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Giuseppe Pagliara, Giallo Pompeiano
Come si evince dal titolo, si tratta di un giallo ambientato nell'antica Pompei, precisamente nell'anno
romano 819: il protagonista, Petronio Arbitro, veste in quest'occasione gli insoliti
panni del detective, chiamato a risolvere un intricato caso di omicidio ... Ma Giallo pompeiano non è solo questo, è anche soprattutto per dirla con parole di Cesare
Ruffato,
"il risultato di una
ricerca letteraria di sapiente -e raffinata - erudizione, di godimento personale e di passione satirico-ironica".
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scrivi all'autore:gpagliara@tiscalinet.it
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Margaret Doody, Aristotele detective
Senza Aristotele niente Sherlock Holmes. E' questa, verosimilmente, l'idea alla base di questo giallo investigativo. Il metodo del tipo di
detective alla Sherlock Holmes - di enumerare indizi, trarne ipotesi, dedurne nuovi particolari, sino alla spiegazione del delitto e la scoperta conseguente del colpevole - non
sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine. Stefanos, un simpatico giovanotto dell'Atene del IV secolo, dunque,
guidato dallo Stagirita che non si muove di casa come Nero Wolfe, indaga sull'assassinio di un ricco oligarca, di cui è accusato ingiustamente il cugino, esule per un
precedente errore. Al primo omicidio ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, Aristotele alla fine scioglie l'enigma
e consente al giovane di smascherare il vero assassino. Ma Aristotele detective è qualcosa di più dello stratagemma curioso per un giallo giudiziario e dimostrativo di taglio
classico e denso intreccio. E' una specie di esperimento. La scrittrice, Margaret Doody, studiosa di letteratura comparata in un'università americana, e convinta di una certa
ipotesi sulla nascita del genere romanzesco, vi ha voluto provare l'adattabilità del mondo della Grecia antica (ricostruito con fedeltà filologica e storica) alle emozioni,
alle psicologie, alle peripezie del romanzo moderno. |
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Margaret Doody, Aristotele e il giavellotto fatale
Un'opinione di Sciascia sarebbe commento perfetto a questo racconto: il giallo è la gabbia dello scrittore, poiché costringe
a geometrica
precisione, a una competenza quasi da laboratorio scientifico, a una consequenzialità logica, che finiscono con l'essere, quasi più della fantasia, la vera qualità del
giallista. Margaret Doody è perfettamente imprigionata nei suoi intrecci, che sembrano appartenere al genere cosiddetto da «camera chiusa» (cioè un mistero così intricato
da apparire un caso insolubile che solo l'acutezza e il raziocinio dell'investigatore riescono a sciogliere). E, quasi a rendere più angusta la gabbia, li ambienta in un'Attica
classica, di totale fedeltà storico-filologica, e ne fa protagonista un Aristotele in tutto aderente alla sua personalità e alla sua filosofia. Questo secondo «Aristotele
detective» si svolge dentro una palestra dell'antica Atene, dove un ragazzo è stato ucciso da un giavellotto. Sembra un impossibile incidente, e appare scontato chi sia il
giovane, e frastornato, colpevole. Ma non è un incidente, e il vero colpevole non è quello. Aristotele lo capisce grazie alla sua logica deduttiva e lo spiega applicando
al mistero la sua fisica dei luoghi naturali.
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Margaret Doody, Aristotele e la giustizia poetica
E' la primavera dell'anno 332 a.C. Le truppe di Alessandro sono alle prese con la conquista della Persia, e il grande condottiero si è
impadronito di un enorme tesoro in argento a Persepoli. Prima della sua marcia vittoriosa all'interno dei territori persiani, Alessandro ha distrutto grandi città sulla costa
dell'Asia Minore, e il mondo mediterraneo è inquieto, sconvolto dalla guerra, percorso in lungo e in largo da esuli e da prigionieri ridotti in schiavitù. D'altra parte, però,
ci si attendono nuove, immense ricchezze. Durante la Notte dei Fantasmi, alla fine delle Antesterie, le Feste dei Fiori che si celebrano in Atene a febbraio, misteriose
apparizioni culminano nel rapimento di un'ereditiera. Aristotele e Stefanos si recano in missione a Delfi, per cercare di ritrovare la fanciulla scomparsa. Ma nel loro cammino
s'imbattono in festeggiamenti, fuggiaschi, strani enigmi e cadaveri. Il caso dell'ereditiera scomparsa si rivela più complicato di quanto sembrasse in un primo tempo. Alla
fine, l'enigma può essere risolto unicamente da Aristotele, e soltanto con l'aiuto dell'Oracolo dei Delfi.
