SOGNO DI BALLERINA

Jean-George Noverre (1727-1810) in un ritratto di Jean-Baptiste Perroneau




LA DANZA

COREOGRAFI



 

 

JEAN-GEORGE NOVERRE

Etes-vous tièdes, votre sang circule-t-il paisiblement dans vos veines, votre coeur est-il de glace, votre âme est-elle insensible? Abbandonnez un art qui n’est pas fait pour vous. Livrez-vous à un métier ou les mouvements de l’âme soient moins necessaries que les mouvements des bras et où le genie ait moins à opérer que les mains… Et vous, jeunes gens, qui voulez vous mêler de faire des ballets et qui croyez que pour y réussir il ne s’agit que d’avoir figuré deux ans sous un homme de genie, commencez par en avoir.” 

Jean-George Noverre

Jean-George Noverre nacque a Parigi il 29 aprile 1727. Allievo di Louis Dupré, fece il suo debutto come danzatore nel 1742 alla Corte di Louis XV a Fontainebleau. Più tardi, dopo aver danzato alla Foire de St. Laurent e montato i suoi primi lavori a Lione, venne ingaggiato nel 1743 all’Opéra Comique di Parigi come ballerino e maître de ballet. Nel 1744, invitato dal Principe di Prussia, si recò a Berlino ed in seguito a Dresda (1747) e Strasburgo (1749). Nel 1749 conobbe l’attrice Margherite Sauveur che diventò sua moglie. Dopo una breve parentesi a Marsiglia, si trasferì fino al 1752 a Lione (dove danzò con la Camargo e coreografò i suoi primi balletti) ed in seguito per due anni a Londra.  Qui incontrò l’attore inglese David Garrick che grande influenza ebbe in seguito sul suo modo di intendere la danza. Nel 1754 ritornò all’Opéra Comique e mise in scena il suo primo balletto importante: “Les fètes chinoises”.

Di ritorno a Lione, come maître de ballet dell’Académie, tra il 1758 e il 1760, produsse numerosi balletti e pubblicò le sue prime “Lettres sur la danse et les ballets”, dedicate al Duca di Wurtemberg, che furono successivamente tradotte in inglese, tedesco e spagnolo. Chiamato dal Duca a Stoccarda nel 1760, vi rimase per quasi sette anni. Si recò poi a Vienna nel 1767 e nel 1770 assunse il ruolo di maître des ballets di Corte e maestro di danza personale della futura regina di Francia, Maria Antonietta. In quel periodo iniziò una proficua collaborazione con Gluck che lo portò alla creazione di nuovi balletti su musiche del celebre compositore. Tra il 1774 e il 1776 lavorò anche a Milano.

Nel 1776, Maria Antonietta, diventata nel frattempo regina di Francia, lo richiamò a Parigi e lo fece nominare maître des ballets dell’Opéra. Questa nomina, imposta dalla regina, gli procurò l’invidia di Maximilien Gardel e Jean Dauberval che avrebbero voluto ricoprire il posto lasciato libero da Gaetano Vestris dopo il suo ritiro. Tuttavia, rimase all’Opéra fino al 1780 finchè non decise di ritornare a Londra dove restò sino al 1785 diventando collaboratore di Haydn e formando una compagnia per il London King’s Theatre con  Pierre Gardel, Antoine Bournonville e, più tardi, con Marie Guimard, Auguste Vestris e Charles-Louis Didelot.

Noverre si ritirò, infine, dalla vita artistica nel 1795 prendendo dimora a Saint-Germain-en-Loye ed ivi morì nel 1810 mentre stava preparando il suo “Dictionnaire de la danse”.

Per tutto l’arco della sua carriera, Noverre compose più di centocinquanta balletti ma nessuno è sopravvissuto ai nostri giorni. Tuttavia, le sue idee sulla danza sono ancora in vita ed attuali grazie, soprattutto, alla notevole opera letteraria che ci ha donato: Les lettres sur la danse et sur les ballets, par M.Noverre, maitre des balles de Son Altesse Sérénissime Monseigneur le Duc de Wurtemberg, & ci-devant des théâtres de Paris, Lyon, Marseille, Londres, & c. (Lione, Delaroche, 1760), le successive scritte a Vienna, Amburgo e Brema pubblicate nel 1769, seguite dalle lettere del 1783 e 1803-1804, pubblicate rispettivamente a Londra e Parigi e a San Pietroburgo, fino alle Lettres sur les arts imitateurs en général, et sur la danse en particulier, dédiées à Sa Majesté l’Imperatrice des Français et Reine d’Italie. Par J-G Noverre, ancien maître des ballets en chef de L’Académie impériale de Musique, ci-devant chevalier de L’Ordre du Christ (Parigi, Collin - L’Aja, Immerzeel, 1807, 2 volumi).

