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PENNA
SANT'ANDREA (Teramo)
Penna
Sant'Andrea
sorge su una collina alla destra del fiume Vomano, a 417 m. slm, in
bella posizione panoramica
dalla quale si ammira il suggestivo
scenario della catena del Gran Sasso. Il toponimo
deriva da "Pinna" (località posta su di un'altura) e S.
Andrea che si deve alla presenza della chiesa di S. Andrea nell'antica
"corte medioevale".
Le
origini di Penna risalgono probabilmente al secolo VIII-IX, ma la zona
era già abitata in epoca più remota, come
testimoniano
importanti ritrovamenti venuti alla luce in località Monte
Giove.
L'antico
nucleo originario ha una
configurazione rettangolare, successivamente
il paese si è sviluppato lungo gli assi delle vie principali; in
questo nucleo si possono trovare inseriti esempi di strutture del
secolo XVII-XVIII con murature in pietra mista e laterizi. Penna
S.Andrea partecipò attivamente alla Carboneria e all'insurrezione
antifrancese del 1814.
Nella
reazione murattiana alcuni patrioti fuggirono nello Stato della
Chiesa, come Nicola de Bartolomeiis, Patrizio Pallotti, Giuseppangelo
Sozii, Massimantonio e Andrea La Noce; altri furono giustiziati dal
feroce Montigny, tra cui il medico Filippo La Noce (1783-1814) e
Bernardo De Michaelis (1789-1814).
Un
uncino arrugginito ed una lapide, sotto la Porta Nuova, ricordano
"...la barbarie straniera che, pavida di tanto esempio, lasciò
pendere per 32 giorni la testa del venticinquenne Berardo De Michaelis,
fucilato e decapitato a Penne il 25.7.1814, insieme a Filippo La Noce,
colpevoli solo di aver ambito alla dignità di uomini liberi...".
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I
principali centri abitati di Penna Sant'Andrea, oltre al capoluogo,
sono Val
Vomano, Trinità, Castellaro, Capsano, Pilone.
Val
Vomano è di gran
lunga il centro abitato più popolato e più importante
per le
numerose attività commerciali ed artigianali presenti. Il centro,
noto si dagli anni '30 per il tradizionale mercato del giovedì,
è da decenni il centro di attrazione socio-economico di tutti i
centri collinari della media val Vomano. |
La
chiesa parrocchiale (S. Maria del
Soccorso) è di impianto
cinquecentesco, ma presenta i segni di
restauro del sec.XVIII. Nel suo
interno vi sono una serie notevole di stucchi di scuola romana (sec.XVIII),
una statua lignea di S. Giacomo (sec.XVII); provenienti dalla chiesa
consacrata di S.Giusta sono un altare ligneo dorato del 1600
intagliato da Stefano Tereo con al centro l'immagine di S. Giusta ed
attorno scene della sua vita istoriate dal pittore ravennate Francesco
Ragazzino
ed inoltre una pala d'altare con S. Antonio da Padova;
sempre dalla stessa chiesa provengono anche due tavolette votive
conservate nella sagrestia della chiesa madre. |
Nella
sconsacrata chiesa di S.
Giusta trova
ancora seguito la consuetudine dell'Arte Romanica di
"riutilizzare ed accordare" materiali alto medioevali con
quelli lavorati ex novo per l'arredo plastico dei monumenti come
testimonia la rimessa in opera di un fregio sul fianco destro della
chiesa |
La
chiesa della SS.ma
Trinità situata
nella omonima frazione a un chilometro dal capoluogo, è di origine
trecentesca, la cui muratura originaria conserva tracce solo nel
basamento.
A sinistra: cartolina degli
anni '40 raffigurante la statua della Trinità venerata a presso
l'omonima Chiesa. |
La
chiesa del cimitero (S.
Maria de Podio),
restaurata nel 1806,
del primitivo
impianto gotico conserva ancora una monofora in pietra ad archetto trilobo |
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La
fontevecchia (Fonte di lu Carpine),
recentemente restaurata, risale probabilmente al 1400, ed anticamente
forniva acqua a tutto sesto e rettangoli sul pozzo e sulla cisterna.
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Gli
scavi archeologici: Penna S.Andrea è
ricordata soprattutto in quanto centro di zona archeologica di
notevole interesse. Nel 1973 furono esplorate nove sepolture databili
tra la fine del secolo VII e l'inizio del III A.C. Si tratta di
una necropoli italica con tombe a fossa di donne adulte, con corredi
appartenenti con ogni probabilità ad un collegio sacerdotale, vista
anche la vicinanza al santuario romano, dedicato ad Ercole in località
Monte Giove. Tra i reperti più interessanti vi sono delle testine
virili in pasta di vetro che testimoniano la penetrazione Fenicio -
Punica nell'area Adriatica e tre stele paleosabelliche del V sec. a.C.,
attualmente esposte nel museo Archeologico Nazionale di Chieti.
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La
riserva naturale: nella frazione
Pilone si trova il bosco comunale di Castel Cerreto, ove è stata
recentemente istituita una Riserva Naturale Regionale Controllata che
si estende su circa 70 ettari di territorio compreso tra i 400 e i 700
m.slm; un ambiente che riesce ad esprimersi ancora con forme
selvagge ed integre con la presenza di specie inusuali per la zona,
rare specie di alberi secolari e pregevoli, e varietà di rapaci
diurni e notturni.
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