Rifiuti Speciali sul Sebino ?

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Cementificio, Tavernola chiamata a votare Dopo oltre due anni di confronti in difesa della salute e dell'ambiente, è giunto il momento del ricorso alla volontà popolare. Urne aperte in riva al lago domenica. Si voterà dalle 8 alle 21 per una consultazione – cui sono chiamati 1.842 cittadini – che darà l'opportunità alla popolazione di Tavernola di esprimere la propria opinione sulla possibilità, da parte del cementificio Lafarge Adriasebina, di utilizzare combustibili da rifiuti e pneumatici triturati per produrre cemento, con l'obiettivo di migliorare le emissioni in atmosfera. Il responso si conoscerà già nella serata di domenica. Dopodiché sarà necessaria una valutazione politica del responso della consultazione che, va ricordato, non ha valore abrogativo, ma solo consultivo, per cui non ci saranno vincoli per l'Amministrazione sulle scelte future in materia.

IL SINDACO Sull'inedita chiamata al voto il sindaco Leandro Soggetti ha affermato: «L'Amministrazione comunale non intende dare indicazioni. L'auspicio è che i tavernolesi scelgano di esprimere il proprio parere e che la percentuale dei votanti sia significativa, certamente superiore al 50% degli aventi diritto. Da parte nostra c'è la convinzione che vi siano tutti i presupposti affinché, per un periodo non superiore ai sei mesi, il cementificio utilizzi combustibili alternativi con le dovute garanzie e in ottica di miglioramento ambientale».

IL CONSIGLIO Opposte vedute giungono dalle minoranze: «La consultazione popolare – sottolinea Natalino Colosio, della lista "Progetto Tavernola" – rappresenta un'occasione per far sentire la nostra voce e scongiurare pericoli alla nostra salute. Siamo convinti che Tavernola meriti più di quanto è stato previsto dalla convenzione sottoscritta dall'Amministrazione comunale con il cementificio. Ecco perché invitiamo a votare "sono contrario" alle prove». La preferenza per il «no» alle prove è confermata anche dalla seconda lista civica di minoranza «Tavernola Democratica» guidata da Aleandro Bagarelli. Cristina Bettoni, consigliere comunale con delega all'Ambiente chiarisce: «Personalmente voterò "si". Lo ritengo doveroso perché la consultazione giunge a conclusione di un iter di verifiche tecniche effettuate da personale qualificato. Ritengo negativo che per convincere la popolazione al "no", alcune forze politiche siano ricorse ad argomenti strumentali che hanno come immediata conseguenza il deterioramento dell'immagine della cittadina. Abbiamo deciso di sentire il parere della popolazione e ritengo non corretto suggerire le risposte».

L'AZIENDA Preoccupata la Lafarge Adriasebina: «Vogliamo usare rifiuti speciali non pericolosi perché coniugano efficienza aziendale e rispetto della salute e dell'ambiente, garantendo competitività all'impresa – ha commentato Enrico Siviero, direttore dello stabilimento, che firma un volantino con le ragioni dell'azienda, distribuito ai dipendenti –. Con il loro utilizzo possiamo fra l'altro impegnarci a darci limiti di Nox (ossido di azoto) ancora più bassi rispetto a quelli previsti dalla norma, raddoppiare la frequenza dei controlli previsti per legge ed eseguiti da organismi esterni, consentire ispezioni da parte degli enti di controllo indicati dall'Amministrazione. Se vince il "no", sarà un'opportunità persa per tutti in ottica di un miglioramento ambientale».

IL COMITATO Una questione delicata e che non ha mancato di segnalare divisioni anche all'interno del Comitato civico di salute pubblica, nato per dire no alle sperimentazioni. Il presidente Privato Fenaroli rilancia: «Diciamo sì alle prove, ma solo per uno, massimo due mesi e a condizioni concordate, con un comitato di controllo composto anche da nostri esperti e che disponga della possibilità di effettuare verifiche continue. Dopodiché, ci aspettiamo di discutere i dati emersi in un'assemblea pubblica ed eventualmente sottoporli ad un giudizio popolare in modo inequivoco e non strumentale». Ma la maggioranza del Comitato pare non essere sulla stessa lunghezza d'onda. Conclude Angelo Fenaroli, uno dei fondatori: «Sono due anni che lavoriamo per convincere la popolazione dei possibili rischi conseguenti all'utilizzo di tali combustibili. Non si torna indietro». Non va peraltro dimenticato che la multinazionale francese ha già ottenuto dalla Regione l'autorizzazione all'utilizzo a termine di materiali alternativi. Attività non decollata a seguito dell'esistenza di una convenzione con il Comune che prevede un parere favorevole all'avvio del processo.

ILTESTO Questo è il quesito della consultazione: «Sei favorevole o contrario a che il cementificio Lafarge Adriasebina, per un periodo non superiore a 6 mesi, utilizzi combustibili alternativi Cdr (Combustibili da rifiuti) e pneumatici triturati, classificati dalla legge come non pericolosi, al fine di verificare se migliorano le emissioni in atmosfera prodotte dal forno del suddetto cementificio?»

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