"Action
Painting"
di Chris
Roberts
Ikon, ottobre 1995
L'ho
incontrato una volta prima, quattro anni fa, a L.A., con il sole
che bruciava. Così sono arrivato, personalmente, ad associare
il David Bowie che intervisto, impersonalmente, come l'opposto
di quello che David Bowie significa per me - ottima forma, macchine,
sontuosi hotel, piscine, Sunset Boulevard. Suona bene ma non appropriato.
Glielo dico, in qualche modo.
David Bowie accende una sigaretta, cosa che fa bene e spesso, "facendo l'amore con se stesso", "schiantandosi sempre nella stessa
automobile". La faccia che ha lanciato due decadi di imitatori
si apre in un famoso, ampio sorriso inglese. "Mi sono spostato
da allora" dice "non mi sono neanche seduto da quando sei andato
via". … Il Duca Bianco dice la verità. Musica, film, pittura ed
idee in generale volano fuori dal quarantanovenne David Bowie
ad un'allarmante, affascinante, disarmante velocità. Cerco di
non usare la frase "uomo del Rinascimento". Ma poi la uso.
DB: .."Dio, sono spaventato da quella parola! Diciamo soltanto
che prendo il toro per le corna ed esprimo me stesso - con ogni
mezzo necessario. Lo posso fare, lo faccio. Non tendo più ad auto-
giudicarmi. Mi sento, psicologicamente, in un posto sicuro. E'
pubblico e lo è davvero."
Il re, il vero re dell'artificio e dell'appropriazione, David
Bowie è stato Ziggy, poi Aladdin, poi un cantante soul migliore
di un vero cantante soul, poi una sorta di tedesco glaciale e
depresso e fuori dalla cocaina, poi un'allegra, saltellante persona
da Live Aid, e poi è caduto, alla fine,
fuori moda. Poi ha formato i Tin Machine, proprio nel momento
sbagliato e nei vestiti sbagliati. Mentre accadeva tutto questo
faceva film, passando dal sublime (L'Uomo
Che Cadde Sulla Terra) a Linguini
Incident.
Ora pubblica un album, Outside,
che è, naturalmente, completamente diverso dall'ultimo (l'ambient The Buddha Of Suburbia) o anche
da quello ancora precedente (il sensibilmente pop Black
Tie White Noise). Mentre gli Suede sono arrivati e - qualcuno
potrebbe dire - anche andati, Bowie ha intrapreso ancora un'altra
selvaggia mutazione. Outside è provocatorio, raccapricciante,
irritante ed, infine, provoca assuefazione. La prima di una serie
di collaborazioni pianificate con Brian Eno, documenta, anche
se astrattamente, i diari fittizi di un 'art detective', Nathan
Adler. Bowie lavorerà presto con i Nine Inch Nails, e se disegnerà della carta da parati per Laura Ashley siamo sicuri che non lo
potremo fermare.
L'inizio del 1996 vedrà l'uscita di Build A Fort, Set It On
Fire [Basquiat], un film
del pittore, divenuto regista, Julian Schnabel sul pittore afro-americano
Jean-Michel Basquiat, in cui Bowie recita la parte del guru della
Pop Art Andy Warhol. Sempre quest'anno Bowie ha esposto i suoi
lavori (acquerelli, sculture, stampe generate al computer) alla
Kate Chertavian Gallery, in Cork Street. Sono andato a vederli
con la ragazza che faceva la parte dell'alieno nel video di Loving
The Alien [?]. Una donna pazza
con gli occhi lacrimosi cominciò ad urlarci contro senza nessuna
ragione, e noi fummo veramente molto dispiaciuti quando David
arrivò per rimettere le cose a posto. Siamo corsi fuori, confusi,
ma la donna pazza ci ha seguito per strada. La migliore cosa della
mostra era il quadro di una stella, chiamato Star. …
"Non sono soddisfatto" Bowie disse nel 1972 "di essere una rock
star tutta la vita". Nel 1995 è ancora assurdamente energico.
