ultimo aggiornamento    
ottobre 2012   

 


CASTELFIORENTINO > TRA ASFAlto e vie lastricate

Un centro storico che chiede aiuto

Da molti mesi Italia Nostra è in contatto con la Associazione per Castello Alto che si adopera su più fronti per rivitalizzare il centro storico di Castelfiorentino contribuendo al risveglio culturale e urbanistico di quest’area. Non si può dire che l’Associazione non abbia le idee chiare, oltre ad una profonda dedizione per la causa, che si sono tradotte più volte in lettere al Comune, incontri col Sindaco, uscite sulla stampa locale e infine nell’avvicinamento a Italia Nostra.

Mesi fa ci è pervenuta una lettera, da cui verranno d’ora in poi attinte le frasi tra virgolette, in cui si evidenziano i maggiori problemi e si offrono ipotesi di soluzioni. Da questa è nata poi una lettera al Sindaco di Castelfiorentino con la quale Italia Nostra ha fatto proprie alcune istanze della Associazione per Castello Alto tentando di dare il proprio contribuito ideologico al problema.
Se si fa un giro per le vie del paese alto, si notano scorci incantevoli nell’ambito di una cornice medievale ben conservata e organica. Particolarmente rimarchevoli appaiono la Pieve dei Santi Ippolito e Biagio, che costituisce un insieme suggestivo per la vicinanza alle mura e alle torri urbiche contornato da una vasta area verde, e due cicli di affreschi provenienti dal Tabernacolo della Madonna della Tosse e dalla Cappella della Visitazione di Benozzo Gozzoli conservati provvisoriamente nella Biblioteca comunale. Si può comunque dire che tutto il contesto medievale del paese sia urbanisticamente gradevole, omogeneo, particolarmente adatto alla creazione di percorsi godibili grazie anche alla presenza di piccole aree verdi disseminate in più punti. La disattenzione di cui il paese alto è oggetto si vede da segni macroscopici che colpiscono il visitatore e vengono lamentati dai residenti più affezionati: le antiche vie lastricate, ancora esistenti, affiorano qua e là sotto l’asfalto che vi è stato depositato in più strati, un senso di scarsa pulizia è percepibile, soprattutto nei giardinetti che risultano contenitori a cielo aperto di rifiuti, manca l’arredo urbano nelle forme più elementari come panchine e illuminazione pubblica espressa in forme decorose e consone al contesto. Alcuni vicoli mostrano decorazioni dipinte scrostate, forse non più recuperabili, il decoro degli edifici è lasciato all’arbitrio dei privati talvolta artefici di pregevolissimi restauri conservativi, talvolta intervenuti adottando soluzioni personali, economiche, non conformi alla storicità degli immobili.
Il traffico rende difficile la fruizione delle vie, il problema dei parcheggi è particolarmente sofferto dai residenti.
L’obsolescenza del centro storico è una vecchia questione tradottasi in una serie di interventi, tra i quali il più rimarchevole risale al 1986, data di un convegno che produsse il volume Il patrimonio artistico di Castelfiorentino, conoscenza, restauro e salvaguardia, pubblicato nell’89, in cui già si evidenziava la necessità “di un pieno recupero del patrimonio artistico, architettonico, urbanistico” (Patrizia Rossi in op cit. pag. 31) che doveva tradursi nella imminente creazione del Parco della Pieve. Diciotto anni dopo l’Associazione per Castello Alto ha presentato al Sindaco la proposta di inserire la “progettazione partecipata del Parco della Pieve nel programma di governo della coalizione” senza che ciò abbia sortito alcun interesse da parte dell’ Amministrazione. Quest’ultima in realtà si prepara ad una ulteriore spoliazione del paese alto, poiché progetta il trasferimento dei sopra citati affreschi di Benozzo presso una nuova sede museale da inaugurarsi nel quartiere moderno.
L’ Associazione replica chiedendo al Comune che si pensi invece a sistemare gli affreschi in luogo più consono, ma sempre nella parte medievale del paese, cioè “all’ interno di un contesto storico più affine, rispetto a quello ottocentesco di via Testaferrata” sia in un’ottica di promozione turistica che di un “dovuto risarcimento a Castello Alto per l’ultradecennale abbandono”.
Dalla lettera pervenutaci si evince la maturità con cui si guarda ai vari problemi, tutti analizzati in maniera organica, consequenziale. Da qui il nostro appello affinché l’ Amministrazione attuale faccia ciò che quelle precedenti hanno sciaguratamente trascurato di fare, si impegni cioè a ridare vita e decoro alla parte storicamente più rilevante del paese e pensi che questo non sia un invito alla musealizzazione degli spazi interessanti sul piano storico-artistico, bensì un’ipotesi di un loro dinamico utilizzo come sedi della cultura e delle manifestazioni locali.
Questo nuovo appello, dopo quello analogo rivolto al comune di Fucecchio, sottende all’idea che non si possa prescindere, nell’educazione e nella formazione dei più giovani, dal fornire segnali forti di rispetto per l’ambiente, per il paesaggio e per la storia. Ce lo insegnano i programmi ministeriali, gli ammonimenti degli antichi e dei contemporanei avveduti e, soprattutto, quei piccoli comuni che hanno scommesso sulla rinascita dalle proprie ceneri, vincendo.
Sabrina Carli

 
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