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Margaret Doody, Aristotele e il mistero della vita
Atene nel IV secolo è una città divisa e complessa, inserita in un gioco politico di portata epocale:
l’ellenismo è alle porte e Aristotele, che era stato il precettore di Alessandro Magno, è impegnato con una delle parti in causa, quella filoalessandrina, mentre l’altra, quella avversa ad Alessandro Magno, cerca di colpirlo e, con lui, di colpire tutto il partito macedone ad Atene. Un intrigo politico è dunque alla base di questa quarta
avventura di Aristotele detective: da far credere che l’opera del grande Stagirita, cui si ispira ciascuno dei romanzi di Margaret Doody, sia la Politica. Ma il complotto è
solo uno dei fuochi del racconto. Per il resto Aristotele, col suo aiutante Stefanos, è preso in una peripezia che lo porta da una parte all’altra del Mediterraneo
orientale, sulle tracce di una serie di misfatti e di una catena di delitti sanguinosi. Lo attirano contemporaneamente le ricerche di Filosofia della Natura e i fili della
ricerca dei criminali, per risalire oltre alla testa del serpente, il centro della trama delittuosa che riporta ad Atene. E per l’occasione sfodera una grinta, per così
dire, realistica, e anche un'inusitata sveltezza di mano, che rimanda a una specie di hard boiled school di tre secoli prima di Cristo o alla spy story di una
guerra fredda con una posta enorme: è in questione lo spostamento o meno dell’asse principale della civiltà verso l’Asia. Le sue conoscenze scientifiche lo aiutano molto
e come negli altri romanzi, la sapienza filosofica. E la sfida del viaggio a caccia di indizi funziona da metafora per l’altro viaggio che si svolge parallelo, quello
instancabile delle sfide della scienza.
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Lindsey Davis, Le miniere dell'imperatore
Nella Roma di Vespasiano, un estroso investigatore privato di idee repubblicane tira avanti
con pochi soldi e tanta ironia. Il suo nome è Marco Didio Falco. Un giorno, nel Foro arso dal sole estivo, si imbatte nella graziosa Sosia Camillina, una ragazza in fuga da
misteriosi rapitori. Falco si offre di aiutarla, e subito scopre un traffico di lingotti le cui tracce la portano fino in Britannia. Ma incontra anche la bella e intelligente
Elena Giustina, che lo aiuterà nelle indagini. In una Roma già in odore di decadenza, tra loschi affari politici, adulteri, episodi di corruzione, Lindsey Davis dà vita a un
grande affresco storico e a un giallo ricco di spunti beffardi: l'atto di nascita di un personaggio irresistibile.
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DidioFalco |
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Lindsey Davis, Misteri imperiali
Tormentato da un amore impossibile, inseguito da spietati creditori del suburbio, l'investigatore
privato di Vespasiano, al secolo Marco Didio Falco, non può starsene mollemente adagiato sul suo malridotto triclinio, rimpiangendo la bella Elena Giustina. Deve per forza
tuffarsi a capofitto in un caso complesso e delicato. Sulle tracce dei cospiratori che minacciano l'imperatore, si inoltra nel Bruzio e in Campania. Ma un'ombra minacciosa la
insegue, un uomo incappucciato che sembra avercela con lui. Che sia un liberto dell'ex marito di Elena? E poi proprio lei, la donna a cui deve rinunciare per differenza di
ceto, riappare in tutta la sua nobile grazia nei suggestivi panorami partenopei. Una cornice in cui Falco, inanellando una sventura dietro l'altra, salvandosi sempre grazie al
suo acuto e prontissimo senno, verrà a conoscenza di qualche dettaglio in più...
