MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/related; boundary="----=_NextPart_01C5D2A1.A19807B0" Questo documento è una pagina Web in file unico, nota anche come archivio Web. La visualizzazione di questo messaggio indica che il browser o l'editor in uso non supporta gli archivi Web. Scaricare un browser che supporti gli archivi Web, come Microsoft Internet Explorer. ------=_NextPart_01C5D2A1.A19807B0 Content-Location: file:///C:/82AAA325/verbale_Expo_Greve.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii"
PROGRAMMA
PER INCONTRO DI GREVE IN CHIANTI 6/9 MAGGIO 2004
TAVOLO TEMATICO: PERCORSI CREATIVI – UN’ IDEA PER
CONFRONTO
G= iovedì 6 maggio &n= bsp; arrivo a Greve nel pomeriggio ritrovo nella piazza di Greve alle ore 16
&= nbsp; &nb= sp; = &= nbsp; breve escursione nei dintorni
= &nb= sp; = &nb= sp; saluto in Comune
&= nbsp; &nb= sp; = &= nbsp; sistemazione a Botti presso il mulino ristrutturato = span>
= &= nbsp; &nbs= p; &= nbsp; &nbs= p; cena a Botti
= &= nbsp; &nbs= p; &= nbsp; dopo cena incontro con un’ insegnante di Greve p= er attività di relazione (l'incontro sarà aperto anche ad un gru= ppo di insegnanti e genitori grevigiani che parteci= pano al progetto Vivere i valori)
Venerdì 7 maggio <=
span
style=3D'font-family:"Comic Sans MS"'> <=
/span>mattino incontro con=
Pilar
coordinatrice europea del progetto Vivere
&nb= sp; = &nb= sp; i Valori
pranzo a Botti,
pomeriggio
cena al ristorante
Sabato 8 maggio  = ; mattino prosecuzione dei lavori, verifica e possibili sviluppi futuri
 = ; &n= bsp;  = ; del nostro progetto
pranzo a Botti
pomeriggio
cena a Botti
dopocena da definire
Domenica 9 maggio mattino pa= rtenza per Firenze, visita alla città e rientro<= o:p>
Ad
integrazione del programma già inviato comunico<=
/span>
che sarà necessario portare anche gli asciugamani. Provvedete
ad aggiungere nel vostro bagaglio anche qualche capo di abbigliamento
più pesante, per precauzione; oggi infatti a Greve piove e fa freddo.
Speriamo nel sole per giovedì, ma è meglio premunirsi. Comunque nella struttura dove alloggeremo c’&egr=
ave;
anche il riscaldamento. Letizia Burgassi mi ha detto di darvi il suo numero=
di cell. per ogni evenienza:
3332244230
Il n=
umero
di telefono del mulino di Botti è 055-852=
500.
Si
raccomanda di portare per il soggiorno a Botti abbigliamento sportivo e sca=
rpe
basse.
Bott=
i è raggiungibile da Greve in Chianti attraverso =
una
strada sterrata di
In c=
aso
di brutto tempo si raccomanda un abbigliamento adeguato anche p=
er
la notte.=
Arri=
vederci
a presto Gabriella Strino (Coordinatrice del tav=
olo
tematico Un'idea per confronto)
VERB=
ALE
DELLE GIORNATE A GREVE IN CHIANTI
All&= #8217;arrivo a Greve in Chianti la delegazione di insegnanti = delle scuole di Gavirate, Omegna, Capaccio e Rocca d’Aspide è stata ricevuta dalle colleghe di Greve in Chianti.<= o:p>
Prima
tappa ufficiale il Comune di Greve dove siamo stati ricevuti
dall’Assessore all’Istruzione e Cultura dott. Carlo Fiaschi alla
presenza del Dirigente Scolastico dott. Giulio Bencist=
à , dell’ins. nonché scrittrice per bambini che ci ha omaggiato del
libro di storie da lei scritto. All’incontro era inoltre presente la =
sig, Pilar Quera Colummina
coordinatrice del progetto UNESCO Vivere i valori.
Dopo=
il
rituale scambio di saluti e di omaggi il gruppo
è stato condotto a Botti, una località situata a qualche Kilometro di distanza da Greve, in una valle circonda=
ta da
vigneti e vegetazione tipica delle colline chiantigian=
e.
Il v=
ecchio
mulino ristrutturato dove siamo stati ospitati è situato nella tenut=
a di
proprietà di Maurizia Di Napoli, proprietaria anche dell’azien=
da
vinicola denominata Castello dei Rampolla, che produce vini di
ottima qualità (d’Alceo, Sammarco<=
/span>,
Chianti classico, Trebianco ecc.) come abbiamo =
avuto
modo di provare direttamente. In estate il vecchio mulino si trasforma in residenza p=
er
bambini, dove si organizzano attività di vario tipo a contatto con la
natura.
La c=
asa
è ampia, con più camere, il tipo di locazione ha permesso
un’interazione proficua tra gli insegnanti che hanno potuto consolida=
re
la prima conoscenza avvenuta all’Expo di Salerno di novembre.
A qu=
esto
scopo sono stati utilissimi i momenti socializzanti previsti dalle insegnan=
ti
di Greve: giochi di conoscenza, di socializzazione,
canti, passeggiate e momenti conviviali hanno intercalato piacevolmente i
momenti di lavoro più intenso.
