VASLAV NIJINSKIJ
Vaslav Nijinskij
in "Petrouchka" 1913
Vaslav
Fomich Nijinskij, secondogenito dei tre figli di Thomas Nijinskij e
Eleonora Bereda, un coppia di ballerini di origine polacca, nacque a
Kiev il 28 marzo 1889. La famiglia Nijinskij conduceva la vita
precaria degli artisti nomadi e le difficoltà finanziarie si
aggravarono quando il figlio maggiore Stanislav si ammalò d’una
malattia mentale. Allora decisero di prendere residenza fissa a San
Pietroburgo e, viste le inclinazioni artistiche degli altri due
figli, pensarono di iscriverli alla Scuola di Danza Imperiale dove
Vaslav entrò a far parte nel 1900 e Bronislava nel 1902. Il suo
desiderio più grande era quello di diventare protagonista ma, pur
dimostrandosi estremamente dotato per la danza, il giovanissimo
Vaslav ebbe grandi difficoltà di integrazione scolastica per cui
dovette sostenere un esame su misura per diplomarsi nel 1907.
Precocemente evidenziò la sua ambiguità sessuale divenendo l’amante
del Principe Pavel Dimitrievitch Lvol, che aiutò moltissimo la sua
famiglia e, successivamente, del Conte Tishkievitch. Nel frattempo
aveva avuto l’onore di conoscere Mikhail Fokine che gli aveva
riservato una particina nella rappresentazione scolaresca di “Acis
e Galatea”.
Entrato
a far parte del Balletto Imperiale, la collaborazione con Fokine
divenne sempre più intensa. Per lui il coreografo, che era anche
diventato suo intimo amico, creò i primi ruoli importanti per “Le
pavillon d’Armide” e “Notti egiziane”. Vaslav si mise sempre più in
evidenza divenendo immediatamente celebre tra il pubblico ed ambito
dalle più importanti danzatrici dell’epoca.
In
quegli anni così importanti per la sua crescita di artista, ebbe
modo nel 1909 di incontrare Diaghilev con il quale da quel momento
in poi condivise nel bene e nel male la sua vita artistica e per un
lungo periodo sentimentale. Fu infatti il suo artista più
importante compagnia ed il suo amante. Nel 1909 danzò “Chopiniana”
di Fokine e si recò a Parigi in tournée con la compagnia messa
insieme da Diaghilev divenendone il principale inteprete e
dividendosi da quel momento in poi tra i suoi impegni al Mariinskij
e le tournées all’estero. Si moltiplicarono le coreografie create
per lui da Fokine: “Sheherazade”, “Les Orientales”, “Giselle” con
Tamara Karsavina, altro elemento di spicco della compagnia di
Diaghilev. Nel 1911, al teatro Mariinskij durante una
rappresentazione di “Giselle” si presentò in scena con un costume
giudicato allora sconveniente e venne licenziato in tronco. La sua
partenza coincise con la decisione di Diaghilev di trasformare la
sua compagnia nella compagnia stabile dei Ballets Russes di cui
Nijinskij divenne il protagonista assoluto di quegli anni sia come
ballerino (“Le spectre de la rose”, “Narcisse”, Le Carneval”. “Petrouchka”,
“Il lago dei cigni”, Le dieu bleu”, Daphnis et Chloé”) che come
coreografo (“L’après midi d’un faune” 1912, “Le Sacre” 1913, “Jeux”
1913).
Nello
stesso anno Nijinskij partì per una tournée in America del Sud,
senza essere accompagnato stavolta da Diaghilev, e, nel corso della
traversata in nave, si fidanzò con una ballerina ungherese, Romola
de Pulzki, che sposò al suo arrivo a Buenos Aires. La notizia del
matrimonio indispettì Diaghilev talmente che lo lincenziò dai
Ballets Russes. Tornato in patria, Vaslav provò a formare una
compagnia che si esibì a Londra senza successo lasciandolo in
difficoltà finanziarie. Nel frattempo dopo la nascita della figlia
Kyra a Vienna nel 1914, la famiglia venne internata a Budapest
durante la prima guerra mondiale. La vena compositrice di Nijinskij
continuava però a sgorgare viva e il coreografo si mise all’opera
per quella che diventerà la sua ultima coreografia: “Till
Eulenspiegel” , che potè mettere in scena anche come interprete nel
1916 negli Stati Uniti.
Dopo una
breve ricomposizione del suo rapporto con Diaghilev e una successiva
rottura definitiva, nel 1918 la coppia Nijinskij si ritirò in
Svizzera e qui cominciarono a manifestarsi in Vaslav notevoli
disturbi comportamentali. La diagnosi fu di schizofrenia. Per tutto
il resto della sua vita, divenuta ormai travagliata dalla malattia,
Nijinskij fu accudito dalla moglie che gli rimase accanto durante le
sue frequenti crisi sino alla morte avvenuta a Londra l’8 aprile
1950.
La
leggenda di questo genio della danza morto per follia rimarrà per
sempre nella memoria della gente. Di lui parlano ancora oggi le sue
coreografie e le sue interpretazioni che caratterizzarono tutta
un’epoca. La gestualità, l’androginia e l’espressività dei suoi
personaggi, l’esaltazione del movimento che coinvolgeva tutto il
corpo, la provocazione e la sorpresa che suscitarono le sue opere,
la modernità e la genialità del suo linguaggio coreografico ne
hanno fatto un mito che rimarrà impresso indelebilmente nella storia
della danza.
Vaslav
Nijinskij in "L'aprés midi d'un faune" 1912
Nijinskij
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Le dieu bleu
Jeux
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Articolo di Meryel nel 1912 per Nijinskij
"L'aprés midi d'un faune"
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