Dedico questo splendido brano a mio nipote Leonardo,

la cui generosità unica e sincera

 lo ha reso immortale nel cuore di tutti coloro che hanno avuto

 il privilegio di conoscerlo e la fortuna di diventare suoi amici.

 

 
   
 

So che se tu ci potessi parlare ci diresti così:

 

"La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.

 Io sono sempre io e tu sei sempre tu.

 Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

 Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;

 parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

 Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,

 di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

 Prega, sorridi, pensami!

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:

 pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

 La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:

è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,

 solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

 Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.

 Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace."


  

Il brano è di Henry Scott Holland (1847-1917) canonico della cattedrale di St. Paul (Londra).
ispirato ad un testo di Sant’Agostino

Ai due fratelli Dante e Leonardo

 
  Angeli invisibili  
   
 

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