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"Chiunque creda nella musica pop abbastanza da sperare di salvarla dal divorare le sue stesse escrezioni dovrebbe comprare questo album. Hunky Dory è un capolavoro di una grande mente" (New Musical Express).

"Hunky Dory è meglio di una settimana dallo strizzacervelli" (Rock Magazine).

"L'uomo più intellettualmente brillante che abbia mai scelto i long-playing come proprio mezzo di espressione" (New York Times).

"Un cantente - compositore con cervello, immaginazione ed una buona idea di come usare una consolle di registrazione viene fuori con con un tour de force di cambiamento repentino che è al contempo orecchiabile e profondamente sentito" (Village Voice).

"L'album più affascinante di Bowie....David Bowie, lo swinging mod alla Garbo, la femme fatale maschio, vicino e amato dall'avanguardia su entrambe le sponde dell'Atlantico, e sfrontatamente oltraggioso, è tornato, e con un gran botto" (Rolling Stone).

"Una percezione particolarmente sensibile, elevata, precisa e veramente scintillante" (Changes magazine).

"Il compositore-cantante britannico pubblica un album di debutto notevole per la RCA, fornito del tipo di fascino da Top 40 ed FM che dovrebbe portarlo nelle classifiche. Oltre a cantare Bowie suona il piano, il sax e la chitarra. Materiale, di sua composizione, molto forte da programmare in radio include Changes, Oh You Pretty Things e Life On Mars". (Billboard, 28.11.1971)

"Hunky Dory non solo rappresenta l'album più affascinante di Bowie musicalmente, ma lo trova anche, ancora una volta, a scrivere in modo abbastanza letterario da permettere all'ascoltatore di esaminare le sue idee facilmente" (Rolling Stone, 6.1.1972).

"Uno dei più grandi, e stranamente non riconosciuti, talenti in giro" (Milwaukee Journal, 1971).


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