Si entra in sala da
ballo e si indossano le
punte. Solo dieci minuti
e già si incomincia a
sopportare il dolore
finché non si
atrofizzano le gambe, e
si muovono come se si
fosse un automa. E’
tutto un tirare, dalle
mollette sui capelli, al
body troppo piccolo, ma
si crede nel futuro.
I genitori credono
sempre che le loro
piccole principesse da
grandi possano diventare
delle bellissime
ballerine di successo.
Ma non sempre è così.
La delusione, in questo
mondo, è sempre nascosta
dietro l’angolo.
“Respinta”. E si inizia
così a trascurare
qualsiasi altra cosa che
non sia la danza.
Ma se si ama la danza,
ne vale la pena.
Aspettare di ballare
davanti a milioni di
spettatori e giudici
seduti su quelle
poltrone rosse. E dietro
al tendone del
palcoscenico, un’ansia
che fa battere il cuore
con la paura di non
essere in grado di
eseguire la coreografia
in modo perfetto. Il
sipario si apre e al
centro di quel palco
inizi a volare leggiadra
come una farfalla. Non
esiste più nulla. Solo
la danza.
Ballando sì che si
possono esprimere
l’emozioni.