Il furbo che tenta di scavalcare la fila, nella convinzione
che il suo tempo sia più prezioso di quello degli altri.
L'automobilista che parla al cellulare gesticolando e
zigzagando, con accelerazioni e rallentamenti, e svolte
improvvise senza freccia, costringendo a delle acrobazie chi è
dietro. Ma perché, c'è qualcuno dietro?
Gli urlatori che non ritengono di dover regolare il volume
della propria voce, forse perché da piccoli gli dicevano di
non sussurrare di nascosto.
Chi interviene in una discussione in modo superficiale e
incongruo, dando lampante dimostrazione di non aver prestato
la minima attenzione a ciò che l’interlocutore ha detto o
scritto.
Chi è convinto che il rispetto bisogna meritarselo,
confondendolo con la stima e l’apprezzamento.
I conduttori radiofonici e televisivi che si divertono tanto
sbellicandosi dalle risate e profondendosi in elogi sperticati
agli ospiti, come se non facessero parte anch'essi dello
spettacolo.
I gruppetti che chiacchierano occupando un intero marciapiedi,
e quando chiedete educatamente "permesso?" vi guardano come
foste penetrati nell'intimità della loro casa.
Quelli che creano gruppi FB “contro” qualcuno, usando toni
violenti e denigratori, per semplice antipatia.
Gli “uffici competenti” il cui compito è dare risposte agli
utenti, che non rispondono neppure davanti a numerosi
solleciti.
La vicina di casa che vi vede scaricare le borse della spesa
dalla macchina e vi sbatte in faccia il portone.
Chi, invitato a porre una domanda, ad una conferenza o in una
trasmissione, approfitta per fare un comizio e dire la sua.
Le impiegate di sportello che lasciano in fila 30 persone
mentre chiacchierano tranquillamente per un quarto d'ora,
approfittando del "cambio turno".
Quelli che usano definire gli altri, anziché entrare
nel merito di una questione.
Il giornalista che, mentre l’intervistato risponde ad una
domanda, sta già ripassando la domanda successiva, arrivando a
volte a chiedere qualcosa che l’intervistato ha appena detto.
L'autista che guida l'autobus come la sua 500, sbatacchiando
gli incolpevoli passeggeri.
Il venditore, non importa se di aspirapolveri, contratti
telefonici, o investimenti bancari, che dimentica di
spiegarvi tutte le clausole, e cerca di distrarvi per indurvi
a firmare incomprensibili pezzi di carta.
Quelli che non ascoltano chi sta parlando, troppo occupati a
interrompere e urlare.
Chi scrive e-mail pluriindirizzate, senza preoccuparsi di
rendere invisibili gli indirizzi privati dei destinatari.
Chi si difende accusando infantilmente qualcun altro: sì, io
ho rubato una caramella, ma lui ne ha rubate due.
Gli invidiosi che non si sforzano neppure di mascherare la
propria invidia e non si vergognano della propria meschinità.
Le persone volgari ed aggressive che accusano di ipocrisia e
scarsa spontaneità le persone discrete e riguardose.
Chi pensa che una qualsiasi chiamata al cellulare abbia la
precedenza rispetto alla persona in carne e ossa con cui sta
parlando.
Chi crede di poter imporre le proprie regole in un contesto in
cui è l’ultimo arrivato.
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