Numerosi giudizi sull'annata 2002, riferiscono di una produzione sottotono                                                                                             di Luigi Salvo     

In questi giorni, gli ennesimi assaggi positivi di alcuni vini del 2002, nella fattispecie uno tra i più noti Supertuscan, ed un Nero di Troia sorprendente, mi hanno fatto venire in mente, che invece secondo i pareri di autorevoli colleghi incontrati in vari concorsi e tasting, l'annata vinicola 2002 denominata benevolmente come "annata diversa" è ritenuta come annata decisamente sottotono, ed è stata definita "di pioggia" nella maggior parte delle zone vinicole italiane, da quella del Brunello di Montalcino, a quella di Barolo e La Morra, ad ampie zone del Veneto, passando per l'Umbria, la Campania e la Puglia. 

La "comunicazione del vino" ha dunque già decretato, forse prima del tempo aggiungo io, che i grandi vini storici di lungo invecchiamento di quest'annata hanno minor potenziale rispetto a vini di annate precedenti, ma adesso riprendendo qualche bottiglia ed assaggiandola, non è così certo questo convincimento. Non sono mai a favore dei giudizi senza appello, figuriamoci se poi si parla di una materia viva e così mutevole come il vino. In quest'ultimi anni, il modo di giudicare vini ed annate è stato iperbolico, con giudizi sulle vendemmie che vanno da cinque stelle galattiche, a raccolti estremamente mediocri, al limite della qualità in bottiglia. A mio parere il 2002 è stata un’annata certamente difficile, ma la vera realtà è che ogni regione, ed in particolare ogni singola microzona ha reagito in maniera differente alle varie avversità temporali, ed i produttori in alcuni casi, sono riusciti a portare in bottiglia comunque prodotti eccellenti.

Qualche esempio che mi sovviene: ho degustato dei Barolo base 2002 di tutto rispetto, meritevoli di lode, grandi vini toscani dell'annata ' 02 messi a confronto con quelli dell'annata ' 03, hanno evidenziato una minor concentrazione di colore e di sostanze estrattive, ma certamente maggior equilibrio e finezza. In Puglia è stato davvero un anno di piogge torrenziali, ma i vini che ne sono venuti fuori, vuoi per i particolari parametri enotecnici delle uve, vuoi per il lavoro svolto in cantina da parte di qualificati ed attenti enologi, sono risultati essere veramente interessanti. Sicuramente vini di elevato livello qualitativo hanno espresso il Trentino, la Valtellina e la Sicilia.

Per ogni singola denominazione che si voglia prendere in considerazione, i profumi, i sentori gustativi e la qualità generale del vino sono determinati da molteplici fattori: il tipo di terreno, l’esposizione dei vigneti, i tempi di vendemmia, la lavorazione in cantina, oltre ovviamente la qualità delle uve. Ebbene mi è capitato in quest'ultimo periodo di bere addirittura delle riserve di alcune Docg e Doc targate 2002, decisamente superiori a quelle del 2003, ed allora come la mettiamo ?. E’ sempre meglio assaggiarli davvero bene i vini, prima di parlarne (soprattutto se male).

Luigi Salvo

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