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"Cattivi Ragazzi a Berlino"
(Bad Boys In Berlin)
di Chris Hodenfield
Rolling Stone, ottobre 1979

"Berlino è uno scheletro dolorante nel freddo; è il mio scheletro dolorante" - CHRISTOPHER ISHERWOOD.

David Bowie andò a Berlino perché era il mondo più lontano da Los Angeles che potesse trovare. Ad Hollywood aveva frequentato le persone sbagliate. Vivendo di stimolanti di tutti i tipi, aveva flirtato con le idee di potere, ascesa, dittatura - gloriose statuite che possono sembrare strane a me e voi, ma sembravano divertenti a chi aveva assaporato l'isteria della folla dal lato fortunato delle luci della ribalta.

A Berlino, una città che aveva conosciuto ben altri artisti delle prese di potere, è diventato umile. Il rock'n'roll non era più un veicolo per arrivare al trono, ma era un mezzo di sostentamento. Avrebbe comunque finanziato una carriera cinematografica. Jim Osterberg arrivò a Berlino circa nello stesso periodo di Bowie, la primavera del 1976. Sotto altri nomi, come Iggy Stooge e Iggy Pop, aveva, più di un decennio prima, originato in Michigan quello che divenne più tardi conosciuto come Punk rock….omissis....

Aveva il magro, viso sospetto di un giovane teppista americano, e quell'atteggiamento non era sempre di moda. Anche lui si era trovato a vivere sulla Costa Occidentale, ed a Los Angeles era un sole al tramonto. A causa dell'uso di droga, era diventato una persona da strada, uno sbandato. Alla fine si fece ricoverare all'Ospedale UCLA. La sola persona che lo andava a trovare regolarmente in ospedale era David Bowie. Ad Iggy fu detto che se si fosse ripulito poteva unirsi allo Station to Station Tour di Bowie. Così si unì al tour come compagno di viaggio. Cominciò una nuova vita a Berlino....omissis...

--- David Bowie è un tipo elegante, angolare, netto e preciso, una mano in tasca, un sottile, rettileo sorriso ed un lungo repertorio di pose negligenti con la sigaretta. Se ne stava in piedi sulla pista da ballo, con il sorriso di un uomo che guarda un vagabondo battello a vapore scomparire nella nebbia. Just A Gigolo è ambientato tra il 1918 ed il 1928, il periodo della depressione post-bellica che diede vita al Nazismo. Il regista David Hemmings l'ha definita "una storia di prostituzione". Tutti divennero una sorta di prostitute e Bowie recita la parte di un ufficiale prussiano che finisce per diventare un gigolò, un compagno di ballo dell'ora del tè delle signore, che forse ha altri favori da vendere oltre il ballo.

A soprintendere alle proposte ci sarà una mezzana interpretata da Marlene Dietrich, nel suo primo film da Il Processo Di Norimberga (1961). E' stata una strana scelta, perché noi colleghiamo la giovane Marlene a Berlino: lei cominciò come cantante di cabaret qui e ne recitò la parte nel film del 1930 Angelo Blu, che le guadagnò un biglietto per Hollywood. Visto che lei non ha niente a che fare con la Berlino di oggi, non lascerà Parigi, dove sta scrivendo le sue memorie, e i produttori stanno costruendo un modello del set dell'Eden Bar a Parigi. Due giorni di riprese, da quel che si dice, le frutterenno 250.000.

Il set dell'Eden Bar era al piano superiore in un ritiro sentimentale chiamato CafeWien. Al pianterreno c'era una piccola pista da ballo rossa, circondata da tavoli illuminati di giallo. Ogni tavolo aveva un telefono per telefonare agli altri tavoli. Qui al primo piano le comparse in smoking e seta ballavano al suono di una band rauca. Bowie doveva ballare un tango pazzo con una donna ondeggiante, una caricatura di una donna alla George Grosz . Lei maneggiò con gioia la sua goffa figura attraverso la pista da ballo. I suoi occhi, secondo lo stile, erano rigidamente impassibili. Non c'era in quel baciatore più emozione di quanta ve ne fosse in un serpente a sonagli. Un viso singolarmente simmetrico, risaltava come una fotografia color seppia. Lui sa che la freddezza impassibile è un vantaggio e, con tipico calcolo, mantiene una immobilità cerea, come un famoso cadavere che tutti vanno a vedere……

….Fuori da un vecchio bar per travestiti, il Lutzowlampe, in una roulotte che fa da camerino, David Bowie si è seduto e guarda delle foto. Anche la sua bicicletta è nella roulotte. Una cassetta suona Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Una volta, dopo aver finito la scuola, lavorò come grafico pubblicitario in un'agenzia. Nel suo album di foto c'erano scatti dei suoi recenti dipinti e silografie. La maggior parte erano desolati, urlanti messaggi, reminescenti dell'espressionismo degli anni venti. Una stanza con un tavolo. C'era una incredibile silografia di un ballerino argentino.