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Lindsey Davis, La mano di ferro
Tempi grami per Marco Didio Falco, l'investigatore al soldo di Vespasiano. Con il futuro
imperatore Tito che insidia la sua aristocratica fidanzata Elena e i creditori che gli alitano sul collo, una missione sotto copertura in Germania può diventare una proposta
allettante. Da quelle parti Roma non è esattamente benvoluta, e i barbari non vedono l'ora di replicare il massacro delle legioni di Varo nella selva di Teutoburgo. E' dunque
una vera e propria acrobazia diplomatica quella che si richiede a Falco: con il pretesto di recare un dono imperiale, la mano di ferro di Marte, deve accertare la fedeltà
della Quattordicesima legione e scoprire che fine ha fatto il legato Munio Luperco. E' davvero, come dicono, prigioniero nella torre dove una perfida sacerdotessa celta vive
sola con i suoi pensieri (per lo più contro Roma)? Il viaggio ha i suoi rischi, non c'è dubbio, ma il gioco vale la candela: forse Elena, che nel frattempo lo ha piantato, si
trova anche lei in Germania dal fratello, tribuno della Prima legione. E magari, perché no, l'estroso investigatore potrebbe fermare sul nascere una nuova rivolta dei barbari,
rientrando nell'Urbe da eroe. Sulle tracce del comandante scomparso, Falco si inoltra nella selva di Teutoburgo, l'incubo di tutti i romani, ed entrarci in compagnia di un
centurione con un grosso problema, un tribuno ingenuo, un cane e un manipolo di reclute sprovvedute non migliora certo le cose. Un fruscio di foglie, un ramo spezzato, ogni
respiro della foresta potrebbero annunciare fantasmi senza pace, feroci guerrieri, bestie primordiali...
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Lindsey Davis, La venere di rame
Lavorare come investigatore per l'imperatore Vespasiano può sembrare un'occupazione interessante
e ben pagata. Ma se la Prima spia di Palazzo prova una feroce antipatia per te, soprattutto perché hai dimostrato la sua inefficienza, puoi finire a dividere una cella con
grossi ratti e ubriachi assortiti: come Marco Didio Falco all'inizio di questo romanzo. Salvatosi dalla scomoda situazione, il protagonista decide di concentrarsi su un attività
più sicura e forse più remunerativa, offrendo a clienti privati i suoi servigi e le sue molte qualità: una conoscenza enciclopedica dei peggiori vicoli e taverne dell'antica
Roma, la capacità di trovare informazioni dettagliate e compromettenti su chiunque, una buona dose di simpatia e faccia tosta. Il lavoro non tarda a presentarsi, sotto forma
di una ricca famiglia di liberti. Uno di loro (Ortensio Novo, l'unico scapolo) è stato preso di mira dall'affascinante Severina, e i suoi parenti temono che la donna stia
solamente cercando un buon partito: i suoi tre precedenti mariti sono tutti morti in circostanze poco chiare, lasciandola ogni volta più ricca. Ma quando Ortensio Novo viene
avvelenato durante un banchetto a cui partecipa un importante affarista di Roma, è proprio Severina che, sorprendentemente, chiede a Didio Falco di far luce sulla morte del
suo ex futuro sposo. L'investigatore, invece di un lavoro semplice e redditizio, si ritrova così tra le mani un caso di omicidio che potrebbe danneggiare molti personaggi in
vista e costargli la vita. Ma Falco è disposto a ogni astuzia e stratagemma per uscirne vivo. E possibilmente ricco. Delineando un indimenticabile affresco dell'età
imperiale, L.Davis lo ha popolato di figure vivissime, colorite, attuali. Ma soprattutto ha intessuto una trama serrata e tagliente di giallo.
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Lindsay Davis, L'oro di Poseidone
Roma, 72 dopo Cristo. Tornando a casa da una lunga missione in Germania Marco Didio Falco, l'investigatore privato dell'imperatore Vespasiano, scopre che la sua abitazione è stata devastata da una micidiale combinazione di insetti, topi, piccioni ed esseri umani
inclini al vandalismo. A Falco non rimane altra scelta che chiedere ospitalità alla madre, ma anche qui lo attende una novità. Censorino, socio in affari del fratello di
Falco morto in guerra tre anni prima, si è installato stabilmente nella casa di famiglia e per di più batte cassa, lamentando un credito mal riscosso. Richiesta impossibile
da soddisfare, visto che l'unico lascito del defunto è la fama di eroico combattente.