Devi interromperlo per infilare una parola nel discorso. Parliamo
di arte, cinema, letteratura, musica, computers, Sud Africa, di
invecchiare, di religione e di Boys From The Blackstuff.
E' molto disponibile a discutere la sua amicizia con Damien Hirst
e Julian Schnabel, meno disponibile a rimuginare sul passato.
Senza sudare affatto, anche indossando una strana camicia di pelle
di serpente, dice cose come:
"Quando hai sviluppato una forma d'arte che si interroga sulla
sua stessa esistenza ti rimane solo la filosofia. Heh, heh, heh!
O così mi dice mio figlio!" …
I: "Hai salutari discussioni con lui (Joe, in precedenza Zowie,
ora 23enne e laureato in filosofia) su simili argomenti?"
DB: "Oh, dovresti provare a fermarci. Possiamo parlare per
tutta la notte. Ma questa, ho scoperto, è una delle gioie di essere
genitore." …
Joe (The lion) ha influenzato il suo papà. Penso che "nel guardare
lui ascoltare i Cream, Dylan ed Hendrix" Bowie Senior abbia realizzato
che non c'era musica degli anni 80 interessante.
DB: "A parte, forse, gli inizi del Rap, era tutta immondizia.
Paula Abdul non aveva nessun rapporto con la sua vita. E' dovuto
tornare indietro per trovare qualcosa che avesse profondità musicale.
In un certo senso dà validità a quello che Lennon usava dire -
quali erano le esatte parole?". Bowie assume un impeccabile accento
scozzese. "Dì quello che vuoi dire, mettilo in rima e mettici
un ritmo". …
I: "Come riguardo al tuo nuovo album, uno su tre non sarà
male". …
Bowie ride fragorosamente.
DB: "L'accessibilità non è il suo elemento chiave!".
Sono in qualche modo sollevato.
DB: "Poni la stessa domanda ora alla giovane generazione e
ti diranno si, c'è molta musica che porteremo con noi. Pearl Jam,
Nirvana, NIN, Smashing Pumpkins…Ed in Inghilterra Tricky è meraviglioso,
PJ Harvey è straordinaria. Il contesto e l'atmosfera di tutto
questo sono tremendi. Penso che la musica rock abbia buone gambe
al momento. E' veramente eccitante". …
Questo è quello che penso sia l'argomento del nuovo album di Bowie:
CHE COS'E' L'ARTE? A qualcuno come Bowie, o piuttosto ad uno che
E' Bowie, puoi dirlo, dire quelle tre parole con un punto interrogativo
alla fine, senza che ti rida in faccia. Lui ama molte cose ma
soprattutto ama essere preso sul serio. Nessuno dedica così tanti
sforzi alla creatività, non quando ha segnato così tanti punti
come lui, senza qualche indiscutibile desiderio di plauso, di
sconfiggere la mortalità.
I: "Come va il tuo ego in questo periodo?"
DB: "Bene. Ho abbastanza vanità per essere convinto che ciò
che viene fuori da uno dei miei cut-up è buono almeno quanto quello
che ci avevo messo all'inizio"
E così quando chiedi COS'E' L'ARTE? a Bowie, in modo così chiaro,
lui ti dirà...
DB: "... E' o arte o un omicidio, ha ha!…. La forza nel mio
lavoro è quando c'è abbastanza spazio per il maggior numero possibile
di interpretazioni. Sono sempre stato orientato verso la combinazione
di informazioni contraddittorie. E vedere quello che accade. Giocare
con le strutture, smontarle. Smontare i giocattoli e rimetterli
insieme mettendo i vari pezzi nei posti sbagliati. Sarei stato
bravissimo in Giappone a fare quelle cose tipo Godzilla che diventano
carri armati. Sono sicuro. Tratto la musica nello stesso modo;
cosa accade se metti insieme quella nota con quella parola, che
effetto ottieni? Per questo motivo il risultato ha il suo proprio
output di informazione, che a volte è maggiore, a volte minore
dei due singoli componenti. Questo è uno dei fascini dello scrivere
per me".
