"David
Bowie Rocks in Santa Monica - On the road - British rock star,
David Bowie, on first US tour, performs at the Santa Monica Civic"
di Robert Hilburn
Los Angeles Times, 23 ottobre 1972
Per
tutti coloro che hanno ascoltato gli album Hunky
Dory e Ziggy Stardust c'erano pochi dubbi che l'inglese David Bowie stava per diventare
una figura importante nel rock. Come cantante, autore e arrangiatore
c'era una tale consistente qualità e visione in quegli album che
egli era da considerare un artista notevole e di valore. Nei suoi
concerti venerdì e sabato notte al Santa Monica Civic Auditorium,
Bowie, che sta facendo il suo primo tour americano, ha confermato
tutto ciò che quegli album avevano suggerito. Egli è un certificata,
genuina, garantita stella.
Il livello di attesa per Bowie era così alto venerdì sera che
ci sono state alcune grida per lui perfettamente udibili quando
il chitarrista del gruppo di apertura (Sailcat) ha introdotto
la prossima canzone del suo gruppo. Due volte le urla per Bowie
erano talmente impossibili da ignorare che il chitarrista ha pensato
che fosse necessario (o almeno saggio) rispondere, una volta dedicando
una canzone a Bowie e poi assicurando il pubblico che Bowie sarebbe
salito presto sul palco. L'arrivo di Bowie sul palco è stato accompagnato
da un pezzo di dramma rock meravigliosamente disegnato. Le luci
stroboscopiche lampeggianti e l'Ode Alla Gioia di Beethoven
si combinavano perfettamente con i vestiti futuristici della band
e con l'immagine bisessuale di Bowie per fornire un atmosfera
all'Arancia Meccanica, non tanto nel senso della violenza,
ma piuttosto di un incredibile senso del presente e dell'onda
del futuro. Lo shock del futuro era arrivato.
Bowie, con il viso coperto da un modesto strato di make-up bianco
ed i capelli color carota, così colorati che sembrava fosse in
fiamme, ha aperto con Hang On To Yourself, una canzone
da Ziggy Stardust, che è un perfetto invito ad un concerto
rock.
Due cose sono state immediatamente evidenti. Primo, Bowie, con
un background nel mimo, ha un enorme controllo del palco ed è
in grado di esprimere con il mero movimento degli occhi più di
quanto molti performer nel rock possono fare con una serie di
esagerati movimenti. Il suo corpo è così disciplinato che Bowie
può creare la tensione di un animale selvaggio, una tigre o una
pantera, quando vaga sul palco, controllando il passo e la direzione
dello show con i suoi movimenti. Secondo, la band - Mick Ronson
alla chitarra solista, Trevor Bolder al basso e Mick Woodmansey
alla batteria - è un gruppo unito e controllato, in grado di lavorare
come un'unità piuttosto che, come altre band, come un insieme
di individui. Può fornire tutto il vigore che un pezzo rock come Suffragette City richiede, ma anche la fluidità che necessita
una canzone come Changes.
L'arrivo di Bowie ed il brano di apertura sono così potenti nel
loro impatto che - particolarmente quando accompagnati dalla spettacolarità
delle foto che hanno preceduto l'arrivo di Bowie qui nella pubblicità
ed altrove - portano il pubblico a credere che lo spettacolo sia
più impostato su dinamiche teatrali di quanto in effetti sia,
costringendolo a rivedere le proprie aspettative. Mentre il pubblico
di venerdì è sembrato accettare il passaggio dalle canzoni rock
ai brani soft e poi di nuovo rock, parte del pubblico di sabato
- apparentemente meno di culto - ha dimostrato una occasionale
impazienza con i brani acustici. C'era una udibile conversazione
nel pubblico durante My Death, per esempio, ed alcune grida
di "rock'n'roll" e di "vai avanti" dopo quella canzone. Non è
che Bowie non possa mettere insieme una serata fatta solo di potente
rock piuttosto che dividere lo show tra brani soft e rock. Ma
questo non sembra essere il suo stile, il suo scopo. Egli vuole
affermare la sua propria ed unica identità musicale ed emozionale.
Non vuole essere semplicemente una rock star.
C'è stato chi ha suggerito che Bowie ha il talento, l'originalità
ed il carisma per diventare una sorta di Elvis Presley degli anni
70, ma il modello/obiettivo più adatto, se avesse il potere di
scegliere un ruolo, sarebbe una sorta di versione maschile di
Judy Garland degli anni 70. In effetti il suo momento più elettrico,
a parte l'apertura di entrambe le sere, è anche quello in cui
afferma lo stesso delicato, separato senso di comunicazione con
il pubblico che ricorda la Garland. Nel suo più intenso e forse
più aperto ritratto della serata, ha assicurato il pubblico (nel
bis Rock'n'roll Suicide) "Non sei solo, dammi le tue mani" e le mani si alzano verso di lui.
Bowie, non vi è dubbio su questo, è una grande star, in senso
commerciale, ma anche, cosa più importante, in senso artistico.
[Le
frasi tra parentesi quadre sono note della redazione di L.O.M]