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Interventi -
Le parole oltre il gioco |
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SPORT E
GIORNO DEL SIGNORE
di don Basilio Mascetti - parroco
(31.8.2005)
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Organizzato dal CSI Lombardia si è
tenuto mercoledì 31 agosto 2005, presso il salone
convegni del Santuario di Caravaggio (BG), un forum per
consulenti ecclesiastici dell’Associazione sul tema
“Sport e Giorno del Signore: come vivere i valori della
domenica anche attraverso l’attività sportiva?”. Dopo
gli interventi del consulente ecclesiastico regionale
don Basilio Mascetti e del presidente regionale Eugenio
Taglietti, i sacerdoti presenti hanno ascoltato con
interesse la riflessione proposta dal dott. Fabio
Pizzul, presidente dell’AC di Milano e direttore di
Radio Circuito Marconi; il quale, nella sua analisi, ha
evidenziato anzitutto come oggi tra le persone manca
l’abitudine alla relazione e quindi il tempo libero
domenicale è molte volte vuoto, vissuto in modo
privatistico, compresa la pratica sportiva stessa. In
effetti è facile oggi verificare come “l’individualismo
la faccia da padrone… anche nella Messa stessa!”; e pure
la pratica sportiva ne è influenzata perché non si cerca
più la relazione. Per ricuperare il senso della festa
come occasione di apertura agli altri, di gratuità e di
incontro con Dio nella celebrazione eucaristica – ha
sottolineato il relatore – anche lo sport può dare il
suo contributo se viene vissuto come vera occasione per
orientare e per educare alla festa ed al farsi prossimo.
Pizzul, citando il presidente nazionale Costantini, ha
ricordato che “lo sport è principio generatore della
festa, apre a relazioni umane vere e porta ad incontrare
Dio”. Lo sport, dunque, se vissuto in questa prospettiva
arricchisce la domenica perché la orienta all’incontro
con Dio e con i fratelli: “Vivendo pienamente lo sport –
ha proseguito – ricuperiamo anche il valore della
festa”. Citando un testo dell’Arcivescovo di Milano il
Cardinale Dionigi Tettamanzi (“Sportivi uomini veri”
– ed. Centro Ambrosiano) Pizzul si è detto certo che
il rapporto tra sport e Eucaristia domenicale può essere
un rapporto fecondo, nella misura in cui noi per primi
ci impegniamo a far sì che lo sport diventi una festa di
tutti, con tutti e per tutti, con le caratteristiche che
l’Eucaristia stessa ci presenta.
E’ seguito un interessante dibattito con gli interventi
di diversi sacerdoti, che da una parte hanno ribadito la
centralità della Messa domenicale chiamata ad essere una
vera “festa” e dall’altra hanno richiamato con lucidità
i problemi legati alla pratica sportiva, non sempre
rispettosa dei valori cristiani. Da segnalare anche gli
interventi del presidente del CSI di Milano Massimo
Achini e della vice presidente regionale Anna Manara.
Pizzul, concludendo il convegno, si è augurato che il
CSI si spenda sempre più per dare credibilità allo sport
sul territorio, garantendo una buona formazione e
mettendosi così a servizio di tutta la realtà sportiva |
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UN NUOVO
MODO DI FARE SPORT
di don Giuseppe Raimondi -
(31.1.2005)
Le
strutture sono un mezzo, ciò che importa è lo spirito e
lo stile di vita che in esse si vive e si conduce. Mossi
da questo principio, mentre andiamo verso la conclusione
dei lavori per il Palasanfereolo, i nuovi spogliatoi e
il rinnovamento dei vecchi, come parrocchia desideriamo
fare una riflessione sul nostro modo di gestire queste
strutture e di fare sport.