"Li ho mostrati?" dice arretrando "mai, ma penso che potrei aumentare la mia confidenza. Questo è un autoritratto" dice, girando la foto di un viso da serpente. "Questo è Iggy, senza i suoi occhiali da professore. Questo è il suo sguardo da 'voglio solo essere preso sul serio". Iggy, con i capelli spartiti nel mezzo, aveva un triste sguardo dal basso in alto. Un altro autoritratto, questo con occhi voraci ed un viso angustiato. Il dolore dell'attore! Poi il ritratto di un uomo dalle membra nodose come gambi di granoturco secchi, mani come pale, un'espressione di severità. Anche più severo era un ritratto di Yiukio Mishima, lo scrittore giapponese, con grandi occhi a mandorla. Uno schizzo di un uomo che guarda in lontananza. "E' un barman. Ha costruito il suo bar proprio lungo il muro. I suoi genitori vivono nella parte Est, e lui siede lì, guardando fuori dalla finestra verso l'Est". Chiuse il libro e prese la bicicletta. Il suo trasporto invernale. Il giorno di riprese era quasi finito. "Me ne andrò a casa a guardare le notizie in tv e poi a dormire". Sorridendo mostrò i canini. "Recentemente ho acquisito delle abitudini".

Berlino appare come una città che continua a pagare per i suoi peccati. Ma se attraversi il Muro ed entri a Berlino Est, vedi i fori delle pallottole e le finestre carbonizzate C'è un immenso campo di mattoni rotti dove una volta c'era una delle più grandi stazioni d'Europa. Berlino Est non è piena di bar e scritte gialle al neon che lampeggiano tutta la notte. Non vedi alcuna devozione allo stile o alla frivolezza, e non così tante faccie rilassate. Ma sui marciapiedi vedi le fredde facce angolari degli ucraini.

Nei nuovi edifici già in rovina, messi insieme in un periodo di povertà, le antenne illegali della televisione pendono dalle finestre. I campi da gioco dei bambini sembrano piuttosto percorsi di guerra per l'addestramento dell'esercito. Dovunque ci sono piscine coperte e palestre. Al Checkpoint Charlie le guardie ancora mettono degli specchi sotto le automobili per controllare se ci sono fuggitivi. Fui felice di essere tornato a Berlino Ovest, ma entro poche ore provai di nuovo quella stessa triste sensazione. Berlino Ovest mi ricorda una vecchia vedova in una saletta ammuffita, che ti mostra le fotografie della sua giovinezza e ti prega di non aprire le tende. ....omissis......

Sta in piedi, alto circa sei piedi, con il collo rigido, pallido. La posizione delle sue spalle, i nervi del suo collo rivelano una nuova disciplina fisica. E' qualcosa da vedere. Non so dire se lui sappia quando sta proiettando la sua personalità e quando no. Bowie scese le scale del CafeWien fino alla sala da ballo del pian terreno, dalle pareti rosse. Il costume di oggi era un vecchio vestito di lana. Si sedette ad un tavolo e guardò la cameriera dalle guancie paffute come se fosse stata un'amica fidata.

"So cosa vorrei", disse gentilmente in un tedesco stentato, "bistecca, uova, patatine ed un bicchiere di latte"

Mi ricordai che Bowie una volta era stato un mimo nella compagnia di Lindasy Kemp.

"Si, lo ero. C'è ancora molto Buster Keaton in tutto quello che faccio", rise con una risata da ragazzino, come a volere togliere a quello che aveva detto ogni pretesa di eleganza. Keaton, di tutti i comici dell'epoca del muto non usava contorsioni facciali. Keaton era molto fisico ed aveva una grande faccia di pietra su cui potevi leggere qualsiasi cosa.

"Sto recitando molto in tono minore, cosa che mi piace. La mia più grande preoccupazione è di esagerare, perché, non avendo molta esperienza di recitazione, quello è esattamente quello che farei" L'accento di Bowie si mantiene quello delle classi alte britanniche, in cui trapela ogni tanto il suo passato di Brixton.

Gli chiedo come fa ad entrare nelle giuste 'circostanze psicologiche' per una scena.