Ma il peggio deve ancora venire. Quando Censorino viene ritrovato barbaramente ucciso Falco, che è stato visto azzuffarsi con lui, si trova a essere il principale indiziato.
Ma la buona sorte anche questa volta non lo abbandona, poiché gli vengono concessi tre giorni per dimostrare la propria innocenza e riabilitare l'onore di Elena Giustina, la
sua aristocratica fidanzata coinvolta in veste di complice. Nell'intricata vicenda continua a riaffiorare una preziosissima scultura di Fidia che molti, troppi vorrebbero
possedere. E forse tra loro c'è anche lo squattrinato Falco, che a un certo punto si dimentica della ricerca del vero colpevole per tuffarsi in una caccia al tesoro senza
quartiere.
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Danila Comastri Montanari, Ars moriendi
Pompei, anno 47 dopo Cristo. Un assassino tanto folle quanto inafferrabile si aggira alle falde del 'Mons Vesuvius' trucidando selvaggiamente
le prostitute della città. Tra le vittime della furia omicida c'è anche Fortunata, avvenente cortigiana che fino a pochi anni prima era stata la prediletta dell'imperatore
Claudio. Turbato dall'efferata uccisione, il 'princeps' invia sulla costa campana il senatore-detective Publio Aurelio Stazio con l'incarico di individuare il colpevole e consegnarlo alla giustizia romana. Arrivato nella città teatro del crimine, Publio Aurelio
scopre con orrore che Fortunata è solo l'ultima di una lunga serie di ragazze fatte letteralmente a pezzi da un truce Squartatore 'ante litteram', il quale, giunto ormai alla
quarta vittima nel giro di pochi mesi, non sembra affatto intenzionato a fermarsi. Affiancato come sempre dal fido segretario Castore e dall'irresistibile matrona Pomponia, il
senatore si mette al lavoro per scoprire l'assassino. Sarà l'inizio di una memorabile indagine che lo condurrà ai quattro angoli di Pompei, compresi quelli più oscuri e
pericolosi, sulle tracce dell'assassino più sanguinario e diabolico della sua illustre carriera di investigatore dell'Impero romano...
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Danila Comastri Montanari, Saturnalia
Roma, anno 46 dopo Cristo. Il senatore Publio Aurelio Stazio è appena tornato dalle province della Gallia, giusto in tempo per celebrare i
riti dei "Saturnalia", l'equivalente latino dell'odierno carnevale. Nel corso dei "Saturnalia" i padroni si trasformano in schiavi, mentre quest'ultimi
assaggiano - per una sola notte - la dolce ebbrezza del potere. Ma cosa succede quando qualcuno, approfittando di questo giocoso capovolgimento di ruoli, decide di attuare una
feroce catena di omicidi, apparentemente scollegati tra loro ma in realtà connessi da sottilissimi fili, mietendo vittime sia tra l'aristocrazia più altolocata che tra i
plebei della Suburra? Di fronte a una simile, implacabile festa di morte, a Publio Aurelio non rimarrà altro da fare che calarsi per l'ennesima volta nei panni investigativi
che da sempre lo accompagnano, ben al di là dell'austera toga senatoriale, e lanciarsi nell'inchiesta che ben presto si rivelerà come la più complessa, emozionante e
pericolosa della sua lunga carriera di detective dell'antica Roma. Avvincente, scoppiettante, denso di ironia e 'suspense', costruito con magistrale originalità sia sotto il
profilo dell'intreccio giallo che sotto quello della rievocazione storica, "Saturnalia" ribadisce l'irresistibile talento di Danila Comastri Montanari, confermandola
come l'autrice più estrosa, accattivante e personale della narrativa gialla del nostro Paese.