Gli chiedo se cerca di confondere come di chiarire, e mi viene
data probabilmente la più lunga ed articolata risposta nella storia
delle interviste rock.
DB: "Non credo. Penso che noi, come cultura, abbracciamo la
confusione. Siamo felici di ricombinare le informazioni. Le generazioni
- ed ora posso usare il plurale - successive alla mia hanno l'abilità
di esaminare le informazioni molto più velocemente di noi, e non
necessariamente cercano la profondità che probabilmente noi cercavamo.
Prendono quello di cui hanno bisogno per la loro sopravvivenza,
ed i loro mezzi per adattarsi a questa nuova società". …
"E' l'eredità degli anni 60, non solo di quello che accadde con
il crollo del Sogno Americano ed i conflitti di quel periodo,
e l'emergente atteggiamento pluralistico nei confronti della società,
ma anche di un senso di perdita spirituale. La realizzazione che
gli assoluti non erano legge, che non erano qualcosa cui attenersi.
Non c'è religione assoluta, non c'è un sistema politico assoluto
o una forma d'arte assoluta….Le cose non erano nere o bianche
come ci avevano sempre detto. Ci sono così tante contraddizioni
e così tanti conflitti che quando li accetti per ciò che sono,
quando accetti che questa E' una manifestazione della teoria del
caos, che realmente questa è una società destrutturata, allora
le contraddizioni cessano di esistere. Ogni informazione è ugualmente
priva di importanza quanto la successiva". Bowie getta uno sguardo
per un secondo alla tv …. "Per esempio, il processo a OJ Simpson…,
sempre la stessa notizia data per una settimana, e le notizie
sulla crisi in Medio Oriente… quei due brani di informazione hanno
lo stesso peso. Sembra non esserci alcuna disparità tra loro,
è tutto rilevante e tutto irrilevante. Quando arrivi alla mancanza
di tensione su quello che è importante e quello che non lo è,
anche il piano morale sembra scomparire. Rimani con questo insieme
di frammenti incredibilmente complesso che è la nostra esistenza". …
"Piuttosto che fuggire da tutto questo, penso che le generazioni
più giovani stiano imparando ad adattarvisi. Non credo si possa
dire che sono indifferenti, ignoranti o pigri - cosa di cui sono
spesso accusati. Queste sono sciocchezze. Penso che, in effetti,
siano nel loro momento di crescita. Non credo che in futuro le
cose si chiarificheranno; potrà soltanto diventare ancora più
complesso. E' inutile pretendere: bene, se aspetto abbastanza
a lungo ogni cosa ritornerà com'era, e sarà razionale e noi capiremo
tutto, e sarà ovvio cosa sia sbagliato e cosa sia giusto. Non
sarà così…Scusa, qual era la domanda?….. Così, l'album ha a che
fare con tutto questo, in un certo senso. Una sorta di….navigare
sul caos".
Bowie prende un caffè ed un'altra Marlboro Light, si accomoda
sulla poltrona come un gatto felice. Alcune delle sue stampe sono
sulla parete. Siamo allo Chateau Marmont, dove ogni dieci minuti
qualcuno ti dice "qui è morto John Belushi". Poco fa Keanu Reeves
era nell'ingresso. Più tardi Bowie mi dirà qualcosa di divertente
sugli attori, ma adesso il saltuario redattore di Modern Painters,
che l'anno scorso ha intervistato Balthus, parla di pittura…
DB: "…Dall'altro lato posso trovare piacere in un pezzo Romantico
o del Rinascimento. Posso semplicemente cadere in una sorta di
euforia guardando un paesaggio ben dipinto o una scultura meravigliosamente
eseguita. Considera gli aspetti più positivi del post-modernismo.
