Intervista
a Tony Visconti su Low
I:
alcuni biografi speculano che il periodo berlinese di David
fosse una istintiva reazione al carattere del punk rock di metà anni 70 - rimproverato, diretto, serio, opprimente, emozionalmente
crudo. Sei d'accordo?
V: penso che David semplicemente amasse vivere a Berlino.
C'era così tanto lì, all'epoca, che era fantastico,
che non esisteva in nessun altro luogo al mondo. L'incombente
pericolo delle zone militari divise, la bizzarra vita notturna,
i ristoranti estremamente tradizionali con i camerieri col grembiule,
che ricordavano la presenza non troppo distante di Hitler, uno
studio di registrazione a 500 iarde dal Muro - avresti potuto
essere sul set di The Prisoner.
I:
Low è generalmente considerato come il disco emozionalmente
più onesto ma triste di David. Guardando indietro, questa
interpretazione è accurata?
V: non fu un album difficile da fare, noi stavamo andando
a ruota libera, stavamo creando le nostre regole. Ma David stava
attraversando un periodo difficile, sotto l'aspetto personale
e professionale. A suo merito, non finse. La sua musica diceva
che era depresso ["low"].
I: è vero che lo Chateau d'Herouville era abitato dai
fantasmi di Chopin e George Sand (David rifiutò di dormire
nella camera da letto padronale perché c'erano gli spettri.
Eno veniva svegliato da pacche sulle spalle nel mezzo della
notte). Ricordi qualche avvenimento che ha a che fare con i
fantasmi?
V: comincio a rivedere le mie idee sul soprannaturale. C'era
certamente una qualche strana energia nel castello. Il primo
giorno David diede un'occhiata alla stanza da letto padronale
e disse "non dormirò lì dentro". Prese
la camera accanto. La camera da letto padronale aveva un angolo
molto buio, proprio vicino alla finestra, ironicamente, che
sembrava succhiare la luce al suo interno. Era anche più
freddo in quell'angolo. Presi la camera perché volevo
mettere alla prova le mie capacità di meditazione. Non
l'ho mai ammesso prima. Avevo letto che i buddisti in Tibet
meditavano tutta la notte in un cimitero per provare il loro
livello di paura/non paura. Milarepa, il santo tibetano, stette
seduto tutta la notte sul corpo della madre morta e meditò.
Sembrava terribilmente pieno di fantasmi, ma cosa potevano farmi
Frederic e George, spaventarmi in francese? Mi piaceva l'aspetto
della camera, così decisi di passarci una notte. Se fosse
accaduto qualcosa avevo pensato di urlare così forte
da svegliare tutto il villaggio. Eno dice che veniva svegliato
ogni mattina presto da qualcuno che gli scuoteva una spalla.
Quando apriva gli occhi non c'era nessuno.
I: si dice che Robert Fripp sia stato coinvolto in Low,
senza apparire sulle note di copertina. E' vero?
V: lui non c'era, non c'è mai stato. Solo Ricky Gardiner,
David e Carlos Alomar suonarono le chitarre in Low.
I: si dice anche che esista una versione alternativa dell'album
con testi diversi - è vero, e se si, perché?
V: mi ricordo che David scrisse un terzo verso in Always
Crashing In The Same Car e lo cantò nello stile di
Bob Dylan. Fu fatto quasi per scherzo, ma eravamo un po' preoccupati
perché Dylan aveva appena avuto un incidente con la motocicletta
e questo poteva sembrare di cattivo gusto, suppongo. David mi
chiese di cancellarlo, ed io lo feci. Non ricordo alcuna versione
alternativa delle liriche di nessuna canzone.
I: c'è una voce su Dennis Davis che racconta (durante
la registrazione di Low) di essere stato sbattuto fuori
dall'esercito dopo aver visto un U.F.O. precipitato. Ti ricordi
di qualcosa del genere?
V: Dennis era l'anima del gruppo. Poteva fare un numero
di mimo sulla tv a circuito chiuso dello studio e farci ridere
a crepapelle. Lui disse di avere preso una scorciatoia attraverso
un hangar classificato e di avere visto un U.F.O. precipitato
dalla passerella su cui era. Lo fissò a lungo, fin quando
una guardia gli disse di andarsene perché non aveva il
permesso di stare lì. Fu avvisato di non menzionare neanche
quello che aveva visto. Non so se questo sia vero, ma serviva
ad intrattenerci. La tv francese è orrenda, Dennis era
il meglio che avevamo.
I: sulla copertina di Low sono accreditati Peter and
Paul. Questo ha a che fare col fatto che Mary era lì?
E chi erano realmente?
V: Brian e Mary cantarono i "doo-dood" all'inizio
di Sound And Vision. Mary ed i nostri bambini sono stati
con noi per un paio di settimane.
I: ti dà ancora fastidio che alcune persone pensino che
Eno abbia prodotto gli album berlinesi?
