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Breve s toria
di Calatia
La città di Calatia, compresa
all’interno della cinta muraria, fondata intorno all’VIII secolo a.C., si
estendeva su una superficie di dodici ettari di terreno, mentre tutto il
perimetro fuori le mura abbracciava un vasto territorio di circa sessanta ettari
di terreno. Difficile ricostruire le sue origini e conoscerne la storia, in
quanto, purtroppo, risulta ormai del tutto distrutta e pochissimi sono i
documenti che la citano. Parte, però, della vita che si svolgeva in questo luogo
è ricostruibile attraverso le campagne di scavo che, grazie al ritrovamento di
vari oggetti, cercano di interpretare la quotidianità del tempo ormai perduto.
Numerose sono le tombe ritrovate in questo luogo, infatti la città di Calatia si
caratterizzò per il fatto di essere costituita da un popoio inumatore che
praticava però anche l’incinerazione. Le tombe più antiche si datano all’ultimo
quarto dell’VIII sec. a.C.; la sepoltura era molto semplice, composta da una
fossa terragna con una copertura a ciottoli di pietra calcare. A partire dal VII
sec. a.C. la sepoltura è invece a fossa semplice con copertura a tegole, mentre
solo al IV sec. a.C. risalgono le sepolture a cassa di tufo. Da queste tombe
sono venuti alla luce moltissimi oggetti che i Calatini usavano porre accanto al
defunto per il viaggio nell’aldilà. Oggi tutti questi oggetti risultano
materiale preziosissimo per poter conoscere i loro usi, costumi, tradizioni. Gli
oggetti rinvenuti sono di vario genere: fibule, ampolle per unguenti, spade,
pugnali, lance, brocche e bicchieri, vasi, monete, lucerne.Nel sito archeologico della
città di Calatia, lungo l’antica
via Appia¹
che da Maddaloni conduce verso San Nicola la Strada, si conservano pochi resti e
per la maggior parte sotto il piano di calpestio: si tratta di alcune fondamenta
di case e alcune pavimentazioni di cortili e abitazioni, per la maggior parte
costituite di lastre di pietre e argilla battuta, nonché un tratto di mura lungo
circa 34 metri che un tempo cingeva tutta la città. I primi abitanti della città
calatina furono gli Oschi, un popolo prettamente campano, del quale purtroppo
scarne sono le notizie; successivamente arrivarono gli Etruschi, poi i Sanniti,
e solo nell’anno 309 a.C. la città fu conquistata dai Romani. *Confederata con Capua in epoca preromana insieme ad
altre città campane, ne segui' il destino nella buona e nella cattiva sorte. La
città, benchè piccola, aveva proprie leggi e batteva moneta, era tuttavia situata in
una posizione strategica di primaria importanza, a breve distanza dall' imbocco
di due vie che da questo luogo conducevano nel Sannio: l' una per le forche di
Caudio a Benevento, l' altra per la valle del Calore all' agro di Telesia (Telese)
. Un avvenimento molto importante si ebbe durante la seconda guerra
punica, quando Annibale, a capo dell’esercito cartaginese, riuscì a piegare la
potenza di Roma. Tutto era pronto per la resa finale, ma Annibale nella sua
marcia verso Roma temporeggiò nella città di Capua aspettando che arrivassero i
rinforzi.Allora Capua e le città ad essa
sottoposte, tra le quali anche Calatia, non si opposero all’impresa del
comandante cartaginese, anzi si allearono con lui. Questo stratagemma politico
capuano non servì però a liberarsi della politica di Roma, perché quest’ultima
riuscì a risollevare le sue sorti e a cacciare dall’Italia il condottiero
cartaginese con tutto il suo esercito. Questo evento condizionò tutta la
politica delle città sottoposte a Capua, infatti avvenne che i Romani,
all’indomani della vittoria su Annibale, non distrussero le città ribelli, ma le
