di Linda Distinto
Paul
Celan, poeta tedesco dorigine ebraica scampato allolocausto,
scriveva che allinterno dellArca della storia non sono
accolte che le bocche, le voci che abbiano la forza di offrire i cammini
individuali degli uomini alla memoria collettiva. Questanno
si è celebrata per la prima volta in Italia la giornata dedicata
alla memoria delle vittime dellolocausto. È stata scelta
simbolicamente la data del 27 gennaio, anniversario della liberazione
del campo di sterminio di Aushwitz da parte dellarmata rossa.
Le città italiane hanno celebrato il dovere della memoria
con cortei, confronti, conferenze, mostre, rassegne cinematografiche,
concerti di musica ebraica ed ogni tipo di manifestazione che potesse
rispolverare gli archivi della storia nella ricerca di un dibattito attento
sul tema dei razzismi culturali che, clamorosi o latenti,
ancora disgregano la nostra società.
In particolare, significativa è stata linaugurazione a Roma
di una nuova sala nel museo di Via Tasso, in ricordo delle vittime ebree
della città: gesto carico di rivendicazione e di forte coscienza
storica, sempre attenta al presente. Si pensi che proprio quel luogo poco
più di un anno fa, ha subito un attentato di matrice nazifascista.
Il tentativo comune a tutte le manifestazioni è stato quello di
ripercorrere quel tratto di storia attraverso i racconti, le voci delle
vittime, di chi è stato marchiato dai perversi disegni
di un assurdo totalitarismo o dal silenzio della gente per berne.
Ricco di significato, a tal proposito, è stato anche il tanto atteso
Mea Culpa recitato nel anno giubilare dal Vaticano per le
proprie responsabilità e per i propri silenzi sulla shoah.
La tragedia immane dei campi di concentramento non ha colpito però
solo chi aveva la colpa di appartenere ad una razza
inferiore, ma, più in generale, gli scomodi: i deportati
politici (distinti da un triangolo rosso), gli zingari, gli omosessuali,
gli emarginati. Lo stesso Presidiante della Repubblica Ciampi ha ricordato
nel suo messaggio alla comunità ebraica che la shoah è un
monito contro ogni tipo di odio razziale, proprio a sottolineare che,
ovunque sinsinua la violenza contro le diversità, cè
bisogno di attenzione.
Da più parti si è ribadito che la memoria non è un
processo di passiva e sterile catalogazione di fatti rispetto ai quali
provare solo fredda reverenza o, peggio, rassegnata accettazione. Soprattutto
in epoca di spicciolo ed insensato revisionismo storico (quando ci si
domanda se le pagine di storia dedicate allolocausto e alla resistenza
non siano troppe
per esempio). Cè bisogno di recuperare
il coraggio e limpegno di una memoria che ci renda vigili. Memoria
è ascoltare le voci de LArca della storia e intanto
essere attenti a quelle che intorno ci richiamano al presente.