazione strutturale del denaro e del potere, è la meravigliosa Santa Vergine Maria. E la giovane, vergine di 1) il potere o onnipotenza; 2) la lebbra della competizione; 3) il calcolo; 4) la proprietà; le quattro cose che non verrebbero mai allo Spirito di Dio e pervertono la creazione in verminaio mercantile.
In nome della giovane di tutti i miei pensieri, madre del Verbo del mio Dio, mi lancio in un attacco frontale contro il tentativo destinato a istupidirla sistematicamente, a trasformarla perversamente in idolo, statuetta laida di un gesso insignificante in cui la cintura blu orizzonte compete con il biancore razzista anti-nero per separare con l'apartheid trascendente la Santa immacolata insorta dal popolo scuro dei suoi figli negrificati dal bianco, vergine di tutto tranne che del minimo colore di umanità fraterna.
Perché mi è intollerabile sentire che la Santa Madre di Dio abbia potuto sviare i proiettili che dovevano uccidere il papa mentre non avrebbe levato un dito per fermare lo sterminio di milioni di ebrei e la tratta ignobile di milioni di neri. É impensabile e tuttavia odiosamente vero che a essere sviata dal suo cammino di salvezza è la Chiesa cattolica, e quindi universale, della Resurrezione del Verbo Gesù inseparabile dalla Pasqua, dal passaggio dalla servitù, dalla schiavitù alla liberazione. Questo per sostituirla con una Chiesa delle apparizioni mariane.
Queste apparizioni suonano tanto più stonate perché finiscono per smorzare, relegare nell'ombra l'Unico Evento, l'Incarnazione, la passione resuscitante del Verbo Gesù, il preludio, l'Ouverture della rivolta universale dei vivi e dei morti.
Nella lingua vuota penitenziale di Nostra Signora di Fatima e, appena un po' peggio, di Medjugorje, come quella della Salette, con il braccio pesante del suo Figlio al quale lei non potrebbe impedire di schiacciare il povero mondo
mentre le è più facile fermare l'assassinio del papa, non riconosco mai lo stile, la firma della Santa giovane ragazza madre di Dio.
La prova irrefutabile che il terzo segreto di Fatima non è che un falso è che non ha nulla in comune con l'Opera unica, il capolavoro della Santa Giovanile Vergine Maria: il Magnificat, la carta degli insorti del mondo intero.
Al centro di questa sinfonia di schiavi fuggiaschi nell'atto insurrezionale di darsi alla macchia, parola sinonimo di resurrezione, fremono di eterna rivolta umano-divina i due versetti che una volta cantavo in latino: «Deposuit potentes de sede et exhaltavit humiles.
Esurientes implevit bonis et divites dimisit inanes». Ha rovesciato i potenti dai troni, ha esaltato gli umili. Ha ricolmato di beni gli affamati. Ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Basta cantare una sola volta il Magnificat della Santa Vergine Madre di Dio che detronizza tutti i poteri per rimandare a mani vuote il terzo segreto di Fatima.


Ikthys