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"Intervista esclusiva : David Bowie - Una leggenda felice"
(Eksklusiv interview: David Bowie - en lykkeling legende)
di Steffen Jungerson
B.T., 7 dicembre 1999

"Ciao Steffen, sono felice di vederti!".

Okay, probabilmente lo dice a tutti i giornalisti, lo so. Ma in questo lunedì in Copenaghen - umido, grigio e freddo - riscalda ancora questo vecchio cuore che un David Bowie sorridente, piacevole e di buon umore faccia una virtù di suonare sincero mentre lo dice. La cinquantaduenne leggenda irradia felicità con tale forza che una mancanza di energia elettrica nella suite Roger Moore dell'Hotel d'Angleterre in Copenaghen, dove ci troviamo, non causerebbe alcuna significativa diminuzione di luce. Conseguentemente non posso fare a meno di chiedergli se ha dovuto simulare una crisi di mezza età quando ha scritto le canzoni per il suo nuovo album Hours, perché sono canzoni sulla perdita, il dolore e la ricerca sperimentati da un uomo di cinquant'anni.


DB:
"Ho avuto alcune crisi di mezza età. La maggiore parte delle quali quando avevo vent'anni", ride. "Non è stato un periodo particolarmente felice della mia vita. Lavoravo molto intensamente, ma nonostante il mio successo a quel tempo ero scoraggiato e biasimante di me stesso, così come ero al tempo stesso molto introverso e chiuso come persona... Ero molto timido quando ero adolescente, e questo mi ha seguito nella mia vita adulta. Così, assurdamente, mi sono ritrovato ad utilizzare le mie esperienze di quel periodo quando volevo scrivere un album sull'età che ho oggi" …"Al contrario oggi sono uscito dall'altro lato del tunnel e sono diventato una creatura sociale, il che era l'ultima cosa che volevo essere all'epoca. Probabilmente è accaduto in gran parte perché mia moglie (la modella Iman) mi ha forzato. Sai: 'David, devi dire qualcosa - la persona seduta accanto a te a cena vorrà parlare - ed invece tu te ne stai seduto tutta la sera fissando la zuppiera' (risata). …Okay, sto esagerando, ma gli ultimi dodici anni della mia vita sono stati veramente produttivi per me e non avrei potuto sperare di meglio. Il mio lavoro è stato soddisfacente, la mie amicizie sono solide e mia moglie…l'amo, l'amo, l'amo, l'amerò ' fino al giorno della mia morte".

I:
"Pensi che le crisi nella tua vita passata fossero causate dal fatto che sei stato promosso come icona o leggenda troppo presto?"

DB:
"No, perché conosco altre cosiddette icone che hanno saputo gestire questo status molto bene. Ad essere onesto probabilmente avevo bisogno di aiuto psichiatrico. Avevo una auto-stima incredibilmente bassa, che mi portava a cercare continuamente di migliorare quello che facevo, ed ho ancora questa costante sensazione di fallimento. Ero costantemente - COSTANTEMENTE - vicino ad abbandonare la speranza riguardo a quello che facevo. E probabilmente sarebbe stato così qualsiasi cosa avessi fatto, perché vedo lo stesso difetto in molti miei parenti".

I:
"Ed il fatto che molti dei dischi che hai fatto a quel tempo, durante gli anni 70, furono altamente acclamati non aiutava?"

DB:
"Non a quel tempo, no. Oggi mi fa sentire al tempo stesso felice e vanitoso (risata) che molto di quello che ho fatto allora ha fatto una differenza su come la musica suona e appare oggi. E' grande per il morale e va molto bene per il mio ego".

I:
"I tuoi album precursori hanno anche elevato le aspettative, cosicché ora ci si aspetta che tu reinventi ogni volta qualcosa".

DB
: "Beh, quelli sono i parametri che mi sono dato, ed ho voluto assumermi le conseguenze che discendono da questo. Ho cercato di non essere fedele a nessun genere, ma ho ancora uno scopo per quello che faccio... Vedi, mi piace l'idea di essere il prodotto di una comunità pluralistica, di rappresentare il fatto che l'universo è costruito sul caos. Questo è il background delle nostre esistenze, ed io vorrei portare questo un passo più lontano e farlo diventare parte del mio processo creativo…Questo implica che devo accettare il fatto che non troverò mai quello che gli altri musicisti probabilmente cercano, quella formula di sicurezza che dice: questo è quello che faccio e lo faccio perfettamente. Non c'è niente che io possa fare in modo perfetto, così non posso fare a meno di fare fiaschi spettacolari, ma tra un fiasco e l'altro viene fuori anche qualcosa di veramente buono. Ma va bene così. Credimi".

Nel caso in cui qualche lettore abbia passato il mese scorso in un freezer in Kazakistan, David Bowie darà un concerto per pochi intimi al Vega, in Copenaghen stasera. Il concerto ha fatto il tutto esaurito in un minuto e 55 secondi, ed i fortunati possessori di uno dei 1500 biglietti hanno qualcosa da aspettarsi. Bowie non ha più paura di suonare le vecchie canzoni, quelle che giurò di suonare per l'ultima volta nel tour del 1990.

DB
:…"I booking agent mi trovano perverso perché suono le vecchie canzoni - come Changes, che non ho suonato negli ultimi dodici anni - ORA che suono in piccoli posti, mentre non l'ho fatto nei concerti negli stadi per anni", ridacchia David. "E' allarmante quanto mi diverta suonare di nuovo le vecchie canzoni, perché ero determinato a non farlo mai più. In passato cantarle mi stava facendo diventare matto. Ed essendo io stesso un musicista mi accorgo quando alcuni dei miei colleghi attraversano i loro show senza volere veramente cantare questa o quella canzone. Non voglio che il mio pubblico avverta questo. Così, anche quando loro non sono per nulla d'accordo con me sulla scelta delle canzoni per un concerto, almeno sanno che le canto con entusiasmo ed io credo che il mio pubblico sia capace di raccogliere quell'entusiasmo e di usarlo per se stesso".

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