LIVIO J. VINARDI

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VIDEO-INTERVISTA AL PROF. VINARDI

del Prof. Giuliano Capani

 

Monteroni (Lecce) – sabato, 07.05.2005 

 

Un modo per entrare negli stadi chiamati non ordinari di conoscenza o coscienza, che consiste nel trattare lo psichico e superare il limite del fisico, in che cosa consiste, secondo Lei?

Di solito, la maggior parte della vita di una persona passa per uno stadio che non esige nessun tipo di sforzo, che si può chiamare di “comodità”, ossia con un po’ di lavoro e, nel possibile, con l’amore per il riposo e il dolce far niente.

Però, ci sono delle persone che sono seriamente interessate a studiare questo più a fondo e allora dovranno cercare di farlo, naturalmente, non con uno studio comune o in una forma comune di vita svolta “giorno per giorno”. Di solito, si formano gruppi ed esistono anche delle scuole organizzate per fare tali tipi di lavoro, che hanno a che vedere con gli sforzi, per arrivare al di là degli stadi comuni di coscienza, mal chiamati normali; generalmente sono comuni, però “comuni” non vuol dire che siano “normali”.

Noialtri, ossia nell’essere umano, abbiamo una costituzionalità fatta in tre dimensioni, donne o uomini, è lo stesso; abbiamo una dimensione fisica, un’altra dimensione diversa che è l’emozionale e una terza, che è l’intellettuale. Tutti abbiamo queste tre dimensioni, sviluppate, purtroppo, in modo differente. Di solito, vi sono persone che hanno più incidenza nella parte fisica, a detrimento delle parti emozionale e intellettuale; ci sono anche, invece, persone molto emotive, ma con poco senso pratico e scarsa intellettualità; e ci sono, infine, quelle persone che trovano la soluzione a tutti i problemi del pianeta, tremendamente intellettuali, ma molto scarsamente emotive e sono quasi zero nella parte volitiva fisica.

Esiste, allora, una necessità di dedicarsi a ciò e in questo senso hanno organizzato, già nell’antichità, delle scuole o dei posti d’incontro chiamati circoli, sezioni, sentieri o addirittura rotte metodologiche. Queste scuole possono essere di tre tipi; sono molto antiche, dicono abbiano oltre 100 anni, ma possibilmente hanno oltre 7, 8 o 10 mila anni d’antichità; molte sono anche dell’epoca egiziana, forse Atlantidea. Modernamente sono conosciute come le scuole che hanno a che vedere con lo sviluppo, diciamo, al massimo, della parte fisica; altre che fanno lo stesso con la parte emozionale, e quelle che sviluppano la parte intellettuale. Queste sono le cosiddette famose Scuole Tradizionali, ossia della tradizione, che da sempre sono esistite e attualmente possono trovarsi nell’elenco telefonico. Si trovano in tutto il mondo; uno può presentarsi, iscriversi e dopo vedere che cosa si può fare.

Qual è lo scopo di queste Scuole?

Lo scopo di queste Scuole sarebbe sviluppare l’io comune, per trascendere questo io comune, personale, che abbiamo tutti, a un Io Superiore, che va al di là del comune; questa sarebbe una prima strada, una prima fermata, per la formazione di un Io Permanente.

Si sostiene che noialtri abbiamo un io. Sì, abbiamo certamente un io, tutti abbiamo un io; però non ne abbiamo uno, ne abbiamo trecento, o quattrocento, o tre mila di io differenti; un io che oggi, in questo momento, vuole una cosa; fra dieci minuti ne vuole un’altra e dopo vuole la contraddittoria. Sono molti piccoli io, diciamo che sono quelli che si originano in un momento e dopo spariscono. Così, allora, questi piccoli io devono essere oltrepassati e indirizzati ad avere un unico Io, che abbia una sola forza concentrata. Questo si chiamerebbe un Io Permanente.

Al di là di questo, si arriverebbe a un’altra dimensione più complessa, che si chiamerebbe Io Superiore. Questo, lo ha voluto chiamare così Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, quando lui dà questo nome a uno dei suoi diagrammi in cui spiega la Psicosintesi, da lui fondata.

Per esempio: noialtri, prima di nascere, siamo vivi all’interno del claustro materno; abbiamo un corpo che la mamma tocca e che esiste intrauterinamente. Siamo in questo momento una cosa che si chiama essenza, perché è più vecchia della nostra data di nascita.

Per chiarire, io sono nato nel 1930 e fino al giorno prima di nascere io ero solo essenza, perché dovevo ancora nascere.

