Poesie per la mamma

A mia madre

E.De Amicis

Non sempre il tempo la beltà cancella
O la sfioran le lagrime e gli affanni;
Mia madre ha sessant'anni,
E più la guardo e più mi sembra bella.

Non ha un cenno, , un sorriso, un guardo, un atto
Che non mi tocchi dolcemente il core:
Ah! Se fossi pittore,
Farei tutta la vita il suo ritratto!

Vorrei ritrarla quando china il viso
Perchè io le baci la sua treccia bianca,
O quando inferma e stanca
Nasconde il suo dolore sotto un sorriso....

Pur se fosse un mio prego in cielo accolto,
Non chiederei di Raffael D'Urbino
Il pennello divino
Per coronar di gloria il suo bel volto;

Vorrei poter cangiar vita con vita,
Darle tutto il vigor degli anni miei,
Veder me vecchio, e lei
Dal sacrificio mio ringiovanita.

Che cos'è una mamma

 F. Pastonchi

Una mamma è come un albero grande

che tutti i suoi frutti dà:

per quanti gliene domandi

sempre uno ne troverà.

Ti dà il frutto, il fiore e la foglia,

per te di tutto si spoglia,

anche i rami si toglierà.

Una mamma è come un albero grande.

Una mamma è come una sorgente.

Più ne toglie acqua e più ne getta.

Nel suo fondo non vedi belletta:

sempre fresca, sempre lucente,

nell’ombra e nel sole è corrente.

Non sgorga che per dissetarti,

se arrivi ride, piange se parti.

Una mamma è come una sorgente.

Una mamma è come il mare.

Non c’è tesori che non nasconda,

continuamente con l’onda ti culla

e ti viene a baciare.

Con la ferita più profonda

non potrai farlo sanguinare,

subito ritorna ad azzurreggiare.

Una mamma è come il mare.

Una mamma è questo mistero:

tutto comprende, tutto perdona,

tutto soffre, tutto dona,

non coglie fiore per la sua corona.

Puoi passare da lei come straniero,

puoi farle male in tutta la persona.

Ti dirà: <<Buon cammin, bel cavaliero!>>

Una mamma è questo mistero.

 

LA GIOIA PERFETTA

 DIEGO VALERI

Come  è triste il giorno di maggio

dentro il vicolo povero e solo!.

Di tanto sole, neppure un raggio;

con tante rondini, neanche un volo!

Pure, c'era in quello squallore,

in quell'uggia greve e amara,

un profumo di cielo in fiore,

un barlume di gioia chiara.

C'era... c'erano tante rose

affacciate a una finestra,

che ridevano come spose

preparate per la festa.

C'era, seduto sul gradino

d'una casa di pezzenti,

un bambino piccino, piccino

dai grandi occhi risplendenti.

C'era in alto una voce di mamma

(così calma, così pura)

che cantava la ninnananna

alla propria creatura.

E poi, dopo, non c'era più nulla...

Ma di maggio alla via poveretta

basta un bimbo un fiore una culla

per formarvi una gioia perfetta. 

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