Roma, 18.12.2000.

Al Dirigente Scolastico
dell'Istituto Statale d'Istruzione Superiore

Viale della Primavera 207
Prof. Gennaro Gravina

E p.c.
Al Consiglio d’Istituto
Al Collegio dei Docenti
Alla Commissione P.O.F.
Ai docenti
Al M.P.I., Programma Sviluppo Tecnologie Didattiche

Oggetto
Risposta a: "Comunicazione del Preside" del 15/12/2000 (Prot.2451)

Egregio Signor Dirigente Scolastico,

in risposta al Suo invito ad attivare il laboratorio di Matetica, di cui sono il referente, mi duole comunicarLe che attualmente il laboratorio è in una situazione di stallo che ne impedisce l'organizzazione ed il funzionamento per due motivi tra loro indipendenti.

Il primo motivo è nel fatto che le accorate richieste di delucidazioni e direttive relativamente a questioni di vitale importanza per la sopravvivenza dei laboratori inoltrata alla S.V. dai referenti degli altri laboratori e da me medesimo, non ha, che io sappia, ancora ricevuto risposta dopo l’invio da parte nostra di una lettera in data 29/09/2000 (prot.1230) e di una seconda in data 10/10/2000 (prot. 1446).

Il secondo motivo è la bocciatura, da parte del Collegio Docenti del "Progetto Matetica" che prospettava le condizioni minime per l'organizzazione e il funzionamento del laboratorio stesso. Il progetto, dopo un lungo colloquio esplicativo con Lei, Le fu da me consegnato in data 21/09/2000 e da Lei girato ad un'apposita commissione che, dopo averlo esaminato, lo ha presentato come inammissibile al Collegio dei Docenti del 3/10/2000. In quella sede, la Prof.ssa Angelini, in nome e per conto della commissione esaminatrice, leggeva poche righe con cui, rivolta ad una platea, temo, ormai molto provata per l'ora tarda, affermava come fosse incomprensibile e, quindi, inammissibile che la responsabilità di un referente di laboratorio non comprendesse anche, automaticamente, l'organizzazione tecnica ed il funzionamento dello stesso. Ora chiunque abbia mai avuto a che fare con un laboratorio sa come le due cose non siano automaticamente connesse. A riprova di ciò i quattro laboratori del nostro plesso (Chimica, Fisica, Contabilità, Informatica) hanno la necessità (ed il privilegio?) di avere una o più persone, che percepiscono all’uopo uno stipendio e che vengono utilizzate all'unico scopo di rendere possibile l'organizzazione pratica ed il funzionamento tecnico del proprio specifico laboratorio. La responsabilità e l’organizzazione didattica di ciascuno di questi laboratori, come è noto, viene, invece, affidata ad un docente designato dal Collegio. Non riesco, quindi, a comprendere perché non possano essere evidenti le medesime necessità per un laboratorio così complesso ed articolato come quello di cui si sta parlando e in cui è presente in gran quantità ed in modo estremamente differenziato, distribuito in vari punti del nostro plesso, hardware e software, macchine delicate, costose e sofisticate. Tutta questa attrezzatura rende possibile ma non certo automatica la realizzazione di attività costruttive altamente coinvolgenti ma di contro implica, per una sua proficua e responsabile utilizzazione, un incessante lavoro di organizzazione, di coordinamento, di responsabilizzazione, di controllo, di manutenzione, di studio e risoluzione di problemi, di rapporti con gli alunni, con i docenti, con i collaboratori scolastici, con gli altri laboratori, con la presidenza, con la segreteria, con i fornitori, con i tecnici.

Bisogna poi considerare che le motivazioni di inammissibilità esposte dalla Prof.ssa Angelini non vennero giudicate, evidentemente, plausibili in quanto il progetto venne comunque sottoposto a votazione mentre se fosse stato realmente inammissibile, non sarebbe neppure stato necessario procedere a votazione. A mio modesto parere, forse, sarebbe stato opportuno illustrare il contenuto e i costi del "Progetto Matetica", per poter fornire maggiori elementi di valutazione soprattutto relativamente alle conseguenze pratiche della scelta da effettuare. Ad ogni modo si votò e, a maggioranza, il progetto fu respinto e lo scrivente pur avendo delle riserve sulle modalità seguite e sulla logica emersa, rispetta, ovviamente, la decisione del Collegio dei Docenti. Proprio per mantenersi nel dovuto rispetto per la commissione esaminatrice e per l'organo collegiale coinvolto nella decisione, però, finché non sarà presentato ed approvato un nuovo progetto, il laboratorio non potrà funzionare e i servizi previsti, non potendo essere organizzati, non potranno essere disponibili.