Dal momento in cui uno nasce, si aggiunge un’altra cosa all’essenza, che si chiama personalità. Allora le “cassette”, che fanno la personalità, che sarebbero il libro della nostra vita, iniziano a registrare i nostri fatti, i nostri pensieri e le nostre emozioni. Dopo un tempo, naturalmente, quest’essenza dovrebbe svilupparsi e crescere con la personalità. L’essenza è molto vecchia, qualcuno chissà affermerà che ha milioni d’anni, altri no; questo dipende dalle religioni e dai loro interessi particolari.

Io, personalmente, credo che la mia essenza sia molto antica, mentre la mia personalità è quella che vediamo qui, in questo momento, con i miei 75 anni. Il lavoro nostro è abbinare l’essenza con la personalità, affinché entrambe possano andare avanti in modo armonioso. Questo è il primo punto da vincere.

Di solito, quando si chiede alla maggioranza delle persone: “Signore, lei mi può parlare dell’essenza?”, esse rispondono: “Che cos’è questo, che cosa dice, non capisco...?”. Ossia, l’essenza è qualcosa dentro di me, sotto la mia pelle, all’interno del mio corpo, un discorso difficile da fare; uno si deve interessare per saperne di più.

Il risultato è che noialtri, quando siamo nel periodo dell’infanzia, quando abbiamo 2, 3 o 5 anni e abitiamo nelle città culturizzate, come queste che abbiamo qui in Occidente, sviluppiamo più la personalità, ma l’essenza, che è molto antica, non muore.

L’essenza, molte volte mentre uno cresce, va a dormire per un tempo, fa la siesta; a volte fa le sue apparizioni, ma in genere la personalità (di solito) si sovrappone e la blocca. Il risultato è che la gente chiamata colta, in un certo momento, ha sviluppato enormemente di più la personalità che l’essenza. L’essenza, da bambino, dominava; da anziano, poco prima di morire, ritorna. Quando l’essenza riappare, ormai è troppo tardi per andare avanti (il corpo è vecchio e stanco) e la personalità dice: “Vattene, che hai da dormire per un tempo”.

Così, la prima cosa da fare sarebbe coltivare l’essenza, affinché non vada a dormire ed essere seppellita; non sarebbe morta, ma bloccata temporaneamente dalla personalità. Questo, cercano tutte le Scuole.

Professore, alcune persone che accennano a un’energia superiore rispetto a quella della normalità, riescono anche a fare cose che noi definiamo miracoli. C’è della magia in questo o il miracolo è qualcosa di differente?

La magia ha molte definizioni, però una è: produrre degli effetti visibili attraverso dei mezzi invisibili. Infatti, ci sono delle scuole che fanno ciò, e anzi la magia era anticamente una cosa perfettamente comune, molto comune. Per esempio, il signore Marco Polo andò in Cina, credo nel 1200, o più o meno nel 1300; non dico che lui sia stato il primo, ma il suo è stato uno dei rari casi (questo è descritto nel Milione) in cui si fece tale viaggio a piedi, per 20 anni, per arrivare in Cina. Al passo, il suo piccolo gruppo passava per piccoli villaggi dove gli abitanti locali, in modo naturale e spontaneo, senza nessun’esibizione di spettacolo ma come cosa quotidiana, giocavano con gli elementali, producendo, così, delle figure eteriche, visibili, materializzando una quantità di cose. Questa era la vera magia.

Quando l’Occidente avvertì questo e iniziò a fare un casino di confusione, allora questi gruppi, queste persone semplici, contadini, si sono chiuse e si sono perse.

Continua ad esistere sempre quello che si chiama magia, nel senso di Scienza Superiore. Alexander Wilder, che fu un amico della Blavatsky, definì la magia come: La totale sapienza, ossia, la finalità ultima e più importante dell’essere umano; inizia con l’istinto e finisce con l’omniscenza. Queste furono le sue parole, che sono anche parte del prologo della testa del 5º volume della Dottrina Segreta.

Ossia, la magia è stata un lavoro fatto anche nelle religioni cattoliche; per esempio, i gesuiti la praticavano molto, ma dopo la fecero in una maniera un po’ più occulta, perché dovevano essere attenti ad altri interessi. Questo è esistito naturalmente per operare a favore di familiari o d’altre persone, potendo ciò essere fatto in un senso benigno o, a volte, in un senso maligno. Questo sarebbe quello che dopo venne chiamato magia bianca e magia nera.

C’è differenza fra magia e miracolo?

Miracolo, per definizione, è cosa molto rara da vedersi. Tutti noialtri abbiamo visto un miracolo nella vita, ne sono assolutamente sicuro, perché appaiono delle cose che uno non si aspetta, le ha lì davanti, le vede, dopo spariscono e non si ripetono più. Molti hanno avuto qualche fenomeno che ora si chiama moderatamente paranormale, mentre prima si chiamava un fenomeno magico; altri hanno avuto una ispirazione divina, che dopo non è più accaduta.