"Beh, Victor Mature disse, quando una volta gli chiesero a cosa pensasse per girare una scena piena di emozione, 'vedi, ho tre espressioni, tre modi di guardare. Guardo a destra, a sinistra ed al centro. Quale vuoi?' Questo va bene per me. Non sarei molto bravo a fare cose piene di emozione. Anche quando scrivo canzoni, a volte. Guardo quello che ho scritto e dico a me stesso 'questo sembra un po' troppo sentimentale' e lo cancello".

"Certo", dissi, "togli 'love' e metti 'glove'".

"Si", acconsentì.

"Ma tu ascolti musica emozionale?"

"Si, certo, proprio l'opposto della mia. Amo la musica piena di emozione, di Vivaldi, Edith Piaf, la più grande cantante di torch songs mai esistita. Lotte Leyna, anche se con Lotte Lenya c'è l'altro aspetto, quello KurtWeilliano - la cacofonia che da piacere all'intelletto. Spesso quello che mi piace fare è scrivere musica molto emotiva e metterci delle liriche di tipo diverso, che generano una terza cosa, un fattore sconosciuto. Torniamo al discorso di prima, 'glove' al posto di 'love'".

La cameriera apparve con la sua bistecca, sepolta dalle uova e da una montagna di patatine. Lui si mise il tovagliolo in grembo. "Hai ordinato un'insalata? Beh, ci sono posate per due, così, comincia".

Ero interessato a come si muoveva da un mezzo espressivo ad un altro, dalla musica ai film. Anche sul set, tra le riprese, faceva silografie. Questo film, a quanto sembra, era più per l'immagine che per fare soldi. Aveva tour mondiali programmati per occuparsi dell'aspetto economico, ed apertamente ammetteva che servivano proprio a quello. Il denaro avrebbe finanziato future produzioni, in cui lui avrebbe diretto. "Perché devo rimanere in controllo", disse.

"Ho trovato, alla fine, dopo aver cercato per un po', una sorta di premessa nella musica. Alcune idee filosofiche, per così dire, che posso chiamare 'strumenti'. Una volta che hai quella premessa e quegli strumenti, puoi muoverti, credo, in ogni altra area di ciò che viene chiamata arte. Quando mi dedicherò a fare film come regista avrò anche quegli strumenti". Infilzò una patatina con la forchetta, intingendola leggermente nel tuorlo d'uovo "Ne portano sempre quantità gigantesche in Germania ed in America. Non riesco mai a finirle".

"Mi stavo giusto chiedendo quale di quelle comparse dai capelli grigi sul set al piano di sopra una volta fosse un ufficiale"

"Vogliono tutti fare film… No, no, non capisci. Tutti qui hanno nascosto ebrei nelle loro soffitte. Se glielo chiedi"… Guardò sopra la sua spalla, poi sibilò in un finto accento tedesco "ma la nostra famiglia nascose gli ebrei in soffitta'. Tutti, tutte le persone anziane che ho incontrato qui erano socialiste. O comuniste. 'Devi capire, qui c'erano combattimenti nelle strade tutto il tempo a Berlino', dicono. Il che è vero. Questo è il motivo per cui Hitler mise il tallone sulla città e decise di mettere qui la sua base, perché questo era il luogo che gli dava più problemi. C'è sempre stata una fazione comunista molto ampia...Una cosa da dire dei Berlinesi è che il resto della Germania non li può soffrire ed i Berlinesi guardano dall'alto in basso il resto della Germania. Quanto a loro, hanno un senso dell'umorismo molto forte, molto caustico, cinico. E' un po' come New York o Londra. Umorismo da grande città"… "Sono molto concreti per quanto riguarda le celebrità, la musica, le mode, qualsiasi cosa. Questo lo rende un luogo molto adatto per uno come me in cui vivere, perché posso essere incredibilmente anonimo. Non ti fermano mai qui. Non sembrano essere particolarmente contenti di vedere una faccia famosa".

"Hai avuto un periodo difficile a Los Angeles?"

"Oh", chiuse gli occhi dal dolore. "La città che mi piace di meno, temo. La detesto abbondantemente. Sono sicuro che è successo perché sono stato coinvolto con un gruppo di persone, ed il mio sistema di riferimento era molto, molto limitato. In parte è stata colpa mia. Ma non vedevo alcuna via d'uscita verso gli altri aspetti di L.A.. Era un negozio chiuso per me, così mi sono trovato coinvolto con persone tossiche"… .."Ho avuto grossi problemi. Dovevo uscirne".

"C'è la possibilità che tu faccia un film sul pittore espressionista viennese Egon Schiele?"