La s=
cuola
organizzatrice ha scelto di mostrare ai colleghi il progetto Vivere i Valori
che li vede coinvolti unitamente a bambini e genitori, già da due an=
ni.
Il m=
etodo
prescelto è stato quello di coinvolgere il gruppo di insegnanti
ospiti in una serie di attività finalizzate alla scoperta dei valori,
come avviene con gli alunni all’interno della scuola.
Il pomeriggio e la serata di giovedì si possono configurare come moment= i di accoglienza e di prima conoscenza del gruppo, costi= tuito, in parte, da insegnanti che già si conoscevano e in parte da insegna= nti che non avevano precedentemente partecipato all’incontro di Salerno.<= o:p>
Novità p=
iacevole
l’inserimento della coordinatrice europea del progetto Vivere i valor=
i,
Pilar Quera Colummina e
della sig.ra Jessica Jammesson
referente toscana per il medesimo progetto.
L=
217;ins. Strino, coordinatrice del tavolo tematico
Un’idea per confronto, introduce i lavori nella mattinata di
venerdì, illustrando il programma delle giornate. Prende la parola la
sig.ra Pilar Quera che illustra il progetto, at=
ipico in riferimento ai consueti progetti scolastici in quan=
to non
ha linee metodologiche e didattiche predefinite ma si costruisce lavorando =
nel
gruppo “face to face”. Progetto int=
eso
come saggezza, professionalità, disciplina, rigorosità che abbiamo bisogno di recuperare nella vita.
La s=
ig.ra
Pilar parla delle motivazioni che sostengono questo nuovo modo di rapportar=
si
con se stessi e gli altri. La questione fondante è parlare di noi co=
me
persone, non solo dal punto di vista professionale ma dal punto
di vista umano, per conoscersi, rapportarsi agli altri e superare i conflit=
ti
che nascono da una “società in crisi” che sta vivendo gr=
andi
ostilità ad ogni livello. Il superamento dei conflitti si ottiene nel
momento in cui l’individuo cambia la propria prospettiva e ricerca
comunanze e intese al di là delle
diversità di visuale di ciascuno. L’educazione è concep=
ita,
in questo senso, come ciò che può trasformare il mondo e aiut=
are
l’individuo a crescere. Ciò che risulta
ormai obsoleto, in questa prospettiva, è la contrapposizione, &egrav=
e;
la ricerca della vittoria delle proprie idee a discapito di quelle del nost=
ro
interlocutore. L’educazione che dà sostegno e perdurabilità
è viva perché costruita da tutti, è una risposta alle
nostre esperienze vissute, verificate.
La
risposta è insita nella ricerca dei valori che danno senso e signifi=
cato
alla nostra vita.
Il m=
omento
più importante risiede quindi nell’atto della conoscenza perso=
nale
del gruppo.
Cono=
scenza
riveste un doppio significato: da una parte possediamo una conoscenza di ti=
po
cognitivo, che ci conduce ad accrescere il nostro sapere, ma possediamo anc=
he
una conoscenza che deriva dalla nostra affettività, di tipo relazion=
ale.
Ed è su quest’ultima che Vivere i valori agisce, al fine di
recuperare la conoscenza di sé e relazionarsi
agli altri. Lasciar parlare ciò che viene dal pr=
ofondo
di ciascuno di noi, destrutturando gli schemati=
smi,
abbandonando gli stereotipi e lasciando andare il giudizio. Conoscere
è arrivare a comunicare anche senza parole, accettando ciò che
è, senza giustificare; giustificare è sintomo di
insicurezza.
La s=
ig.ra
Pilar prosegue la sua conversazione parlando dei sogni di ciascun individuo=
e
della necessità di mettere in pratica i nostri sogni, utilizzando la=
nostra fantasia e la nostra creatività. Ciascuno
può trovare la propria strada creativa, sta male chi non riesce a
scorgerla.
La
trasformazione del mondo avviene a partire da no=
i,
dalla nostra persona.
Tras=
formazione
innanzi tutto del lessico da utilizzare: “mostrar=
e”
parola che dovrebbe sostituire “dare lezioni”, non imporre, ma
mostrare ciò che siamo noi ai nostri allievi, per indicare in quale =
modo
ciascuno può creare la propria identità.
La s=
ig.ra
Pilar chiede poi al gruppo di sintetizzare in due parole la serata di
giovedì, momento di conoscenza reciproca attraverso giochi ed eserci=
zi di interazione guidata, ciascuno può sintetizza=
re
anche attraverso l’immagine prescelta all’interno di un eserciz=
io
svolto la sera precedente:
P. stelle
G. waw!
R. e=
ssere
vera, capacità di ascolto, emozione
C. r=
aggio
di sole, legame tra persone
L. conoscere l’altro senza giudizio
L. fuoco, camino come luogo fermo che cambia
R. c=
ane,
semplicità e condivisione di spazi e di i=
dee,
serenità
A. <=
span
class=3DSpellE>condivsione, armonia
T. il vento, autorizzazione a non avere paura, protezione
A. s=
enso
di tranquillità, serenità e libertà di essere
se stessi
L. liberazione e apertura verso gli altri, rosa
M.
