LA MAGIA DEL BARBARESCO
di Luigi Salvo
Il Barbaresco è certamente uno tra i più grandi vini italiani, la
cui qualità è stata disciplinata dalla legge italiana nel 1966 con
il riconoscimento a D.O.C e nel 1980 a D.O.C.G. Nasce in Provincia
di Cuneo nei paesi di Barbaresco, Neive, Treiso e nella frazione di
S. Rocco Seno d'Elvio del comune d'Alba da vigneti coltivati con il
vitigno "Nebbiolo" delle sotto varietà "Michet",
"Lampia" e "Rosè", con germoglio ad apice
espanso, bianco argenteo, con foglioline apicali di colore
biancastro. Foglia media, pentagonale, trilobata, quasi glabra. Il
grappolo si presenta di media grandezza, di forma piramidale-alato,
semi-compatto, con acino medio, sferoide, buccia di colore violaceo
scuro, resistente, con polpa succosa, dolce, acidula ed astringente.
Il Nebbiolo è considerato il più nobile vitigno d'Italia ed è così
denominato sia perché le zone, nelle quali è con cura allevato,
sono avvolte quasi costantemente dalle nebbie autunnali, sia per
l'aspetto degli acini, che sono ricoperti da una leggera pruina
biancastra.
La struttura del territorio del Barbaresco è tipicamente collinare
con punte variabili da 270 Mt. sul livello del mare nel Concentrico
a 317 Mt. sul livello del mare in prossimità della località Asili,
la superficie vitata è di circa 500 ha, dai quali ogni anno si
ottiene una produzione media di 2.350.000 bottiglie di Barbaresco.
La gradazione alcolica deve essere di almeno 12,5 gradi e deve
invecchiare non meno di 26 mesi, di cui la metà in botte di rovere
o castagno. Il periodo d'invecchiamento è calcolato a decorrere dal
1° gennaio dell'anno successivo alla vendemmia, parametri
importanti sono l'acidità totale minima: 5 per mille, e l'estratto
secco netto minimo: gr. 23 litro.
Il Barbaresco sottoposto ad un periodo d'invecchiamento non
inferiore a quattro anni può portare come specificazione aggiuntiva
la dizione "riserva". Le sue caratteristiche
organolettiche sono: colore rosso granato, ottima consistenza,
profumo etereo, gradevole ed intenso, in bocca è pieno, robusto,
austero ma vellutato, di buona sapidità, nel complesso armonico.
E' tradizionalmente abbinato ai piatti tipici della cucina
piemontese, ideale con selvaggina, piatti di carne quale il filetto,
funghi porcini e formaggi stagionati. Temperatura di degustazione:
18°-20°C.
Luigi Salvo
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