V: si. David ha messo in chiaro la cosa molte volte, e certamente
il mio nome è sulle note di copertina come co-produttore
insieme con David. Come possano i giornalisti rock continuare
a fare quell'errore non riesco a capirlo. Pensandoci, non ricordo
che Brian abbia mai messo in chiaro la cosa. So che David e
Brian passarono del tempo insieme prima di entrare in studio
con me, ma stavano scrivendo. Brian trascorse una media di tre
settimane su ognuno degli album del trittico, registrando le
sue parti. Non era presente alla registrazione della voce, per
molte delle sovraincisioni e per il missaggio.
I: ho sempre pensato che ci sia un prevalente stato d'animo
di speranza in Low (che non è certo un album pessimista).
Sei d'accordo?
V: trovo Warszawa molto incoraggiante. A parte pochi
giorni davvero brutti, ci siamo divertiti molto facendo Low,
specialmente quando tutte le idee radicali cominciarono ad avere
un senso e le cose cominciarono a funzionare. Ricordo che dopo
un paio di settimane di registrazione feci un primo missaggio
dell'intero album e diedi una cassetta con il mix a David. Lasciò
la stanza di controllo agitando la cassetta sopra la sua testa
e sorrise estaticamente dicendo "abbiamo un album, abbiamo
un album". Devo precisare, per capire quell'affermazione,
che all'inizio tutti e tre fummo d'accordo di registrare con
nessuna sicurezza che Low sarebbe mai stato pubblicato.
David mi aveva chiesto se mi importava di perdere un mese della
mia vita in questo esperimento se non fosse andato bene. Ehi,
eravamo in un castello francese nel mese di agosto ed il tempo
era stupendo!
I: è vero che, quando David ti chiese cosa faceva il
tuo Eventide Harmonizer, tu sbottasti "ha a che fare con
la struttura del tempo"? Quanto rivoluzionario pensi che
fosse il suono che hai creato? E la sua influenza negli ultimi
anni?
V: in effetti dissi "fotte la struttura del tempo",
sopratutto per il divertimento di David e Brian, che erano con
me ad una riunione a quel tempo. Avrei dovuto essere citato
in una rivista per famiglie. Era un suono radicale, specialmente
sulle percussioni. Avevo il secondo Harmonizer in Europa e suppongo
sarebbe stata una questione di tempo prima che altri produttori
capissero quello che stavo facendo. Ma quando l'album fu pubblicato
l'Harmonizer non era molto diffuso. Molti produttori mi telefonarono
chiedendomi cosa avevo fatto, ma io non glielo dicevo. Chiedevo
loro, invece, come pensavano che avessi fatto e ricevevo alcune
grandi risposte, che trovavo di ispirazione. Un produttore insistette
che io avevo compresso le tracce di batteria tre volte separatamente
e rallentato il nastro ogni volta, o qualcosa del genere. Usai
l'harmonizer con grandi risultati anche su alcune tracce vocali,
ma specialmente sul lato 2. Ho sentito centinaia di suoni alla Low su altri dischi da allora.
I: hai descritto registrare Low come orribile. Ricordi
molti degli incidenti che accaddero? (avvelenamento da cibo,
infiltrazioni della stampa francese etc.)?
V: in agosto la maggior parte d'Europa va in vacanza. Quello
studio non faceva eccezione. Il servizio era terribile. Dopo
tre giorni notai che il suono era diventato sempre più
sordo e chiesi al mio assistente, un simpatico ragazzo inglese,
quando era stata l'ultima volta che il registratore multitraccia
era stato sincronizzato. Disse, circa una settimana prima che
arrivassimo, poi il tecnico era andato in vacanza. Il mio assistente
era nuovo, ingaggiato solo per noi, perché sapeva parlare
sia l'inglese che il francese. Non sapeva come mantenere in
efficienza le macchine. Così, ogni mattina dovevo andare
nella stanza di controllo con lui e sincronizzare le macchine
tra loro, manualmente, sperando per il meglio. Il cibo era terribile.
Per i primi tre giorni ci servirono nient'altro che coniglio
e niente vegetali. Io morivo di fame. Quando chiesi una piccola
insalata o qualcosa del genere, lasciarono sei teste di lattuga
sul tavolo con una bottiglia ciascuno di aceto ed olio, più
altro coniglio. Diventavamo affamati la notte, così mangiavamo
il formaggio che lasciavano, scoperto, dal pranzo. Come risultato
David ed io ci prendemmo un avvelenamento da cibo. Anche il
medico francese non poteva essere disturbato per visitarmi,
tanto che abbandonai il letto per chiedere che vedesse anche
me, dopo David. Disse "sta bene, può camminare!"
David divise la sua medicina con me. Una donna francese era
stata ingaggiata per essere la nostra assistente. Si supponeva
che dovesse procurarci tutto quello di cui potevamo avere bisogno
per far andare liscia la registrazione, ma anche lei non poteva
essere infastidita per farci avere del pane, del formaggio e
del vino nello studio quando ne chiedevamo, verso l'una di notte
(un'ora di lavoro normale per uno studio di registrazione rock).
Ricordo che David buttò giù dal letto il responsabile
dello studio a quell'ora e gli disse, in precise, misurate parole
"vogliamo del pane, del formaggio e del vino nello studio,
ora! Cosa, lei sta dormendo? Mi scusi, ma pensavo che avesse
uno studio di registrazione". (da Uncut, aprile
2001)