Emily Dickinson

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I held a jewel in my fingers
And went to sleep
The day was warm, and winds were prosy
I said "'Twill keep"

I woke and child my honest fingers,
The Gem was gone
and now, an Amethyst remembrance
Is all I own

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Tenevo un gioiello fra le dita
e mi addormentai.
Il giorno era tiepido, i venti monotoni
Mi dissi: "Durerà"

Mi svegliai e sgridai le mie dita innocenti,
la gemma era sparita
E adesso, un ricordo di ametista
è tutto ciò che mi resta.


Trad. Barbara Lanati


 BIOGRAFIA

Emily Dickinson, forse la maggiore poetessa americana dell'ottocento, nacque ad Amherst, nel Massachussets, il 10 dicembre 1830, la citta' in cui visse per tutta la vita.

Suo padre era un importante avvocato, un uomo di poche parole, ma che amo' molto la figlia e fu ricambiato con grande affetto. Edward era tesoriere dello Amherst college, nonche' senatore dello stato del Massachussets. Della madre, Emily non ebbe mai molta considerazione, la riteneva solo una buona donna di casa e una buona mamma, ma non una donna molto intelligente, tanto che di lei una volta disse: " a mia madre non interessa il pensiero". E' ironica e irriverente quando parla della ristrettezza mentale dei gentori, in ogni campo, specialmente in quello religioso. I genitori erano ferventi calvinisti, e i riti che essi seguivano per lei erano solo stupide superstizioni.

Come tutte le ragazze di buona famiglia del New England segui' un rispettabile iter formativo: prima frequento' la " Amherst Academy", poi la "south Hadley female seminary", infine la " Mount Holyoke college", che abbandono' per motivi di salute. Cosa che la deluse molto e la intristi', perche' li' aveva iniziato a conoscere la " vita".Le copagne di scuola la descrivevano come una ragazza timida e impacciata, mnon molto carina dal punto di vista fisica, ma nel complesso attraente, dotata di un fascino particolare.

Nel 1850 Emily pubblica un valentine in prosa sul giornale studentesco di Amherst, e compone al sua prima poesia: I had a bird in spring.

Molto importanti saranno per lei i rapporti con il fratello Austin e soprattutto con la moglie di lui, Susan, che le restera' amica per tutta la vita. La Nostra ebbe pure una sorella, Lavinia ,di cui parla molto spesso. Le sue letture preferite nel periodo adolescenziale sono i romanzi gotici e le opere di Emerson, che lasceranno molte tracce nella sua poesia, anche nel periodo della maturita'. Di particolare importanza per lei fu anche la lettura delle poesie di Longfellow, un poeta molto in voga a quei tempi, il cui oeso nell'ambito della letteratura americana oggi e' stata di molto ridimensionato.