approcci, contatti, amicizia, desiderio di continuare=
span>
S.
conoscere in modo emozionante le persone
A. s=
tar
bene liberamente e senza giudicare
B. c=
ane,
sintonia, comunicazione con la propria persona e con altri superando le dif=
ese,
allentandole
G. <=
span
class=3DGramE>gomitolo, gioia e serenità nell’incontro,=
nello
scambio, voglia di essere noi stessi senza inibizione
G. <=
span
class=3DGramE>biscottino, similitudine affettiva tra le persone del =
gruppo
G. <=
span
class=3DGramE>margherita, spogliarsi da pregiudizi, apertura, divent=
are un
po’ bambini
L. fortissima emozione inaspettata nel presentarmi,
portare cambiamento dentro me (lupo invisibile o=
ra,
spero visibile in seguito), ricarica per andare avanti
Pilar
interviene raccontando una sua esperienza in Senegal, chiamata dalle
Istituzioni locali a discutere del problema dei bambini di
strada, in loro presenza. Ricorda lo smarrimento di que=
sti
bambini costretti ad ascoltare discorsi burocratici, senza possibilit&agrav=
e;
di intervenire. Le autorità invitano i bambini a ringraziare
l’Unesco per l’=
intervento
in loro favore. Pilar cosciente della situazione di inadeguatezza,
ribalta la questione ringraziando i bambini di strada per
l’opportunità che offrono al mondo di comprendere gli sbagli di
ciascuno. Cambiare le nostre parole per farle cambiare =
agli
altri, trasformare le esperienze.
Si
continua nell’esposizione delle sensazioni o immagini visualizzate nel corso della sera precedente.
B. pensare a me stesso senza dare fastidio agli altri, rivisitare me stesso. I sogni anche se non risolvono i problemi della vita, aiutano ad andare avanti, ricaricano la vita. Essere disponibili e aperti per trovarsi ancora qui e magari a Barcellona.<= o:p>
Pilar
parla di turismo fisico, pedagogico e personale. Spesso non riusciamo a
controllare i cambiamenti, le esperienze si sedimentano e ci cambiano
internamente, in modo lento ma importante.
M.L: spugna, fiducia e leggerezza. Fiducia
fra noi, come possibilità di fare, di poter fare ogni cosa, leggerez=
za
non come superficialità ma come modo di cambiare lo stare nel=
le
cose.
M. a=
ndare
oltre la maschera che abbiamo sempre e ci protegge anch=
e se
ci fa paura. Esperienza di autenticità
M. non identificazione con oggetti, disagio, costrizione, essere
costretta a presentarmi ad una persona che non conoscevo. L&=
#8217;ho
fatto e l’ho sperimentato positivamente. Ho parlato di una mia passio=
ne,
il legno, proprietà di un materiale che si mantiene inalterato ma ch=
e ha
potenzialità di essere modificato. Ascolto, rispetto, comprensione e
riflessione su me stessa. Il cambiamento avverrà nel momento in cui =
io
avrò iniziato il mio cambiamento.
Pila=
r: noi
siamo strumento per far uscire il meglio o il pe=
ggio
dalle altre persone.
D. nuvola grigia e pesante ma anche leggera e bianca, immagine di qu=
esto
caleidoscopio, immagine di diversità, della varietà.=
span>
L. foglia, valore amicizia, da soli tutto è
più difficile, ero un pezzettino di un tutto, perciò mi veniva
tutto più semplice, più facile
M.
c’era ricchezza dell’incontro, ci si conosceva, mi piace conoscere i nomi. Sono felicissima perché=
tre
anni fa abbiamo incontrato Pilar e non avrei mai pensat=
o
oggi di essere qui in questo gruppo nazionale e internazionale.
Pila=
r:
è stato un sogno realizzato.
M. i
nostri dirigenti pensano che stiamo per concludere il progetto,
invece stiamo solo iniziando
Gabr=
iella:
fuoco, medesima immagine di Letizia, infatti &eg=
rave;
dall’incontro con Letizia, molti anni fa, che è nata questa
collaborazione che continua negli anni ed ha permesso oggi di trovarci qui.
Esperienza di scambio di amore, un gioco che fa
riemergere il nostro bambino interiore. L’assenza di giudizio che sti=
mola
all’apertura.
Pilar propone un gioco a coppie di
osservazione, ma non dà subito spiegazioni, invita a guardarci
negli occhi inizialmente: ma il gioco consiste nel cambiare ogni volta la
sistemazione di quattro oggetti o indumenti, girandosi di spalle e
nell’indovinare poi quali oggetti sono stati cambiati. Il gioco viene ripetuto per quattro volte. Invita poi ad esprim=
ere i
propri vissuti del momento.
G. g=
uardare
gli altri e vedersi riflessi negli altri
A. m=
i sono
divertita moltissimo, ho riconosciuto subito il minimo =
dettaglio
M. gioia divertimento e semplicità
A. m=
i sono
divertita ho imparato il nome di M.L. che non <=
span
class=3DGramE>ricordavo
B. c=
on C.
mi sono incuriosito, ieri il gioco di osservare e guardare negli occhi non =
mi
ha entusiasmato, ma oggi l’ho rivalutato
L. ho rivalutato il mio compagno, pensavo chiuso in=
vece
è più aperto di me, è più disinibito di me
S.
c’è stato un rifiuto iniziale ieri, oggi mi
sento più spontaneo e naturale nel gioco. Qualcosa si pu&ogra=
ve;
cambiare in noi.