Tutti abbiamo avuto queste esperienze almeno una volta, ma dopo non si è lavorato su di esse. Questo è stato uno spunto dell’essenza, che si è manifestata e dopo se n’è andata via.

Particolarmente negli studi che io porto avanti in altre zone, soprattutto in maniera più pratica, si possono osservare interessanti fenomeni. Ora non faccio questi lavori qui nell’Italia, ma piuttosto nel Sudamerica, in Argentina. Lì ci sono condizioni più propizie; abbiamo dei boschi con pini di una trentina di metri, a circa 600 metri dall’oceano Atlantico. Ci troviamo sulla riviera sud orientale, mentre dall’altra parte si trova l’Australia, ossia, c’è un oceano di 12.000 km davanti. Quindi, in questa regione si trova un ottimo materiale naturale per studiare e ricercare esperienze pratiche su tali fenomeni, che esistono, sono normalmente invisibili e si possono fare visibili.

Arriva un momento in cui una persona può arrivare a vedere questi fenomeni in maniera volontaria, giacché è riuscita a fare un tipo di collegamento con certe forme. Per esempio, per darvi un’idea, gli spiriti della natura hanno delle forme invisibili e a volte si rendono visibili sotto certe condizioni; questi spiriti vengono chiamati nel linguaggio teosofico di Leadbeater come gli gnomi, le silfidi, le ondine e le salamandre, ossia, tutti gli elementali che si trovano nella natura.

Questa è una parte degli studi che, per esempio, m’interessa particolarmente, anche se ciò non è il mio massimo interesse; questa è una conoscenza della natura, del mondo sottile, non solo del mondo solido, liquido e gassoso.

Professore, Gurdjieff parla di un grande accumulatore, a cui alcune persone possono accedere quando l’energia individuale non è sufficiente per arrivare. Di cosa si tratta?

Gurdjieff fu un personaggio molto interessante, molto valido. Nato esattamente il 1º gennaio 1866. Si è ha fatto un occultamento della sua data di nascita, perché al momento in cui lui nacque, quella era una zona totalmente invasa e disturbata da almeno 6 tipi di orde bestiali, tra cui assassini e selvaggi, che rubavano in quella zona della Siberia, in cui lui era nato. Era greco caucasico, un territorio con frontiere non molto definite.

Lui, durante i suoi primi anni, attraverso i suoi interessi principali, fece la scoperta di certe cose, che già esistevano. Dopo degli anni, quando già era stato per parecchio tempo in una città segreta, quella di Sarmung, dove venne indirizzato grazie all’ interesse di qualcuno che lo aiutò, lui scrisse diversi libri e diede alcune informazioni su questi accumulatori, trasformatori e trasmutatori, che sono tre differenti cose.

Una persona, quando arriva a fare un certo livello di sforzo e deve oltrepassarlo, mette in movimento altre energie. Per esempio una mamma, che deve portare il figlio malato dal medico, che si trova lontano, sente che non ce la fa più, ma visto che si tratta del figlio, fa uno sforzo e riesce a portarlo dal medico. Questo avviene perché lei ha impiegato un trasformatore. Dopo, questa mamma, che è una persona semplice, dice: “Non so dove ho trovato le forze per portare il bambino dal dottore”. Mentre si fa un sovrasforzo molto grande, si mettono in contatto gli accumulatori, che si ricaricano dopo uno sforzo di questo genere.

E, infine, c’è un’equipe di trasmutatori, che sono quelli a cui si accede dopo che la persona ha fatto un lavoro tale, dove acquista un tipo di energia che può incorporare alla sua macchina. Quindi, gli accumulatori, i trasformatori e i trasmutatori sono tre differenti livelli d’energie e servono per i lavori che a volte richiedono un surplus considerevole dell’energia personale.

La trans, fa parte di questo meccanismo?

La trans è uno stato alterato della conoscenza personale, che si manifesta soprattutto nello stato che si chiama ‘passivo’. Per poter entrare in trance la persona deve appartenere a un certo tipo di struttura energetica. Ci sono due tipi di strutture energetiche normali, ossia per una persona con salute normale.

Una struttura è quella chiamata Naturale. Queste strutture Naturali, siano persone normali, uomini o donne indifferentemente, siano mancini, greci, negri, anche omosessuali, persone con AIDS (questo non interviene), se le persone hanno questa situazione di Naturale, possono praticare la medianità.

La medianità consiste allora nel trovarsi in un certo stato di passività, mediante la quale la persona può essere collegata con una forza esterna, che la aiuta a fare un certo tipo di lavoro.