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Danila Comastri Montanari, Gallia est
Anno 46 dopo Cristo, ad Arelate, nella Gallia Narbonese (l'attuale Provenza). Tutto prende avvio dalla morte violenta di Irzio Trebazio,
facoltoso possidente gallo-romano: un omicidio senza un chiaro movente, commesso con modalità barbariche che sembrano rinviare agli antichi sacrifici umani dei Druidi. Il
senatore Publio Aurelio Stazio, ricevuto l'incarico ufficioso di investigare sul delitto, non tarda ad accorgersi che quel fatto di sangue costituisce soltanto il primo
tassello di un mosaico criminale ben più complesso, stratificato e pericoloso. In cima alla lista dei possibili colpevoli - mentre gli omicidi si moltiplicano - si ritrovano
così i notabili dei clan celtici, fieramente contrari alla concessione della cittadinanza romana alle colonie della Gallia. Si tratta dunque di una serie di reati a sfondo
politico-indipendentista? Può darsi. O forse la verità è assai più sottile, complicata, sorprendente...e stavolta la posta in palio non è solo l'identificazione di un
assassino spietato, ma la salvaguardia della stessa 'pax romana'. Vivace, avvincente, ironico, costruito con la ben nota cura dell'intreccio giallo e del dettaglio storico e
ambientale, "Gallia est" conferma Danila Comastri Montanari come l'autrice più accattivante e originale della narrativa gialla del nostro Paese.
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Danila Comastri Montanari, Mors tua
Siamo nell’Urbe del I secolo d.C., l’impero romano è al suo massimo splendore e sul trono dei Cesari siede Claudio con la
giovane moglie Messalina. Publio Aurelio Stazio, ricco senatore epicureo, si reca in visita alla cortigiana Corinna e la trova morta, con un pugnale piantato nel petto. Con
l'aiuto del segretario greco Castore e di Pomponia, una matrona molto versata nello spionaggio mondano, il senatore comincia ad investigare sul delitto, cercando di
conoscere più a fondo i principali sospetti: Clelia, la sorella cristiana di Corinna, il falegname Ennio, il rigido senatore Marco Furio Rufo e la sua famiglia, la schiavetta
Pseca e la bellissima e spregiudicata patrizia Lollia Antonina. Ma prima di risolvere il mistero, il senatore viene accusato della morte del genero di Rufo e per protestare la
sua innocenza dichiara che si taglierà pubblicamente le vene durante un banchetto. La sera della festa, quando i sospetti sono radunati nel triclinio d'onore, Aurelio
giocherà il tutto e per tutto per scoprire il vero assassino.
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Danila Comastri Montanari, Scelera
Un libro giallo ambientato nell'antica Roma, che prende le mosse dall'omicidio di un sindacalista, dal cadavere di una giovane donna
patrizia ritrovato in mare e dalla misteriosa scomparsa di una schiava che forse sapeva troppo.
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Danila Comastri Montanari, Cui prodest?
Nella Roma del I sec. d.C. un serial killer sceglie come vittime degli schiavi giovani ed avvenenti, ma commette l'errore di
sgozzare anche Glauco, il copista greco che Publio Aurelio Stazio ha appena acquistato su suggerimento del segretario Castore. Il delitto avviene al mercato, in mezzo alla
folla dei compratori: unici indizi, una pedina di latrunculi, gli antichi scacchi romani, e un’orma insanguinata. Per il senatore è l’inizio di una lunga e
tormentosa indagine, che lo porta a muoversi in ambienti diversi: dai circoli dei giocatori di latrunculi alle fabbriche di scarpe, dalle favolose ville sui colli allo
squallore della Suburra, dalle terme ai postriboli, dalla caserma dei vigiles agli scarichi di immondizia, dal mondo ovattato dell’editoria di lusso alle caldaie degli
ipocausti dove gli schiavi fuochisti si logorano in un lavoro durissimo ed estenuante. Non mancano, a complicare l’inchiesta, donne attraenti e pericolose: Marcellina, una
fanciulla di buona famiglia dal comportamento alquanto disinvolto; Domizia, una popolana in cerca di marito; Fulvia Arionilla, una giovane vedova piena di fascino; Afrodisia,
una sguattera dalla fertile fantasia; Tuccia, un’ancella intrigante e infine l’ombrosa Delia, una strana schiava che si diletta di scacchi e filosofia stoica. Ma
l’assassino colpisce ancora, e questa volta nella casa stessa del senatore: Aurelio, spalleggiato dai fidi liberti Castore e Paride, giura sull’altare dei Lari di trovare
il colpevole ad ogni costo, anche rischiando la sua stessa vita...
