La
collezione che cresce giorno dopo giorno è unica nel suo genere perchè comprende pezzi provenienti da vari paesi
d’Italia e del mondo e perchè vuole raccontare le mode e i modi delle donne
attraverso manufatti, utensili, foto, cartoline, documenti intessuti di gioia,
fatica, lacrime e civetterie.
Le
sei bacheche dell’attuale percorso espositivo rappresentano una minima parte
della collezione e raccontano, attraverso oltre cento pezzi, una pagina di
storia delle donne; aristocratiche e contadine, filatrici e massaie, artigiane e
modaiole presentano un momento della loro vita a chi si avvicina per
riconoscere, ricordare, scoprire e commentare.
Tra
i pezzi più belli, ventagli dalle pagine riccamente decorate, scialli tessuti a
mano, ombrelli in seta, argento e avorio.
Per originalità ed eleganza si fanno notare uno scialle intessuto di lamine
d’argento donato ad Olga di Napoli da un reduce della guerra in Libia nel
1911, gli imparaticci di Antonietta di Eboli confezionati negli anni ’40
durante le lezioni di economia domestica, il gonnellone di panno accessoriato da
un grembiule ricamato in oro appartenuto a C. C. di Caggiano alla fine del
‘700. E non passano inosservate le foto nuziali di Gina e Marianna, originarie
di Ricigliano andate spose a Chicago negli anni ’20.
Da
ammirare sono anche i fuselli inglesi da tombolo di una solerte ignota
merlettaia, il tappetino da icona dell’ucraina Yeugenia e i parasole francesi
dai manici d’avorio di qualche sofisticata parigina che andava alla promenade
lungo gli Champs Elisées.
Molto
il materiale cartaceo distribuito nelle bacheche; belle le foto e le cartoline,
interessanti i documenti tra cui un contratto di nozze del 1700 e un documento
di monte di maritaggio di metà ottocento.
L’atmosfera
generale è soft; gli stili dei manufatti, le ispirazioni dei capi, i materiali
degli oggetti si mescolano con naturalezza e il documento ingiallito del 1721 si
affianca, senza stonare, alle foto degli anni ’30.