M. ho
notato l’aspetto creativo del gioco, mi sembrava impossibile trovare =
in
me tutta questa creatività
(Pilar sottolinea come la paura possa bloccare la
creatività)
?. <=
span
class=3DGramE>inizialmente lo sguardo è imbarazzato e superfi=
ciale,
poi si procede tranquillamente
(Pilar osserva come possa subentrare in noi la resisten=
za
al cambiamento)
G. <=
span
class=3DGramE>mi imbarazza guardare le persone negli occhi, ho avuto
difficoltà inizialmente, poi il gioco si è fatto bello.
M. v=
i sono
momenti in cui noi siamo esigenti con noi stessi, ci prende l’ansia di
eseguire bene il gioco, paura di non essere all’altezza,
l’accettazione del proprio limite di non riuscire a portare a termine=
il
gioco.
Pila=
r fa
notare quanto siamo sempre molto, troppo ubbidienti e abbiamo paura a fare
qualcosa di diverso se non espressamente richiesto, il gioco non imponeva
regole e limitazioni di nessun tipo, eppure noi ci siamo attenuti strettame=
nte
a ciò che ci è stato detto, siamo
rimasti centrati in noi stessi, quando invece il momento in cui la coppia e=
ra
di spalle, segnava un’apertura verso l’esterno e una
possibilità di cooperazione con gli altri per migliorare il gioco st=
esso
attraverso il prestito di oggetti, o l’ispirazione al cambiamento ecc=
. ma
ciò non è avvenuto, non si è avuta cooperazione.
Pilar
prosegue evidenziando come diventa necessario mettere in discussione tutta =
la
saggezza acquisita fino ad ora, cita Edgard=
Morel che parla di “imbecillità
cognitiva”. Il sapere che trasforma e dà senso e significato a=
llo
stesso sapere è la messa in dubbio di aff=
ermazioni
evidentemente false e inutili, per favorire il processo di flessibilit&agra=
ve;
mentale.
Si
prosegue poi con l’esternazione dei propri vissuti.
?. <=
span
class=3DGramE>ho provato emozioni, imbarazzo, spavento e preoccupazi=
one,
tutti si divertivano e lo facevano per divertire l’altro senza
preoccuparsi di apparire buffi. Un darsi al prossimo.
L. lo definisco il gioco dell’obbedienza, ho
guardato la persona negli occhi senza guardarla
addosso, eppure conoscevo già il gioco e sapevo che dovevo guardare i
particolari.
T. dar=
e le
cose per scontato e interpretare ciò che una persona dice. Gli
altri mi hanno aiutato a capire il gioco senza rigidità. Ho obbedito
chiedendomi dove mi avrebbe portato..
Pila=
r sottolinea come il cambiamento sia spesso inteso come
perdita e non come guadagno, non pensiamo ad organizzarci per gestire al me=
glio
le situazioni, spesso percepiamo negativamente ogni cambiamento o
diversità di gestione perché probabile fonte di problemi.
Parl=
a poi
del valore dell’apprezzamento delle piccole
cose, non succedono le grandi cose se non siamo in grado di apprezzare le
piccole. Pilar invita a riflettere per tutto il giorno sulle “piccole
cose”. È necessario recuperare il dialogo con noi stessi per
recuperare la nostra identità. L’autostima incomincia proprio =
dal
recupero dell’apprezzamento.
Pilar
invita poi alla riflessione circa questo valore, alla visualizzazione, nel
silenzio per portare la mente dentro noi, calmar=
si e
concentrarsi. Poi, seduti in cerchio, distribuisce al centro della stanza un
mazzetto di cartoncini colorati ciascuno dei quali contiene un valore, siamo
invitati a prenderne uno quando pensiamo sia il =
nostro
momento, uno alla volta e in tutta calma, mantenendo la nostra concentrazio=
ne.
La parola scritta assume per ciascuno un significato intimo, dobbiamo
registrare ciò che succede dentro noi in
relazione al significato della carta scelta: contempliamo il valore. Ciascu=
no
poi, se e quando lo sente, esprime il proprio vissuto=
span>
B.:
gentilezza, carrellata di tutte le volte che non lo sono stato.
M.:
contentezza del rilassamento.
R.: =
ho
immaginato che ciascuno di noi occupasse una mattonella senza uscire da ess=
a e
senza far entrare altri con invadenza.
M.:
bellezza, che dura pochissimo, fiori, raggi di sole, esperienze legate alla
bellezza.
G.:
felicità, il mio cuore rideva, ho visualizzato il giallo,
felicità e apertura.
B.:
semplicità, valore più importante perché permette di
entrare in contatto con altri, essere spontanei, trasparenti senza distorsi=
oni
di comunicazione.
A.: =
pace,
molto impegnativo, importante. Flash su notizie di guerre attuali, esempi
collegati a questa parola. Pace…rotta su Cesara, =
il
titolo di un ipertesto fatto lo scorso anno, bandiere colorate della pace=
span>.