"Clive Donner mi ha avvicinato con una sceneggiatura ed ha detto che potrei essere interessante. Ha tracciato gli inevitabili paralleli tra le nostre supposte vite - le controversie e roba del genere. Quello dovrebbe essere il terzo film che ho scelto, ma per questi tre, ho dovuto rifiutare tre trilioni di film in cui avrei avuto la pelle verde e strani corni che mi uscivano dalla testa e suonare la chitarra, atterrare sulla terra e guidare tutti i ragazzi verso la libertà e la pace"... Offre un sottile sorriso. "O ucciderli tutti"...

"Dopo il film di Nick (The Man Who Fell To Earth di Nicholas Roeg, 1976), si è cominciato a parlare di Stranger In A Strange Land, che è un film che stavo per fare sin da quando fu suggerito per la prima volta nei primi anni settanta. Non volevo essere catturato in quella ragnatela e finire come l'eterno alieno. Recitare il ruolo dell'alieno in tour per un paio di anni è stato divertente, ma è una cosa sinistra quando le persone cominciano a distruggere la tua vita. Trovare strane cose nella posta non è la cosa più simpatica del mondo. Le persone ti parlano in linguaggio pomposo, ti mandano strane lettere e dicono di essere in contatto con forze particolari e aspettano che ti comporti come un marziano"….

"Un rapporto da intrattenitore con il pubblico è una cosa divertente", gli dissi."Cominci a significare qualcosa per le persone".

"Sono in una strana posizione. Non so cosa significo per le persone perché cambio ruolo così drasticamente e così spesso.Devo veramente innervosire molte persone!"

Di nuovo rise come un ragazzo. E' stata inaspettata, questa sua cordiale, imbarazzata reazione. Si potrebbe, secondo le parole di Nietzsche, cominciare a sospettare delle persone molto intelligenti quando sono inbarazzate.

"Non sono un buon esempio da seguire, perché non si può cambiare la propria identità in quel modo nella vita reale, tutto il tempo, ogni pochi mesi". Era serio. "La maggior parte degli eroi della celluloide o del rock'n'roll hanno una qualità identificabile, che le persone possono individuare e dire 'E' così. Lo accetto o non l'accetto'".

"E' più che accettabile", dissi. "Cambiare personaggio tutto il tempo fa in modo che il pubblico si meravigli".

"E' esatto. Si, poiché abbiamo poche avventure nel vecchio senso della parola, suppongo sia utile avere dei personaggi che vivano una sorta di avventura, anche se è soltanto ad un livello superficiale. Le Belle Arti, generalmente, sono il mio alto mare - quella è la rotta su cui dirigo la mia nave. Perché una cosa che avrei adorato essere, più di qualsiasi altra cosa, era un avventuriero vecchia maniera e scoprire nuove terre".

"Forse il tuo cambiare personaggio è come Errol Flynn che passava da Captain Blood a Robin Hood".

"Molto carino, vorrei poter credere in questo particolare parallelo" rise. "Da un tipo di imbarazzo ad un altro tipo di imbarazzo, i miei ruoli tendono a muoversi. Interpreto persone goffe o fanatici. Sono votato ad interpretare gli isolazionisti. L'anacronismo. La persona giusta nel momento sbagliato" La sua voce si alzò e lui si animò "O la persona sbagliata nel momento giusto.Non sarò mai la persona giusta. Non credo che farò mai il grande innamorato".

"Non vuoi essere un eroe romantico?"

"No. Preferisco qualcosa di bello ed oscuro. Qualcosa che è un po'….irregolare ai margini, che non è proprio giusto, regolare".

"Perché?"

"Scrivo musica così" disse "e sono sempre stato così fino agli ultimi due anni. Ed in America specialmente, ero sempre avvicinato con quella sensazione dalle persone. Venivano da me ed era sempre tempo di zoo". Alzò il suo bicchiere di latte. "Ma ho sempre sofferto questo".

"Così le persone reagivano a te e la loro reazione ti faceva diventare matto?"

"Oh si, assolutamente. Mi rese completamente fuori di testa a Los Angeles. Arrivai molto vicino al limite. Avevo paura per la mia sanità mentale… Beh, in effetti, no, fui abbastanza fortunato da avere un paio di amici che mi mandarono in Giamaica a recuperare e mi dissero 'non tornare in America'. Così non lo feci. E sono finito a Berlino".

Un messaggero apparve al tavolo a chiamarlo al lavoro "Devo diventare di nuovo tormentoso. Scusami". Si allontanò con quella sua camminata tesa, come un granchio che si allontana camminando lateralmente sul fondo dell'oceano…


Haupt Strasse 155, dove Bowie abitava a Berlino Ovest

1976, Berlino Est - Bowie con Iggy Pop, la sua assistente Corinne Schwab e funzionari RCA

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pagina aggiornata il 8 gennaio 2005