Spero che ci annoieremo presto dell'atteggiamento ironico che
prende continuamente, perché una delle cose migliori del post-modernismo
è che sembra così volenteroso di abbracciare tutti gli stili e
tutti gli atteggiamenti…"
I: "Ti senti come una sorta di anziano statista? La ilare
comunicazione del tuo ufficio stampa dice pomposamente: 'Solo
ora, quando ha raggiunto la mezza età, Bowie può fare musica che
include il punto di vista dei giovani, delle persone di mezza
età e dei vecchi'". …
Scoppia a ridere, per l'unica volta oggi, scuotendo la testa,
senza parole.
I:…"Senti di aver acquisito una significativa saggezza?"
DB:…"Il vecchio saggio, ha, ha, ha! Ah, ma vedi, facevo la
parte di una persona di 130 anni a 35, o qualcosa del genere,
in The Hunger [Miriam Si Sveglia
A Mezzanotte, 1983]. Così è facile per me adesso!" … "Sono
abbastanza vecchio ora - hurra! - per avere una certa mole di
lavoro alle mie spalle, il che va molto bene. Significa che posso
scavare e prendere simboli, atmosfere ed anche processi e tecniche
che ho utilizzato in passato e riapplicarle in nuove situazioni.
E' una massima basilare che se prendi qualcosa e la porti fuori
dal suo contesto, mettendola in un altro contesto, essa acquista
un'intera serie di differenti significati. Così in Outside,
portare l'oscuro ambiente della città di Diamond
Dogs negli anni 90 gli ha dato
un effetto completamente differente. Era importante per questa
città, questo ambiente, avere un popolo, un certo numero di personaggi.
Ho cercato di diversificare questi 'tipi' veramente eccentrici
quanto più possibile. Complessivamente, un'ambizione a lungo termine
è di farne una serie di album fino al 1999, per cercare di catturare,
usando questo mezzo, le sensazioni sugli ultimi cinque anni di
questo millennio. E' un diario nel diario. La narrazione e le
storie non sono il contenuto, il contenuto è lo spazio tra i brani
lineari. Sono le inquiete, strane strutture".
Bowie vuole portare sul palcoscenico tutto questo come un pezzo
di "teatro epico", possibilmente con il regista di Einstein
On The Beach, Robert Wilson, e con "un definito mutamento
di sensibilità dal momento in cui entri in teatro. Probabilmente
sarà lungo circa cinque ore, così si dovranno portare i sandwich".
I: "Il disco suona paranoico e sinistro, mentre tu personalmente,
per quanto io possa conoscerti, sembri esuberante"…
DB:"Oh, ho le più grandi speranze per la fine del secolo.
Lo vedo come un rito sacrificale simbolico; come una deviazione,
un desiderio pagano di placare gli dei, così da poter andare avanti.
C'è una vera fame spirituale lì fuori, che viene soddisfatta da
queste mutazioni di riti e rituali a stento ricordati. Per prendere
il posto del vuoto lasciato da una Chiesa non autorevole. Abbiamo
questo pulsante del panico che ci dice che sarà una colossale
follia alla fine del secolo. E non lo sarà. Il più grande problema
che avremo sarà come chiamarlo [il problema
di pronunciare in inglese la cifra 2000: twenty -O-O, twenty -O-
Zero, etc..]….
….David Bowie apertamente ammette che dopo il successo di Let's
Dance, che gli diede un pubblico di massa nei primi anni 80,
si è trovato in forte imbarazzo.
DB: "Ho ceduto, ho cercato di fare cose più accessibili, togliendo
vera forza a quello che faccio". Il periodo Tin Machine [LP Tin Machine e Tin Machine II] lo descrive
come "Reeves Gabrels che mi scuoteva dalla mia depressione, indicandomi
una qualche forma di luce, dicendomi: "Sii di nuovo avventuroso".