Tradizionale albero di Natale senza luci ma con simboli
collegati alla pace.
L.:
apprezzamento della musica, flash back ricordi di mio nonno, apprezzare la
presenza del marito, della madre, del lavoro e dei bambini, che dimostrano
fiducia e apprezzamento della bellezza.
G.:
gentilezza come apertura e disponibilità, condivisione del lavoro
M.:
generosità, condividere ciò che si ha con gli altri, non priv=
arsi
di ciò che si ha ma metterlo a disposizione.
?: cooperazione, mancanza di cooperazione anche nel gioco.
Impegno per il futuro, cosa da conquistare. Momenti di cooperazione nel lav=
oro
che contribuiscono alla creazione del prodotto f=
inale,
capacità di condividere le difficoltà.
D.:
ascolto, invito a vivere ancor meglio, non è facile ascoltare, sento
l’esigenza di farmi ascoltare ma spesso non trovo chi mi possa accogl=
iere
L.:
piacevolezza, rapporti con i colleghi che mi hanno dato piacevolezza e mome=
nti
in cui io ho dato piacevolezza a loro.
L.:
umiltà, mi son detta “beccata”, Don Milani
dice che non è valore quando non è frutto di una scelta, ma
è una condizione. I valori diventano tali nel momento in cui diventano scelte.
?: determinazione, forza interiore.
C.:
instancabilità, non mettermi limiti, camminare e andare avanti senza
affanni.
T.:
semplicità, mi tocca da vicino, arrivare all’equilibrio &egrav=
e;
arrivare alla semplicità. Nasciamo semplici, poi non lo siamo
più, ma lo ridiventiamo.
G.: onestà, è rara bisognerebbe moltiplicarla per andare meglio.<= o:p>
L.: =
amore,
è difficile da attuare, amore universale, amore verso gli altri.
M.: =
amore,
valore più grande che comprende tutti. Amore è dare tutto
ciò che si ha e che è nelle nostre possibilità. Spesso
nascondiamo dietro la parola amore le aspettative nei
confronti degli altri, amore è dare senza attendersi nulla.
L.:
integrità, mi sono sentita in colpa. Due modi opposti per viverla, v=
erso
gli altri ti crei sensi di colpa quando non ries=
ci ad
essere corretta anche se te lo vuoi nascondere. Ho pensato ad una persona in
particolare.
A.:
introspezione, ho preso il valore sbagliato, non è il momento per me=
di
pensare a questo.
A.:
dignità, valore non facile, molto interiore, individuale, non riesco=
ad
esternare quello che mi provoca, mi crea ansia, non mi fa piacere.
S.:
bellezza, ricordi della bellezza dei paesaggi che ho incontrato, foto vecch=
ie
di qualche anno fa, prima conoscenza di mia moglie.
J.:
purezza, purezza della mente, mente chiara, senza confusione, ci sto lavora=
ndo
da molto tempo e c’è ancora molto da fare. Se
la mente è più chiara vedi diversamente le cose.
M.: =
pazienza,
ne ho tanto bisogno in questo momento, so ancora di più che ne devo
avere.
P.:
contentezza, mi piace molto, è un diritto della nostra vita
Pilar
propone poi diversi altri giochi da presentare a scuola ai bambini, uno di
questi è il focalizzare un valore da perseguire =
nell’arco
della giornata, riflettendo su di esso.
Spes=
so
quando si raccoglie un valore ci si chiede se &e=
grave;
quello che a noi manca o quello che invece possediamo maggiormente.
Non = esiste una scala di valori assoluta, ognuno crea la propria, in alcuni momenti può essere più preponderante uno, in altri momenti un altro.<= o:p>
Il g=
ruppo
riflette poi su una domanda posta da Pilar: si può insegnare la
felicità a scuola?
Il g=
ruppo
assiste alla proiezione di una videocassetta che mostra scuole di diverse p=
arti
del mondo in cui è stato introdotto il progetto Vivere i valori.
Il <=
span
class=3DGramE>grande gruppo viene poi suddiviso in piccoli sottogrup=
pi di
cinque persone ciascuno, dove, in un processo di scambio, ci si regalano o =
si
prendono dai compagni alcuni valori. Questi sono trascritti in una lista e =
suddivisi, uno per ogni giorno della settimana, secondo
questa modalità:
Lune=
dì :::::::valore trovato sul cuscino all’arrivo a =
Botti
Mart=
edì:::::::valore principale emerso in questa giornata,sec=
ondo
te
Merc=
oledì::::valore dato dal compagno di destra
Giov=
edì:::::::preso dalla lista del compagno di sinistra
Vene=
rdì::::::preso da una persona conosciuta che ci piace
Saba=
to:::::::valore aggiunto preso dalle liste degli altri c=
he
più ci piace
Dome=
nica::valore incontrato in queste giornate e che sentiamo =
nostro
Come
ricordarsi il valore della giornata: ogni volta che passo da una porta penso al valore su cui lavorare.
Saba=
to
8/06/2004
Gli
insegnanti presenti all’incontro illustrano i loro progetti, attuati =
o in
corso di attuazione, in linea con il Progetto Vi=
vere i
valori.
