S c r i t t i
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"New York
Times", September 17, 1925. Recensione dello spettacolo redatta da
Louise in vece di Herman Mankiewicz (cfr. Barry Paris, Louise Brooks,
p. 92)
"Berkeley Daily
Gazzette", July 16, 1926
Pubblicato in A. Kindt & E. Bucher
(herausgegeben von), Film photos wie noch nie,
Giessen, 1929. Breve testo di presentazione in tedesco tradotto da Lothar Wolff
"Ciné
Miroir", 7 Mars 1930
Pubblicato in versione
italiana come Evelina Suard,
L'oracolo della bellezza femminile svelato da Louisa Brooks,
"Excelsior", nr. 19, 6 - 13 Maggio 1930
Pubblicato, in parte, in versione portoghese come Os conselhos de Louise Brooks in
"Cinefilo", 5 de
Abril de 1930
Pubblicato privatamente a
Wichita, Kansas, 1940
Who is the exotic black orchid e Amateur night in Greenwich
Village Manoscritti non ancora pubblicati, frammenti dell'autobiografia Naked on my goat che Louise distrusse nel 1955 (le motivazioni sono contenute nell'articolo Why I will never write my memoirs)
"Image",
nr. 5, George Eastman House, Rochester (New York), 7 September 7, 1956
Pubblicato in versione francese come
Monsieur Pabst in
"Positif", nr. 27, Fevrier 1958
Ripubblicato un breve estratto in Jay Leida (edited by), Voices of film experience: 1894 to the
present, Macmillan, 1977
Ripubblicato come
Out of Pandora's Box: Louise Brooks on G. W. Pabst, in
Marshall Deutelbaum, "Image" on the art and evolution of the film, George Eastman
House, 1979 Gloria Swanson
Manoscritto non pubblicato, January 1957
Manoscritto non pubblicato, February 1957
Gish and Garbo
"Sight and
Sound", Londra, Winter 1958 - 1959
Ripubblicato come Garbo & Gish - Victims of a New
System, "New York Post", June 17, 1982
Pubblicato in versione giapponese in Ruizu Burukkusu to "Ruru",
Chuo Koronsha, 1984
"Objectif",
nr. 22, Août 1963 Als ich mit Pabst arbeitete Pubblicato
in
Rudolph St. Joseph
(heraugegeben von), Der regisseur: G. W. Pabst, Munchener Photo und
Filmmuseum, Munich, Dezember 1964
"Objectif",
nr. 26, Fevrier-Mars 1964
Ripubblicato in "Positif", Novembre 1985
"Objectif",
nr. 26, Fevrier-Mars 1964; nr. 27, April - May 1964 Pubblicato, in parte,
come Working with Pabst in AA. VV., Louise Brooks l'européenne,
Transeuropa, 1999
Pabst and Lulu
"Sight and
Sound", Summer 1965
Ripubblicato in
Pandora's box, Simon &
Schuster, 1971
Pubblicato in versione francese in
Roland Jaccard, Louise
Brooks, portrait d'une anti - star,
Phebus, 1977
Ripubblicato, forse, come
On making Pabst's Lulu in
Kay Karin - Gerald Perry, Women and the cinema. A critical anthology,
Dutton, 1977
Ripubblicato in
David Wilson, Sight and sound - A Fiftieth anniversary selection, Faber & Faber - British Film Institute