sottomisero tassandole fortemente e di conseguenza esse, e quindi anche Calatia,
dovettero sostenere anni di duro lavoro e di grande crisi.Un periodo di grande splendore
fu vissuto invece da Calatia nell’età imperiale, tra il I sec. a.C. ed il I d.C.,
anni in cui si rinvigorirono i traffici commerciali e le varie attività si
risvegliarono. A partire dal II sec. d.C. Calatia, come il resto della Campania
e dell’Impero Romano, visse un periodo di decadenza a causa delle orde
barbariche provenienti dai paesi del nord Europa, dall’Asia e dall’Africa alla
conquista di nuovi territori. Una nuova fase storica iniziò per la città
nell’anno 439, quando fu istituita la diocesi ad opera di Sant’Augusto, primo
vescovo di Calatia. La figura di questo vescovo è avvolta dalla leggenda,
infatti si narra che egli con altri undici uomini, in seguito alle invasioni dei
Vandali di Genserico, scappò dalle coste dell’Africa per approdare sulle coste
della Campania e più precisamente nella zona dell’odierna Mondragone, per poi
vagare per i luoghi campani e fondare le prime dodici diocesi della Campania. Sant’Augusto fondò dunque la
diocesi di Calatia e si racconta anche che abbia operato dei miracoli nella
stessa città, risuscitando dei morti, dando la vista a dei ciechi e convertendo
alcuni Giudei che abitavano la zona. Per queste ragioni fu perseguitato a tal
punto da dover scappare dalla città di Calatia e rifugiarsi nell’antico
monastero della Maddalena che si trovava allora nell’antico borgo di Maddaloni e
che oggi non esiste più.Tuttavia, presunto o vero che
sia il racconto della vita di Sant’Augusto, ciò che interessa è la sede della
diocesi che si venne ad istituire a Calatia in quel presunto anno 439 d.C. Tale
diocesi fu anche sede episcopale con l’annessa chiesa dedicata a San Giacomo
(tutta la zona di Calatia fino a qualche tempo fa era denominata infatti San
Giacomo alle Gallazze, mentre oggi questo toponimo è quasi del tutto scomparso).
La diocesi dovette assumere una forte importanza al punto tale che, quando la
città subì le ultime devastazioni (nel corso del IX sec.) e i suoi abitanti
furono costretti ad abbandonarla, istituzionalmente essa fu traslocata a
Casahirta sul Monte Virgo, dove ancora per un lungo periodo i vari vescovi
preposti conservarono il titolo di “Episcopus Calatinus”. La distruzione della
città di Calatia, dunque, comportò lo spostamento della popolazione in luoghi
più riparati dalle incursioni barbariche che in quel periodo erano frequenti
nella zona. Quindi, parte dei Calatini si rifugiò sul Monte Virgo e fondò o
popolò quello che già esisteva di Casahirta (Casertavecchia) trasferendo in quel
luogo anche la diocesi, e parte si stanziò presso la forse già esistente
Maddaloni.
1-La via Appia fu
costruita a partire dal 312 a. C. dal censore Appio Claudio, dal quale prese il
nome. La strada collegava Roma a Capua; dopo il 268 a.C. venne prolungata fino a
Benevento; verso il 190 a. C. fino a Venosa e in seguito fino a Taranto e a
Brindisi. Lungo il percorso, oltre a numerose stazioni di ristoro, furono
edificati monumenti funerari. Sino a Taranto è ancora possibile individuare il
tracciato originale mentre risulta difficile seguirlo da Taranto a Brindisi.
Dott. Antonio Tedesco
Testo tratto dalla " Guida
di Maddaloni " Storia,Arte,Cultura e Tradizioni di una città. Pro-Loco Maddaloni
2005
*Prof. Franco Vuolo "
Maddaloni nella storia di Terra di Lavoro"- Maddaloni 2005
Soldato romano e cinta muraria di Calatia
Calatia nell'Italia Romana (da Wikipedia)
L'antica via Appia (da Wikipedia)
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Ultimo aggiornamento:
09-08-10
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