Gavirate
M. L=
uisa
illustra un progetto di scambio-conoscenza tra scuola e
famiglia attuato nella propria scuola elementare di Voltorre
e poi esteso a tutto il Circolo.
Cost=
ruzione
di un questionario in collaborazione tra insegnanti e genitori. Scopo del
questionario è quello di cogliere i valori posit=
ivi,
gli atteggiamenti da incentivare e incoraggiare tra i bambini, con
l’impegno di osservare questa pratica sia a scuola che a casa. M.Luisa illustra il questionario nelle sue singole pa=
rti e
i risultati concreti raggiunti nel tempo, a piccoli passi e che prosegue an=
cora
attualmente.
A sc=
uola
il lavoro con i ragazzi ha riguardato il raggiungimento dell’autostim=
a,
attraverso soprattutto linguaggi non verbali, utile soprattutto per chi ha
difficoltà e carenze nelle discipline
scolastiche tradizionali (cinema, laboratori, gruppi verticali, incarichi
mirati ecc)
Si s=
ono
organizzati laboratori che vedevano uniti come partecipanti sia insegnanti =
che genitori. Ciascun genitore poteva partecipare ad u=
no o pi&ugra=
ve;
incontri. L’attività è stata denominata Mettiti in gioc=
o, l’
obiettivo era scovare, potenziare e ricreare le capacità espressive =
di
ciascuno.
I pe=
rcorsi
attuati e gestiti da un insegnante esperto sono:=
Mett=
iti in
macchina (lavorare con i computer)
Mett=
iti in
vista (giocare con i colori)
Mett=
iti in
scena (attività teatrali)
Mett=
iti in
pista (ballo)
Mett=
iti in
mostra (attività museali)
Mett=
iti in
marcia ( camminare insieme)
mettiti comodo (animazione alla lettura)
Ogni
incontro era curato nell’organizzazione ed era teso a creare un momen=
to
in cui ciascuno potesse sentirsi a suo agio e st=
ar
bene.(presenza di fiori, momento conviviale curato nei particolari).
L=
217;esperienza
è stata gratificante per i momenti vissuti e per i prodotti finali
realizzati e messi in mostra.
Ogni=
anno
nelle scuole di Gavirate sono organizzate due
giornate in cui i genitori entrano a scuola, non solo nei momenti di festa =
ma
anche in momenti di lavoro tradizionale e nel mo=
mento
della mensa. Gli interventi avvengono sia come osservatore sia
con interazione diretta, soprattutto nei momenti di laboratorio.
Si s=
ono
creati gruppi di relazione anche tra insegnanti; in ciascun gruppo si trova=
vano
5/6 insegnanti e, a turno, ciascuno presentava una propria esperienza, anche
personale, e gli altri ascoltavano.
Mati=
lde
illustra il progetto Lettura evocativa dell’IRRE Lombardia il cui
obiettivo era sviluppare l’attività creativa di ciascuno, la
capacità di porsi domande dal punto di vista creativo. Compito dell&=
#8217;insegnante
non consisteva nel dare risposte ai bambini ma mettere in gioco le loro
interiorità.
I
laboratori si sono svolti con regole e abitudini fisse. Ad esempio, ci&ogra=
ve;
che ciascuno diceva non doveva essere riportato allR=
17;esterno,
assenza di giudizio sia positivo che negativo, rispetto per
l’opinione altrui, ruolo guida dell’insegnante che evitava di
intervenire con giudizi verbali o non. I risultati del progetto non sono
chiaramente misurabili, ma si è notato un miglioramento nei rapporti
relazionali.
Luisa
passa ad illustrare il progetto della Comunità Montana Val Cuvia “Bulli non si nasce” sovvenzionato =
con i
soldi della L 285 che ha dato origine al progetto
scolastico Lo scrigno dei valori attuato nella Scuola Media. Il lavoro nasc=
e da
un’indagine intervista ai ragazzi della Val Cuvi=
a,
l’ipotesi sostenuta e verificata è che bulli non si nasce ma lo si diventa per problemi di insicurezza.
A sc=
uola si attu=
a un
lavoro di prevenzione al bullismo attraverso
un’attività che prevede l’analisi dei sogni dei ragazzi.=
Le
attività prevedono un setti=
ng
specifico da seguire, gli insegnanti sono affiancati da tutor. Dal lavoro è emerso che tutti i ragazzi
vivevano una fase di insicurezza e di paura, pau=
re
dovute anche alla non conoscenza tra i due sessi.
Leti=
zia
illustra un progetto simile condotto dalla Facoltà di Psicologia di
Firenze nelle quinte elementari e prime medie.
Capa=
ccio
Scuola dell’Infanzia
All&=
#8217;interno
del progetto Turismo ed accoglienza scolastica si è promossa la
relazione con altre scuole del territorio. I bambini dell’ultimo anno
della Scuola dell’Infanzia hanno lavorato =
per
preparare i doni da portare alle altre scuole, per condividere momenti di
relazione.
Capa=
ccio I Circolo
Bart=
olo
Ci fa
vivere un piccolo esempio di come riesce ad ottenere attenzione dai propri
bambini in classe, rompendo lo schema abituale, facendo loro fare qualcosa =
di anomalo come mettersi in piedi sulla sedia o sui ba=
nchi.