Publishing, 1982
Pubblicato
in versione giapponese in Ruizu Burukkusu to "Ruru", Chuo
Koronsha, 1984
Pubblicato in versione ungherese come Pabst es Lulu in
"Film Vilag", XXXIV, nr. 4, 1991
Ripubblicato in Roger Ebert, Roger Ebert's book of film, Norton, 1997 "Monthly Film Bullettin", July 1965. Note di Louise Brooks
"English Cahiers du
Cinema", nr. 3, 1966
"Positif",
nr. 75, Mai 1966
Pubblicato in versione tedesca come Die Verwandlung in ein Glamourgirl,
"Film und Fernsehen", Dezember 1980 Pubblicato in versione italiana nel catalogo
Vienna - Berlino - Hollywood. Il cinema della grande emigrazione, Biennale di Venezia - RAI, 1981
Pubblicato in
"Filmcritica", nr. 346, Luglio 1984 (con diversa traduzione)
"Film Culture",
nr. 40, Spring 1966 Pubblicato
in
Roddy McDowall, Double
exposure, Delacorte
Press, 1966
Pubblicato in versione italiana in
Robert Benayoun, Lo sguardo di Buster Keaton, Emme Edizioni, 1982 Humphrey and Bogey
"Sight and Sound", Winter 1966 - 1967
Pubblicato in versione francese in
"Positif",
nr. 81, Février 1967
Pubblicato come
The movie face of the '20s. Louise Brooks writes about Humphrey Bogart,
"Vogue", May 1982
Pubblicato come The transformation of Bogey e Bogey - 'My Gun is
bigger than yours', "New York Post", June 14 - 15, 1982
Pubblicato in Bedside Hollywood: Great scenes from movie memoirs,
Nimbus Books, 1985
"Toronto Film Society
Program", March 25, 1968 On location with Billy Wellman
"London
Magazine", Londra, May 1968
Pubblicato in versione francese in
"Positif", nr. 114, Mars 1970
Ripubblicato in
"Focus on Film", Winter 1972
Ripubblicato in
"Film Culture", nr. 53 - 54 - 55, Spring 1972 Biografical questionnaire sent to Patrice Hovald
"L'Alsace", 17 luglio 1969 The other face of W. C. Fields
"Sight and
Sound", Spring 1971
Pubblicato in versione francese in "Positif", Parigi, nr. 125, Mars 1971
Ripubblicato un breve estratto in Jay Leida
(edited by), Voices of film experience: 1894 to the present,
Macmillan, 1977
Ripubblicato come
The
lonely, boozy agony of funnyman W.C. Fields, "New York Post",
June 16, 1982 e "The Little Balkans Review", Fall, 1982
Ripubblicato in
Three films of W. C. Fields, Faber &
Faber, 1990
"Focus on
film",
nr. 8, February 1972
Ripubblicato in versione francese
come L'autre coté de la caméra
in Roland Jaccard, Louise Brooks, portrait d'ue anti-star, Phebus,
1977 Marion Davies' niece "Film
Culture",
nr. 58 - 59 - 60, 1974
Ripubblicato come At San Simeon with Hearst & his Marion,
"New York Post", June 18, 1982
"Toronto Film Society
Program", January 13, 1975 Duke by divine right Pubblicato
in
Allen Eyles, John
Wayne, A. S.