La medianità era una cosa molto praticata nell’antichità, come naturalmente nell’Egitto, ed anche più avanti nel tempo, così come in questo periodo. Possiamo affermare che se ci sono dei luoghi dove si pratica la medianità, questi sono le chiese. Questa pratica piace pure alla chiesa cattolica; le suore stanno lì anche per fare questo; se vogliono fare la medianità, possono farla, ma soltanto dentro il convento. Loro la praticano lì, ma rifiutano la medianità che si trova oltre il loro ambito religioso. Allora, la medianità è uno stadio di passività.

L’altra struttura si trova nei Mentali. Questi Mentali sono persone poco comuni, che non possono entrare in trance, perché la stessa struttura non è proclive a lasciarsi trasportare allo stato di passività. Queste strutture realmente sono come grossi magnetizzatori e servono piuttosto per fare l’Healing su altre persone, mentre i Naturali sono più adatti per ricevere l’Healing e per entrare in trans.

L’Healing sarebbe la guarigione?

Healing sarebbe un metodo d’armonizzazione. Questa parola inglese, Healing, significa armonizzazione integrale, del campo bioplasmico fino ad attraversare il corpo stesso. Ossia, non è medicina allopatica, né convenzionale, ma è bensì medicina energetica. Così, allora, con l’Healing si può lavorare con l’energia per altri scopi e non soltanto per la guarigione, ed anche per esercizi più profondi.

Io credevo che la trans appartenesse a questo tipo di meccanismo, perché la trans va spesso relazionata con il corpo, ossia, la trans non è un meccanismo che parte con tutto lo stress del corpo?

In fondo è questo, esattamente. Loro entrano in trans.

Anche i sufi ballano, girano vorticosamente su se stessi e fanno i loro “voli” per finalmente dopo levitare nell’aria; questo lo fanno molti di loro, senza problema. Purtroppo non sono stato ancora nell’Oriente Medio.

E gli africani, invece, entrano in trans in un altro modo, da quello che ho visto nel Brasile ed anche in Centro-America. Ci sono persone che a volte, in questo stato, bevono anche il sangue di qualche persona, o degli animali, perché serve per mandare l’eccitazione sufficiente alla macchina, per riuscire a fare il compito; mangiano quello che sia e a volte mangiano cose sporche, mangiano anche della cacca degli animali, perché ne hanno bisogno.

Una volta sono stato a São Borja (Brasile), giustamente per la guarigione del mio maestro di musica, che stava male in salute. Siamo stati in una sessione di trans, con uno spiritista di nome Hermes Aguirre de Oliveira, che si faceva chiamare Pai Lirio quando entrava in trans. Questo signore, allora, fece prima un lavoro con dei simboli nel "terreiro", ossia, sul pavimento dentro la stanza e, dopo, lui si preparò una bibita, che era semplicemente la "pinga" brasiliana (che è la canna secca, che è molto forte), sale e polvere da sparo. Questo medium entrava in trans e beveva una grossa quantità di questo preparato; lui ballava a grande velocità mentre era totalmente in trans. Quando lui finì la guarigione, in un attimo si fermò ed era fresco, come se non avesse fatto assolutamente nulla. Normalmente, quando finiscono la trans, cadono a terra, mentre questo signore era veramente molto, molto controllato. Non so se sia ancora vivo, però se qualche volta andiamo a São Borja, si potrebbe tornare da lui. Credo che lui avesse un permesso speciale per acquistare la polvere da sparo nella farmacia, perché sapevano che era spiritista e allora a lui la vendevano.

Lei vive anche in Sudamerica, oltre che in Argentina?

Sono nato in Argentina ed ho anche passaporti europeo ed americano, e sono residente brasiliano.

In Brasile c’è questa religione abbastanza sincretica, come la chiamiamo noi. ..

… sì, l’umbanda.

… e c’è una specie di convinzione tra quella che hanno importato i gesuiti, insomma, gli spagnoli, i “conquistadores”, quella cristiana, e quella religione invece primitiva. Allora io volevo fare un paragone tra questo tipo d’attività per raggiungere degli stadi non ordinari di coscienza. Lei, come li chiama: bioenergetiche o psicofisiche, oppure sono la stessa cosa?

Psicofisiche, sì, è lo stesso, perché alla fine entra il bios ed entra l’energia.

Secondo Lei, nella vita dei santi, nella religione diciamo cristiana, che è quella che conosco di più, si potrebbe anche trovare una specie d’antropologia religiosa. Nella vita dei santi, essi compivano queste pratiche psicofisiche per arrivare a uno stadio mistico, diciamo?