Parla del progetto Expo 2004 che sarà prevalentemente basato sulla
comunicazione. L’intenzione è quella di presentare un progetto=
di
seminario per docenti sul giornalismo da tenersi a Pae=
stum
a novembre. Conseguentemente di realizzare un giornale =
per
bambini (o di sfruttare quello già esistente).
Prop=
one di
assegnarci delle regole più precise come gruppo:
·
Preparazione di materiale che le singole scuole
preparano sui loro progetti, da mettere a disposizione di tutti
·
Collegarsi e comunicare nella semplicità
·
Dividere i momenti di =
incontro
in due parti: momento dell’attività da portare all’atten=
zione
degli altri, momento del confronto di idee
·
Allargare il gruppo ad una scuola isolana e ad una
del Nord-Est per impostare un discorso geograficamente più ampio e
più rappresentativo
·
Sforzarsi di essere maggiormente sintetiche
Omeg=
na
Progetto Oltre la frontiera
1. la<=
/span> conoscenza di se stessi
2. la<=
/span> consapevolezza delle proprie
potenzialità e l’autostima
3. lo<=
/span> sviluppo di pensieri positivi=
e
creativi
4. le<=
/span> capacità relazionali di
ciascuno
5. l’=
span>accettazione e l’integra=
zione
con culture di diverso tipo.
Il riferimento costante &egrav=
e; a Gianni
Rodari, all’utilizzo de=
lle
tecniche fantastiche da lui suggerite e in genere al suo pensiero pedagogic=
o.
Sviluppo della creatività inteso come strumento di crescita per cias=
cun
individuo: l’uomo creativo potrà essere un uomo
libero perché capace di adattarsi alle varie situazioni, capace di
risolvere autonomamente problemi e di trovare soluzioni.
Il progetto è costituit=
o da
un insieme di percorsi didattici (multimediali, teatral=
i,
manipolativo pittorici, sportivi, interculturali, aggiornamento e sc=
ambi
tra insegnanti) che sviluppano attività differenti ma collegate da
obiettivi comuni. Prevede una stretta collaborazione e sinergia d’int=
enti
anche con progetti affini quali Comenius, Oltre=
la barriere (progetto regionale sull’handicap) e=
di
mediazione Interculturale.
Il lavoro comune in quest’anno scolastico è stato improntato
prevalentemente sul riconoscimento e sulla riflessione emotiva, sul superam=
ento
delle paure e sullo sviluppo della creatività a
partire dalla riflessione interiore. I bambini hanno lavorato sui
videogiochi e sulla riflessione emotiva derivante dal gioco, hanno creato
giochi e videogiochi sul superamento delle loro paure, hanno affrontato
percorsi teatrali di conoscenza e riflessione, hanno creato lavori con la c=
reta
a partire dalla lettura di favole inerenti al te=
ma,
hanno lavorato sull’uso del colore e della musica associata a stati
emotivi differenti.
E’ stato introdotto un corso =
di
yoga per bambini affiancato da altre attività sportive e di gioco.
Si è lavorato in stretta
connessione con il progetto Comenius, infatti le produzioni effettuate, presentazioni di fav=
ole e
creazione del videogioco, sono state tradotte anche in inglese e saranno
inviate ai nostri partners europei.
Il progetto continuerà negli anni seguenti
affrontando in particolare la relazione e la comunicazione con le persone
vicine fino ad arrivare a comprendere percorsi interculturali nell’ul=
timo
anno.
Il progetto coinvolge anche gli insegnanti attraverso qu=
esto
prercorsi di scambio e vari corsi di
aggiornamento sulla conoscenza e comunicazione.
VERI=
FICA
M.Luisa riprendendo il discorso di
Bartolo propone per i prossimi incontri un momen=
to
attivo e un momento di riflessione, dare più spazio all’aspetto
pratico, al vissuto.
Leti=
zia:
propone maggiore semplificazione e leggerezza per migliorare la comunicazio=
ne,
far circolare il materiale delle varie proposte delle scuole.
Luci=
a: propone
di mantenere l’argomento dei valori come collante tra le scuole
Bart=
olo:
ogni scuola che aderisce e che organizza presenta un’esperienza
preponderante senza preclusioni sull’argomento
Dani=
ela:
sentirsi liberi nelle proposte e nelle presentazioni, propone la ricerca di
valori all’interno di ogni progetto presen=
tato.
Bart=
olo:
organizzare contenitori ben delineati e forme alternative di presentazione.=
Leti=
zia:
propone non una modalità di convegno ma situazioni di fisicità=
;,
presentazione di esperienze non di obiettivi e
metodologie.
Bart=
olo:
propone una diversa strutturazione del gruppo a livello organizzativo,
mantenere i contatti con Expo e proporci come supporto organizzativo, gruppo
che struttura il programma
Leti=
zia:
si dovranno dare informazioni maggiormente detta=
gliate
su quanto si proporrà al gruppo per=
far decidere liberamente ai singoli se intervenire all’incontr=
o
Laur=
a: non
sempre è facile spiegare nei dettagli cosa si fa=
rà
Leti=
zia:
era necessario specificare meglio ciò che si sarebbe fatto.
Bart=
olo:
la comunicazione deve essere più fluida, ogni rappresentante di zona
deve configurarsi come tramite con il gruppo.