Barnes, 1976
Une certaine idée de liberté Pubblicato in Roland Jaccard,
Louise Brooks: portrait d'une anti star, Phebus, 1977. Diverrà,
in parte, in lingua inglese, il primo capitolo di Lulu in Hollywood
"Filmcritica", nr. 346, Luglio 1984
Pubblicato in versione tedesca in "Frauen und Film", Dezember 1985
Tre lettere come Aus dem Briefwechsel zwischen Louise Brooks und Guido
Crepax, in Geheimnisvolle Tiefe G.W. Pabst, Austrian Film Archive, 1998 Pourquoi je n'ecrirai jamais mes memoires
"Positif", numero special 200 - 201 - 202, Janvier 1978
Pubblicato in versione inglese come Why I will never write my
memoirs, "Focus on Film", nr. 15, March 1978
Ripubblicato in versione inglese in "Film Culture", 1979
Pubblicato in versione italiana in "Filmcritica", nr. 364, Luglio 1984 |
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Sopra, Evelyn Brent (Mary Elizabeth Riggs, 1899 - 1975), protagonista de Crepuscolo di gloria e Le notti di Chicago, entrambi di Sternberg. A proposito di quest'ultimo film rimane famosa la scena "in cui Feather [la Brent, appunto] seduce Rolls Royce senza neanche toccarlo, ma fingendo di essere più interessata a un libro: un classico, quest'ultimo, dell'erotismo cinematografico" (P. Mereghetti). Evelyn ritroverà Louise Brooks sul set di King of gamblers: entrambe in disgrazia non troveranno niente da dirsi. Implacabile, la produzione metterà in risalto la loro riunione (dai fortunatissimi tempi di Love 'em or leave 'em): una scena degna di un nuovo Viale del tramonto, se fosse vivo ancora Billy Wilder. Sotto, ZaSu Pitts (Elizabeth Susan Pitts, 1898 -1963), protagonista di più di quattrocento film o cortometraggi. Ricordata per il ruolo di Trina in Rapacità di Erich von Stroheim, la Pitts fu condannata dal pubblico ad interpretare parti brillanti, poiché la sua figura pare lo divertisse in modo irresistibile. Tuttavia, sentenziò proprio Stroheim: "L'uomo medio crede che abbia un aspetto divertente Io credo che sia bella, più bella di tante famose bellezze dello schermo, perché ho visto nei suoi occhi tutte le forze vitali dell'universo e nella sua bocca delicata tutte le inibizioni del genere umano. L'ho vista librarsi alle più alte vette dell'interpretazione" |
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Sopra,
Gloria Swanson (Gloria May Josephine
Svensson, 1899 - 1983). "Delle grandi dive del muto (...) Gloria Swanson è stata la più aggressiva. Acquista potere sin dall'inizio (quando va a Hollywood assieme a Wallace
Beery, il suo primo marito; ne sposerà altri cinque, l'ultimo a 79 anni) e lo gestisce abilmente, passando dalla Keystone alla Triangle alla
Paramount, dove gira con Cecil De Mille una serie di commedie incentrate sui problemi (sui pruriti) sessuali di una società puritana. Il successo è notevole, l'attrice può dettar legge, un occhio alla macchina da presa (che domina con lo sguardo un poco allucinato, con i gesti che la pubblicità definisce felini, secondo il gusto decadente) e un occhio alla vita privata (diventa, oltre che ammirata per la bellezza, ispiratrice della moda per migliaia di donne). (...)Titoli che oggi non dicono nulla si susseguono sugli schermi e contribuiscono alla creazione del mito. Titoli che oggi non dicono nulla - fra quelli di De Mille:
Non cambiate marito, 1919, Maschio e femmina, 1919, Fragilità, sei femmina, 1921, si susseguono sugli schermi e contribuiscono alla creazione del mito. Più importanti sono alcune esperienze drammatiche (...) lo sarebbe anche quella Queen Kelly che l'attrice affida a Erich von Stroheim regista, se le riprese andassero in porto (...) Con il sonoro la diva perde il suo alone, altre dive avanzano (...) nel 1934 il ritiro. Che sarà rotto clamorosamente solo nel 1941 per una commedia al fianco di Adolphe Menjou (Papà prende moglie, di Jack
Hively) e, dieci anni dopo, clamorosamente, per la feroce tragedia di Billy
Wilder, con William Holden e Erich von Stroheim nei panni di un marito - maggiordomo (quasi a ricostruire quella sfortunata allenza
di Queen Kelly che aveva distrutto la carriera alla diva): Viale del tramonto
(1950). L'attrice ha il coraggio di mostrarsi a 53 anni, altera e "divina" come non mai, imperiosa e possessiva, mantide religiosa che annienta il suo giovane amante. Perfetta, commovente, in questa sorta di autobiografia ideale" (Biografia di
Fernaldo Di
Giammatteo, da Cento grandi attori, Newton Compton, 1995).