In certa maniera, sì. Si vede, perché, per esempio, il signor San Paolo camminava sulle acque, mentre gli uccelli erano attratti da San Francesco d’Assisi, venivano tutti con lui; quando andò all’Islam, dei leoni lo assalirono per ucciderlo; ma quando si avvicinarono, gli leccarono le mani. Si vede che aveva un’aureola di santità.

Esiste una quantità sbalorditiva di santi nella religione cattolica, dove ci sono tre o quattro monache da omaggiare giornalmente. Anche tutte le altre religioni che esistono hanno i loro santi; l’islamismo è pieno di questi personaggi e naturalmente i giudei ne hanno in quantità.

Come facevano per arrivare a questo stadio?

Io, per esempio, non potrei arrivare a questo stadio, dovuto alla mia struttura, che è Mentale.

Una persona, in Brasile, normalmente farebbe questo: o si affilia allo spiritismo kardesista, di Alan Kardec (che è stato quello che ha codificato tutto lo spiritismo antico), orbene un’altra scuola sarebbe l’umbanda, che sarebbe l’autentica e genuina religione brasiliana, nata nel Brasile, come conseguenza degli schiavi portati dall’Africa, che dopo si sono culturizzati. Questi hanno la figura del "caboclo", che vuol dire il "cacique" in spagnolo, che è il capo della tribù; sarebbe lo spiritismo, la "mesa branca", l’umbanda. Ed anche c’è l’africana, la nera-nera, che è la preto-keto, dalla Nigeria e che si chiama candomblé (il condomble è uruguayano, mentre il candomblé è brasiliano).

E ci sono delle scuole spirituali?

La quimbanda è il ramo delle religioni africane che si dedica piuttosto alla magia nera, mentre l’umbanda si dedica alla magia bianca.

Di solito una persona, quando ha qualche magia addosso, che gli hanno fatto nella quimbanda, va a vedere un "caboclo" dell’umbanda per vedere se gli arrangia il problema; così si affilia all’umbanda, per cercare di risolvere i suoi problemi. Queste manifestazioni le ho conosciute di persona; sono stato parecchie volte in rituali di questo tipo.

C’è anche il vudú haitiano. Fui invitato al famoso Congresso Mondiale di Bogotá, nell’anno 1975, organizzato da Simón Lopez e dal Presidente della Colombia, dove vidi fare il vudú a della gente (io mi trovavo a quattro metri dal palco). Vidi, tra le altre, la scuola di vudú di Madam Odette: alla fine entravano tutte in trans e si bruciavano col fuoco; erano belle ragazze nere, che prendevano fuoco tranquillamente e non gli accadeva nulla, dopo di che cadevano a terra incolumi. Avevano già potere sul fuoco.

Questo vuol dire che tali fenomeni non si possono fare normalmente, ma sotto uno stato alterato particolare della coscienza si può arrivare ad avere un dominio sugli elementi, sul fuoco, sull’acqua, ecc.

Ci sono stati anche altri casi, di cui ho saputo soltanto per riferimento. Questi fenomeni si potrebbero vedere se una persona facesse un viaggio specifico, per esempio in Brasile, per fare contatto o collegamento con questo.

Ho visto anche decine, centinaia d’interventi paranormali, fatti a campo aperto; ho visto come si apre il corpo delle persone e si fanno delle guarigioni in una maniera semplice. In queste sedute paranormali o manifestazioni spiritistiche mai c’è stato un morto, mentre nelle sale operatorie muoiono molte persone tutti i giorni.

Soltanto morì un famoso medium, Édson de Queiróz, nel nord-est brasiliano; lui faceva questi lavori due volte la settimana, gratuitamente. Una persona, non si sa perché, andò da lui, gli sparò, uccidendolo. Ossia, lui non è morto per una conseguenza di un lavoro, ma fu assassinato, per motivi personali. E tutto questo è verificabile.

Professore, secondo Lei, la religione cristiana ha perso molto della fisicità? Ossia, non guarda più al fisico, a queste esperienze psicofisiche, diciamo; è come se rifiutasse il fisico.

Sì, tutte le religioni hanno un tempo.

Nell’epoca antica c’era la religione egiziana, era l’Era del Toro; dopo, si è passati alla giudea, l’Era dell’Ariete; mentre la cristiana è l’attuale, l’Era dei Pesci. Già finisce la precedente ed entra l’Era dell’Acquario, che è un’altra cosa. Questi sono cicli, che cominciano e dopo finiscono. Non è che diventino “demodé”, che siano andati via, o che non servano più a nulla; hanno fatto il loro lavoro e vanno a fare un’altra cosa, già non si trovano per farsi carico di questo.