Sorprende, quindi, che vengano avanzate richieste verbali relative all'uso di materiale in dotazione al laboratorio proprio da parte di coloro che hanno fatto parte proprio di quella commissione che ha esaminato e bocciato il progetto suddetto, progetto che avrebbe dovuto organizzare, tra l'altro, proprio i servizi che vengono richiesti. Infatti nel "Progetto Matetica", tra i servizi offerti dal laboratorio erano elencati sia il prestito del materiale sia il coordinamento dei laboratori per la condivisione delle risorse. Forse la commissione, pressata dai troppi impegni e dai tempi ristretti che la nuova organizzazione della scuola ha loro richiesto, non ha avuto modo di leggere con la necessaria attenzione e rendersi conto di quanto il progetto stesso prevedesse. Forse la commissione non ha avuto modo di venire a conoscenza, magari consultandomi personalmente, della storia dei Progetti di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche all'interno del nostro Istituto. La memoria del passato di una scuola può sicuramente aiutare a prendere le decisioni più appropriate e coerenti per essa. Forse prima di liquidare un po’, credo, affrettatamente il progetto si sarebbe dovuto tener presente l'impegno preso dalla nostra scuola con il Comune di Roma nel progetto "Roma on line". Sarebbe, forse, stato utile porre mente al contenuto dei progetti 1a e 1b, presentati dal sottoscritto, approvati e finanziati con oltre 50 milioni dal Ministero della Pubblica Istruzione nell'ambito del P.S.T.D. 1999/2000. Si sarebbe così scoperto che l'acquisto del materiale previsto in questi progetti trovava la sua giustificazione in una serie di iniziative future che la scuola avrebbe dovuto assumere, essendosi impegnata nel progetto Ministeriale suddetto, e che, invece, sono state bloccate insieme al "Progetto Matetica". Forse sarebbe emerso con chiarezza che il "Progetto Matetica", di fatto, era in vigore nel nostro Istituto da molti anni. Da anni, infatti, d'accordo con la Presidenza ed i suoi collaboratori, utilizzavo le ore a disposizione per le mille necessità di un laboratorio di avanguardia che aveva l'ambizione pedagogica di coinvolgere, in un processo di apprendimento condiviso, sia gli alunni che si responsabilizzavano sull’uso dei materiali sia i colleghi che venivano sensibilizzati verso le nuove tecnologie. Così, invece di utilizzare il tempo in rilassanti discussioni con i colleghi nell'attesa di eventuali supplenze, utilizzavo lo stesso tempo sottoponendomi a ritmi stressanti mettendo a disposizione della scuola il mio impegno e le mie, mi permetto di dire, non del tutto ordinarie competenze ed esperienze. Nulla pretendendo il sottoscritto da uno scambio così impari, il "Progetto Matetica" ha potuto essere organizzato, espandersi e funzionare senza costi aggiuntivi per la scuola. In realtà le difficoltà sono state enormi, il tempo spesso insufficiente è stato colmato a mie spese e, pur di rendere possibile il funzionamento del laboratorio, ho dovuto in varie occasioni accollarmi incombenze, oneri e responsabilità che implicavano competenze giuridiche, amministrative, di tecnico, di consulente, di programmatore e, non di rado, anche di uomo di fatica.

L'aver presentato, quest'anno, finalmente in forma ufficiale, il "Progetto Matetica", aveva per me soprattutto un valore morale. Del progetto si era parlato, attraverso una mia intervista via satellite, anche su Rai-educational (Mosaico) e ne erano state apprezzate modalità e finalità. Si trattava ora di dare al mio progetto, anche se aveva il torto di essere sostanzialmente gratuito, la stessa dignità di altri, meno conosciuti e più pagati, progetti del nostro P.O.F.