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Danila Comastri Montanari, In corpore sano
Anno 47 dopo Cristo. Come un fulmine a ciel sereno, un luttuoso evento si abbatte sulla comunità ebraica dell'Urbe: la giovane Dinah, figlia
del mercante Mordechai, perde la vita abortendo un figlio illegittimo, frutto di un amore "proibito" che la legava a un goy, un cittadino pagano. Colpito negli
affetti e nell'onore, Mordechai si rivolge all'amico Publio Aurelio Stazio affinché individui e punisca il responsabile della morte di Dinah. Stazio accetta l'incarico,
risoluto a vederci chiaro. Che cosa è successo realmente alla sventurata ebrea? Chi è il goy che l'ha messa incinta? Perché si nasconde? E se si fosse trattato di un
omicidio?
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Danila Comastri Montanari, Spes ultima dea
Protagonista del libro è, ancora una volta, Publio Aurelio Stazio, il senatore-detective della Roma imperiale del I secolo dopo Cristo,
attorniato come sempre da Castore (l'aiutante greco), Pomponia (la matrona aristocratica) e Mummio (il "poliziotto" ufficiale). In "Spes", tuttavia, accanto
all'osservanza delle regole del giallo "scientifico" e alla consueta ricostruzione storica, la scrittrice opera significative variazioni rispetto ai romanzi precedenti
introducendo un'inedita dimensione spazio-temporale (con due piani che si alternano l'un l'altro a vent'anni di distanza) e sottolineando certe inquietanti analogie tra la
corruzione nella Roma antica e fenomeni dello stesso tipo nella società italiana dell'ultima decade.
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Danila Comastri Montanari, Parce sepulto
Roma, 45 d.C. Publio Aurelio, invitato alla cerimonia di nozze della figlia di Arriano, retore e proprietario di una scuola
famosa, scopre la sposa nella vasca dei fanghi, col corpo interamente coperto di asphaltite. La giovane sembra morta per malore, ma Aurelio e' scettico e
comincia ad indagare sui personaggi che partecipavano al banchetto: l'affascinante Camilla, gemella della defunta, Ottavio, lo sposo mancato, Panezio, il direttore della
scuola, Irenea, celebre matematica e antica maestra delle figlie di Arriano, Elio Corvino, banchiere senza scrupoli marito della bellissima Camilla e Nicolao, suo segretario
particolare. L'indagine lo porta nel mondo della scuola, diviso tra vecchi grammatici dai metodi antiquati e giovani pedagoghi d'assalto, nell'ambiente delle banche, dove
gli imbrogli e le malversazioni non si contano e in mezzo ai sacerdoti castrati del sanguinoso culto di Rea Cibele, la Gran Madre Terra...
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Danila Comastri Montanari, Cave canem
Cave canem, attenti al cane, è la scritta che si trova all'ingresso di molte grandi domus romane. E' appunto in una casa come questa che
Aurelio si ferma sulla via del ritorno a Roma, dopo aver trascorso la villeggiatura a Baia con l'amica Pomponia, una matrona di mezz'età afflitta da troppi soldi e da problemi
di peso. La villa è costruita proprio sul lago d'Averno, la mitica porta del regno degli Inferi dell'antichità e appartiene a Gneo Plauzio, un commerciante che ha fatto
fortuna allevando pesci pregiati per le tavole dei gaudenti.Con Gneo vivono la seconda moglie Paolina, e i tre figli di primo letto: il prosaico Attico, il mesto Secondo e
l'inquieta Terzia Plautilla. Abitano nella villa anche la bella Elena, nuora di Gneo, con la figlia sedicenne Nevia, e il generale Lucio Fabrizio che, nato dal matrimonio di
Paolina con un nobile di antica stirpe, non fa nulla per nascondere il disprezzo per il patrigno e i fratellastri plebei.Non appena arrivato nel fosco cratere dell'Averno,
Publio Aurelio viene a sapere che Attico è stato trovato la notte precedente in una vasca dell'allevamento, ucciso dalle fameliche murene. Poco dopo anche Secondo muore in
circostanze misteriose e il senatore scopre che sulla famiglia grava una specie di maledizione, sancita vent'anni prima da un oscuro responso della Sibilla Cumana.Ma Aurelio,
da buon epicureo, non crede né alle profetesse, né ai vaticini, e parte per indagare a Napoli e a Cuma, scortato come sempre dall'inseparabile segretario Castore....