Io credo che il futuro dell’umanità, se interessa la mia opinione, sarà questo: l’umanità va verso lo spiritismo (non è che m’interessi), ma per i prossimi 2.000 anni la religione più importante sarà lo spiritismo. Invece, per la Teosofia, manca molto ancora, perché l’umanità in generale non è ancora in condizioni d’essere pronta per avere un tipo di filosofia come la Teosofia. Le mancherebbero, diciamo, circa 4.000 anni.

OK. La ringrazio.

No, per niente, per favore! Il ringraziamento è mio.

 

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Piccola ciarla informale dopo l’intervista


Queste sono tutte cose interessanti… Io sto iniziando un po’ questa ricerca, e adesso non so dove la vela ed il vento mi porteranno…

Lei dovrebbe fare un viaggio in Brasile. Se viene, cerchiamo di farle vedere qualcosa. Naturalmente a volte uno ha mala sorte, dovuto a una data infelice, come per esempio Natale o Capodanno, quando certi centri sospendono i lavori e l’attività. A volte ci sono delle opportunità e uno può entrare e vedere delle cose inedite.

Io, in persona, avrò visto un totale di circa 200 interventi, dove vedevo come mettevano la mano nel corpo, o gli aprivano l’occhio, o gli aprivano la testa…

Ma, le aprono davvero?

Sì, sicuro; lo fanno con un cacciavite e un martello, proprio martellando, e l’altro non sente niente! Gli portano via il coagulo, per esempio, gli chiudono la ferita e dopo la persona va a casa. E mai morì nessuno!

Non è una illusione, diciamo, della persona?

No. Se Lei avesse bisogno, o qualunque altra persona, la operano lì, se lei vuole; se non vuole, non la operano. Se io dovessi essere ricoverato in un ospedale, preferirei giocarmi la vita lì piuttosto che andare da un medico comune, poiché quest’ultimo, se mi uccide, ha ragione, e non va in galera. In questi centri non è mai morto nessuno. Così, vale la pena di andarci e conoscere questi posti.

In Abadiânia, nel centro del Brasile, si trova il signor João Teixeria de Faria. Tra l’enorme quantità di persone che ha curato, c’erano anche personaggi importanti; si conosce il caso di un’attrice importante, a cui ha asportato un cancro. Lui stesso si è auto-operato, cosa che non c’è nessun altro registro nella storia della parapsicologia. Il signor João Teixeira, anche conosciuto come João de Deus, avrà 50 o 55 anni più o meno e ha fatto 13 milioni di interventi finora, e nessun problema. Senz’altro è una cosa assai interessante da vedere.

E si può filmare quando opera?

Sì, con João Teixeira si può filmare e fotografare; nessuno si oppone.

Io stesso ho visto molto da vicino l’operazione di un cancro, che è stato asportato, nell’occhio sinistro. Il paziente è sveglio e non sente dolori, non si rende conto quando lo stanno operando. C’è un campo anestetico selettivo; il campo energetico del guaritore è così grande, che si produce un’anestesia selettiva quando lui si avvicina; la persona non sente nulla, e dopo l’operazione, quando il medium ritira la mano, il paziente recupera la sua sensibilità. È molto interessante, quello che fa questo signore, lui e tutti gli altri, come per esempio un altro, José Maria Guedes. Ne ho visti tanti …!

Un altro che era molto buono era Zé Arigó, che conobbi, e che morì nel 1971. Spesso le persone che fanno questi grossi lavori hanno una morte violenta, un incidente di macchina, caduta d’aereo, ecc., ossia, non hanno una morte tranquilla.

Questo signor João de Deus ancora è abbastanza giovane. Non è alto, neanche magro. Lui attende le persone che vanno a vederlo, una a una. A ognuna gli prende la mano e le ascolta per circa trenta secondi; uno ha la possibilità di fargli la domanda che vuole, ma lui già sa che cosa accade a ognuno, e dopo dà una sua indicazione, sempre molto breve. Di solito, lui attende circa migliaia di persone al giorno, nei giorni in cui attende. Le persone che vanno da lui arrivano anche dagli Stati Uniti e dall’Europa, ossia, che ci sono delle persone che parlano soltanto inglese, o francese, perché non sanno spiegarsi in un’altra lingua. A volte lui interviene su uno o più pazienti davanti a tutta la gente, e dopo si ritira. E così passano assolutamente tutte le persone davanti a lui.

È molto interessante. Come si direbbe, il Brasile non è solo calcio e carnevale, ci sono anche altre cose buone da vedere, però bisogna andare lì.

Ancora oggigiorno ci sono fiumi e foreste che non esistono ufficialmente, non hanno nome, perché ancora non sono stati classificati, anche se si trovano dentro il Brasile. E lei sa chi li conosce? Soltanto qualche ruffiano li conosce, dove non c’è né Dio né nessuno, dove si rubano il meglio del Brasile e lo portano via. Qualche giorno uscirà una legge per limitare queste cose. Però, per adesso, ancora è terra di nessuno.