Mi creda, Signor Dirigente Scolastico, non si tratta di "intralci pretestuosi". Infatti anche se, dopo quanto è successo, fossi ancora disposto a mettere a disposizione della nostra scuola il mio impegno e le mie competenze nelle ore attualmente dedicate al servizio di supplenza, non potrei continuare ad organizzare e a far funzionare il laboratorio, come negli anni passati, in questo orario perché ciò andrebbe contro la volontà espressa dal Collegio Docenti che, ripeto, ha bocciato un progetto che, di fatto, era già in atto da anni.

Nella Sua lettera, Signor Dirigente Scolastico, Lei fa appello alla mia disponibilità a collaborare. Negli anni passati, attraverso il "Laboratorio di Matetica", unico laboratorio senza confini, ho collaborato in continuazione, oltre che con la Presidenza, con la Segreteria, la Biblioteca, le aule attrezzate per i disabili e con tutti gli altri laboratori, accollandomi, spesso, un lavoro enorme. Conosco, per la mia lunga esperienza di laboratori e per la mia pronta disponibilità a collaborare, le risorse, i problemi e la situazione di tutti i laboratori, della biblioteca e della segreteria. In tutti, nel materiale ora in dotazione, c'è il segno concreto del mio impegno passato. Ma proprio perché sono abituato a collaborare con tutti per il bene della scuola e non per quello, limitato e indipendente, di un singolo laboratorio, sento il dovere di farle presente che la disponibilità e la capacità a collaborare non può essere improvvisazione ma è frutto, oltre che di competenze specifiche, di un duro lavoro e di una organizzazione lungimirante ed efficiente. Il materiale in dotazione ai laboratori è per lo più finalizzato a progetti e, non di rado, è costoso e delicato. Se il prestito di un singolo libro ( semplice e poco costoso) crea problemi organizzativi e richiede personale ad esso deputato pensi, Signor Dirigente Scolastico, ai problemi organizzativi, di responsabilità, di previsione di eventualità negative e di relative attribuzioni di responsabilità che generano attrezzature sofisticate e fragili: tutti problemi che devono essere risolti prima che il prestito possa concretamente attuarsi. Purtroppo, molto spesso, invece nel nostro istituto vige l'usanza semplicistica di scavalcare il responsabile di laboratorio e di avvalersi per le proprie necessità scolastiche immediate dei beni in dotazione senza preoccuparsi troppo delle problematiche connesse al loro uso. Così può accadere che il bene utilizzato risulti distrutto o danneggiato e che si scarichino le responsabilità sul responsabile del laboratorio che dovrà ricostruire faticosamente a sue spese (e a spese della collettività) l'efficienza compromessa. L'ultimo episodio è avvenuto nel mese di Luglio di questo anno. Senza rendere edotto ed accordarsi con il responsabile, è stato utilizzato il laboratorio di Matetica e si è causata la scomparsa di materiale acquistato secondo il progetto Ministeriale 1b. Nonostante una mia pronta denuncia effettuata il 17/07/2000 (prot.826) in cui chiedevo di accertare i fatti e di ripristinare le compromesse funzionalità del laboratorio, a tutt'oggi non ho avuto nessuna risposta. Ora la pretesa di utilizzare senza adeguata organizzazione, il materiale, rischia di contribuire a perpetuare questa opera distruttiva.

Il sottoscritto, finche sarà responsabile del laboratorio stesso, lungi dal voler monopolizzare un bene comune, si sente in dovere di tutelarlo e salvaguardarlo nel rispetto del lavoro di tutti coloro che hanno faticosamente costruito una ricchezza ed una risorsa collettiva ed utile a tutti.

Ciò è quanto desideravo dirle. La prego di credere che ho a cuore il bene collettivo e sono fermamente convinto che la scuola sia una importante risorsa per le nuove generazioni.

E’ per questo che resto in attesa della soluzione dei gravi problemi posti con le lettere citate all’inizio, di una risposta su questioni fondamentali attinenti la effettiva definizione delle responsabilità giuridiche e didattiche dei referenti di laboratorio e di una accurata analisi dei problemi e delle incombenze inerenti una gestione efficiente e responsabile dei laboratori stessi, e, quindi, in sostanza, di direttive che consentano di coniugare la tutela dei beni collettivi con la costruzione di strutture educative utili a tutti e a ciascuno e in cui la dignità individuale ed il rispetto per il lavoro altrui possano avere valore e soddisfazione.

Con i sensi della mia stima

Il referente del laboratorio di Matetica

Prof.Giorgio Pietrocola