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Danila Comastri Montanari, Morituri te salutant
Roma, anno 45 d.C. Un drammatico evento funesta i ludi gladiatori. Nel corso di un combattimento, l'asso dell'arena Chelidone si accascia al
suolo, vittima di un decesso inspiegabile. E' lo stesso imperatore Claudio, vecchio amico di Publio Aurelio Stazio, a convocarlo al Palatino e ad affidargli le indagini sulla
morte del gladiatore. Ha così inizio un'inchiesta ad alto rischio, durante la quale l'abilità investigativa di Publio Aurelio verrà messa a dura prova...
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Robert Harris, Pompei - 79 d.C. Venti ore alla catastrofe
Pompei, 79 d.C.: mancano solo due giorni all'immensa eruzione del Vesuvio. È un'afosa settimana di fine agosto. Lungo la costa i ricchi
oziano nelle ville di lusso. Attorno a loro, invisibili, si muovono gli schiavi costretti a subire l'ingiustizia della propria condizione. La flotta navale, comandata da
Plinio, staziona pacifica nel porto di Miseno. In questo clima di calma apparente, nessuno sembra presentire la tragedia che sta per scatenarsi: l'unico preoccupato è Marco
Attilio, da poco nominato aquarius, ossia ingegnere dell'Aqua Augusta, cioè responsabile dell'imponente acquedotto Aurelio che rifornisce 250.000 persone in nove città
del golfo, tra cui Napoli, Pompei e Pozzuoli. Attilio, inviato a Miseno da Roma in tutta fretta dopo che il suo predecessore è misteriosamente scomparso , si rende subito
conto che le sorgenti d'acqua, per la prima volta da tempo immemorabile, vanno esaurendosi e si mescolano allo zolfo. La sua esperienza lo convince che a nord di Pompei, sulle
pendici del Vesuvio, qualcosa di grave sia successo nel tratto principale. Scoprirà un giro di malaffare e speculazioni nel quale sono coinvolti il suo predecessore e
l’uomo più potente di Pompei, Ampliato, ma troverà anche l'inevitabile nuovo amore, guarda caso proprio con la figlia del cattivo Ampliato, Corelia.
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Agatha Christie, C'era una volta (tit. originale: Death comes as the end)
Imhotep, sacerdote di Ka, ha portato una nuova concubina dal suo viaggio a Menfi. La presenza della maligna Nofret crea
dissidi e rancori tra i figli e le nuore, che si ritengono soppiantati nell'affeto del capofamiglia, Quando Nofret cade da una rupe, tutti sono sollevati, ma lo spirito della
giovane donna grida vendetta e i familiari di Imhotep cominciano a morire, uno dopo l'altro ... Non poteva mancare un singolare giallo ambientato nell'antico Egitto (con il
quale tra l'altro si inaugurò la tradizione del giallo storico) tra i romanzi di Agatha Christie, che seguì spesso nei suoi viaggi e studi il secondo marito, l'archeologo Max
Mallowan. |
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Cristhie |
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mi piace anche...
La lunga serie di avvincenti gialli di ambientazioni medievale, scritti da Ellis Peters (nome d’arte di Edith Pargeter) e che hanno
come protagonista Fratello Cadfael, personaggio inventato nel 1977.
Più Padre Brown che Sherlock Holmes, padre Cadfael indaga tra le pieghe dell’animo umano, facendo emergere i
lati oscuri di amore, gelosia e tradimento, rendendo godibili tutti i romanzi che fanno parte del suo ampio ciclo.
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e non disdegno neppure...
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anche se di tutt'altro genere, le avventure del maghetto Harry Potter, scritte da Joanne K. Rowling.
Ai miei studenti consiglio ovviamente di leggerlo nella versione latina o in quella in greco antico!
Vi
consiglio di visitare il sito ufficiale di Harry Potter. (è anche in italiano) |
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Il primo webring italiano di letteratura poliziesca |
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