Ci sono quelli che si chiamano i “curanderos”?

Sì, le dirò che dentro l’Amazzonas c’è gente che vive lì e mai se ne è andata fuori. L’Amazzonas è molto grande, come mezza Argentina, tranquillamente, anche come mezza Europa. Quelle persone, che mai sono uscite dall’Amazzonas, sono indigeni, che nemmeno sono andati a farsi registrare.

Si pensa che ci sia una cinquantina di milioni di persone che non sono registrate nel Brasile, e nemmeno a loro interessa, né sanno di che si tratta. Si alzano al mattino, cacciano una lepre, un animale, un pesce; mangiano lì e basta. Ossia, vivono della caccia, della pesca e delle piante e hanno naturalmente i loro rituali religiosi; sì, questi li hanno senza dubbio. Niente a che vedere assolutamente con la gente diciamo più culturizzata, che ha le religioni formalmente stabilite.

Per esempio, quando il Papa anteriore, “il Polacco”, è stato in quella regione, abbracciava tutti dicendo: “miei figli, miei figli”, mentre gli altri pensavano: “oh, è un fratello spiritista!”. Per loro, lui non era il Papa, era il fratello spiritista! Loro pensavano che fosse spiritista come loro stessi, che era un fratello, e basta. Loro avevano rispetto, sì, ma non del tipo: “Signori, sono qui davanti alla presenza di Gesù Cristo sulla Terra.” No, no!

Quando sono stato nel Perú, ho visto come si fanno le messe di domenica. Arriva un prete, che fa la messa, e vengono parecchi indiesitos, suonando tre o quattro strumenti (il pincuio, una chitarretta, ecc.); loro vanno fare lì le loro cose, dentro la chiesa. Il prete fa la messa e loro suonano, stanno lì, fanno le loro cose e dopo se ne vanno via. Ossia, il prete fa la messa e loro fanno le loro cose. Il prete stesso non si mette a combattere e a esigere rispetto, se no loro vanno via e la chiesa diventa vuota; ossia, la maggioranza delle persone è indigena, che non ha una educazione colta.

Infine, accanto alla religione ufficiale, imposta dagli spagnoli, c’è una religione molto antica, che è l’incaica, indigena, è molto più forte e meno conosciuta. La gente lì è molto più autoctona, ha un modo di entrare più profondamente e di partecipare a certi rituali, che sono segreti per loro.

Questo, in Perú?

Sì. Perú ed anche Bolivia, naturalmente; Venezuela, non mi ricordo, ma sicuro che anche esiste. Il più forte che ho visto è stato in Brasile, e dopo, un luogo che avrò da vedere più avanti, sarebbe l’Africa. Questi sono paesi che sempre sono stati dominati piuttosto dai colonizzatori; i portoghesi hanno dominato tutta l’Africa, che dopo è diventata indipendente. Questi hanno, allora, molta forza; sono la razza nera, che deriva dai neri della Lemuria antica, non dall’Atlantide, ma prima ancora, dalla Lemuria.

E noi qui invece, attualmente, siamo chiamati la Quinta Razza, la Razza Ariana, se fosse certo, però siamo culturizzati in una maniera diversa, siamo europei, per esempio. Io sono nato in Argentina, ma il mio sangue è tutto italiano, i miei genitori erano italiani, così che io sono europeo, non sono argentino come radice; non so fino a dove, ma indietro sono europeo. Invece, i brasiliani, da dove vengono? Vengono dagli antichi indigeni, che da dove vengono? Vengono dall’Atlantide! Quando sono arrivati gli spagnoli, il continente non era vuoto, era pieno d’indigeni, che avevano la loro cultura e il loro modo di vita.

Gli inca stavano in Messico?

Gli inca stavano in Perú, Guatemala era maya e Messico era azteca. Sempre siamo sulla Cordigliera delle Ande.

E perché Lei dice dall’Atlantide, invece che da un’altra epoca?

Perché questo era stato 20 o 30 mila anni fa. C’era un altro continente, che non esiste più; è conosciuto pubblicamente che è cambiata la geografia. Era un altro continente, che si chiamava Atlantide, che era più grosso, più popolato, con diverse città, molto più avanzato della nostra attualità. Prima di questo, già c’era l’Africa, da dove venivano, che era la Lemuria.

Ora noi siamo qui seduti apparentemente, come appartenenti alla Quinta Razza, l’Ariana. Ma se uno andasse indietro, cercando da dove siamo venuti, forse scoprirebbe che lui è stato africano e io sono iperboreo! E dopo alcuni milioni d’anni ci troviamo qui, a questo tavolo, per chiacchierare; però la radice, che noi cerchiamo, è quella: È lo stato superiore della coscienza, di cui si parla, più il sovrasforzo per arrivare alla testa dell’Io Permanente e dell’Io Superiore. È questo il discorso.