Quando è interpretato in questo modo ha quasi senso. Ma non proprio.
DB: "Abbatté tutti i contesti per me. Quando fu tutto finito
nessuno avrebbe potuto puntare il dito su ciò che ero mai più.
Era: 'che cazzo sta facendo?!' Ho trovato la mia voce ed una certa
autorità da allora"… "Recitare", ridacchia Bowie, che ha così
tanto pop e così tanta arte nel sangue che ci dev'essere un tumulto
lì dentro, "è puramente decorativo. E' solo divertimento, davvero.
Non è qualcosa che nutro come ambizione".... "Le poche cose che
ho fatto che hanno avuto successo le ho fatte perché mi interessavano
i registi, perché avevano qualcosa che volevo conoscere. E' solo…curiosità.
Mi chiedo come sia Scorzese - mi ha offerto un ruolo. Bene! Con
qualcuno come lui non ti poni neanche il problema del ruolo. Dici:
'Scorzese? Si, lo faccio"… "E' un impulso. Ogni volta che SCELGO
un ruolo, generalmente è uno scherzo. Ora ho imparato che il mio
istinto non sbaglia - lo faccio perché penso che la persona che
gira il film sia interessante. E generalmente mi diverto di più
e sono maggiormente in grado di convivere con il risultato finale".
…. "Lo trovo veramente noioso, in effetti". …
I: "Davvero? Molto tempo ad aspettare?"
DB:…."Si, odio questo, sai? Dopo un po' che mi parlano di
film me ne vado. Le persone si siedono e parlano dei film che
hanno appena finito o che stanno per fare - tutto ruota intorno
all'industria. Le persone non sembrano avere una vita al di fuori
di questo - e tu pensi: 'Cristo, non possiamo parlare di qualcosa
di diverso dai film?'" …
I: "Fare la parte di Warhol [nel film Basquiat] , che tu una volta affermasti di
non essere in grado di distinguere da uno schermo cinematografico,
dev'essere stato divertente, però". ….
DB: .."Si, è stato grande perché è durato solo dieci giorni.
Avevo solo 7000 parole, ed una volta che le ho messe nel giusto
ordine è stato un gioco da ragazzi. Voglio dire, un ruolo più
stimolante". ….
Una volta che si è scaldato, comunque, ha avuto parole di elogio
per il debutto da regista del pittore superstar Schnabel - "il
primo film su un pittore americano, ed è un pittore nero. Non
Pollock, o Johns, o de Koonig - sebbene John Malkovich sarebbe
stato straordinario come Pollock". …Questo ci conduce ad alcuni
aneddoti sulla recente visita a Johannesburg ("accompagnando mia
moglie in un impegno come modella") e la "fottutamente sensazionale"
esibizione Africa 95, che arriverà presto in Gran Bretagna….
DB: … "Loro guardano a Basquiat come al loro Picasso, che
ce l'ha fatta in un mondo di bianchi. Non sono sicuro che neanche
Julian realizzi completamente tutte le ripercussioni del suo film.
E' la storia informale ed intensa di una vita tragica. Come, con
un tacito accordo, un artista e la società si sforzano di demolire
l'artista stesso. Le sue stesse assuefazioni sono gran parte della
sua caduta".. ."Se il film fallisce nella fase di montaggio, mi
arrabbierò con lui, perché è andato bene. Le performance sono
meravigliose".
... Segue una deliziosa lista di quanto bene David conosceva il
resto del cast. …
DB: "Conosco Hopper, Dennis, da quasi venti anni. Attraverso
bei tempi e brutti tempi! E Gary Oldman lo conosco forse da circa
otto anni. Chris Walken lo conosco da sempre. E William Dafoe,
con lui ho lavorato nel film di Scorzese [The Last Temptation Of Christ] , quando….quando lui era
Cristo! Ha!…"
I:…"Ti sei lavato le mani di lui".