E’ una verità: ogni realtà invecchia, non c’è via di
scampo. Non solo gli uomini, ma anche le strutture e lo
stile di vita che in essi si vive. Senza accorgerci
tutto si deteriora. Non c’è da scandalizzarsi. Quindi
dobbiamo dire che anche il modo di far giocare e quindi
di fare sport nei nostri ambienti possono, con il
passare del tempo, cadere in certi equivoci oppure non
essere promotori dei veri valori. Ho detto possono, non
che sempre percorrano con il passare del tempo, strade
sbagliate. Noi non stiamo andando fuori strada. Restiamo
sempre su quella buona. Si tratta allora di migliorare
quello che già stiamo facendo.
Per evitare questo possibile pericolo, dato che abbiamo
iniziato il rinnovamento delle strutture, come parroco,
desiderio che la comunità parrocchiale con il suo gruppo
sportivo oratoriano, faccia una seria riflessione sul
modo con il quale sta svolgendo la sua attività
sportiva. Ecco allora il nostro obiettivo: riflettere
per migliorare, riflettere per meglio servire,
riflettere per meglio educare, in una parola: fare dello
sport un’opportunità per il bene della nostra gioventù
piccola e grande. A che serve rinnovare le strutture se
poi le frequentiamo e le utilizziamo con uno spirito
vecchio? Non si tratta però di stravolgere tutto, ma di
dare un volto nuovo a tutto quanto facciamo in questi
nostri ambienti pienamente rinnovati.
Perché ci sia questa generale riflessione che troverà
poi il suo vertice nel Consiglio Pastorale Parrocchiale,
verrà costituita una piccola commissione che attraverso
ricerche, consultazioni e analisi proponga suggerimenti
di rinnovamento. Il Consiglio Pastorale poi vaglierà il
tutto e, dopo le giuste approvazioni, darà vita ad un
“progetto educativo per mezzo dello sport” per la
parrocchia di S. Fereolo. In questo lavoro di ricerca e
di analisi, tutti possono dare liberamente i propri
suggerimenti. Si prega però di scriverli e di farli
avere al parroco che poi li comunicherà agli incaricati
di tutto il lavoro. Se tutto procederà secondo il
programma che stiamo per stendere, a giugno quando
faremo la festa dello sport, daremo a tutti i principi
su cui intendiamo muoverci nelle nostre nuove strutture
sportive.
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FACCIA A
FACCIA CON IL MISTER
13 domande a Piero Bassanini
(21.1.2005)
L’intervista
a Piero Bassanini, l’allenatore della squadra
esordienti. Una vita passata sui campi da calcio, prima
come giocatore e dal lontano 1972 come allenatore. Ha
guidato squadre in tutte le categorie dalla scuola
calcio alla terza categoria. A 68 anni è ancora sui
campi ad allenare.
1) Prediligi maggiormente la parte
tattica, tecnica, umana?
Sicuramente la parte umana.
2) In percentuale, importanza in allenamento di tattica,
tecnica e preparazione atletica.
Visto la categoria che seguo: 50% tecnica, 50% atletica.
3) Perché fare l'allenatore?
Cerco di trasmettere la passione del calcio ai miei
ragazzi.
4)
I
giocatori: chi sono per te (es. amici, materiale umano,
ecc.)?
Amici.
5) Da 1 a 100: quanto è importante l'aspetto mentale?
80!
6)
Modulo
preferito?
Dipende
dal materiale umano a disposizione.
7)
Difesa a
zona o a uomo?
Prediligo
la difesa a uomo.
8)
Quanto
sono in grado i giocatori di recepire gli schemi e
quanto sono importanti in partita?
Siamo in alto mare. Vista l’età dei miei giocatori non
applico ancora alcun schema.
9)
Come vivi
la partita (tensione - divertimento)?
Tensione con battito cardiaco.
10) Ti senti seguito in campo dalla squadra?
Si,
specialmente quando mi arrabbio.
11)
Cosa ti
piacerebbe migliorare di te?
Sono alla frutta.
12)
Cosa ti
piacerebbe migliorare dei tuoi giocatori?
Il carattere, la grinta.
13) Nella gestione dei giocatori fino a dove arriva il
ruolo dell'allenatore?
A 360 gradi, dappertutto! |
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