Nelle sue “lettere” Noverre descrisse la situazione del balletto nel XVIII secolo ed espose con passione le sue idee riformatrici sulla danza. Per lui il balletto doveva possedere un’azione drammaturgica e, nello stesso tempo, dipingere le passioni umane. Il suo ballet d’action non doveva limitarsi ad un divertissement convenzionale bensì il gesto doveva provenire dal cuore e creare un’emozione in modo da tradurre i movimenti dell’anima ed esprimere con l’azione danzata la realtà. Il coreografo  doveva dare alla propria creazione una narrazione logica fondata sulla successione degli eventi messi in scena. La composizione coreografica doveva seguire “la natura della verità” e presentarsi con un’esposizione, un nucleo e un suo sviluppo. La danza doveva essere naturale ed espressiva piuttosto che tecnica e virtuosa. Egli, inoltre, non esitò ad esprimere critiche sul sistema organizzativo della compagnie di ballo del suo tempo e, in particolar modo, nei confronti dell’Opéra di Parigi. Incoraggiò l’eliminazione sia delle maschere che nascondevano le espressioni del viso dei danzatori che degli ingombranti e pesanti costumi di danza. Quanto al danzatore, egli doveva possedere un bagaglio di cultura generale che includesse lo studio della poesia, della storia, della pittura, della geometria, della musica e dell’anatomia. La sua riforma, infine, abbracciò tutto il complesso dello staff necessario per consentire la realizzazione di un balletto al quale tutti, allo stesso livello, dovevano contribuire per la sua riuscita: dal musicista, al coreografo, allo scenografo.

Le sue idee rivoluzionarie contribuirono alla nascita di un nuovo modo di intendere la danza trasformandone tutta la sua storia futura e lo sviluppo connesso alle potenzialità drammaturgiche legate ad essa ha permesso al balletto di esistere, essere amato e tramandato fino ai giorni nostri.


Titoli di alcuni balletti di Noverre

1753 - Les amours de Tempé

1754 - Les fêtes chinoises

1754 - La fontaine de jouvence

1755 - Les matelots

1755 - Les réjoussances flamandes

1757 - Le toilette de Vénus ou les ruses de l'amour

1758 - L'impromtu du sentiment

1758 - La mort d'Ajax

1760 - Les paladins

1761 - Alceste

1762 - Psyché et l'Amour

1762 - La mort d'Hercule

1763 - Jason et Medée

1764 - Hypermnestra

1766 - L'enlévement de Proserpine

1769 - Flora

1770 - Diane et Endymion

1771 - Jalousie ou le dîner au sérail

1771 - Le jugement de Pâris

1771 - Roger et Bradamante

1772 - Agamennon vengé

1772 - Iphigénie en Tauride

1772 - Thésee

1773 - Acis et Galathée

1773 - Adèle de Ponthieu

1773 - Alexandre et Campasoe de Larisse

1773 - Les amours de Venus, ou la vengeance de Vulcain

1774 - Les Horaces et les Curiaces

1775 - Renaud et Armide

1775 - La nuova sposa persiana

1776 - Apelle et Campaspe

1776 - Les caprices de Galatée

1777 - Matroco

1778 - Annette et Lubin

1778 - Les Petits Riens

1779 - Les scythes enchainés

1781 - Les amours d'Enée et Didon

1782 - Thésée

1782 - Apollon et les muses

1783 - Atys

1787 - Les ophrandes à l'Amour

1788 - La fête du sérail

1788 - L'Amour et Psyché

1788 - La fête e Tempé

1789 - Amlète

1789 - Les fêtes provençales

1793 - Les époux du temps

1794 - Adelaide

1794 - La Bergère des Alpes

1794 - La Vittoria

1795 - Windsor Castle           


Links

Noverre biografia e teorie

Noverre biografia

Noverre critica l’Opéra in una delle sue "Lettres"

Lettres sur les arts imitateurs en général sur la danse etc. (leggi qui il libro)


Noverre su questo sito

Il balletto LES FETES CHINOISES descritto nelle “Memoires” di Jean Monnet

Da "Lettres sur la Danse" di Jean-Georges Noverre (1727-1810) - chiusura della lettera XIII "Regole da seguire nella composizione del balletti"

 



Jean-George Noverre (1727-1810) in un'incisione  di Roger, da Guerin, nel frontespizio delle Lettres sur les arts imitateurs 1807





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