DB:…Ll'ho fatto! Ha ha! Mi ero stancato di vederlo ciondolare". …
Ne The Diary Of Nathan Adler Or The Art-Ritual Murder Of Baby
Grace Blue, un testo che accompagna il nuovo album, Bowie
scrive: "Non fece molto dopo questo. Suppongo leggesse molto.
Forse scrisse un po' di cose. Non puoi mai dire cosa un artista
farà una volta che ha raggiunto il suo apice".
DB: … "Tendo a rubare dall'arte alta ed a ridurla al livello
da strada", sorride, a proposito di niente. "Brian (Eno) è il
professore, e non è cambiato neanche un po' in 20 anni - è ancora
calvo". …
Abbiamo fatto tutto tranne che un'immersione subacquea, così possiamo
parlare anche di libri.
DB: "Sono sempre stato attratto dallo stream-of-consciousness.
Sin da quando ero ragazzo. Mi sentivo più vicino, avevo più empatia
con persone come Jack Kerouac, Ginsberg e Ferlinghetti, e poi,
certamente, Burroughs, alla fine degli anni 60. C'è una risonanza
in scrittori come Thomas Hardy, che apprezzo, ma che ancora trovo
difficile".
I: "Si arranca?"
DB:. "Si. Capisco che è tipico della sua epoca e che ci sono
sfumature nella sua scrittura su cui riflettere. E' solo che non
sono sicuro di averne il tempo!"
I: "Si, ci sono un sacco di alberi".
DB:…"Posso leggere molto, bada. In una buona settimana, tre
o quattro libri. Siamo per tradizione una nazione letteraria.
Come si può vedere dal modo in cui ingiuriamo tutte le arti visuali!
Ho ereditato quel grande amore per la letteratura, mi piace che
mi si racconti una storia, che mi si mostrino nuove idee". … "Ma
quello che mi piace degli scrittori dello stream-of-consciousness
- è la stessa ragione per cui spero che al pubblico piaccia il
mio lavoro - è che mi appartengono di più. C'è maggiore spazio
per l'interpretazione. Nei libri di Hardy i parametri della narrazione
e la sua sensibilità sono dettati dall'autore. Devi seguire il
suo schema ed entrare nel suo mondo nel modo in cui lui vuole.
Preferisco che mi sia lasciata maggiore libertà; qualcosa che
io possa USARE. ..Non so perché ho scelto Hardy. C'è anche Jane
Austen.... Bene, anche più tardi…chi abbiamo al momento? Oh, Amis.
Peter Ackroyd è grande, c'è un grande misticismo nel suo lavoro...
Chi è veramente rigido e faticoso da leggere?
I: "Vuoi dire come il vincitore di un premio Booker?"
DB:.."Oh si certo! Anita Brook…."
I: "Um Brookner? Hotel du Lac?"
DB: "Si, con qualcosa del genere ho un vero problema…..Sono
sicuro che sia grande arte, ma non posso USARLA….Ho bisogno di
un'arte che effettivamente arricchisca la mia vita in un modo
molto personale. Qualcosa che possa usare. Qualcosa che sia funzionale.
Ed a suo modo, l'interpretazione è una funzione, è una funzione
della psiche. Ed, in un certo senso, spero che questo sia ciò
che il mio pubblico trovi come una delle cose che può fare con
la mia musica... Ha,ha,ha...."
Fugacemente, mentre stai parlando con lui, o meglio lo stai ascoltando,
i raggi di sole scintillano leggermente e gli occhi fanno qualcosa
o il suo profilo fa qualcosa e tu sei preso, senza fiato: wow, è David Bowie, che ha indirizzato in nuove direzioni le migliori
menti della mia generazione…. .
DB: ..."O", aggiunge enigmaticamente, "potrebbe seppellirla
nella polvere".
Bene, interpreteremo questa affermazione di David Bowie come vorremo.
Lo facciamo sempre.