Nel 1855 fece un viaggio con il padre a Washinghton e Filadelfia, dove probabilmente conobbe il reverendo Wadsworth, forse l'uomo piu' importante della sua vita, che sempre l'incoraggiò e con cui ebbe una fitta relazione epistolare. In questi anni conobbe anche Catherine Scott, con cui ebbe una lunga e sincera amicizia. Emily aveva ventidue anni quando accadde l'episodio destinato a cambiare la sua vita. Lo racconta in una lettera al fratello Austin: " questa sera ho indossato il berretto, ho aperto con disperazione il cancello e , per un momento, la lotta in me e' stata terribile.. credo che mi abbia tirata indietro una forza invisibile, perche' rientrai in casa senza aver commesso male alcuno". Non sappiamo se volesse soltanto fuggire di casa o raggiungere un amore segreto da qualche parte, chissà forse aveva perfino pensato al suicidio. Se Emily fosse stata in cerca di una liberta' fisica, o di qualcosa di materiale, probabilmente sarebbe fuggita, e noi non saremmo qui' ora a parlare di lei .Ma la liberta' di cui andava in cerca poteva trovarla solo in se stessa , e non avrebbe avuto senso varcare il cancello di casa. E tra la via del mondo e quella dell'anima scese quest'ultima, e divenne grande poeta. A partire dai 25 anni Emily conduce una vita da reclusa volontaria nella sua stanza , vestendo sempre di bianco, scrivendo lettere ad amici, e narrando se stessa. La sua natura schiva, la condusse alla solitudine. Emily trascorreva le giornate distesa sul letto, persa nelle sue meditazioni, oppure con il capo chino sul suo scrittoio a comporre poesie. Solo pochissime furono pubblicate in vita. Alcune poesie sono state ritrovate dalla sorella Lavinia, dopo la morte di Emily, ricopiate su quaderni pregiati, altre scritte su un semplice foglio di carta. Gli incontri con le persone estranee si fecero sempre piu' rare.Da questa segregazione uscirono alcune delle piu' belle poesie che siano mai state scritte e delle lettere stupende, in cui ci fa per un attimo avvicinare al suo mondo oscuro e luminoso al tempo stesso. Il reverendo Wadsworth, che era sposato con figli, ando' a trovare Emily nel 1860, e sembra che sia nata una celata passione tra i due , tanto che Emily penso' per un momento di trasferirsi a San Francisco. Dal 1861 al 1866 Emily scrive tantissimo e sottopone i suoi scritti all'amico Higginson, scrittore e giornalista che incontrera' nel 1870.Continuò la lunga e volontaria segregazione della scrittrice nella casa materna da cui non usciva se non in rare occasioni, solo per qualche ora. Per quanto molte lettere lasciano trasparire qualcosa del suo frustrato bisogno d'amore, esso e' stato sopravvalutato e molti biografi e critici si sono divertiti a inventare presunte storie d amore con tutte le persone, o quasi, con cui la poetessa venne a contatto. Si' e' parlato di una presunta passione con Benjamin F. Newton, che lavorava nello studio legale del padre; con il gia' citato pastore wadsworth, per cui avrebbe deciso di vivere segregata; con uno studente, George Gold, conosciuto all'eta' di sedici anni; con il maggiore Hunt, marito della scrittrice Helen Hunt Jackson; perfino con una donna, Kate Scott Anthon, ma la fantasia vola e poco di vero c'e' in tutte queste storie. Un fatto documentato e' che nel 1878 incontro' un vecchio amico di famiglia, il giudice Otis P. Lord e per la prima volta penso' seriamente al matrimonio. Ma fini' tutto in una bolla di sapone, per sua volonta'. Ma non ha molta importanza sapere se la Dickinson conobbe la passione amorosa o il desiderio fisico, se ebbe o no difficolta' nell'approccio con l'altro sesso e questo la abbia resa infelice.quello che importa , a noi perlomeno, e ' che Emily sia riuscita a trarre dai turbamenti interiori, dalla monotonia della sua stanza, dalla sua solitudine, un'esperienza personale, una propria concezione della vita, e che che poi ne abbia fatta materia di poesia.

L'amico Higginson parla di lei coma una " reclusa per temperamento e per abitudine". Considerando l'ambiente gretto e bigotto di una cittadina del New England del tempo, quale Amherst era, e la grande sensibilita' di Emily, riusciamo quasi a comprendere la sua tendenza alla solitudine e il suo rifiuto di comunicare agli altri il suo dono piu' prezioso:la sua immaginazione poetica ;e di donare a gente che non l'avrebbe capita la genialita' della sua invenzione poetica.

Forse l'ambiente mondano che solo intravide , nei suoi primi anni di vita, la turbo' o la disgusto', forse semplicemente decise che la sua vita era la sua casa , la sua stanza e il silenzio ,che sarebbe riuscita a fare parlare nei suoi versi. Nel 1864 fu a Boston per " curarsi gli occhi".

Le venne proibito per sei mesi di leggere e di scrivere, e si puo' immaginare quanto fosse doloroso per lei. Nel 1870 lo Higginson fa la sua prima visita alla poetessa e rimane folgorato dalla sua personalita', tanto che ritornera' altre volte a trovarla. Il 1874 e' un anno triste per Emily: muore il padre, un uomo con cui parlava poco ma che amava molto e stimava; come disse in una lettera, passare davanti alla sua porta chiusa e sapere che lui c'era la faceva sentire sicura e le dava tranquillita'. Qualche anno dopo sua madre fu colpita da paralisi, ed Emily divenne la sua infermiera.Gli ultimi anni non sono ricchi di avvenimenti, e non sono neanche tanto significativi dal punto di vista artistico. Riceve qualche visita dei suoi amici ogni tanto, ma e' sempre piu' schiva. Dopo la morte della madre la nostra poetessa si spegne lentamente, si inaridisce la sua vena poetica e con lei pure il soffio vitale. Muore il 15 Maggio 1886, a soli 56 anni; ma forse per lei erano anche troppi.

Lascia tre grandi raccolte di poesie, e un volume di lettere, che i posteri continuano a leggere e ad amare.

Higginson pubblicò un saggio sulla sua amica scomparsa nel 1891, insieme ad una raccolta di lettere e brani poetici.

La raccolta poetica della Dickinson e' composta da 1775 poesie, pubblicate in tre edizioni (1890, 1891,1896)


Ringrazio Emanuela aka Luceinfinita, per il suo lavoro di ricerca
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