E con riguardo al sacrificio? Dicono che certe volte bisogna anche morire per progredire; anche tutti i santi ci danno qualche idea del sacrificio che poi, in latino, è “fare sacro”.

Sì, "sacro-uffizio". Ora si è perso tutto. Si dice, per esempio: "Ascolti, non può rimanere dieci minuti in più nell’ufficio, fare un sacrificio?" Gli attuali sono di dieci minuti, prima un sacrificio era dare la vita… Se la gente ha coscienza dell’immortalità, dare la vita non è niente; però se la persona pensa che non è sicura di sé stessa, già non accetta questo. Ebbene, il sacrificio è ogni volta meno comune; la gente ora fa dello sforzo per lavorare, perché è “condannata” a lavorare, se no nessuno lavorerebbe... Tutti vogliono essere “padroni di casa” e, se ognuno potesse scegliere quello che vuole fare, non esisterebbe più nessuno che lavorerebbe come inserviente, come le persone che puliscono le case.

Per esempio, qui nell’Europa (perché siamo qui nell’Europa), le persone che guadagnano molto denaro sono le domestiche che fanno la pulizia. Io, quando avrò finito le mie attività in questa città, andrò a Barcellona, dove ho una signora amica che ci ospita nella sua casa. Gli spagnoli pagano moltissimo a una impiegata che pulisce la loro casa, diciamo, per tre ore alla settimana! Le domestiche impiegano le altre ore per lavorare da altre parti. Questo lavoro era prima molto mal pagato, quasi miserabile; ora è diventato una cosa molto, molto qualificata, perché nessuno vuole fare questo.

Negli Stati Uniti si paga molto denaro, lei sa perché? Per avere una baby sitter. Se Lei ha bisogno di andare a una cena con sua moglie, o ha bisogno di andare da un’altra parte, chi si occupa della casa e dei figli? La baby sitter va ad attendere la bambina; rimane lì e fa poco o nulla, guarda la TV mentre la bambina dorme, o legge un libro. E quando Lei torna a casa, la baby sitter riceve i suoi sessanta dollari! Tanti studenti si pagano gli studi all’università con questi mestieri di baby sitter, o puliscono un caffè, o lavorano in un bar.

Dal sacrificio dell’agnello ammazzato, per essere offerto agli Dei, al sacrificio del corpo, dello smembramento del corpo che avviene, tanta gente è morta in maniera molto trucida, molto …

Sì, sì. Lo stesso; l’inca Tupac Amarú, lo hanno preso con 4 cavalli e lo hanno smembrato…

E come mai queste esigenze dell’uomo di ricorrere a questa violenza così forte sul corpo per poter poi “fare sacro”?

Questo Tupac Amarú fu ucciso contro la sua volontà.

Invece, i Mayas si uccidevano volontariamente. In quell’epoca si dava un massimo di un anno di vita a un re, che dopo veniva sacrificato; gli mettevano una pietra nello stomaco, lo uccidevano con un colpo di martello e gli perforavano il corpo. Però prima di questo gli offrivano un anno di assoluta vita da re, la più sofisticata, come se fosse il Dio della loro terra. Dopodiché lo sacrificavano, perché doveva trascendere a un’altra dimensione. Il re si sottometteva volontariamente.

 Allora, anche per loro era un andare contro il corpo, cioè, per liberare lo spirito, come se il corpo fosse una gabbia?

Sì, come fanno ancora alcuni monaci buddisti, i Bonzi, che si danno fuoco, si uccidono, per fare un sacrificio.

Ma come mai questa gabbia, perché il corpo è considerato come un impedimento allo spirito, invece lo spirito non è una parte anche della corporeità, della vita corporea?

Questo già è religione e filosofia.

C’è della gente che pensa che noialtri siamo in uno stato cattivo e che, al morire, ne siamo liberati. Così, allora, Livio muore; bene. Se muore questo corpo, si è liberato della gabbia e vivrà meglio dopo che prima di morire.

Ma noialtri no, pensiamo che stiamo bene mentre siamo vivi e che staremo male dopo morti. Chissà anche questi abbiano ragione…

Ma, veramente, per chi ha condotto una vita molto ordinata, la morte è una liberazione, una compensazione che gli darà più di quello che aveva. Ora, se gli tocca “l’inno di Adolfito Hitler”, questa persona dovrà “cantare la Tosca” da qualche parte…! E chissà, allora, dovrà venire molte volte a “mettere a posto la contabilità”.

Bene, la ringrazio, Professore.

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