Gabr=
iella:
darsi regole più precise e impostare i prossimi incontri prevedendo
momenti di proposte vissute, sulla scorta dell’esperienza positiva di Greve. Condividere maggiormente con il gru=
ppo
ciò che si vorrà fare, specificare meglio nei dettagli il tip=
o di attività proposta. Costi=
tuire a
livello di zona un gruppo e nominare un coordinatore che faccia da tramite e
rappresenti il gruppo stesso nei momenti decisionali. Ciò
faciliterebbe anche il lavoro di coordinamento in quanto si dovrebbero
contattare meno persone agevolando il tipo di scelta da perseguire.
Leti=
zia:
data la difficoltà ad essere sostituiti in periodo scolastico propon=
e di
ritrovarsi in periodi di fine-inizio scuola, quando si è maggiormente
liberi da impegni
Bart=
olo:
incontrarsi in periodi extrascolastici equivarrebbe a programmare
attività che non rientrano più a p=
ieno
titolo nel POF delle varie scuole.
Luis=
a:
programmare il prossimo incontro a Gavirate
nel periodo prescolastico a settembre
Il g=
ruppo
non perviene ad una decisione unanime sulla scelta del periodo migliore per
organizzare i prossimi incontri, in quanto si dovranno tenere conto anche d=
ei
vari impegni predisposti dai vari Circoli Didatt=
ici.
Bart=
olo: sottolinea come queste esperienze servano per creare u=
na
nostra nicchia culturale e intellettuale, propone di continuare a trovarci =
in
periodo scolastico evitando di crearci troppi vincoli. Parla poi del proble=
ma di
reperire le risorse per far fronte
all’ospitalità degli insegnanti. Lancia l’idea di estend=
ere
la richiesta oltre che ad Expo a tutti quegli organi locali, provinciali,
regionali o statali che possono essere coinvolti. Propone di invitare al pr=
ossimo
incontro anche il Direttore di Expo per dimostra=
re a
quale livello di lavoro e di interazione il gruppo è giunto. Suggeri=
sce
di collegarci ad Agenda 21, progetto nazionale
condotto su base provinciale che possiede risorse per promuovere scambi
culturali.
Term=
inata
la verifica il gruppo di insegnanti si riunisce =
con un
gruppo di genitori di Greve che, guidati da Pilar, ha condotto
un’esperienza sul progetto Vivere i Valori.
Si t=
ermina
l’incontro con un ultimo gioco di riflessione sui valori e con una da=
nza
come ultimo momento di commiato.
Rifl=
essioni
a margine dell’incontro
Pens=
o di
interpretare il pensiero di ogni insegnante
sottolineando la positività delle giornate trascorse, l’occasi=
one
di riflessione che è nata e l’amicizia che sta caratterizzando=
questo
gruppo nato con intento professionale. Possiamo affermare di esserci
incamminati verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci
eravamo prefissati: abbattere tutte le frontiere sia interne che est=
erne
a ciascuno di noi.
Il n=
ostro progetto Un’idea per confronto, inserito a pieno
titolo nei percorsi creativi dell’Expo, sta ponendo le basi per uno
sviluppo della creatività del singolo, a partire da noi stessi; il
nostro compito educativo è anche quello di incentivare nei nostri al=
unni
ogni forma espressiva creativa, promuovendo innanzi tutto momenti di
riflessione interiore che portino alla liberazione di vissuti e
all’esternazione di emo=
zioni.
Ma come dare indicazioni agli alunni se noi stes=
si non
proviamo a percorrere la medesima strada?
Roda=
ri
suggeriva di
sviluppare e promuovere il pensiero divergente; divergere vuol dire superar=
e il
senso comune, spesso intriso di schematismi e stereotipi che non permettono
all’individuo di esprimersi liberamente. Far rivivere la nostra parte
creativa, dare voce al bambino nascosto in noi è un atto di coraggio=
a
cui si può giungere solo liberandoci dal giudizio. Nel momento in cui
smetteremo di giudicarci con severità, riusciremo anche a non giudic=
are
gli altri, accettando la pluralità di vedute e il confronto. In ques=
to
senso la nostra creatività potrà aiutarci a raggiungere la
libertà: libertà di pensiero, libertà=
di
azione, libertà di divergere o convergere nel profondo rispetto di c=
hi
ci sta di fronte.
Roda=
ri
affermava che per cambiare la società occorrono<=
/span>
uomini creativi, capaci di utilizzare la loro immaginazione. Proviamo anche noi adulti ad
immaginare un mondo che ci piaccia di più=
, con
la consapevolezza che tutto si può costruire, a poco a poco, con tan=
to
coraggio e altrettanta determinazione.
Vorr=
ei concludere questo resoconto ringraziando di cuore Dani=
ela,
le due Laura, Letizia, Rita, Claudia, Paola per aver organizzato un incontro
così denso di significato e di vita, Jessica e Pilar per averci
introdotto nel “magico mondo” della riscoperta dei valori e la
mitica Maurizia per averci ospitato in un posto così incantevole.
Arrivederci al prossimo incontro e buone vacanze.
La
coordinatrice del Progetto Un’idea per con=
fronto
Ins. M. Gabriella Strino<= o:p>