Sotto, Joan
Crawford (Lucille Fay
LeSueur, 1904 - 1977). Louise
deplorava vivamente il suo modo di ballare il charleston;
non doveva essere estraneo all'acida valutazione il fatto che la giovane
Joan stava entrando nelle grazie del produttore Walter Wanger. Micidiale,
ma forse improbabile, ritratto della Crawford in
The casting couch, di Selwin
Ford. "(...) I film muti che interpreta, accanto ai divi del
momento (John Gilbert, Ramon Novarro) non hanno lasciato traccia: lei è
la ragazzina aggressiva dei cosiddetti roaring Twenties (...) Ha
un volto duramente inciso, un fisico asciutto, un portamento altero (Adrian
crea per lei la moda dei vestiti con larghe spalle rigide), uno sguardo
deciso e smagliante: è quasi un'attrice, se le capita il film giusto,
mentre conserva - per oltre quarant'anni - il suo ruolo di diva,
invidiata ed esecrata (...)" (Ancora Fernaldo Di Giammatteo, cit.) |
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Lulu in Hollywood Knopf, 1982. Il solo libro pubblicato da Louise Brooks contiene gli articoli On location with Billy Wellman, Marion Davies' niece, Humphrey and Bogey, The other face of W. C. Fields, Gish and Garbo, Pabst and Lulu e un capitolo originale From Kansas to New York, ampliamento di Une certaine idèe de la liberté. Con una breve saggio di Lotte
Eisner. Pubblicato in versione tedesca come Lulu in Berlin und Hollywood, Schirmer - Mosel, 1983 (tr. Bernd
Samland)
Pubblicato in versione francese come
Louise Brooks, Pygmalion - Gerard Watelet, 1983 (2^ed. 1987)
Pubblicato in versione italiana come
Lulu in Hollywood,
Ubulibri,
1984, 2003²
Pubblicato in versione spagnola come
Lulu en Hollywood, Ultramar, 1984 (tr. Lola
Luengo)
Ripubblicato nel 2000 per i tipi della University of Minnesota Press. Versione ampliata, paperback. Aggiunto un settimo saggio,
Why I will never write my memoirs e il pezzo di Kenneth Tynan, The girl with the black helmet come introduzione |
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Gli scritti più importanti su Louise Brooks,
oltre all'autobiografia, sono, a tutto il 2008, sei (cfr. Bibliografia II) :
Roland Jaccard
Peter Cowie,
Forever Lulu, Rizzoli, 2007
Gunther Krenn,
Louise Brooks: Rebellin, Ikone, legende, 2006
Barry
Paris, Louise Brooks ,
Knopf, 1989
Ristampato in versione paperback nel 1990. E' la biografia dell'attrice, estremamente ben fatta, dettagliata e assolutamente non
celebrativa
Pubblicato in versione francese come
Louise Brooks,
PUF, 1993
Ristampato per i tipi della University of Minnesota Press,
2000
Roland
Jaccard, Louise Brooks. Portrait d'une anti - star , Phebus, 1977
Pubblicato in lingua inglese come Louise Brooks: portrait of an anti - star,
Zoetrope, 1986 Ristampato nel 1997 dalla Gallimard
Libro che indaga il personaggio di Lulu, con rimandi all'opera di Frank Wedekind ed alla figura di Lou Andreas Salomé che l'aveva
ispirato
Numerosissime le foto (non sempre nitide) tratte dal film e da Diario di una donna
perduta G. W.
Pabst, Pandora's box (Lulu), Simon & Schuster, 1971
Ristampato dalla Lorrimer,
1971, 1984
E' la sceneggiatura del film, tradotta dal tedesco, con numerose
foto Gli
ultimi due libri sono fuori stampa, ma si possono rintracciare copie usate in ottime condizioni tramite il sito Addall, dove, immessi autore o titolo, si è in grado di confrontare contemporaneamente prezzi e condizioni di uno stesso libro. Molte volte l'occasione può trovarsi presso E-Bay o Amazon. |
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